Natasha Piludu, sorrisi, sudore e speranze dal mondo ITF: “voglio una vita al massimo e vi racconto il mio sogno…”

22/11/2016 23:06 16 commenti
Natasha Piludu classe 1995, n.831 WTA
Natasha Piludu classe 1995, n.831 WTA

Sezze Romano, agosto 2016. La francese Estelle Cascino ha appena sconfitto la russa Vasilisa Aponasenko ed il pubblico converge verso il Bar del Tennis. Gli spettatori si confondono con le giocatrici: la Francati, Bianca Turati, la Marchetti, la Marfutina, che poi vincerà il torneo, un 10.000k organizzato con tanta passione dal Tennis Club locale, tutti intenti a consumare un caffé, una bibita, un panino. Seduta ad un tavolo del bar, una ragazzina mora è impegnata a giocare a sudoku dal suo cellulare. Ha giocato il giorno prima, ha vinto ed aspetta di allenarsi. Al Bar la salutano con simpatia “Dai Naty, ancora con questo sudoku!”. “Hai ragione – risponde lei sorridendo – ma mi rilassa tanto”. Si apre un piccolo siparietto e così conosco Natasha Piludu, una 21enne con il sorriso di una 15enne. Quel sorriso, quell’espressione aperta e spontanea, che in gara cede il posto ad un viso grintoso ma sempre solare, oggi diventano, metaforicamente, una piccola finestra che apriamo per conoscere meglio il mondo ITF. Molte di queste ragazze che giocano senza interruzioni per tutto l’anno, sono per tanti di noi null’altro che un livescore su un sito online. Numeri, percentuali di vittorie e sconfitte, talvolta qualche filmato in streaming di pessima qualità. Naty ci permette, e la ringraziamo per questo, di accedere a quel mondo, fatto di ragazze uguali alle loro coetanee, che coltivano sogni, speranze, amicizie; vite forse privilegiate ma talvolta cresciute troppo in fretta. La sua storia, la sua narrazione, ci aiuteranno a guardare oltre lo schermo di un Ipad. Raccogliamo il racconto di Naty, tra una pausa e l’altra del suo allenamento, con messaggi vocali su whatsapp, come è nello stile di tante ragazze.

Natasha Piludu, Naty per gli amici, presentati ai lettori di livetennis:

“Sono nata a Bari, mio padre è sardo, di Cagliari, ma io sono effettivamente pugliese.
Gioco a tennis da quando avevo 9 anni, non ho iniziato prestissimo. L’approdo al tennis è merito di mio padre e di mia sorella, che ha tre anni più di me, ha giocato a tennis e adora Federer. Più o meno ho sempre seguito mia sorella nello sport, ho fatto un anno di nuoto quando ero piccola, cinque anni di pallavolo, ho anche giocato a calcio. Ricordo che un anno facevamo lunedì, mercoledì e venerdì pallavolo, martedì, giovedì e sabato tennis. Il mio primo ed attuale maestro è Raffaele Gorgoglione. Con lui mi alleno presso il Circolo Tennis Bari. Non ricordo quanti tornei giovanili ho giocato ma ho iniziato tutto molto tardi.
Come tipo di gioco punto a chiudere il punto perché sono una giocatrice aggressiva, mi piace spingere. Preferisco spostarmi con il dritto però sono abbastanza soddisfatta anche del mio rovescio. Tuttavia la felicità che provo facendo punto con un un bel dritto è massima, indescrivibile. Mi piace anche lo smash e scendere a rete, mentre il colpo da migliorare è sicuramente il back, perché occorre un po’ più di sensibilità di polso che non ho ancora acquisito. Con Raffaele curiamo molto la preparazione fisica, devo dire che mi fa lavorare sodo, accidenti, e stiamo lavorando per avere sempre una condizione fisica perfetta. Attualmente sono molto pesante sulle gambe, sta per finire la mia terza settimana di preparazione dopo una prima dedicata ai test fisici. Sta andando bene, quindi sono molto positiva ma ovviamente c’è ancora tanto da lavorare. Il bilancio della stagione è più che soddisfacente: ho fatto i miei primi punti e in un solo anno sono comunque arrivata ad essere n.831 nel ranking, devo dire che sono molto contenta.”



