Federica Bilardo: “Il più bel gioco della mia vita”. La diciottenne tennista di Palermo racconta il suo percorso dal golf al tennis, i sacrifici e la determinazione necessari per inseguire un sogno
Francis Ouimet aveva sognato quel giorno fantastico, fin da quando aveva 4 anni, quando la sua famiglia aveva comprato una casa che affacciava proprio sulla buca 17 del Country Club di Brookline. Suo padre era un immigrato franco-canadese, la madre un’immigrata irlandese: il golf era uno sport per ricchi, lontano dal loro mondo e Francis lo sapeva. Ma la sua ostinazione, unita ad un talento ai limiti del naturale, lo avevano portato a diventare un piccolo fenomeno: iniziò a fare da caddie proprio nel club davanti casa, raccoglieva le palline da golf ed intanto imparava a colpire da autodidatta. Imparò talmente bene da arrivare a vincere i campionati scolastici nazionali. Ma era pur sempre ancora un dilettante…povero Francis. Tuttavia il destino provò ad aiutarlo: nel 1913, Francis aveva 20 anni e gli Us Open, il più importante campionato nazionale professionistico, veniva giocato proprio nel club di Brookline, su un percorso che lui conosceva benissimo. Fu così che Francis si trovò a giocare da dilettante contro i più forti giocatori dell’epoca, da Harry Vardon a Ted Ray. E, tra l’incredulità generale, Francis vinse! Fu “Il più bel gioco della sua vita” come celebrato dall’omonimo film del 2005 di Bill Paxton, incentrato proprio su questa incredibile storia. Il golf, come qualcuno ha detto è “una passione, un’ossessione, una storia d’amore, una bella frequentazione con alberi, sabbia e acqua” una passione che un giorno è entrata nella vita della tennista che incontriamo oggi, Federica Bilardo. Ma un amore ancora più grande, il tennis, ha fatto “hole in one” nella vita di Federica, per diventarne poi l’unica passione, che coltiva ogni giorno con fedeltà ed entusiasmo.
Allora Federica, presentati ai lettori di livetennis:
Salve a tutti mi chiamo Federica Bilardo e sono nata e vivo a Palermo; mi alleno presso il Circolo Tennis Palermo. Ho iniziato a giocare a tennis all’età di 5 anni, grazie ad un collega di mio padre che che aveva fatto iniziare sua figlia a giocare nel mio attuale circolo, con un maestro rumeno bravissimo, e che gli propose di portare anche me. Dopo la prima prova, mi innamorai subito del tennis: ricordo ancora che mia madre mi chiese cosa mi piacesse così tanto di questo sport ed io risposi che amavo il rumore che faceva la pallina, al momento dell’impatto con le corde della racchetta. Ho sempre praticato sport nella mia vita: sin dai primi mesi di vita, i miei genitori mi hanno fatto fare nuoto, sport che poi ho praticato fino ai 14 anni. Pensa che una volta la mia maestra mi iscrisse in una gara, con dei ragazzi più grandi di me di 2 anni, che organizzava presso la piscina comunale ed io vinsi, fu una grande soddisfazione. All’età di 8 anni praticavo tre sport in contemporanea, tennis, nuoto e golf che facevo di nascosto del mio maestro di tennis perché non voleva che praticassi altri sport. Credo di aver capito che il tennis sarebbe stato al centro della mia vita quando il mio maestro di golf mi chiese di abbandonare il tennis per dedicarmi completamente al golf dicendomi che ero molto talentuosa e promettente. Sottoposta alla scelta “golf o tennis?” scelsi senza dubbio il secondo! Il mio primo maestro è stato Sergio Boaghe, a cui devo tutto, è grazie a lui se sono una giocatrice completa. Sul piano tecnico amo molto le variazioni e cerco di esprimere un gioco fantasioso: la gente che mi vede giocare dice che sono molto talentuosa e che ho grande manualità. I miei giocatori preferiti sono Federer e Alexander Zverev ed amo la grinta di Nadal. La mia vittoria più bella penso che sia stata quella di agosto scorso, in finale agli Europei a squadre contro la Russia e l’ultimo turno delle qualificazioni del Roland Garros che mi ha permesso di giocare il mio slam preferito.
