“Numeri di Vitas”: Oltre le statistiche
Se la matematica è una scienza esatta, la statistica è una scienza equivoca. Infatti, se 2+2 potrebbe fare 5 soltanto nel confessionale del grande fratello, la lettura di un dato statistico può sempre essere interpretato soggettivamente, soprattutto in ambito sportivo, come nel tennis ad esempio. Mi spiego. Se io lanciassi una moneta in alto per 10 volte e ottenessi per tutte le volte “testa” e successivamente vi chiederei di puntare 100 euro sul mio undicesimo lancio la maggior parte di voi punterebbe su “croce”, immagino. Se io, invece, vi chiedessi di puntare 100 euro su un eventuale vittoria di un tennista che ha perso i primi 10 match con un suo avversario, la vostra scelta sarebbe esattamente contraria alla precedente.
Puntereste sicuramente sul “cavallo vincente”. Elementare WATSON. Questo perché, l’ incidenza della sorte che è del 100% nel primo caso, nel secondo diventa minima e le variabili in gioco possono essere misurate dallo scommettitore, se avveduto ed esperto della materia. Le variabili di cui parlo sono quelle relative alla competitività del tennista, al suo stato di forma, alla superficie e a tante altre cose, alcune valutabili (i precedenti, ad esempio) e altre no (siete sicuri che NALBANDIAN vada a letto dopo il carosello o non faccia bagordi prima di un match importante??). Eppure, c’è qualcuno che sta al di sopra del dato statistico e che sconvolge ogni regola di tale scienza.
La variabile “esperienza”, infatti, aveva fatto pendere il pronostico dalla parte di STARACE, allorché il beneventano affrontò TOMIC agli AUSTRALIAN OPEN di inizio anno. Vinse il giovane di casa in 4 set.
La variabile “prima o poi riusciremo a battere ALMAGRO” ci aveva fatto sperare in un match equilibrato al secondo turno dello stesso torneo, col nostro FOGNINI. Il ligure raccolse pochi games.
La variabile “SEPPI” non può sempre auto flagellarsi sul più bello” ci aveva fatto pensare già ai sedicesimi al R.GARROS , quando l’ altoatesino fu sconfitto da M.GONZALEZ.
In questo caso c’ era anche la variabile rafforzativa : “non possiamo, ogni volta che abbiamo un tabellone non proibitivo, auto-eliminarci”. Le variabili “SEPPI sembra in forma e ANDREEV non è BORG” ci aveva illusi a WIMBLEDON, quando sempre SEPPI (anche quest’ anno il più positivo, a mio avviso) dopo aver eliminato BLAKE e GICQUEL cedette irrimediabilmente al russo. Senza andare nello specifico, ditemi voi quante volte, siete rimasti aggrappati ad un dato statistico pur di sperare in una vittoria di un italiano.
Esempio: ognuno di voi avrà pensato prima di un match tra ACASUSO e VOLANDRI, “ dai che stavolta lo batte” (non essendoci questa differenza immensa tra i due tennisti). Niente. O al sorteggio di un tabellone da far invidia al chellenger di NOUMEA avete pensato “strada spianata fino alle semifinali”, lo avevate pensato per l’ italiano di turno, ma in realtà lo era per i loro avversari. O quanti di voi, di fronte ad un raro momento di forma di uno dei nostri, non hanno osato sperare che si battesse gente tipo KOHLSCHREIBER o CHARDY.
Impossibile. Poi, c’è chi parla sempre di movimento tennistico e ragiona maggiormente con il concetto di “nazione tennistica” ; e qui la statistica diventa carta straccia.
C’è gente in cura da psicologi, perché continua a chiedersi come mai, se siamo emersi anche nel CARLING, facciamo così fatica con una racchetta in mano. Statisticamente, è probabile che, dopo : FRANCIA,GRAN BRETAGNA, SCOZIA, SPAGNA,OLANDA, SERBIA, CROAZIA, GERMANIA, AUSTRIA ,SVEZIA e tutto l’ occidente tranne il PORTOGALLO e poche altre nazioni, tocchi a noi partorire un campioncino. Invece no, continuano a nascere altrove. Persino in BULGARIA. Bisogna semplicemente stabilire se è meglio per il nostro umore e per il nostro collaudatissimo sistema nervoso, sciorinare costantemente una serie di motivazioni più o meno valide ogni qual volta ci si confronta coi risultati balbettanti del nostro tennis, motivazioni di cui vi fornisco alcuni esempi: “troppi challenger in ITALIA” , “programmazioni sbagliate”, “scarse motivazioni, troppi guadagni facili stando sul circuito italiano challenger-futures”. Giuste, per carità, ma lo diciamo da una vita. Un po’ come facevano i nostri genitori quando bocciavano qualche improvvisato funambolo nei campi di calcio di periferia al grido di “troppa televisione”.
