Tereza Mrdeza: “La vita è una gara, piene di sorprese, come il tennis…ma basta con gli infortuni!” La tennista croata ci racconta i suoi inizi, i suoi obiettivi, la sua Istria
“Dammi qualche giorno e ti rispondo con style”. Così, con l’italiano comprensibile di un simpatico messaggio arricchito di smile, Tereza Mrdeza accetta la nostra richiesta di intervista. E’ a Pula a giocare l’ennesimo torneo della stagione quando un piccolo infortunio al polpaccio l’ha costretta al ritiro contro la Gatto Monticone. Gli infortuni sono stati una costante sfortunata nella carriera di questa brava e socievole ventisettenne croata. Ma non hanno spento minimamente la sua vivacità e la sua tenacia, come scoprirete in questa intervista. “Metterò un po’ di benzina ora che non gioco così intanto ti rispondo”. Ed allora, mentre Tereza ricarica le batterie, andiamo a conoscerla meglio.
Allora Tereza, iniziamo la nostra intervista:
Ciao a tutti, sono Tereza, non parlo ancora molto bene l’italiano, però mi arrangio. A scuola era la mia seconda lingua dopo l’inglese, poi ho molti parenti in Italia e anche i miei genitori parlano l’italiano molto bene. Inoltre, quando viaggi da sola, tutto è più facile, impari le lingue per necessità!
Ho iniziato a giocare a tennis a 6 anni. Mi ha spinto mia mamma perché ero molto vivace ed avevo tanta energia. Il mio primo allenatore era di Parenzo e si chiamava Vlado Batistic. Una persona per me particolare perché non trattava il tennis come un lavoro o una cosa forzata, ma come un gioco, come era giusto che fosse perché i giochi ai bambini piacciono. Sono rimasta con questo allenatore fino all’età di 12 anni quando mi ha presa nel suo circolo Juraj Dusparic con il quale ancora oggi collaboro. La mia prima vittoria importante è stata nel torneo Nike Masters che si giocava a Sun City. Con questa vittoria diventai numero 1 nel mondo, a 12 anni, e questo non si dimentica mai. In quel periodo per me era un’icona Anna Kournikova, sempre bellissima. Dal primo giorno sapevo che avrei continuato a giocare a tennis, anche se non pensavo che sarebbe stato il mio lavoro, come invece è poi avvenuto. Il mio gioco si basa su un grande anticipo, gioco normalmente a rete, col mio fisico posso resistere più di tre ore in campo, credo di avere una buona capacità di concentrazione. Ugualmente sono buoni diritto, rovescio e volèe ma devo migliorare tanto il servizio che è lento, dovrebbe essere più esplosivo. Purtroppo, con due operazioni subite alla mano, c’è ancora un po’ di paura nel battere forte.
Partiamo da uno dei tuoi ultimi match, a Pula, contro la russa Ivakhnenko, poi finalista:
purtroppo non sei riuscita a imporre il tuo gioco, cosa è successo?
E’ vero, non sono riuscita a giocare bene contro Ivakhnenko per via della stanchezza. Ero stanca morta totalmente. Era stato il quinto torneo di fila e poi i primi 3 match erano stati anche abbastanza pesanti. Anche se ti dico che sono andata in finale anche in doppio, saprai tutto tu… A Pula un problema è che si gioca al pomeriggio. Cosi che, tante volte, si finisce la sera tardi e questo rappresenta un handicap per il recupero.
Un mese fa sei invece arrivata in finale, sempre a Pula:
Ho giocato con la slovena Zidansek. Purtroppo in questo match non ho avuto fortuna, la pioggia ha portato fortuna a lei. Io sono riuscita ad avvicinarmi e quando le sono stata vicino nel punteggio, la pioggia ha causato l’interruzione del match: il secondo giorno sono stata un disastro, non sono riuscita a giocare come il giorno prima!
Hai anche incontrato la russa Sofia Zhuck di cui si dice un gran bene: che impressione ti ha fatto?
Con Sofya Zhuck ho giocato a Monterrey in Messico. Ho perso purtroppo. E’ molto bella ed è una buona giocatrice. Sicuramente potrà diventare una top player, è già entrata tra le prime 150 del ranking. Ha un potenziale che sta mostrando di partita in partita.
A Pula quest’anno hai vinto due doppi: uno in coppia con la Bara l’altro in coppia con l’italiana Giovine. In generale ti piace giocare in doppio? E come trovi la Giovine?