Partiamo dall’ultimo torneo disputato ad Antalya. Un titolo vinto in doppio; una bella semifinale raggiunta e poi persa contro la Panova, una giocatrice russa con un best ranking importante. Come è stata questa esperienza ed hai qualche rimpianto per il match con la russa?
Sì, ad Antalya ho raggiunto la semifinale perdendo contro la Panova che è stata n. 70 del mondo. Ho molti rimpianti per questo match: innanzitutto c’era molto vento, magari se non ci fosse stato mi sarei espressa meglio anche se, ovviamente, c’era anche per lei. Poi ho avuto molte chance non sfruttate, game in cui ero sopra 40-15 o 30-0 e che ho perso, ma sono comunque contenta di aver fatto un match alla pari. In doppio invece ho provato una grande gioia perché ho vinto il titolo insieme alla giapponese Arakawa.
Diciamo che in Turchia sembra che tu abbia trovato la forma migliore, dopo un inizio di stagione in chiaroscuro:
Onestamente non penso di avere trovato la mia forma migliore ancora, ho attraversato un bruttissimo periodo ad inizio anno a causa di un cambiamento imprevisto sia di circolo che di maestri con cui non avevo un buon rapporto. Ne ho sofferto tantissimo a livello psicologico, diventando molto insicura in campo e senza la grinta che ho di solito. Finalmente però ho trovato la serenità con i miei nuovi allenatori e piano piano la fiducia in campo sta ritornando.
Guardando i tuoi risultati dell’anno scorso, hai giocato una fase centrale della stagione molto positiva: semifinale in Romania, finale a Tarvisio e Sassuolo. Tra l’altro a Sassuolo hai battuto in semifinale Deborah Chiesa che ora gioca in Fed Cup:
Sì, l’hanno scorso ho giocato bene raggiungendo ottimi risultati e battendo giocatrici forti, questo mi dà fiducia e penso e spero che lavorando tanto potrò raggiungere risultati sempre migliori.
Attualmente hai un best ranking n. 619 raggiunto il mese scorso. Che obiettivo ti dai per quest’anno e che programmazione hai previsto?
Attualmente sono 619 del ranking ma con questa semifinale finalmente scenderò sotto i 600; non mi sono data un obiettivo in termini di classifica, momentaneamente voglio uscire completamente dal periodo brutto che ho passato per ritrovare pienamente me stessa, poi i risultati arriveranno da soli. Penso che giocherò 15mila e 25mila, poi quest’anno ho anche la maturità a scuola, quindi starò ferma un po’ di settimane.
Chi è il tuo coach attuale e su che cosa state lavorando?
Attualmente i miei coach sono il mio maestro storico Davide Freni che mi ha allenato fino ai 16 anni e di nuovo adesso, e Giovanni Valenza; stiamo lavorando su tutti i colpi perché si può sempre migliorare qualcosa, ma soprattutto stiamo lavorando dal punto di vista mentale.
In che modo cerchi di ottimizzare in campo il tuo essere mancina e quale superficie preferisci?
Cerco di sfruttare gli angoli che solo i mancini riescono ad avere, la mia superficie preferita è la terra.
Da junior sei stata tra le prime 50 del mondo. Quanta pressione hai sentito su di te nel passaggio al professionismo?
Sì, da junior sono stata tra le prime 50 del mondo; onestamente ho cercato di mettermi addosso meno pressione possibile non leggendo, ad esempio, nessun commento sul mio conto sia positivo che negativo sui vari siti internet. Dopo un episodio spiacevole con un giornalista, ho capito che le uniche opinioni, sia brutte che belle, a contare davvero sono quelle delle persone che ti vogliono bene e che ti seguono ogni giorno.
