Matteo Berrettini e il 2017: benvenuto fra i “grandi”
Il 2017 tennistico andato in archivio è stato l’anno della consacrazione per Matteo Berrettini, cresciuto esponenzialmente in classifica e in grado di piazzare risultati di prestigio, passando con agilità dal circuito futures a quello dei challenger. Il classe ’96 ha saputo accelerare al momento giusto, candidandosi come uno dei migliori prospetti del nostro tennis.
Servizio molto solido, dritto esplosivo, buona reattività in campo nonostante l’altezza importante (193 cm), un rovescio in costante miglioramento e un’attitudine da vincente nato che non trema mai, nemmeno nei momenti complicati: qualche piccolo passaggio a vuoto è stato comprensibile, anche se pesa il pensiero per me negativo di aver speso energie inutili in pre – quali varie. Bum Bum Berrettini meritava tanto la wild card al Foro Italico quanto al Master NextGen: non capisco perché far sprecare energie ed esporre a rischi infortuni una promessa del tennis italiano come lui che quegli inviti se li era guadagnati e meritati sul campo. Andiamo a vedere nello specifico il suo 2017 con l’ausilio di alcuni dati.
Best ranking al numero 120 ATP, leggermente migliore del 136 in cui stanzia questa settimana: 45 vittorie a fronte di 19 sconfitte, con un bilancio assai interessante sul cemento outdoor (23/8), scendendo di rendimento leggermente sulla terra battuta (12/8) e tornado a essere importante indoor (10/3, suddivise in 3/2 su cemento indoor e 7/1 su tappeto).
Matteo inizia l’anno a febbraio quando vince un future svizzero e mette a segno il primo acuto challenger della stagione, raggiungendo i quarti di finale sul duro indoor di Bergamo. A Marzo si parte per la Cina, fallendo le qualificazioni a Shenzen ma raggiungendo la prima finale challenger dell’anno in quel di Quanzhou, dove supera le quali e cede solo nell’atto conclusivo a Fabbiano, in questo periodo in splendida forma.
Ad aprile avviene il passaggio sulla terra rossa: l’inizio non è dei migliori, perdendo al 1T al challenger di Barletta, prima di raggiungere i quarti a Francavilla. Maggio è il mese sacro (…) delle pre – quali, che consegnano un Matteo stanco al main draw degli Internazionali d’Italia con il giovane italiano che esce al 1T contro Fabio Fognini, nettamente. Meno male che la tempra di Matteo è da combattente e quella che potrebbe essere una battuta d’arresto difficile da metabolizzare viene presto superata.
Berrettini prolunga la sua permanenza sul rosso nei mesi di giugno e luglio, perdendo a detta di molti il treno delle superfici rapide: eppure proprio in questo periodo dell’anno Matteo dà il meglio di sé.
Arrivano infatti i quarti di finale a Vicenza, le qualificazioni superate a Caltanissetta (sconfitta però al primo turno), prima della bellissima vittoria a San Benedetto, dove non cede nemmeno un set nell’intero torneo e supera in finale un giocatore esperto come Djere. Reattività ed esplosività vanno d’accordo con la sua capacità di spostarsi lungo la linea di fondocampo: l’esperimento terra battuta sembra essere finalmente riuscito. Il secondo turno post San Benedetto in quel di Cortina è comprensibile in quanto frutto di stanchezza ed euforia.
Si torna sul veloce ad agosto: a Segovia arriva una significativa semifinale cedendo all’australiano De Minaur, la finale a Portorose perdendo sul filo di lana contro Stakhovsky, prima del gran rimpianto della stagione, ovvero la mancata qualificazione al tabellone principale dello Slam newyorchese. Matteo cede al greco Tsitsipas al secondo turno in 3 tie break e il rimpianto c’è.
A settembre c’è un rapidissimo passaggio sulla terra rossa del challenger di Genova (1T contro Napolitano), prima di una bella tranche di cemento in Turchia dove raggiunge la finale al ch di Istanbul (sconfitta ancora in 3 set e con tanti rimpianti contro Jaziri) e i quarti di finale a Izmir (L contro il francese Robert).
