David Haggerty: “L’importante è fare del tennis uno sport globale con un impatto internazionale”
Mettere da parte il fascino delle tradizioni e intervenire attraverso un cambiamento radicale. Questo è il pensiero di David Haggerty, presidente dell’ITF, che intende oramai da tempo rivoluzionare il format della Coppa Davis. In un’intervista rilasciata a Aipsmedia, Haggerty ha motivato le scelte e il motivo per cui si dovrebbe stravolgere un format rimasto immutato per decenni.
“Dal 2015 discutiamo sulla necessità di cambiare il format della Coppa Davis – afferma Haggerty –. Tutti i candidati alla presidenza sono d’accordo su questo punto e siamo tutti entusiasti di ciò che abbiamo presentato in collaborazione con il Gruppo Kosmos (guidato da Gerard Piqué) e con il sostegno finanziario di Rakuten. La nostra intenzione è organizzare una Coppa del Mondo di tennis che avvantaggi tutti”.
I soldi, come spesso accade, muovono il mondo. “Avremo un montepremi in denaro pari a 20 milioni da spartire tra le 18 squadre che prenderanno parte alla competizione. L’importante è fare del tennis uno sport globale con impatto internazionale che attragga investitori e potenti sponsor. Molte federazioni, per quanto spesso si giochi in una grande atmosfera, perdono molti soldi nell’organizzazione dell’evento. Con questo progetto tutte le federazioni guadagneranno più soldi grazie a ciò che risparmieranno dai premi per i loro giocatori. Il format prevede i round robin, partite al meglio dei tre set con la squadra vincente che dovrà giocare cinque gare in una settimana. Avremo bisogno di città che dispongano di almeno tre stadi e dieci campi d’allenamento. La manifestazione avrà luogo a novembre e si giocherà al coperto”.
Interrogato sulla mancanza di supporto da parte dei giocatori, il presidente Haggerty è stato piuttosto schietto. “Sono stato a Indian Wells e ho parlato con loro. Molti ci sostengono e hanno espresso chiaramente la volontà di non giocare quattro settimane all’anno. Questo progetto sarà molto più forte per l’ITF, sia in termini di impatto sociale che economicamente”, chiosa Haggerty che non esclude ulteriori cambiamenti alla proposta prima dell’incontro definitivo che si svolgerà dal 13 al 16 agosto ad Orlando.
Luca Fiorino
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Quest’uomo mi dà il vomito
Mi incuriosiscono due passaggi:
“Tutti i candidati alla presidenza sono d’accordo su questo punto”
Curioso che candidati che in teoria si presentano l’un contro l’altro per raggiungere un (ben remunerato) posto di potere si mettano d’accordo a priori, convergenza di interessi o massonica fratellanza?
E l’altro:
“Le federazioni guadagneranno più soldi grazie a ciò che risparmieranno per i loro giocatori”
Beh, se devi raccogliere i voti delle federazioni e gli dici che guadagneranno di più, te li stai comprando, e per un piatto di lenticchie, perché non è che godano dal profluvio di denaro atteso (voglio vederlo), ma solo risparmiano di erogare i premi ai giocatori.
Non ho francamente idea di quanti soldi dia in premio la FIT a Fognini e soci, e le altre federazioni, se qualcuno lo sa è una informazione importante, visto che il buon Haggerty ci conta assai.
non serve nemmeno a quello. Anzi.In prospettiva è una deriva devastante. Lo sport si è sviluppato attraverso una spietata selezione naturale delle discipline che ha premiato, nel tempo, le più affascinanti ed interessanti. E premiando, di conseguenza, anche le possibilità di espansione economica delle stesse. Storpiare manifestazioni secolari e regole primarie può produrre un ritorno solo nel brevissimo periodo (Ma i bonus,appunto, se li mettono in tasca i manager cialtroni attuali (e vale per tutti i campi dell’economia MALATA attuale). Poi coi disastri causati da lorsignori dovranno conviverci altri….loro si godranno i milioni incassati coi loro scempi….
straquoto.
Che gran faccia di ***o.
Completamente d’accordo!!
Come se già non lo fosse uno sport globale con impatto internazionale serve semplicemente ad attrarre più sponsor e investitori non di certo a globalizzarlo
L’importante è che ti levi dalle….
Mi sembra che dobbiamo rassegnarci, il dio denaro vince sempre contro tradizioni centenarie e valori. Chiaramente si può parlare di campionato del mondo per Nazioni (ricordate Dussendorf?), ma non di Coppa Davis come la intendiamo da oltre un secolo. I soldi finiranno per accontentare tutti (federazioni, giocatori) con buona pace di chi vorrebbe vedere una manifestazione che a oggi è la più antica e affascinate che lo sport mondiale ha saputo creare, a parte ovviamente le Olimpiadi.