Oppure, prendersela con la malasorte, appunto. Comunque,nessun allarmismo. Se domani nascerà un figlio in qualche parte d’ ITALIA, le possibilità che diventi un grande tennista, statisticamente parlando,sono assolutamente identiche a quelle che diventi un grande ciclista, architetto o direttore d’orchestra. Appena nato, potenzialmente, può diventare tutto o niente, un po’ come il lancio di una monetina da infinite facce. E tra il tutto e il niente c’è anche l’ opzione che tutti noi ci auguriamo. Poi, come dicevo ad inizio articolo, entrano in scena le variabili e il fattore caso perde di incidenza. E se è vero che noi italiani siamo un popolo di santi, navigatori ed eroi, ditemi voi come fa a nascere un grande tennista???.
“VITAS GERULAITIS”.
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Anche io non sono daccordo con te Vamos Rafa sul fatto che solo un grande campione possa tirare su un altro grande campione (sembra roba da cavalieri jedi o sith di guerre stellari). Per esempio per me Seppia quando finirà di giocare potrebbe diventare un ottimo allenatore, perchè è un giocatore tecnicamente completo e potrebbe benissimo insegnare a giocare a tennis a uno magari che abbia carattere, grinta che insomma sia un vincente e così nascerebbe il campione..
Il campione è un mix di fisico tecnica e carattere, l’allenatore influisce fino ad un certo punto su due di queste cose, la terza non si insegna.
Arrigo Sacchi era un pippa quando giocava a calcio e ha insegnato il calcio a tutti quelli che giocano oggi
i “grandi campioni” non è detto che siano buoni allenatori….
cmq sn daccordo i giovani campioni non sono coltivati bene.
I punti ATP non sono di alcuna importanza quando sei fra i top 100… l’importante è vincere poi la classifica verrà da sola
Si può essere ottimisti solo perché non hanno punti da difendere? 😯
Niente da dire sull’articolo. Vorrei solo che la redazione di Il Tennis Italiano fosse “costretta” a pubblicarlo!!
Sono daccordo fino a un certo punto, nel senso che è vero che ci sono troppe alternative nel circuito anche se non si è in alte posizioni, ma è anche vero che se tutti la pensassero così allora l’agonismo, lo spettacolo ad alti livelli lo mandiamo a puttane? Guarda caso solo in Italia si ragiona così, perchè in tutte le altri parti del mondo si ha una concezione ben diversa del tennis che poi corrisponde alla giusta teoria sullo sport in generale. Anche gente come Ferrer, Massu, Nalbandian e tanti altri giacevano all’inizio in basse posizioni e avevano le stesse alternative degli italiani, eppure poi ….
Il problema in Italia non sono gli allenatori….
I Ljubicic e gli Schuttler (e non solo loro….) sono venuti dall’estero e si sono allenati in italia.
Il problema è come vengono cresciuti gli italiani (troppo coccolati e troppo terricoli, spesso i migliori giovani sono fin troppo benestanti) e soprattutto cosa trovano quando cominciano a vincere. Hanno troppe alternative al circuito. Campionati a squadre, Coppa Davis, bei soldini anche se si rimane al numero 200. Chi glielo fa fare di dannarsi l’anima per fare la carriera di un Ferrer o anche di un Massu?
si si questo è vero…sono d’accordo…ma piatti secondo voi è un buon allenatore???
