Gli italiani e gli Slam 2017: promossi e bocciati
Gli italiani nei tornei dello Slam in questo 2017 hanno saputo togliersi piccole, grandi soddisfazioni, con un risultato di squadra che tutto sommato staziona sopra la sufficienza piena. Chi ha raggiunto però i migliori risultati e chi invece ha deluso abbondantemente? Chi merita la promozione e chi invece la bocciatura? Verranno presi in considerazione solo coloro che sono riusciti a partecipare almeno a un tabellone principale. I voti vanno ovviamente relativizzati ai profili dei vari giocatori e alle aspettative che era lecito riporre in ognuno di loro.
Paolo Lorenzi: voto 8,5. È stato il migliore, raggiungendo il 2T in Australia, Parigi e Londra con il fiore all’occhiello degli ottavi di finale a New York, quando si è decisamente scrollato di dosso il tabù Major, una volta terra di conquista inesplorata. Costanza al potere, fatica e mai un punto mollato: continuare così anche nel 2018, magari riducendo un poco il numero dei tornei disputati per concentrarsi sui migliori (e più redditizi). C’è ancora tempo per grandi risultati, come ad esempio a Parigi dove per assurdo (siamo sulla “sua” terra battuta…) non ha mai raccolto granché.
Fabio Fognini: voto 6. Secondo turno a Melbourne, terzo sia a Parigi che a Wimbledon, tutto sommato buoni risultati (soprattutto il 3T sull’erba) che sono stati inficiati dalla pagliacciata newyorchese, dove in un primo turno da derby tricolore contro Travaglia l’ha combinata grossa come non mai in carriera. Certi comportamenti, c’è da scommettere, ci saranno anche nel 2018, ma con Fognini è così: talento da prendere o lasciare, solo che in una valutazione di un’annata Slam il voto non può che abbassarsi. Come spesso accade con Fabio se a parlare fosse solo il campo ci sarebbe altro voto, ma la sceneggiata stavolta non può essere dimenticata.
Andreas Seppi: voto 6,5. L’inizio è stato scoppiettante con gli ottavi raggiunti a Melbourne, dove ha battuto Kyrgios e lottato contro Wawrinka. Poi è stato un calando progressivo, con il secondo turno di Parigi e Londra, prima della presenza sottotono a New York: il fattore età sta presentando un conto salato, quest’anno c’è stato un exploit e firmerei per un altro nel 2018…sono sicuro che anche Seppi lo farebbe. Ma è una strada in salita…
Thomas Fabbiano: voto 7,5. La qualificazione a Melbourne a inizio anno ha rappresentato un grande traguardo, dopo c’è stata la parentesi poco felice del Roland Garros, prima di giocarsi ben figurando il 1T sull’erba di Wimbledon e regalarsi finalmente la prima, grande gioia Slam della carriera a New York, dove si è tramutato in incubo per gli australiani e si è issato fino al terzo turno dove ha ceduto le armi al collega Lorenzi. Un giocatore che ha intelligentemente programmato la sua stagione, giocando i tornei più congeniali, senza aver paura di imbarcarsi in lunghe trasferte e raccogliere punti preziosi. Anche il 2018 si dovrà disputare intelligentemente e i piazzamenti Slam prestigiosi continueranno ad arrivare.
Simone Bolelli: voto 7. L’ennesima ripartenza e un nuovo tentativo di risalita: senza la qualificazione mancata a New York, sarebbe stato un anno ai limiti della perfezione, avendo raggiunto il tabellone principale sia a Parigi che a Wimbledon, Majors dove Simone ha ben giocato superando i rispettivi primi turni. È difficile pretendere qualcosa in più da Bolelli: non ha mollato, si è rimboccato le maniche e ha tirato fuori ancora la grinta per riprovarci. Chapeau.
Stefano Travaglia: voto 7. Un giocatore che fino a pochi mesi fa si districava nel circuito dei futures e che invece chiude il 2017 con due qualificazioni Slam, lo scalpo di Fognini a New York e un secondo turno tutto da assaporare. Steto sembra adesso risentire un poco della fatica accumulata ma il suo è stato un anno incredibile, con un bellissimo battesimo Slam, piccola, meritata ricompensa per un tennista in credito con la fortuna.
Stefano Napolitano: voto 5. Un bell’acuto a Parigi, dove ha superato le qualificazioni e battuto Mischa Zverev al 1T ma poi…il nulla. 1TQ a Melbourne, Parigi e New York: decisamente un 2017 con poca carne (Slam) al fuoco, per una sensazione di incompiutezza per quello che avrebbe dovuto essere la nostra miglior e giovane carta da giocare nei tornei più importanti della stagione. Ma l’incostanza nel caso di Napo sembra aver regnato sovrana…e non solo nei tornei del Grande Slam.
Marco Cecchinato: voto 3. Deludente il Ceck: ha fallito a Melbourne (1TQ), a Parigi (3TQ) e New York (1TQ), accedendo solo al main draw di Wimbledon, dove ha fatto una rapida apparizione, senza lasciare alcuna traccia tangibile. Peccato, Cecchinato è un tennista ancora giovane ma sembra essere bloccato nel limbo dei challenger italiani su terra battuta. E il livello Slam è tutt’altra cosa.
Alessandro Giannessi: voto 4,5. L’anno dell’agognato ingresso nella top100 meritava altro rendimento nei tornei Slam e invece il Gianna ha fallito la qualificazione sia a Melbourne (1TQ), Parigi (2TQ) e Wimbledon (1TQ), con la piccola soddisfazione di accedere direttamente al main draw di New York, dove però ha perso senza attenuanti all’esordio. Non manca il senso del sacrificio ma dal giocatore spezzino era lecito aspettarsi di più.
