Lucrezia Stefanini: “Voglio dare il massimo ogni settimana, il resto verrà da sé”. La 19enne di Carmignano analizza la sua dimensione tennistica, l’impostazione tecnica, i progressi
Jacopo Carucci, meglio conosciuto come il Pontormo, è stato un pittore toscano vissuto a cavallo tra il ‘400 ed il ‘500. Talento inestimabile, intriso di malinconia, Pontormo entusiasmava il Vasari, grande artista e storico, che ne elogiava l’opera, incontrando i favori finanche di Raffaello e Michelangelo, che ne predissero il successo. Pontormo lavorò per la famiglia Medici e per i papi dell’epoca; fu capace di muoversi dalla tradizione all’innovazione, come ben dimostrato dal suo capolavoro, “La Visitazione”. Un olio su tavola, databile tra il 1528 e il 1530, che raffigura la Madonna in visita a Sant’Elisabetta, strette in un bellissimo abbraccio sotto lo sguardo partecipe di due donne che sembrano quasi guardare in volto l’osservatore del dipinto. Consigliamo a tutti di ammirare quest’opera d’arte e, se possibile, di contemplarla dal vivo, recandosi in visita alla Chiesa dei Santi Michele e Francesco, dove è conservata, a Carmignano, vicino Prato. A partire da quest’opera, Carmignano, comune toscano di circa 15.000 abitanti, è luogo interessantissimo da un punto di vista artistico e ne è giustamente fiera la tennista che incontriamo oggi che qui è nata e vissuta: Lucrezia Stefanini.
Allora Lucrezia, presentati ai lettori di livetennis:
Come hai appena ricordato, sono di Carmignano dove attualmente vivo con la mia famiglia e mi alleno al circolo costruito dai miei genitori, il Tennis Club Carmignano. Ho iniziato a giocare a tennis all’età di 8 anni spinta da mia madre e mio padre, che giocavano per passione: peraltro loro si sono conosciuti proprio grazie al tennis. Non ho mai praticato altri sport e non c’è un momento preciso in cui ho capito che potevo diventare una giocatrice professionista: è un percorso dove ti costruisci piano piano, grazie alla famiglia, al coach, e con il loro aiuto prendi consapevolezza dei tuoi mezzi e di quanto lontano posso arrivare. Ho un gioco aggressivo con tutti e due i colpi bimani, trovo buoni angoli stretti e riesco a essere più precisa, ho dei colpi forti intervallati da una buona palla corta. Il mio colpo migliore è il rovescio e quello da migliorare è il servizio. La mia vittoria più bella è stata il mio primo titolo conquistato l’anno scorso ad Hammamet: mi ricordo che subito dopo aver chiuso l’ultimo punto non ho potuto fare a meno di sorridere, una sensazione spontanea di felicità.
Partiamo da questo inizio di 2018 molto positivo: due finali ed una semifinale in Tunisia. Qual è la situazione dal tuo punto di vista?
Sono molto soddisfatta del mio esordio per il 2018 (abbiamo raccolto l’intervista prima del torneo di Pula nda), ho lavorato molto duramente questo inverno e speravo di iniziare con il piede giusto anche per acquistare fiducia e per valorizzare i sacrifici fatti durante la preparazione; si può fare sempre di più ma posso ritenermi soddisfatta.
Ad Hammamet hai impegnato duramente la bulgara Shinikova, che è una vecchia volpe del circuito. Come è andato quel match?
E’ stato un match disputato in una giornata molto complessa a causa delle condizioni di forte vento, però abbiamo giocato alla pari i primi due set; posso recriminare per qualche occasione non sfruttata nel primo set, lei ha un gioco esplosivo, ha iniziato bene il terzo set meritandosi il match.
L’anno scorso hai vinto in Tunisia il tuo primo torneo professionistico:
Bellissimo ricordo, è stata una settimana molto positiva e felice per me: il primo titolo non si scorda mai!
In doppio hai giocato con Colmegna, Zmau, Tatiana Pieri e Remondina. Con chi ti trovi meglio e che ci dici della Zmau, che di recente sta facendo molto bene?
Ho giocato molto più spesso in coppia con Tatiana Pieri, con lei mi trovo molto bene visto che ci conosciamo da tanto tempo, ma anche con le altre abbiamo disputato buoni match trovando un buon feeling. La Zmau è una giocatrice molto solida e tosta con grande intelligenza tattica e doti fisiche molto buone, sicuramente salirà nella classifica WTA.
In singolare il tuo best ranking è in costante ascesa negli ultimi 3 anni, ora sei n. 468. Questo vuol dire che ci sono miglioramenti costanti ed ampi margini di crescita:
Sto lavorando duramente per poter aggiungere sempre qualcosa in più nel mio gioco e nelle mie prospettive, spero che i miei sacrifici vengano ripagati.
Tu hai avuto un’ottima carriera da junior, sei stata n. 51 ed hai vestito la maglia azzurra. Come è stato il passaggio al professionismo?
Il passaggio da junior a pro è stato molto complesso: si passa dal competere con buone giocatrici, ma con poca maturità ed esperienza, a giocatrici più preparate fisicamente e con un bagaglio di esperienza totalmente differente.