E qui hai ragione, anche se uno che è stato un gran giocatore ha una marcia in piu’ come allenatore ;-). In ogni caso ci vuole un allenatore con le palle, uno che ti faccia capire determinate cose sin da piccolo e che ti indirizzi a ragionare adeguatamente da VERO professionista, ciao.
contesto una sola cosa..nn è scritto da nessuna parte ke per essere buoni allenatori bisogna essere stati dei campioni…in nessuno sport!!!ci sono tanti ottimi allenatori nel tennis ke nn sono stati grandi giocatori
Caro Vitas, in Italia un ottimo tennista italiano(e non dico un fenomeno perchè sarebbe piu’ che chiedere la luna 😀 ) non nascerà mai per il semplice fatto che da noi non ci sono scuole(per scuole intendo degli istruttori validi. Cosa vuoi che ti insegni uno che è stato nei 400 e ha fatto solo future e qualche challenger? Ma anche uno tipo Pescosolido, Furlan ecc.. Anche se sono stati tra i 100 per diversi anni, in ogni caso sono stati giocatori mediocri e lo dimostrano i risultati. Per inserirsi nel tennis che conta ci vogliono i GRANDI CAMPIONI come istruttori). A questo dobbiamo aggiungere altre cose tipo la mentalità che gioca un ruolo importante. Gli italiani hanno quella sciocca convinzione di giocare solo sulla terra e di privilegiare i Challenger ai Master Series, la terra al cemento, all’erba ecc…, quando invece dovrebbero convincersi che un BUON giocatore gioca dappertutto e ottiene risultati ovunque. Poi ci sono le altre motivazioni che hai detto tu ovvero la scarsa voglia di migliorare, di vincere, la demotivazione ecc., insomma già da queste poche cose che ho elencato si evince che in Italia la possibiltà che nasca un buon giocatore sia al massimo del 10% e forse sono stato anche di manica larga :grin:, ma la cosa che non sono mai riuscito a capire e perchè ogni giocatore italiano ragiona così …. non ce n’è uno che ragiona diversamente. Secondo me comunque una delle primissime cose che dovrebbero fare i nostri giocatori è quella di cambiare coach e se possibile tutto lo staff. In passato abbiamo avuto la dimostrazione ad esempio di Gaudenzi quando si allenava sotto lo staff di Muster che è entrato nei 20, ora della Pennetta che è entrata nei 10. Certo non saranno poi dei grandissimi giocatori, ma sempre MOLTO meglio di quelli attuali che non riescono a vincere nemmeno un ATP 250 😉
Ma appunto…uno dei nostri tanti challenger nn potrebbe diventare un atp 250??magari uno di quelli 85.000…sarebbe troppo bello!!
ahh dimenticavo:
vi siete dimenticati fra le nazioni migliori della nostra della turchia, con il gocatore che al secondo turno (dopo le qualificazioni!) ha perso con Isner, e che purtroppo il vero Vitas Gerulaitis è tragicamente scomparso qualche anno fa (ma questo penso proprio che lo sappiate tutti e che quella nel messaggio fosse solo una battuta).
Bell’articolo!!!! Complimenti
Ma si scrive Curling non carling.
Per i commenti.
si scrive “en plein” non en plain
In ultimo:
Speranze del futuro: 7 anni.
http://www.youtube.com/watch?v=NYN0PRTUllM
Ciao a tutti
rispetto al solito Vitas è mancata la solita ironia che ci permette di farci due risate rileggendoti anche quando i nostri mschetti fanno l’EN PLAIN di sconfitte.L’unico che ci ha dato buoni segnali,relativamente al suo livello,è D’Agord nelle qualificazioni. D’Agord però non è propriamente il classico romano verace e all’amatriciana preferisce l’Hot Dog.
A parte l’ironia l’articolo ci sta, ci sta tutto.
p.s. secondo me Vitas dovevi fare l’avvocato nella vita(non so se fai questo mestiere ma non credo)perchè con due pagine di articolo sei riuscito a sviare il discorso dalle quattro scoppole ricevute dagli italiani a New York e a farci e farmi pensare a quella diavolo di monetina che lanci 11 volte e alla star tennistica partorita dal Portogallo che mi è venuta in mente adesso..la De Brito!
scusate la domanda scema.
vitas gerulaitis?
ma è un nick-name o è proprio lui?
Sempre parlando di statistiche i tre che hanno battuto Seppi , Starace e Bolelli sono al terzo turno, questo solo per far capire che se perdi una partita con uno in forma ci può stare. Chi avrebbe scommesso si Chiudinelli al terzo turno, ma se c’è arrivato significa che sta giocando bene.
Io comunque resto ottimista per il 2009 . Dal 15 settembre in poi Seppi, Starace e Fognini non hanno praticamente nulla da difendere, possono veramente migliorare di molto la lore classifica.
giusto! bell’articolo! condivido 😥