I tuoi match migliori quest’anno e in assoluto:

“Le mie partite migliori di quest’anno sono due, entrambe risalenti ad agosto, nel 25.000 di Bagnatica: una è quella con la Pieri, forse la più importante a livello tecnico, ma quella con la Moratelli , nelle qualificazioni, è stata scatenante dal punto di vista emotivo ed importantissima per l’autostima.
Tuttavia la partita più bella della mia carriera, anche per il significato che le attribuisco, è stata quella con Giulia Gabba quando avevo 16/17 anni: lei doveva laurearsi e magari non si stava allenando tantissimo, però da incosciente vinsi 6-2 al terzo, Fui felicissima perché la consideravo allora una delle tenniste più forti in assoluto, pensa che quando lei giocava i 25.000 io facevo da raccattapalle, quindi per me è stata una grande emozione, una delle partite più cariche di significato che io abbia giocato finora.”



E’ inevitabile chiederti dei tuoi obiettivi per il 2017:

“Sicuramente vorrei migliorare la classifica, scendere almeno sotto i 600 e miro a vincere il mio primo 10.000, che da quest’anno dovrebbero passare a 15.000. La mia programmazione quest’anno non ha riguardato solamente i 10.000: è stato il primo anno in cui ho giocato con una certa continuità, senza fermarmi, quindi ho partecipato anche a qualche nazionale per confrontarmi con un livello precedente e non perdere di vista il fatto che bisogna tenere i piedi a terra sempre e comunque, sarà la concretezza del sangue sardo… Così imposterò anche la mia programmazione 2017, insieme ai tornei internazionali ci sarà comunque qualche nazionale di mezzo che mi farà ricordare che devo lavorare tanto per arrivare.”



Ogni giovane ha i suoi miti. Nel tuo caso chi sono?

“Nel tennis ci sono due mostri che sono Federer e Serena Williams, sono due mondi che non sono comparabili con alcun altro nel tennis, quei due li hanno “buttati” nel tennis ma sono due livelli sopra gli altri. Serena è “la tennista”, Roger è “il tennista”, poi ci sono anche altri tennisti che mi piacciono e che possono considerarsi i miei preferiti, essendo i primi due una cosa a sé, non c’entrano con i tennisti umani. Una è la Azarenka, l’altro è Djokovic. Tra le italiane adoro e stimo molto la Pennetta, mi ha sempre affascinato, mi piace anche come stile personale. Ovviamente il mio essere aggressiva mi fa essere diversa nel modo di stare in campo, però spero che il mio gioco in futuro possa arricchirsi del suo esempio.”



Molti guardano voi tenniste come delle ragazze privilegiate, con uno stile di vita e delle possibilità di vivere esperienze precluse ad altri. Personalmente credo esista un rovescio “pesante” della medaglia in termini di stress mentale e rinunce. Qual è il tuo pensiero in merito?

“Ci sono due opinioni prevalenti tra le persone con cui parlo della mia vita: una è – beata te, a non fare niente – l’altra è – ma chi te lo fa fare, cosa farai più avanti nella vita se se non giocherai a tennis – . E’ fastidioso sentire questi discorsi, li trovo superficiali. Di queste due opinioni, soprattutto quella del – beata te – mi allarma, perché non tutti capiscono che, come in tutte le nostre passioni e attività, esistono i pro e i contro. Si è vero, viaggio molto, ho visto molti paesi, ho conosciuto tante persone, ma è altrettanto vero che non conosco bene forse neanche la mia città. Quando i miei amici di Bari mi parlano di pub, locali, io non so niente, non li conosco proprio. Al tempo del liceo i miei amici uscivano di pomeriggio ed io non potevo mai perché dovevo allenarmi. Tuttavia non rimpiango proprio niente, non mi piango addosso, ho tutta la settimana piena e me la sono riempita ancora di più, proprio perché mi piace essere impegnata e vivere la mia vita al massimo. Tutto quello che posso fare lo devo fare, anche perché questi anni non torneranno più, quindi sto cercando di fare di tutto, non solo nel tennis. Studio Scienze Motorie all’Università ed insegno l’italiano agli immigrati come volontaria, perché mi piace e voglio conciliare tutto, so che posso laurearmi anche stando qui, con la forza di volontà, in un’università pubblica, senza ricorrere a scivoli privati. Non uscirò tutti i giorni, ma preferisco questa vita ad altre possibili, perché quello che mi regala il tennis ogni volta che riesco a raggiungere un obiettivo, è qualcosa che non si può spiegare a parole, come quando studi e passi l’esame, soltanto che nel tennis abbiamo un esame tutti i giorni, ogni mattina e pomeriggio. Magari a volte non ti rendi neanche conto se hai dei pensieri negativi, devi essere positiva ma è comunque difficile restare fisicamente e mentalmente pronti per questa vita, è molto difficile, io mi sento di non viverla ancora a pieno perché non sono ancora nessuno. Spero che un giorni mi diventi tutto così naturale che penserò veramente di godere solo delle cose belle che questo sport può regalarti, questo è il mio obiettivo fondamentale.”



