Il 2017 di Stefano Napolitano: si poteva fare di più
Partiamo da un presupposto: reputo Stefano Napolitano uno dei migliori giovani del nostro movimento tennistico e pertanto da questo 2017 mi aspettavo una sua vera e propria esplosione. Purtroppo invece il salto di qualità importante non c’è stato, con una continuità nei risultati (oggi valore imprescindibile nel circuito ATP di chi vuole essere grande) che è mancata, nonostante alcuni acuti degni di nota.
In totale per il classe ’95 nativo di Biella è stata un’annata in negativo da 24 vittorie e ben 30 sconfitte, suddivise in 4/7 su cemento outdoor, 17/14 su terra rossa, 3/7 sul duro indoor e 0/2 su erba: troppe le battute d’arresto, con una classifica che dopo il best ranking al numero 152 toccato nel mese di giugno si è fatta “mediocre” con l’attuale posizione 211 della classifica ATP. E sorprende che con uno score negativo non sia peggiore: la cambiale del RG ha il suo indiscutibile peso.
L’inizio è sconfortante: 1T al challenger di Noumea, 1TQ a Melbourne, 1T a Rennes (ch), 2T a Quimper (ch), qualificazioni fallite a Montpellier e altre due sconfitte all’esordio al challenger francese di Cherbourg e Bergamo. Inizio shock, non c’è che dire.
Stefano a marzo si sposta in Cina ma anche qui mancano le vittorie: arrivano infatti solo un secondo turno al challenger di Zhuhai a fronte di due primi turni a Shenzhen e Quanzhou. Meglio la terra battuta, dove finalmente arriva qualche successo.
Sulla terra rossa europea Napolitano supera un turno ai challenger di Sophia Antipolis e a quelli italiani di Barletta e Francavilla, prima di raggiungere i primi quarti di finale della stagione in quel di Ostrava, fermandosi contro il giocatore locale Pavlasek.
Wc a Roma dove però si ferma al primo turno contro Troicki, mentre a Parigi tocca il punto più alto del suo 2017 tennistico: Napolitano supera brillantemente le quali (W contro Giustino, Fucsovic e Bublik) regalandosi non solo il suo primo main draw Slam ma anche un secondo turno incoraggiante battendo all’esordio il tedesco Mischa Zverev per poi cedere all’argentino Schwartzman, uno dei giocatori rivelazione di quest’anno.
L’erba è una parentesi negativa con le sconfitte e le quali fallite tanto al Queen’s quanto a Wimbledon: meglio tornare sulla terra battuta.
2T al challenger di Perugia e qualificazioni mancate agli ATP250 di Umago e Gstaad, finendo la tranche europea con una sconfitta all’esordio al challenger di Biella.
Ad agosto Stefano fa uno strano giro passando dalla semifinale del challenger di Vancouver (cemento outdoor), per poi tornare in Italia giusto in tempo per perdere al primo turno del ch di Como (terra rossa) e riscappare quindi in Nordamerica per tentare senza successo le quali a New York nell’ultimo Slam di stagione. Strana programmazione.
A settembre c’è tempo per alcune gioie: sulla terra battuta italiana di Genova arriva una bella semifinale battendo fra gli altri Matteo Berrettini, Dustin Brown e Andrea Basso prima di cedere in 3 set a Garcia – Lopez, buon risultato cui seguono i quarti di finale al ch rumeno di Sibiu e purtroppo un nuovo 1T al challenger di Roma.
Gli ultimi due tornei del 2017 Stefano li gioca a Ortisei (2T contro Donati) e a Stoccolma (ATP250) dove fallisce le qualificazioni, tornei entrambi su sintetico indoor.
Tante sconfitte all’esordio inaccettabili per chi vuole decollare, pochi buoni risultati con la gemma parigina del Roland Garros: era lecito aspettarsi di più e probabilmente il 2018 che verrà sarà un anno da all in per Napolitano, con un’altissima posta in palio. Stefano deve compiere un balzo significativo: il tennis c’è, bisogna trovare convinzione e continuità.
Alessandro Orecchio
TAG: Italiani, Stagione 2017, Stefano Napolitano
Se la ragione è,come dici,meramente economica,e se persevererà in tali scelte,a scapito del suo ranking e dei suoi risultati nei tornei professionistici,allora per me Napolitano avrà già perso.
Onestamente l’articolo non l’ho neanche letto, però Napolitano per me doveva mantenere una classifica più alta…gli sono mancati dei risultati di rilievo, finendo per lasciare anche 2 buchi nei best.
Bastava stare anche sui 300 punti, quel pochino in più per avere una tds buona nei challenger e infilarsi nelle quali atp basse.
@ Tennisaddicted (#1997526)
Quindi critichi pure le scelte di una redazione…interessante…
Orecchio è un giornalista che si occupa di tennis. Secondo te chi altro, se non un giornalista che si occupa di tennis, può/deve giudicare i giocatori di tennis?
Nel giudicare l’annata di Napolitano bisogna tenere conto che quest’anno ha guadagnato quasi 140K$ di soli premi in singolare. Se si sommano anche gli incassi relativi al doppio ed alla SerieA, la cifra si incrementa.
Lo scorso anno, pur avendo una classifica migliore, aveva guadagnato circa 20K$.
Questo può far capire scelte di calendario che sembrano strane?
Fra essere 130 giocando solo ch ed essere 200 impegnandosi nei tornei giusti, la differenza può farla il fattore economico.
Non ho criticato Vanni, ho solo detto che mi fa tristezza vederlo nei future.
Per quanto riguarda Orecchio, questo esercizii di scrivere articoli di fine stagione, senza aggiungere nulla su quanto già saputo e risaputo, è davvero inutile
@ Bravi voi (#1997474)@ Tennisaddicted (#1997464)
Perché? Ha dato una valutazione sbagliata? Può essere considerata positiva rispetto alle attese la stagione di Napolitano?
@ Tennisaddicted (#1997464)
Hai criticato perfino Luca Vanni!!! Dico io ma come si faaaaaaa
credo che orecchio abbia ragione,se ha qualcosa in piu’ da dare adesso e’ il momento di tirarla fuori.
Ma tu orecchio chi sei per giudicare i giocatori di tennis????
Redazione, fermate Orecchio!
giocatore dal buon potenziale , scarso fisicamente e mentalmente .
ottiene i migliori risultati sulla terra o sul cemento lento perchè quando la palla va troppo veloce è sempre in ritardo . lo aspetta un lungo lavoro soprattutto fisico e strategico per migliorare l’anticipazione
A Genova l’ho visto molto meglio (sett.017) che nell’edizione precedente (016). E questo è un buon segno.
Diciamo anche che la concorrenza è spietata. Da un punto della classifica in poi, più o meno si equivalgono tutti o se la possono giocare ampiamente. Per cui per ottenere dei grossi risultati con continuità devi proprio essere di una spanna meglio.
Difficile se non c’è madre natura dietro, o una grandissima applicazione monacale.
Ma no orecchio Como e dopo ney York la programmazione può andare sono le punte di gioco che sono scese in maniera preoccupante
A voglia che si poteva fare di più…..
Ma poi questa conclusione così anticipata della stagione proprio non l’ho capita 😕