Oracle Challenger Series: a noi invece…le pre – quali
Due tornei del circuito challenger e due eventi WTA da 125 mila dollari: 4 nuovi appuntamenti combined che regaleranno ai 2 tennisti e alle 2 tenniste che faranno più punti un invito per il tabellone principale di Indian Wells. Una competizione nella competizione riservata ai soli giocatori statunitensi che contribuiranno a catalizzare l’attenzione su un appuntamento già principale del circuito, con il torneo di Indian Wells sempre più lanciato alla conquista dello status di mini Slam.
Così mentre la Fit si ostina a puntare sulle pre – quali, gli Stati Uniti del tennis si inventano un modo sicuramente più meritocratico per assegnare un invito tanto importante: le pre – quali si diceva, assurdo meccanismo (per il sottoscritto…) che attraverso un divenire farraginoso rischiano di premiare lo stato di forma di 2/3 giorni e non il lavoro pregresso e i risultati conseguiti. Il migliore o perlomeno quello che ha ottenuto i risultati migliori spesso resta a casa: il tennista da exploit ambisce invece a conquistare un palcoscenico esaltante ma che in base ai propri risultati non avrebbe meritato.
La formula scelta dalla USTA non solo sarà sicuramente avvincente ma rispetterà anche i reali valori dei giocatori: un tabellone può essere complicato da affrontare ma vista anche l’importante posta in palio il meglio delle seconde linee del tennis a stelle e strisce regalerà e si regalerà partite punto a punto e assai spettacolari.
Proprio mentre le pre – quali vivono un nuovo capitolo all’italiana alle NextGen ATP Finals, dagli Stati Uniti arriva una nuova boccata d’ossigeno: anche in questo caso c’è lo zampino del business, con il promotore della Oracle Challenger Series Larry Ellison che è l’uomo dietro Indian Wells ma con il tutto che sembra essere organizzato alla luce del raziocinio. ATP e WTA intanto si dicono entusiasti nel cogliere al volo un’opportunità che metterà in luce il tennis statunitense a detta di Chris Kermode, presidente dell’ATP, desideroso anche di fondare nuove partnership per promuovere l’intero movimento, proprio mentre la Fit sembra perdere di vista il benessere del movimento tennistico stesso aggrappandosi allo show e a dinamiche che agli sportivi e ai suoi appassionati fanno inevitabilmente storcere il naso.
Gli americani sono maestri nel creare show sportivi senza perdere punti in fatto di agonismo: un po’ come per le Us Open Series che mettono in palio un lauto assegno a chi meglio si comporta durante la stagione sul cemento estivo nordamericano, questo nascente evento si promette di diventare un appuntamento fisso e interessante di un lungo anno tennistico. Riusciremo a carpirne segreti e funzionalità mettendo al bando invece regolamenti ai limiti del surreale?
Alessandro Orecchio
TAG: Notizie dal mondo
Bravo Orecchio , continua cosi!
@ Angiolo (#1983406)
Grande!
grazie per la precisazione, avevo letto e inteso male
Il delirio giornaliero di mr. Orecchio è privo di qualsiasi logica.
Le wild card, che sarebbe meglio chiamare inviti che rende meglio l’idea, non devono rispettare nessuna regola meritocratica ed infatti non è questo lo scopo che si prefiggono gli organizzatori di indian wells.
Per quello c’è il ranking che stabilisce il merito dei partecipanti.
Questo sistema ha lo scopo di incentivare la partecipazione ai tornei in questione non a caso organizzati dalla oracle corp, ma non ha nulla di meritocratico e per capirlo
basterebbe un ragionamento elementare:
essendo la partecipazione aperta a tutti i giocatori del mondo come impongono le regole ATP/WTA, mentre gli inviti sono destinati ai soli giocatori statunitensi è ovviamente molto soggetta al caso che è l’opposto della meritocrazia (leggasi sorteggi più o meno favorevoli).
Insomma un terno al lotto per far sì che questi tornei acquistino maggior interesse da parte dei giocatori.
la cosa da copiare sarebbe che soltanto una piccola parte degli inviti viene definita in questo modo, gli altri sono ad assoluta discrezione, come peraltro è giusto che sia ( 2 su 8 nel femminile, 2 su 5 nel maschile).
Il grosso problema delle prequali è che danno uno-due posti per il md e tre-quattro per le quali. Se dessero solo un posto in quali, la federazione potrebbe tranquillamente mantenere la sua manifestazione, che porta soldi e pubblicità. Per gli altri posti va beneun meccanismo come questi americano. I top 250 non parteciperebbero alle prequali perché più stimolati ad entrare giocando i challenger. Gli altri potrebbero scegliere, ma senza incentrare la prima parte di stagione sulle prequali.
Orgoglioso di far parte del restante 21,1%
Comunque questo J’accuse di Alessandro Orecchio nei confronti della fit e dei suoi dirigenti principali mi da tanta voglia di combattere assieme a lui. Sono con te subcomandante Orecchio!
@ nere (#1983417)
I due tornei Challenger e WTA sono aperti a tutti, non ci giocano solo gli americani. Si tiene conto degli statunitensi solo per il discorso wild-card. I due uomini e le due donne a stelle e strisce che otterranno più punti in questi due tornei prenderanno wild-card per il Main Draw di Indian Wells, ma ci possono partecipare tutti
@ nere (#1983417)
Non sono riservati agli americani. La WC va agli americani che in quei tornei hanno fatto più punti.
si ma come è possibile che un torneo riservato solo ad americani possa dare dei punti atp?
Se, organizzando prequalifiche varie, il tornaconto economico e politico della Fit, e dell’indotto che ruota attorno all’evento, chiude in pari o in positivo, si continuerà a organizzare prequalifiche; altrimenti passeranno al sistema statunitense, certamente meno impegnativo per tutti. Sono due modi di vedere la stessa cosa. Non è che Binaghi & Co. siano stupidi. Piuttosto sarei tentato di dire che è vero il contrario. Diciamo che se l’obiettivo è pompare il sistema tennis, Binaghi &.Co, possono solo insegnare a tutti… E Orecchio farebbe bene a ringraziare Binaghi &. Co. ad ogni scoccare dell’alba. Perché se qui si radunano un certo tipo di appassionati e commentatori è al 78,9% merito di Binaghi (stima in difetto).
È il motto del compagno, no? Tu lavora che …….
Credo che in federazione rispondano che intendono far arrivare al MD il giocatore più in forma in un preciso momento. Non considerano però il fatto che vincere il torneo di qualificazione possa esser ritenuto dai più il massimo risultato possibile con conseguente appagamento.
Sicuramente un’iniziativa migliore. Almeno non si sprecano energie e settimane in tornei che non danno punti a livello ATP/WTA
Siamo coosiiii, dolcemente complicati….. 😈
Che poi non è che si siano inventati cose da ingegneria nucleare a indian Wells. Se non sbaglio a Wimbledon una WC va al vincitore di un challenger che si gioca poco prima. Da noi con tutti i tornei che comunque abbiamo sarebbe anche facile farla una cosa simile, ma poi il carrozzone della FIT?
“Il nostro presidente” non sente storie,o con lui o contro.Il resto è solo “romba”….
Oracle ha i dollaroni!