Secondo la Muguruza, nel circuito tennistico femminile è impossibile avere amiche. E’ così anche a livello ITF?

“Sicuramente ha ragione la Muguruza nell’ambito del circuito maggiore, poi non so, se un giorno dovessi arrivarci ti farò sapere meglio…comunque c’è molta competitività anche a livello ltf. Effettivamente anche io, come forse tutte, inizialmente avevo più facilità nello stringere rapporti con tennisti maschi, ma negli ultimi anni credo di essere stata brava a circondarmi di amiche, anche straniere, perché penso che questo sport ci abbia donato la possibilità di conoscere molte persone, quindi mi sembra un po’ stupido a questi livelli ancora bassi, come 800, 700, 900, avere una competitività tale da non poter parlare tra noi, diventare diffidenti e chiuse. Per me queste cose sono ridicole, accetto l’agonismo, ma non si può arrivare a sperare che un’altra possa avere brutte prestazioni o che possa fare peggio di te, le trovo piccolezze di una persona patetica e io non voglio essere così. E se trovo chi è di questa pasta la tengo lontana. Le mie migliori amiche tra le tenniste sono due ragazze straniere: Eliessa Vanlangendonck, belga, con cui ho giocato anche in doppio e Valentina Abrile, argentina.”



Come contrasti la tensione prima di un match?

Con il contatto con gli altri, essendo io tendenzialmente socievole se dovessi isolarmi mi caricherei troppo di tensione. Nel pre-partita, una mezz’oretta prima, mi ritiro, cerco la concentrazione da sola, ma fino a quel momento preferisco ridere e scherzare in compagnia; poi faccio molti sudoku, cruciverba, giochi con le carte. Se l’incontro viene sospeso è molto difficile mantenere alta la concentrazione: ad esempio in Croazia, il mese scorso, ho perso una partita spostata per pioggia dalla mattina al pomeriggio, poi ancora slittata di un’ora prima di iniziare, abbiamo ripreso praticamente di sera al gelo, vincevo 6-3/2-0 prima della sospensione ed ho perso invece al terzo. Ho cercato nella pausa di mantenere la tensione alta, ma non è bastato, anche perché lei, la Karanusic, ha avuto una reazione fin troppo eccellente, giocando davvero bene. Certo quella partita mi ha insegnato che devo imparare a reggere molto meglio lo stress prolungato.



C’è chi non riesce a conciliare lo studio con alcun altra attività, tu invece punti a laurearti. Qual è la strategia per te?

La mia strategia è avere delle priorità, il tennis è la mia priorità da quando ho finito gli studi al liceo, quindi mi impegno ad allenarmi per essere sempre fisicamente e psicologicamente pronta per le partite. Prima delle partite non mi metto a studiare per un esame ma mi concentro per la gara mentre nei tempi morti del tennis cerco di studiare e di impegnarmi con i programmi. Adesso, durante la preparazione che sto seguendo a Bari, tento di studiare un po’ di più, quindi magari rubo qualche ora al sonno o ad altre cose che non siano il tennis per cercare di preparare gli esami.



Tempo fa la Azarenka ha fatto riferimento ad un periodo di depressione che ha dovuto superare. Tra di voi parlate delle vostre ansie e paure?

Tra ragazze soprattutto, quando si affrontano delle crisi, o dei momenti di tensione, di pressione, si parla molto, perché è bello confidarsi con qualcuno che ti capisce fino in fondo perché vive la tua stessa vita e può capirti più di altri. Esiste lo stress da tennis certo ma, dall’altra parte, il tennis ti aiuta molto nel tuo processo di maturazione. Ti dico che nella mia vita, al di fuori del tennis, ho imparato a gestire maggiormente le crisi, familiari, personali, di studio. In generale il tennis migliora la gestione delle situazioni pressanti: la stessa lontananza da casa, quindi il distacco dalla famiglia, passaggio che per molti adolescenti è uno scoglio durissimo, ci abituiamo molto presto a viverlo e ad acquisirlo come risultato. Certo è un paradosso: il tennis ti stressa ma nello stesso tempo ti guarisce, e appunto penso che la Azarenka sia uscita da questo momento di depressione proprio grazie al tennis e se la causa è stata il tennis evidentemente succede perché a volte ci si carica troppo di stress e si arriva ad punto di rottura. Per me il tennis, almeno adesso, è determinante sia in positivo che in negativo, ma sicuramente a volte aiuta a star meglio. Aiuta a canalizzare meglio l’energia psicofisica.