Gli ultimi tornei regalano a ottobre solo due secondi turni a Tashkent perdendo da favorito contro Safranek e a Brest sul rapido indoor contro Humbert (in maniera assai netta). Piccole battute d’arresto o più semplicemente la stanchezza di fine anno che si fa sentire. Sia chiaro, quando si parla di stanchezza bisogna relativizzare tale termine: è vero che si tratta di un tennista ventunenne ma non va dimenticato che questo è stato il primo vero anno di tennis per Berrettini. E le pre – quali del Master NextGen a novembre non rappresentano di certo la ciliegina sulla torta…anzi…
Adesso però arriva il bello…ma anche il difficile: nel 2018 Matteo è chiamato non solo a confermare quanto di buono fatto quest’anno ma anche a continuare il suo processo di crescita. I mezzi ci sono e il tennis è di quelli importanti: attenzione a non caricare di attese però da top30, top50 o simili…per fortuna la testa di Matteo sembra essere ben piantata sulle spalle larghe che possiede e difficilmente si perderanno di vista i veri obiettivi della stagione che verrà: confermarsi e crescere…e la classifica verrà da sé.
Alessandro Orecchio
TAG: Italiani, Matteo Berrettini, Stagione 2017
@ Sottile (#1996475)
Allora hai scaldato il latte?
ancora co ‘sto quinzi…
@ karsten braasch (#1996423)
@ DelPo Fan (#1996477)
Per la prox stagione dovrebbe alternare tornei CH con quali e partecipazioni negli ATP, 250 e superiori, in maniera tale da conquistare punti e vittorie, ed affacciarsi con costanza al circuito più importante, togliendosi qualche soddisfazione di qualche vittoria importante con un top100
@ Sandrone (#1996556)
Non riesco a capire come non si possa misurare effettivamente e con correttezza altezza e dati fisici, dovrebbero essere dati obbiettivi, talvolta ti trovi dei giocatori alti che si ritrovano una massa corporea pari a quella di un bambino 😉
Visto che Goffin è dato per 1,80 allora Berrettini è oltre i due metri!!!
A parte le battute (comprese quelle di spirito) sembrerebbe che l’altezza ideale per il tennis e anche altri sport dove l’altezza è importante , ma non è tutto, sia intorno al 1,85-1,88.
Almeno 1.97
Secondo me è più alto di 1.93
@ DelPo Fan (#1996477)
In effetti la vera prova del fuoco per Berrettini sarà di dimostrare capacità per giocare le quali degli ATP250 e entrare nei tabelloni. Per sostenere la classifica avrà però ancora tanto bisogno di punti dai challenger. Per me sarà un anno di transizione, spero che si possa infilare nei 100 con un certo margine, per poter poi entrare negli Slam e negli ATP250 senza disputare le quali.
Giustissimo, e prima di tutto c’è da augurarsi che almeno adesso ci provi sul serio a giocare ATP e Slam. Per ora una sola partecipazione a un tabellone ATP (Roma, con WC dalle prequali) e due qualificazioni tentate e fallite (Ginevra, oltretutto su terra, e US Open). A occhio credo che sia complicato trovare qualcuno nei primi 150 al mondo che ha giocato così poco al massimo livello… Speriamo di vedere un’inversione di tendenza già dai primi tornei del 2018!
Ancora ne deve bere di latte prima di essere annoverato tra i grandi……
mi auguro solo che alle prime sconfitte nel circuito ATP o Slam non “rinculi” verso i Challenger…non servono solo i punti, ma anche l’esperienza con i migliori.
In bocca al lupo
Calma, ha giocato solo 5 partite contro top 100 nel 2017. Per uno di 21 anni non è un buon segno. Troppi challenger, anche quando la classifica gli permetteva di giocare negli ATP. Fino adesso dimostra una mentalità provincialotta. Mi sembra che stia seguendo l’esempio di Cecchinato. Ha buttato via almeno sei mesi per confrontarsi con i giocatori veri, con il tennis che conta. Non capisco davvero questa programmazione.
Grandissimo e atipico! Con quel servizio ci dará grandi soddisfazioni!
speriamo che le pre quali ai next-gen di milano facciano scrivere presto ad orecchio (che sempre più’ segue l’onda dei forumisti di livetennis) che hanno permesso a Quinzi di riacquistare nuova fiducia nel suo potenziale tennistico….senza togliere nulla ad un berrettini già “cotto” per la sua ottima stagione……