Mi piace giocare in doppio. Questo è il mio piano B! Con Irina Bara mi trovo sempre molto bene, siamo amiche, ci stimiamo, con lei è una favola giocare perché è molto tecnica. Anzi…è bravissima! Con la Giovine ho giocato una sola volta e penso che non sarà l’ultima perché nel primo match ci siamo conosciute e trovate. Continueremo sicuramente la nostra collaborazione in doppio.
Come è stato per te questo 2017 finora e che cosa può ancora regalarti?
Quest’anno era molto difficile per me, mi sono “cercata” tutto l’anno e finalmente adesso mi sono ritrovata…ahahaha! Sono riuscita a recuperare il gioco e i punti che mi porteranno in Australia.
Adesso sono più tranquilla. Ora faccio la preparazione fisica, poi prima di fine anno Spagna e Dubai ITF e Mumbai WTA. Giocherò senza stress succeda quello che deve succedere. Spero di regalarmi ancora qualche vittoria!
Da junior hai raggiunto la posizione n. 28. Ora navighi intorno alla posizione n. 200 del mondo. La tua carriera sta andando nel modo che ti aspettavi o ti immaginavi qualcosa di diverso?
Mi immaginavo una carriera diversa, più facile, con un maggior numero di occasioni. Purtroppo non ho avuto fortuna; poi, in questo periodo, ho avuto 2 operazioni alla mano ed anche la spalla mi ha creato problemi. Questo genere di cose non si può mai prevedere, succede. Ed i ritorni sono difficili: ricominci da zero e questo non è facile mentalmente. Chi ha passato questi momenti lo sa bene. Purtroppo questo è lo sport e questi eventi sono normali.
Come vivi la tensione psicologica prima e dopo la gara?
Prima di ogni partita mi preparo psicologicamente leggendo un libro; poi mi riscaldo molto bene, perché devo entrare in gioco con la massima preparazione altrimenti mi serve troppo tempo per giocare bene.
Chi sono le tue migliori amiche nel circuito e quanto è possibile coltivare rapporti di amicizia secondo te?
Non è possibile. Qui c’è molta invidia, purtroppo questo non è bello…però che fai? Diciamo che si tratta di un business dove gli affetti vanno messi da parte . Però, visto che di carattere sono molto aperta, cerco sempre un’amicizia, anche se virtuale, cosi è tutto più facile.
Il tuo coach è Juraj Dusparic. Com’è il vostro rapporto e in cosa è fondamentale secondo te l’aiuto di un coach?
Juraj Dusparic mi ha preso a lavorare con lui quando avevo 12 anni. Fino ad oggi la nostra collaborazione dura. Lui è per me prima di tutto un grande amico ma anche madre, padre, fratello, manager, sponsor ed in ultimo coach! Lui ha creduto sempre in me, crede e ci crederà in futuro. E’ sempre vicino a me anche quando sono lontana. E’ colui sul quale mi appoggio in ogni momento. Nel frattempo ho continuato a lavorare anche con altri allenatori: Sasa Hirszon, Izo Zunic, Ico Humic, però il nome Juraj Dusparic è sempre accanto al mio nome, e lo sarà sempre. Con lui ho fatto grandi ed importanti risultati, fin da junior.
Che cos’è, secondo te, il talento nel tennis?
Il talento è molto importante quando cominci a praticare lo sport agonistico, però senza il sudore ed un grande amore per quello che fai il talento non significa proprio niente. Questo lo hanno dimostrato molti atleti di grande talento. Bisogna credere e lavorare tutto il giorno per realizzare il tuo sogno.
5 tenniste croate, Koniju, Vekic, Martic, Fett, sono tra le prime 100 del mondo, ma la più forte è ancora la Lucic Baroni. Cosa mi puoi dire di Mirijana?
Il tennis croato ha molte brave tenniste. Io stimo molto Petra Martic per il suo talento. Siamo vicine con gli anni, abbiamo giocato tante volte insieme, lei lotta con le ferite….la vedo molto in alto nel suo livello tennistico. Mirjana Lucic può essere un esempio per tutti. La sua strada, la sua vita, il suo calvario, li conoscono tutti. E’ un esempio dal quale trarre l’insegnamento secondo cui bisogna lottare fino all’ultimo fiato perché qualcosa di buono sempre succederà, anche quando tutto appare difficile. Ed è successo. Brava Mirjana, sei una regina!!! Sono sicura che ci rallegrerà ancora per molto tempo con il suo gioco perché lei non molla mai. Ed alla fine ha dimostrato che l’ostinazione vince sulla sfortuna.