E’ meglio ritirarsi al top dopo una vittoria, tipo Bartoli, o si gioca fin che ci si diverte, come Francesca Schiavone?

“Penso che non ci si debba per forza ritirare al culmine della propria carriera. Si inizia a giocare a tennis, per passione, per amore e, secondo me, è giusto continuare fino a quando questa passione termina, ammesso che accada mai. La stessa Pennetta che ha vinto e si è ritirata, comunque fa esibizioni, ha detto che giocherà solo per la voglia di divertirsi, non è che si smette completamente di giocare a tennis, è impossibile, dal momento che ha coinciso con gran parte parte della tua stessa vita. A meno che tu non abbia odiato questo sport, ma la vedo dura perché bisogna avere davvero tanta passione per arrivare ad alti livelli e quando dicono che Agassi ha odiato questo sport, di fatto lo scrive lui stesso, non so quanto sia una cosa credibile. Talvolta anche io dico che il tennis è una merxx, ma ci sono fin troppo dentro per rinnegarlo e non poterci giocare: è la mia vita, quindi vuoi o non vuoi sei dentro. E’ come quando uno dice – sono così, odio questa parte di me, ma sono così – non so come spiegarlo in altre parole.”



Che ne pensi dei genitori coach?

“Sono convinta che non è una delle cose migliori avere come allenatore il proprio padre o la propria madre, perché ognuno deve avere il suo ruolo, è importante quello di genitore ed è altrettanto importante quello di allenatore. Se convergono nella stessa persona credo si crei una sovrapposizione di ruoli abbastanza difficile da gestire, sia per la giocatrice che ha come figura di riferimento quotidiana, mettiamo caso, il padre e l’allenatore, sia per il padre che comunque è attaccato alla figlia e quindi non può essere così duro, oppure lo è troppo. E’ molto difficile secondo me, ma c’è chi riesce a sopportarlo ed in tal caso contano i risultati.”



Perché in Italia, dopo Pennetta, Schiavone, Errani, Vinci, non c’è stato un ricambio generazionale, Giorgi e Knapp a parte?

“Non sono nessuno per poter fare questa analisi perché comunque gioco a tennis e sinceramente non so perché non è avvenuto. Possono esserci due ragioni: o si è fatto troppo affidamento su chi era già ad alti livelli o si è investito troppo su giocatrici che poi sono svanite nel nulla. Oppure, molto più semplicemente non c’è stata l’annata giusta. Credo che tra le giovanissime occorra puntare più sulla qualità che sulla quantità, non soffermarsi soltanto sul numero di vittorie, ma puntare sul valore tecnico della giocatrice, perché ci sono fattori che si sviluppano con il tempo, come la solidità mentale e la continuità. Occorre saper aspettare. Ma resta una domanda a cui non so rispondere.”



Il futuro di Natasha Piludu

“Il tennis da 9 anni è la mia vita e sogno di fare questo come lavoro e quindi di arrivare più in alto possibile regalarmi tante soddisfazioni per la mia vita in generale a partire dalla laurea. Dopo il tennis mi vedo sempre in questo mondo magari a gestire un circolo mio e spero di realizzare un sogno: insegnare tennis a chi non ha nulla, neanche la forza di tenere una racchetta in mano ed aiutarli a sorridere.”



Di nuovo, come all’inizio del nostro racconto, ritorna il sorriso questa volta non sul volto di Naty ma su quello di persone che lei immagina di incontrare. Perché, come scrive Naty sul suo profilo facebook “un colore mi può incantare, uno sguardo mi può far innamorare, un sorriso mi fa sperare”. Ed è forse questo sognare di regalare speranza a chi non sorride più, lo Slam che Naty vincerà di sicuro.


Antonio De Filippo


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16 commenti. Lasciane uno!

Mammola (Guest) 23-11-2016 23:14

Bellissima intervista, sono contenta dello spazio che avete dedicato a questa ragazza, simbolo di tante sue coetanee che ogni giorno dedicano la propria vita al tennis, le faccio un grande in bocca a lupo per la sua carriera!

