Kyle Edmund cambia residenza e si trasferisce alle Bahamas anche per motivi fiscali
Kyle Edmund ha deciso di cambiare residenza e i motivi sono diversi tra cui anche quelli fiscali.
Il britannico trasferirà la residenza alle Bahamas.
Il posto permette di non dover fare lunghi viaggi in aereo nei tornei americani, e soprattutto l’esenzione dalle tasse britanniche sul montepremi che guadagnerà dai tornei ATP.
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Infatti avevo scritto “se non sbaglio”. Ti ringrazio comunque dell’informazione/precisazione.
Sostanzialmente sono d’accordo con te, Andrea.
@ Giuseppespartano (#1998161)
Basterebbe (lo dico ironicamente perchè non ci credo!) una legge condivisa tra le nazioni che imponga che le tasse applicate fossero basate, in base al reddito, nel paese di residenza/cittadinanza/sede legale con il costo più elevato, ovviamente per chi ha una soglia di guadagno piuttosto alta. Poniamo dai 200.000 dollari in su (cifra simbolica).
Es: sei un tennista (o un’azienda) che guadagna al netto 1 milione di dollari all’anno e sei tedesco? Le tasse le paghi alla Germania, anche se sposti la residenza o la sede legale a Montecarlo o alle Bahamas.
Sparirebbero, o sarebbero molto più limitate, le residenze fittizie e la creazione delle società “offshore” per aggirare il fisco locale.
Mi rendo conto che è irrealizzabile, troppi interessi e potenti contro.
Hai ragione. Io critico tutti. Anzi, li critico relativamente, facendo un po’ di sarcasmo. Anche perché la mia opinione è che se uno aggira la legge, quasi sempre è colpa di chi ha scritto una legge che si riesce ad aggirare. Nel caso specifico, gli Stati dovrebbero bastonare (metaforicamente) i paradisi fiscali; ti pare possibile che uno dei paesi dove si vive meglio al mondo sia il Liechtenstein? Uno staterello composto da 5 paesini di montagna che produce quasi niente, giusto un po’ di latte e di vino, eppure con i redditi più alti al mondo grazie alla “finanza” (ossia grazie ai soldi che i cittadini ricchi di altri stati portano lì, arricchendo il granduca e i suoi “sudditi” e impoverendo di fatto i paesi di reale residenza). Magari chissà, non succede quasi niente perché anche i governanti dei vari Stati hanno interesse a mantenere in vita dei paradisi fiscali dove portare i loro soldini? Vedi Cayman e paradise paper. Ma la cosa più interessante è che ci sono molti (anche tra i commentatori qui) che approvano incondizionatamente (cosa fa lo Stato per i tennisti? di grazia, dimmi piuttosto cosa fa lo Stato per il lavoratore che si sbatte e paga fino all’ultimo!). E magari questi pagano tasse su tasse, ma si sono fatti lavare il cervello al punto da pensare che chi porta i soldi alle Cayman è uno bravo e furbo, non uno che sottrae risorse alla collettività. Ma la bravura dei “lavatori di cervello” è proprio questa, convincere chi sta dall’altra parte rispetto alla loro, che hanno ragione e che fanno bene. Meritano i nostri applausi.
@ Giuseppespartano (#1998107)
Ancora adesso proprio no. Già nella sua ultima stagione aveva come residenza Brindisi.
Andrea hai frainteso credo. 🙂 La mia era una riflessione sul fatto che alcune persone, per quanto riguarda la residenza in Paesi specifichi, criticano ” l’edmund” di turno, ma se lo fa un big o un italiano, vengono difesi e giustificati. Questi 2 pesi 2 misure non vanno bene. O vengono criticati tutti o nessuno.
Adoro queste argomentazioni. Sono riuscite ad (auto?)assolvere fior fiore di corrotti e ladri (“tanto lo facevano tutti…”).
Ha fatto una cosa che tanti suoi colleghi e colleghe (tennisti e non solo) fanno. Vedere Montecarlo ad esempio. Anche alcuni italiani, Bolelli e mi pare anche Pennetta. Quest’ ultima in Svizzera, ancora adesso (se non sbaglio), anche se vive in Spagna, con figlio e marito.
Forse vivi in mondo diverso dal mio, ma su questa terra, precisamente in Unione Sovietica, pare che ci siano stati circa 50 anni di comunismo. Forse, anzi sicuramente, non si è trattato della realizzazione dell’idea comunista di Marx, fatto sta che alla storia il periodo è comunemente noto come “comunista”; una vita, quindi, e pure abbastanza lunga, il comunismo ce l’ha sicuramente avuta.
A coloro che prendono la residenza all’estero fittizia,non dovrebbero avere il privilegio di essere convocati dalle rispettive nazionali,lo proibbirrei a tutti gli sport.
@ Andrea (#1997996)
Come se il comunismo avesse avuto una vita…
Fa bene,cosa fa lo stato per aiutare chi investe milioni x diventare tennista
Si sa che in England it rains, government thief!
Bravo, almeno le Bahamas sono un bel posto, non quella orrida colata di cemento di Montecarlo dove molti suoi colleghi e colleghe hanno la residenza per gli stessi motivi.
Giusto così: che le tasse le paghino i lavoratori che accumulano 30mila euro (lordi) l’anno, non i tennisti o i miliardari. Il comunismo è morto e sepolto, lunga vita al capitalismo!
Anche? Direi solo…
Anche ?
Dovrebbero mandarci la finanza dal signorino..
soprattutto “anche”…