Tu arrivi subito dopo questo gruppetto croato con un best ranking di 150, se consideriamo anche che la Tomljianovic ha la cittadinanza australiana: vogliamo raggiungerle?
Sì, sì, naturalmente, si va avanti con questo obiettivo ed anche oltre!
Si può dire che esiste una scuola di tennis croata e in che cosa si caratterizza secondo te?
Le nostre scuole di tennis hanno lanciato molti bravi tennisti. Siamo conosciuti come giocatori di livello, con la caratteristica di un servizio potente, tranne me…ahahaha! Zagabria e Spalato sono delle scuole tennistiche con molti allenatori capaci.
A proposito di cambio di cittadinanza: mettiamo che l’Australia o un altro paese chiedessero anche a te di gareggiare per loro, tu lo faresti?
Adesso penso di no. Sono una croata orgogliosa. Però molti giocatori lo fanno e sicuramente esistono delle ragioni. Forse è meglio dire…mai dire mai. La vita è piena di sorprese!
Tu giochi abitualmente in ITF ma hai fatto alcuni match anche in WTA. Quali sono le differenze maggiori?
Le differenze tra WTA ed ITF sono enormi, e più facile il circuito maggiore, innanzitutto per via delle coperture finanziarie che includono ogni spesa. Però ci sono degli scalini, degli ostacoli, che ti portano al WTA e li devi salire e superare. Io, prossimamente, continuerò con le qualificazioni dei tornei WTA. Prima mi servivano le vittorie in ITF che mi davano fiducia in me stessa.
Molte giocatrici che ho intervistato, mi hanno detto che è quasi impossibile pareggiare i conti economici a fine anno. Tranne che per una ristretta minoranza di tenniste le spese sono maggiori dei guadagni. Tu cosa pensi in proposito?
Sì, le spese sono grandissime. Più di ogni cosa ci sono i notevoli costi delle trasferte aeree. Bisognerebbe trovare un modo per cui le agenzie di viaggio ci sponsorizzassero con qualche sconto: ogni mese sei in un’altra parte del mondo, noi tenniste siamo clienti fisse. Poi i prize money nei tornei ITF sono sempre esigui, nonostante gli incrementi, e se non vinci il torneo non ci sono guadagni significativi.
Hai anche tu problemi con gli attacchi sui social da parte degli scommettitori, come denunciato da molte tenniste? Cosa bisognerebbe fare?
Non lo so, però anche io combatto contro gli scommettitori. Mi scrivono di tutto, è bruttissimo quando perdo, sono senza rispetto alcuno. Siamo anche noi persone fatte “di carne e sangue” con delle emozioni ed è normale vincere proprio come perdere. Lo sport include questa possibilità. Io
provo ad ignorare questi insulti perché penso che contro questi non serva altra cosa.
A proposito di sospetti. In WTA ci sono stati alcuni casi di doping, anche clamorosi. Tu hai avuto mai la sensazione che ci fosse qualche tua avversaria molto resistente per motivi sospetti? In generale, ci sono controlli sufficienti secondo te?
Quando gioco non mi importa come si comporta la mia avversaria. Per me lei non esiste. Gioco contro la pallina. Anche se vedo…non vedo! Penso che in generale siano abbastanza ben presenti questi controlli antidoping. Questo lo dico anche perché, ultimamente, sono stata in ogni torneo WTA sottoposta al controllo. Cosa pensano le altre giocatrici non lo so.
Generalmente, nel tennis le donne sono “costrette” a rinviare la maternità al termine della loro carriera, quindi dopo i 30/35 anni. Come si vive e come vivi tu questo aspetto? E credi che bisognerebbe tutelare maggiormente la tennista che volesse avere dei figli, magari con un ranking protetto?
La maternità ha un grande significato per me e sicuramente per ogni donna. Sono figlia dell’amore dei mie genitori perciò è logico che io la pensi così. Sono innamorata dei bambini piccoli e li trovo da tutte le parti. Sono i miei più sinceri tifosi, con loro rido. Vicino a loro sono tranquilla. Spesso nei tornei cerco proprio questa compagnia. Però, purtroppo, quando decidi di giocare a tennis, lo sai che devi per un periodo rinunciare alla maternità. Ma per i bambini non è mai tardi. Io li aspetto e loro aspettano me. Un ranking protetto sarebbe la cosa più giusta per le giocatrici che rientrano da una maternità.
Sei innamorata? Come si vive un rapporto di coppia viaggiando tutto l’anno con la racchetta in spalla?