Sei stata seguita a lungo dai tuoi genitori, Marco Stafanini e Roberta Ardinghi. Di recente abbiamo intervistato Lisa Pigato, che è allenata dal padre Ugo. Come ti sei trovata a rapportarti con il doppio ruolo genitore-coach?
Sono stata seguita dai miei genitori sin da piccola fino alla fine del mio percorso juniores; è naturalmente non facile per qualsiasi figlio seguire sempre i consigli dei genitori anche se lo fanno per il tuo bene: mi hanno fatta crescere e mi hanno portata fino ad un buon livello ma, ad un certo punto, ho sentito di avere bisogno di un’altra figura.
Ora sei seguita da Ferdinando Bonuccelli. Come sei arrivata a lui e che tipo di rapporto avete?
Abbiamo iniziato il nostro percorso nell’ottobre del 2016 quando si è trasferito da noi per seguire me, mio fratello e Cristian Carli. Mi sono trovata fin da subito molto bene con lui, abbiamo costruito un rapporto di fiducia reciproca basato sul lavoro e sul sacrificio. Grazie a lui e al suo percorso abbiamo raggiunto buoni risultati.
Su che cosa state lavorando e quali obiettivi vi siete dati per questa stagione?
Stiamo lavorando sulla mia intensità e nel cercare di essere propositiva nel mio gioco, cercando sempre più di andarmi a conquistare il punto a rete. Inoltre stiamo puntando parecchio sulla mia crescita dal punto di vista fisico, dove pensiamo di avere buoni margini. Non ci siamo creati obiettivi per la stagione ma cerco di fare il massimo ogni settimana che vado a competere, il resto verrà da sé nel caso lo meriterò.
Tu giochi dritto e rovescio a due mani: come sei arrivata a questa impostazione e quali sono i suoi vantaggi per te?
Gioco dritto e rovescio a due mani da sempre; questo inverno durante la preparazione ho fatto dei cambiamenti tecnici sul dritto così da permettermi di essere più solida visto che era un po’ sotto rispetto al rovescio. Essere bimane mi permette di avere abbastanza facilità nel gioco da fondo e di trovare buoni angoli.
Tu hai anche un fratello tennista Jacopo, attualmente n. 589 ATP. Che rapporto avete e come lo vedi tecnicamente?
Io e mio fratello abbiamo sempre avuto un bel rapporto, ci vogliamo bene e abbiamo condiviso sin da bambini lo sport che facciamo. Quando eravamo più piccoli ci allenavamo spesso insieme, mentre adesso non è più così. Ha un gioco esplosivo e delle ottime qualità e doti fisiche: gioca un dritto bomba, mi piace molto.
Da piccola hai dichiarato di avere come modello Marion Bartoli. Ora la francese sta cercando di rientrare, anche se probabilmente non ha del tutto superato le sue difficoltà psicofisiche:
Si, quando ero piccola mio padre mi faceva vedere molti video di Marion, mentre si allenava, per imparare e carpire alcuni aspetti del suo gioco, uguale al mio, che potessero essermi di esempio ed ispirazione. La Bartoli è stata una grande giocatrice, sta cercando di rientrare nonostante i suoi problemi fisici che ha avuto e che evidentemente continua ad avere; spero che riesca a tornare al miglior standard possibile.
Di recente alcune tenniste, Savoretti, Spigarelli, Arcidiacono e Marchetti, hanno raccontato le difficoltà ed i pericoli cui siete esposte quando viaggiate. Qual è la tua esperienza?
Non sono mai andata in posti poco sicuri o dove ci potevano essere dei problemi, quindi non ho molta esperienza in proposito. Ho sentito di alcuni tornei annullati per la poca sicurezza a causa di alcune rivolte o guerre e penso che sia la soluzione migliore.
Molto sentita tra le giocatrici è la questione dei costi che dovete sostenere per giocare nel circuito ITF:
L’aiuto economico della famiglia e della FIT sono fondamentali, inoltre più vai avanti nei tornei più hai guadagni con il prize money e così riesci a ripagare la trasferta, se sei da sola.
Hai letto le novità previste dall’ITF a partire dal 2019? Cosa ne pensi?
Sì, ho letto le novità del prossimo anno, ci sarà un notevole cambio di regole e classifiche, a mio parere molto più complesso, che scremerà il tennis permettendo solo ai più forti di emergere e giocare ad un certo livello. Non so se sia giusto o sbagliato ma le difficoltà per arrivare in alto sicuramente aumenteranno, nonostante l’aiuto economico per la nostra attività.
Veniamo alle luci del tennis: che cosa ami di questo sport, quali sono l’ebbrezza e la gioia cui non rinunceresti mai?
Questo sport mi ha fatto crescere a livello di persona, di donna, di esperienze di vita; il tennis insegna. È fondamentale nella mia vita. Mi ha fatto viaggiare, conoscere, capire, crescere, cavarmela da sola, gioire e qualche volta anche piangere, ma ancora ho tanto da aggiungere nel mio bagaglio e a tutto questo non rinuncerei mai.
E’ possibile coltivare amicizie in un ambiente super competitivo?