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Fede-rer 23-11-2016 10:51

P.s.: mi permetto anche di dire che si tratta di una ragazza particolarmente graziosa e fine: spesso l’aspetto esteriore è lo specchio di quello9 interiore.
In bocca al lupo per la realizzazione dei suoi sogni.

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Fede-rer 23-11-2016 10:20

Oh! Un plauso alla redazione! Questa sì che è un’intervista! E, soprattutto, questa ragazza mi sembra davvero una persona saggia! A 21 anni ha espresso concetti incredibilmente maturi e razionali! Ce ne fossero tanti di giovani così centrati che credono nei propri sogni non in maniera illogica ma con la testa sulle spalle ed un piano di vita concreto! Sono rimasto davvero affascinato ed ho letto le sue parole con un sorriso stampato in faccia che raramente fa capolino.
La seguirò con molto tifo e simpatia d’ora in poi. Non so se ce la farà, dipenderà da tante componenti. Ma glielo auguro di tutto cuore. E se non ce la farà nel tennis professionistico sono sicuro che con quella testolina vivace e quella determinazione positiva riuscirà alla grande nella vita.
In Italia abbiamo bisogno proprio di questo tipo di gioventù!

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tello 23-11-2016 07:59

Idee molto chiare, voglia di arrivare e giusta umiltà: spero arrivi in alto.

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CamporeseFan (Guest) 23-11-2016 06:48

Gran bella intervista! Complimenti

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circ80 22-11-2016 23:36

Scritto da Sottile
Una ragazza solare, completa e con le idee chiare, le auguro tutto il bene del mondo e complimenti all’articolista per la bella intervista

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Sottile 22-11-2016 22:28

Una ragazza solare, completa e con le idee chiare, le auguro tutto il bene del mondo e complimenti all’articolista per la bella intervista

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Fighter 90 22-11-2016 22:21

Dall’intervista si intuisce che è una ragazza intelligente e determinata, ma allo stesso tempo molto sensibile: davvero bella la risposta all’ultima domanda posta, sul suo futuro, dove vorrebbe aiutare persone che non hanno nulla.

Speriamo tra qualche anno di ritrovarla nel tennis che conta, perché questa ragazza merita.

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Obione (Guest) 22-11-2016 22:16

Che grinta che vita ricca! Complimenti!!!! Forza ragazza!

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Marcus91 22-11-2016 20:48

Ma che bella intervista e che ragazza raggiante la Piludu, spero che riesco a ritagliarsi un pò di spazio, perché questo tipo di persone fano bene allo sport!

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Luigi44 (Guest) 22-11-2016 20:27

Redazione, grazie davvero per questa intervista. Fatta bene, molto ricca e che ci permette di capire meglio queste ragazze che vogliono emergere tra mille difficoltà. Finalmente, poi, si può dire che è di origini sarde, sfatando le false voci del blog che dicevano fosse interamente pugliese. E’ poco importante, certo, ma per chi come me ha origini sarde è comunque una cosa bella sapere che qualcuno sardo anche solo per metà ce la sta mettendo tutta per emergere! Brava, Naty, continua così! Redazione… Ce ne regalate altre di interviste?

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mitch (Guest) 22-11-2016 19:45

Sembra proprio una bella persona. In bocca al lupo per tutto

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Luciano.N94 22-11-2016 17:44

Natasha è una bravissima ragazza (si capisce dal post) con la testa apposto,con obiettivi ben precisi.Spero che riesca ad emergere.Forza ragazza!

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Campa (Guest) 22-11-2016 17:12

Io la Piludu l’avevo gia notata da un po, l’ho vista questa estate a Sassuolo ma è gia da un po che inizio a seguirla.

Un’ altra che seguo è Federica Joe Gardella, devo fargli un intervista… per me ha delle basi di crescita!

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Mithra 22-11-2016 17:04

Gran bell’articolo.
La Piludu (mia compaesana) numeri alla mano (21 anni e n.830) forse non diventerà mai una campionessa ma leggendo le sue parole fa capire di essere veramente una ragazza con la testa sulle spalle, spontanea, sincera, solare, grintosa e soprattutto generosa.
In bocca al lupo x la tua carriera e x tutto il resto.

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radar 22-11-2016 16:36

Gran bella chiacchierata con Naty e gran bel modo per conoscerla un po’ meglio.
La ragazza mi sembra che abbia le idee chiare e una marcata grinta.
Aspetto di rivederla il prossimo anno.
Intanto mi fiderò, come sempre, delle informazioni di prima mano del mio amico..
, che denota, una volta di più, le sue ottime doti di articolista e di talent-scout 😉

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