Anche da junior hai collezionato vittorie importanti, per esempio contro Jessica Pieri. Come è stata la tua esperienza negli slam junior?
Da junior ho collezionato belle vittorie ed ho avuto la fortuna di poter giocare tutti i tornei dello slam, il mio preferito è stato il Roland Garros, forse anche perché ho ottenuto un ottimo risultato, ma tutti gli slam sono qualcosa di incredibile, non ci sono parole per descrivere cosa si prova, tutto quello che fino a quel momento hai visto in televisione, o che hai potuto immaginare, diventa realtà: stai a contatto con i grandi campioni e anche tu ti senti un campioncino perché se sei arrivato ad uno slam junior vuol dire che sei tra i più forti del mondo.
Che cambiamenti hai dovuto inserire nel tuo gioco e nel tuo approccio ai match a livello professionistico?
Sto cercando di essere sempre più aggressiva e di migliorare mentalmente.
Sei riuscita da junior a conciliare studio e tennis e in che modo?
Io ancora frequento il liceo essendo andata a scuola in maniera regolare. Fino al primo liceo ho frequentato la scuola pubblica, poi sono stata costretta a cambiare, la scuola pubblica italiana non aiuta chi fa sport. Tutti i miei coetanei frequentano la scuola online, ma i miei genitori non hanno voluto che la frequentassi perché onestamente è come non frequentarla, hanno preferito iscrivermi in una scuola privata, il liceo linguistico Keynes, dove fortunatamente ho incontrato dei professori splendidi che hanno capito la situazione e mi stanno aiutando moltissimo. A mio parere lo studio è molto importante perché apre la mente, ti aiuta a ragionare e ti permette di essere una persona migliore; le persone a volte fanno degli errori o compiono certe azioni perché ignoranti, quindi sono felice di non avere mai abbandonato la scuola anche se mi è costato maggiore impegno rispetto ad una scuola online.
Ludovica Infantino è una tua cara amica tennista, siciliana anche lei, che due anni fa ha scritto una lettera molto accorata ai suoi colleghi: https://ludovicainfantino.wordpress.com/2016/11/21/lettera-di-una-tennista-ai-tennisti/) . Racconta di quante tenniste lascino questo sport perché non reggono la pressione, parla di quanto l’amore per il tennis sia bilanciato dalle rinunce e dalle amarezze. Tu l’avrai sicuramente letta. Come la commenti e quanto di quello che scrive Ludovica l’hai vissuto anche tu?
Sì, ho letto l’articolo di Ludovica, è una mia grande amica, e quello che ha scritto è vero. La maggior parte delle persone quando sanno che gioco a tennis a livello agonistico pensano che questo sport si riduca solo a colpire la pallina da tennis…lo vedo anche quando parlo con i miei compagni di classe, quando parto per un torneo pensano che vada a farmi la vacanza, ma non hanno minimamente idea di cosa ci sia dietro. Solo se hai vissuto certe cose puoi capirle, neanche un giocatore amatoriale può capire quale sia la vita del tennista, solo chi fa la mia attività può intendere quanto sia difficile rinunciare, fin da bambini, ad una vita normale, a quello che fanno tutti i tuoi coetanei: le uscite, le vacanze estive, andare a mare…è come vivere in un mondo parallelo. Tanti, superficialmente, pensano che il nostro mondo sia tutto rose e fiori ma in pochi sanno quante volte si piange, quante delusioni ti aspettano, i rimpianti che incombono…ma non sanno neanche quanto è bello raggiungere i propri obiettivi avendo superato tutto. Sì, certo, molte persone smettono di giocare per la troppa pressione messa loro dai genitori o perché non sono pronte a rinunciare ad una vita normale.