Luca Vanni: voto 4. Qualificazione a Melbourne ma poi…per Luca Vanni solo delusioni Slam in questo 2017. 2TQ a Parigi e poi delusione su terreni idealmente congeniali, come l’erba di Wimbledon e il cemento outdoor di New York, dove non ha superato il 1T delle quali. Giocatore in crisi negli ultimi mesi con una classifica che rischia di crollare e un percorso negli Slam che di conseguenza è stato assai avaro di soddisfazioni.
TAG: Grand Slam Italiani
Effettivamente non si trova una logicità ai voti dati. Se si tiene conto delle potenzialità mettendole a confronto con i risultati ottenuti credo siano da sufficienza solo Lorenzi, Napolitano e Travaglia, appena insufficienti Bolelli Seppi e Fabbiano, insufficienti Fognini, Vanni, Cecchinato e Giannessi. Non ci sono 7 e nemmeno 4 ma solo voti dal 5 al 6 per i nostri. Come del resto è il voto al nostro movimento tennistico negli ultimi 40 anni, dal 5 al 6.
Voti a casaccio!!
Lorenzi 8,5
Fognini 6
Seppi 5,5
Fabbiano 7,5
Bolelli 5,5
Travaglia 8,5
Napolitano 6
Cecchinato 5
Giannessi 5,5
Vanni 4,5
Non sono d’accordo con il voto a Napolitano.. perché é l’unico dei giovani ad aver addirittura passato un turno. .. Non era previsto il suo ingresso a Parigi quindi un bel 6.5 per lui
Ma chi li ha dati i voti? Neppure il coraggio di firmarsi ha.
Troppa grappa, un po’ più di moderazione nel bere non sarebbe male.
Voti regalati, sopra la sufficienza per me solo Lorenzi ( voto stra-meritato), Fabbiano e Travaglia (voto un po strettino)
Spero non facciano un articolo analogo per le ragazze perché la migliore non raggiungerebbe il 4 🙁
Qui si confonde il rendimento con il valore.
Giannessi meritava la sufficienza. Che poteva fare di più con il rovescio che si ritrova?
Cecchinato meritava almeno 5. Ha avuto, negli slam, solo la sconfitta senza appello contro il rientrante Bolelli che denota il suo valore.
Quindi appare ingiusto fustigare 2 tennisti che hanno solo il demerito di avere una classifica più alta rispetto all’effettivo valore.
Cecchinato al di fuori della terra non vale nemmeno i primi 200 al mondo. Analogo discorso potrebbe valere per Giannessi anche se a tratti e con lotte furibonde che lo contraddistinguono (e che me lo fanno stimare e rispettare) ha saputo fare qualche risultato anche sul duro.
8,5 a lorenzi?7 a bolelli??A fognini avrei dato 1…Solo per quella sceneggiata fatta a new york e per aver regalato a un tennista sconosciuto un turno slam…Pazzesco..Rimarra’una macchia indelebile nella carriera di fognini
Risultati senza infamia e senza lode, tutto sommato in linea con il tasso tecnico-tattico dei tennisti italiani. Tennis italiano e tornei dello Slam sembrano viaggiare su due rette parallele da tempo immemorabile. Una considerazione però andrebbe fatta, in riferimento a Bolelli: è lecito domandarsi che tipo di carriera avrebbe potuto avere senza la separazione da Pistolesi, senza le incomprensioni con la FIT ( in seguito alle quali ha subito una irreversibile alterazione a livello di body language, somatizzando una sorta di disagio, a mio parere piuttosto evidente ), senza gli infortuni. Non può che destare un certo rammarico, vedere quello che è probabilmente il giocatore azzurro più talentuoso degli ultimi decenni, andare mestamente incontro a un finale di carriera, che salvo improbabili colpi di scena, si chiuderà senza vittorie di rilievo, almeno in singolare. Nessun titolo atp, best ranking n.36, non figurerà neppure tra i primi 15 italiani della storia, lui che avrebbe avuto tutte le carte in regola per stare comodamente tra i primi 3. D’altra parte è sotto gli occhi di tutti: certe federazioni funzionano, altre un po’ meno.
Bolelli 7??? Posare la grappa…
E se per sbaglio qualcuno vinceva qualcosa quanto davate, 200 e lode!
Ma chi li ha dati i voti? Binaghi?
Stavolta non voglio entrare nel merito dei voti etc… Non ne vale neanche la pena… Ma leggo frasi buttate giù un po’ a caso, come per esempio quella riguardante Giannessi nella quale si avverma che Ale ha perso a New York “senza attenuanti all’esordio”: forse l’articolista pensa che perdere da Gulbis per Giannessi sia una sconfitta senza attenuanti? Un buon sorteggio? Per me ha venduto cara la pelle ed è già un gran risultato. Il problema di Giannessi è emerso semmai dopo New York: nei challengers successivi allo slam è apparso scarico, meno lottatore del solito e non ne ha più vinta mezza!
Concordo su tutto
@ The renegade (#1961177)
Sono d’accordo
Daccordo su tutti ma Fognini 6? ho pensato di avere un’allucinazione,io avrei dato bocciatura totale senza appello!Ps aspetto sempre invano provvedimenti dalla federazione, che ovviamente, causa incompetenza e codardia non arriveranno mai…
Il voto a travaglia forse un po’ ingeneroso
E pensare che per molti il meglio Paolino lo ha già espresso, vai a capire