Quando ti innamori è molto importante che si tratti di una persona che capisca quello che fai, che viva anche il tuo sogno….Purtroppo io ho scelto sempre persone sbagliate. Sono uno scorpione, sincera, affettuosa e onesta, ti do molto, anzi tutto, però anche tu devi dare a me se no ….ciao!!! Comunque io sono sempre innamorata, anche se sono solo simpatie e per adesso basta cosi. In questo momento il focus della mia vita è sulla carriera, se poi arriva il principe azzurro, quello giusto, vediamo…ahahaha! Speriamo, io lo cerco ancora!
Hai delle abitudini strane in campo, cose che fai perché pensi che ti portino fortuna?
Non ho delle abitudini speciali, porto solo una piccola croce sul collo e questo mi basta. L’aiuto di Dio e il bacio della mamma prima di ogni partita, e poi anche dopo la partita, ugualmente se vinco o perdo. Per lei questo non ha importanza, lei è sempre dalla mia parte, nel bene e nel male…
Ti piace molto l’Italia: parli italiano, giochi spesso i tornei italiani.
L’Italia mi ha dato molto ultimamente. Qui mi sento come a casa. Mi piace la gente, siete persone semplici, calde, gentili…Mi piace molto Roma dove ho incontrato delle care persone. Qui a Pula sono tornata ospite di una famiglia dove sono già stata ed ho detto tutto. Ho proprio ogni cosa che mi serve e mi sento bene. E’ molto importante sentirti come se fossi a casa tua.
Com’è la qualità della vita in Croazia e come vivono i giovani croati?
I giovani croati vivono ugualmente come tutti i giovani del mondo. Internet collega tutti e loro imparano gli uni dagli altri. Perciò penso che non ci siano differenze nel modo di vivere tra i giovani croati e quelli di altri paesi.
Trevisan, Paolini, Pieri, Brescia, Chiesa. E’ un gioco: chi avrà l’anno prossimo la classifica migliore?
Sono tutte brave. Ho giocato con la Trevisan che è una bravissima giocatrice. Forse potrebbe riuscirci proprio lei, però non vorrei giudicarle. Sarei contenta anche per Georgia Brescia. La conosco e la stimo molto. Le altre le conosco di meno. Che vinca la migliore!
Pula, o Pola, quella croata, è la città dove sei nata. Se dovessi invitare i nostri lettori ad andarci in vacanza cosa gli consiglieresti di visitare?
Pola e la città dove sono nata, conosciuta per la sua Arena, però io vivo a Porec (Parenzo) che è conosciuta come una città turistica. Sarei contenta di invitarti a passare una giornata a Porec per poter mostrarti tutto ciò che di bello offre la mia città: il mare, le spiagge naturali, le isole, le strade vecchie e poi la Basilica Eufrasiana, patrimonio dell’Unesco. E ancora la gastronomia: il prosciutto istriano, i tartufi, i vini, il pesce, l’olio d’oliva, un sacco di cose buone! Vieni?
Molto volentieri! Ma andiamo avanti: come vedi la convivenza tra etnie diverse, italiani, croati, serbi, nella tua Istria?
Nella mia Istria si vive tranquillissimi. Serbi, croati, italiani che importanza fa? Non ci devono essere differenze nei rapporti. Oggi si lotta per la sopravvivenza ed insieme si fa di più. Ho girato tutto il mondo, tante volte, ed ho ricevuto molti aiuti, anche grandi, da tanta gente di qualsiasi nazionalità. Questa si chiama anche umanità. Per questo non faccio nessuna differenza fra la gente.
“Capricciosa croata notte lucida/Di me vai facendo/Uno schiavo ed un re”: sono alcuni versi di Giuseppe Ungaretti tratti dalla poesia Dunja. A che cosa ti fanno pensare?
Hmm…io direi che la vita è una gara, una lotta grande. Ti dà la possibilità di andare avanti anche quando pensi che non ce la farai più. La vita è piena di sorprese. Come scrive il poeta: è difficile (schiavo) ma ce la fai (re). Ugualmente nell’amore ma anche in quello che fai. La vita è una lotta.
Quali sono il tuo libro e il tuo film preferiti?
I miei film preferiti sono Titanic, Rocky e il Dottor Zivago: ogni volta che guardo questi film mi piacciono sempre di più. I libri preferiti sono i romanzi di Tolstoj, di Hemingway e quelli di scrittori croati moderni.
Qual è il tuo desiderio più grande da realizzare nel tennis?