“A mio avviso il tennis è uno degli sport mentalmente più duri, perché sei sempre solo. Sei molto solo in campo, non hai nessuno da criticare o a cui chiedere aiuto, sei tutto solo e se ti capita di avere una giornata storta, hai una giornata storta e la devi affrontare. Negli sport di squadra se hai una giornata storta, la tua squadra può comunque vincere, puoi lasciar perdere o sostenere il tuo compagno, lui fa goal e tutto va bene, la tua squadra vince e tu mantieni la fiducia vincente. Nel tennis sei solo. È questa la cosa più sfiancante”(Ernests Gulbis). Come si fa a sentirsi meno soli in campo e fuori?
Il tennis è uno sport individuale, sei sempre solo, puoi fare affidamento solo su te stesso, nessuno può aiutarti, quando ti alleni sei solo, durante le partite sei solo. Penso che il modo migliore per combattere la solitudine di questo sport sia quello di circondarsi di persone che ti vogliono bene, poche ma buone. Il rapporto con il coach è fondamentale, quando sono in campo ed ho paura oppure ho bisogno di conforto, basta che guardo il mio maestro per tranquillizzarmi e capire che in realtà non sono sola; molto importanti sono anche gli amici che dopo le sconfitte mi stanno sempre vicini.
Come combatti la tensione prima del match, preferisci parlare con le colleghe, uscire, ecc.?
Io cerco di pensare al match solo 30 minuti prima dell’inizio: certo la sera prima ne parlo un po’ con il mio coach, ma cerco di non pensarci tutto il giorno perché, a mio parere, sono energie mentali sprecate inutilmente. Prima del match amo ascoltare la musica che mi carica e sto con il mio maestro.
A proposito di colleghe: quanto è vera l’amicizia tra tenniste secondo te e, nel tuo caso, hai delle amiche del cuore in questo campo?
L’amicizia nel tennis è una cosa rarissima, così come in qualsiasi sport praticato a questi livelli penso: soprattutto se ottieni dei buoni risultati le invidie non mancano ed è difficile trovare degli amici veri, devi essere fortunato ed io lo sono stata. il mio migliore amico è Andrea Trapani che fino all’anno scorso giocava nel mio stesso circuito, ora è andato in un college americano. Nel circuito femminile le mie migliori amiche sono senza dubbio Tatiana Pieri e Maria Vittoria Viviani, noi tre siamo molto unite, ci sentiamo praticamente ogni giorno ed è una fortuna avere delle amiche come loro. Poi ci sono Elisabetta Cocciaretto, Martina Zerulo, Jessica Pieri , Monica Cappelletti ed anche ragazze straniere come Katarina Zavatska e Olesya Pervushina.
Tutte le tenniste, o quasi, sono presenti sui social, soprattutto con le storie Instagram. Che rapporto hai tu con i social e quanto curi la tua immagine pubblica? Hai uno staff e degli sponsor?
La mia immagine pubblica è curata da un’agenzia, Beadvgroup, che cura anche i miei rapporti con gli sponsor, in particolare i miei manager sono Stefano Garavaglia e Massimo Macchi, ho una pagina Facebook, profilo su Instagram e Twitter. I miei sponsor sono Adidas per abbigliamento, Head racchette ed Ethich Sport come integratori.
In che modo i tuoi genitori seguono la tua vita tennistica?
I miei genitori sono molto legati a me, ho tantissime attenzioni da parte loro e mi aiutano tantissimo, mi seguono in qualche torneo e fortunatamente non mi hanno mai messo pressione.
Qual è il tuo aforisma preferito, il motto della tua vita?
” Se insisti e persisti, raggiungi e conquisti ”
Descrivimi a cuore aperto il tuo rapporto con la Sicilia:
Eh, per me la Sicilia è il posto più bello del mondo, alle mie amiche dico sempre che amo Palermo, che non esiste città più bella e altra città dove vorrei vivere.