L’amicizia, quella vera, in questo sport è molto rara ma ho delle amiche, nel giro, che conosco da sempre e sto molto bene con loro.
Qualche settimana fa la Sabalenka ha detto che non le importa di essere criticata per i suoi gridolini in campo. Che cosa ne pensi?
A me non dà fastidio un’avversaria che ad ogni colpo emette il suo suono e non penso che si debba intervenire, ognuno ha la sua personalità in campo e penso sia giusto farla vedere, anche in questo modo.
Qual è secondo te attualmente la situazione del tennis italiano femminile e cosa ti aspetti per Lucrezia Stefanini?
Penso che ci sia un ricambio di giocatrici, non ancora esperte come le campionesse che c’erano prima (es. Vinci, Pennetta, Schiavone, Knapp), spero però che riusciremo ad eguagliarle. Nonostante questo in Fed Cup con la partecipazione della Errani abbiamo detto la nostra. Per Lucrezia Stefanini non so cosa le riserverà il futuro, però sto lavorando per raggiungere i miei limiti e vedere fin dove posso arrivare.
Che tipo di giocatrice sei in campo, da un punto di vista psicologico, soprattutto nei momenti chiave?
Sono una giocatrice aggressiva, cerco sempre il punto anche con qualche smorzata. Nei momenti chiave cerco di andarmi a prendere la palla ed essere coraggiosa nel guadagnare il punto.
Come trascorri il tempo libero durante un torneo e quando sei a a casa?
Nei momenti liberi durante un torneo cerco di preparare tutto il necessario per il giorno del match, allenamento, stretching, posture, racchette da incordare e, se ho tempo, mi piace rilassarmi guardando la TV. Nel mio tempo libero, a casa, mi piace uscire con le mie amiche, andare a fare shopping e stare con il mio ragazzo e la mia famiglia.
Tu sei di Carmignano in provincia di Prato. Che rapporto hai con il tuo paese?
Sì, sono nata e cresciuta qui, ci sono affezionata, ho passato tutta la mia infanzia ed ho tanti bei ricordi, quindi è sempre un piacere tornare a casa.
“Che l’amore sia tutto è tutto quello che sappiamo dell’amore” (Emily Dickinson). Che posto ha l’amore nella tua vita?
L’amore nella mia vita ha un ruolo importante, è un punto solido ed un riferimento sicuro, un sostegno. E sono contenta di averlo trovato.
Nel tennis l’atleta è solo in campo, a volte anche per più di 3 ore. E talvolta si viaggia anche da soli. Verena Hofer ci ha detto che la solitudine le pesa soprattutto dopo una sconfitta. Qual è la tua esperienza?
Sì, è difficile viaggiare da soli e spostarsi da un posto all’altro, così come pure esserlo anche in campo. E’ fondamentale analizzare un match dopo averlo concluso, oppure prepararlo prima di entrare, l’aiuto del coach è importantissimo; purtroppo non sempre è possibile essere accompagnati anche per motivi economici.
Cosa hai provato quando hai saputo della scomparsa di Davide Astori?
La perdita di Astori è stata inspiegabile e ingiusta. Ci siamo commossi tutti e posso solo fare le più sentite condoglianze alla famiglia, alla moglie e alla piccola bambina di Davide.
Tu sei una ragazza molto carina. Quanto è importante per te l’immagine?
Ti ringrazio per il complimento, sicuramente mi piace curare la mia immagine e mi fa sentire bene con me stessa prima di tutto.
Letture e film preferiti?
Mi piacciono molto i libri gialli, d’amore e di avventura. I film invece non mi piacciono tanto.
Quali sono i tuoi desideri più grandi?
Il mio desiderio più grande nel tennis è di diventare la migliore. Nella vita di crearmi un giorno una bella famiglia e di avere successo.
“Quello che più nascondi è ciò che più ti rivela”, scrive Lucrezia sul suo profilo Instagram. Con questa intervista quindi abbiamo cercato di fare luce anche su questi aspetti più in ombra di Lucrezia e, dobbiamo dire che quello che abbiamo trovato, sul piano tecnico ma soprattutto umano, ci è piaciuto molto. Ti aspettiamo in alto Lucrezia!
Antonio De Filippo
TAG: Interviste LiveTennis, Italiane, Lucrezia Stefanini
4 commenti
Sempre molto belli, pieni di citazioni colte gli articoli di Antonio De Filippo rappresentano una piacevole lettura.
Poi non si possono altro che fare i miglior auguri alle meravigliose tenniste italiane (e anche straniere) che vengono intervistate di avere una luminosa carriera, ma come cantava Gianni Morandi “una su mille”. Ma questo è secondario, alla fine 😎
speriamo che in futuro abbia un buon sviluppo è che riesca anche lei giocarsela come le nostre giorgi, errani pennetta sopratutto come grinta è come intelligenza a rete vinci è come cattiveria e mai mollare schiavone,ma ho idea che n’abbiamo visti tanti sogni ma realizzarli son state poche
Sei sempre d’ispirazione… brava!!!
Bella intervista, ragazza per bene. Ti auguro il meglio ❗ 😀 😎