Il mio sogno in questo momento è di entrare fra le prime 100 del mondo…ma basta con gli infortuni!
Quali sono i tuoi 3 desideri più grandi da realizzare nella vita?
Nella vita vorrei assolutamente realizzare il mio sogno nel tennis perché ho dato tanto davvero. Avere una famiglia con tanti figli, perché non ho vissuto l’infanzia e la maternità sarebbe un logico regalo. E poi, naturalmente, la salute per la mia famiglia, la tranquillità per le persone care che lottano con me, che mi hanno dato proprio tutto. Questo tennis mi ha insegnato a non mollare, a lottare ogni giorno di più ed io continuerò nello stesso modo con la forza che ho scoperto e conquistato.
“Ecco che cos’era la vita, che cos’era l’esperienza, che cosa inseguivano coloro che andavano in cerca di avventure, ecco a cosa mirava l’arte: ritornare a casa propria, ai propri affetti, riprendere a vivere” Boris Pasternak – da Il Dottor Zivago
Antonio De Filippo
TAG: Interviste, Interviste LiveTennis, Tereza Mrdeza
6 commenti
@ Antonio De Filippo (#1983373)
Ma anche no… Ecco il mio commento sull’articolo della Zmau
Bravo De Filippo a mostrare queste ragazze del tennis minore (senza offesa, naturalmente), che altrimenti ci limiteremmo a conoscere dal livescore. Sono convinto che anche la n.825 del mondo (dalla prossima settimana n.1022) abbia il diritto di sognare di essere la n.1. Nella vita è giusto fare dei sogni e auguro a questa ragazza di realizzare i suoi. Sarebbe bello anche per noi tifosi che uno di questi sogni si realizzasse, magari proprio quello di Michelle.
Intanto grazie perché mi dai l’occasione di chiarire. Hai scritto, nella sostanza, le stesse cose su Michelle Zmau che, subito dopo, ha vinto due tornei di fila facendo un balzo di oltre 200 posizioni nella classifica mondiale. Se tanto mi da tanto, entro fine anno ritroveremo tra le top ten la brava e simpatica Tereza che ci legge e che saluto. Il senso di queste interviste è che qui il ranking non ha senso…Da quando abbiamo iniziato a proporle, ciò che abbiamo ricercato sono le storie di queste ragazze che girano il mondo, la loro dimensione umana. Magda Linette che è una top 100, ci ha interessato per il racconto della sua attività di volontariato tra i bambini leucemici; di Aleksandra Krunic abbiamo colto la sua infanzia “negata” in terre martoriate dalla guerra. Allo stesso modo Giulia Pairone, che non ha ranking, ci ha parlato della sua depressione per la quale ha lasciato temporaneamente il tennis, dopo che ne era stata tritata, rifugiandosi in un college americano. Ovviamente le storie non sono solo drammi ma anche narrazioni più leggere, come è il caso di Tereza, dove pure si percepisce l’amarezza per una carriera finora costellata da infortuni. E poi…arrivaci ad essere 200 al mondo in uno sport o in una qualunque professione! Insomma, almeno in queste interviste, ci interessa la persona più che la tennista e per questa categoria non c’è ranking. Ovviamente il nostro sito mette quotidianamente a disposizione decine di articoli dove la prestazione è centrale in modo da accontentare tutti. Spero di essere stato esaustivo. Un saluto.
Auguri alla Mrdeza ma sinceramente non capisco il senso di queste interviste. Le ragazze di seconda/terza fascia che possono interessare sono le italiane poco note oppure le giovanissime straniere in rampa di lancio.
Dico, se andiamo a scomodare una straniera non più ragazzina, almeno che sia una top 100. In particolare ci sono 5 croate in top 100 di cui 3 giovanissime e lanciate (Konjuh, Vekic, Fett). Con tutto il rispetto per la Mrdeza, almeno in Italia a chi interessa questa ragazza? Infatti praticamente non ci sono commenti…
Tereza da buona croata sicuramente e’ una di quelle che non molla mai e spero che la sua forza mentale e la sua tenacia vengano premiate con risultati che Lei si merita ,complimenti per l’ intervista!
Bellissima intervista, Tereza l’ho vista a Roma oltre ad essere una professionista è una bella persona, molto emotiva mi ricordo ma lei stessa dice nell’intervista quanto è importante il suo sogno nel tennis. Mi pare arrivò in finale con la Grabher e fu combattutissima. Tanti auguri dolce ragazza croata.
Bravo Antonio… Bel lavoro è sempre un piacere leggere le tue interviste.