Come è nel tennis il rapporto tra giocatori di città e paesi diversi, hai mai notato dei pregiudizi?
Non penso che nel tennis ci siano, almeno da quanto io ho vissuto.
Secondo te nel tennis ragazzi e ragazze hanno uguali diritti o i maschi sono in qualche modo privilegiati?
Negli ultimi anni si è cercato nel tennis di eguagliare i diritti tra uomini e donne e la cosa sta funzionando, ma ancora nelle menti di molte persone le donne sono inferiori agli uomini, tutti dicono che il tennis femminile è molto più facile rispetto a quello maschile, che occorrono meno forza e resistenza per eccellere. Il fisico maschile è molto più forte di quello femminile per natura, queste persone forse non si sono accorte che le donne giocano contro le donne e i maschi contro i maschi, quindi si gioca ad armi pari e non è assolutamente più facile diventare forti tra le donne rispetto ai maschi.
Quali sono il tuo libro ed il tuo film preferiti?
Mi piacciono molto i libri di Dan Brown, mi piacciono tanti film ma sono innamorata di una serie TV, “Pretty little liars”.
Il viaggio ed il paese più bello che hai visto?
Ho visitato tanti posti: io amo Parigi ma mi sono piaciute tantissimo Melbourne, New York, Miami e la Costa Azzurra in Francia.
Qual è il tuo sogno più grande da realizzare nel tennis?
Entrare nella top ten, diventare n. 1 e vincere il Roland Garros!
E i 3 desideri da realizzare nella vita?
Mi piacerebbe aiutare le persone bisognose, avere un garage pieno di moto e macchine che sono la mia passione, girare il mondo con i miei migliori amici e…ce n’è uno in più: conoscere gli attori della mia serie TV preferita!
“Piccole, graziose e bugiarde” sono le protagoniste della sua serie Tv preferita…ma mai desiderio fu più sincero di quello espresso da Federica: la voglia di conoscere quelle ragazze uguali a lei che vede di puntata in puntata da un tablet, in una stanza d’albergo, riempiendo le attese di un match e sanando le ansie della sua giornata da tennista. Una vita incentrata sul…più bel gioco della sua vita!
Antonio De Filippo
TAG: Federica Bilardo, Interviste LiveTennis, Italiane
7 commenti
Complimenti a Federica. È giovanissima ma dimostra tanta saggezza e buon senso. Continuando con questa determinazione il suo futuro ė destinato a raggiungere grandi soddisfazioni.
Federica ė una grande risorsa per il tennis italiano.
😳 😳
mah??
intendevo che fisicamente si potrebbe muovere meglio, quindi arrivare meglio sulla palla, quindi metterne di più dentro, quindi vincere più match, quindi essere più fiduciosa, il chè fa vincere più match, che ti fa capire che stai lavorando bene e allora lavori ancora meglio…+match+fiducia….+ classifica 🙄
Io io@ cataflic (#2090437)
Io a liblvello di preparazione mi faccio massaggi con latte con dentro sciolto del miele e poi finito il massaggio lascio che si asciughi sulla pelle e poi evito di farmi la doccia per due o tre giorni facendo allenamenti molto duri.
Non piacerà ai puritani ma funziona.
Come dico da anni lei qualche numero ce l’ha e se si quadra di testa può provare a fare la professionista. Io ho la vaga impressione che a livello di preparazione manchi qualcosa, che potrebbe fare meglio, ma chissà?
In effetti oggi molta gente utilizza le agenzie per curare i profili si internet, non è bello (e neanche farlo) ma è un’ombrello per chi pratica sport anche non leggere questo commento così come gli altri.
Del tutto comprensibile,ma non è bello dirlo.
Ma non era al Country alla accademia di Cina? Aveva fatto una ottima stagione nel 2017, come mai L’ha lasciata per tornare al CT Palermo ?
Grazie per l’articolo, per il resto… No comment