Il tennista e istruttore Ettore Capello si racconta ai lettori: “nel 2017 voglio migliorare la mia classifica nazionale e internazionale, compatibilmente con la mia attività da istruttore, e riuscire a mantenere in serie B la squadra della Tirumapifort”
Rientrare nella classifica ATP significa tornare nel tennis che conta”. Inizia così la bella chiacchierata con Ettore Capello, 26enne tennista di Chivasso, comune non molto distante da Torino, che lunedì scorso ha centrato la prima vittoria della stagione Futures nel primo turno del $10000 in corso di svolgimento a Santa Margherita di Pula, battendo agevolmente in due set il giovane connazionale Riccardo Roberto. Ettore non è solo un tennista, ma anche un istruttore di tennis che nel 2009 ha costituito, assieme alla sua famiglia, la Tirumapifort ASD, e da due anni segue la scuola tennis all’interno del suo centro sportivo.
Ciao Ettore, partiamo dagli inizi. A che età ti sei avvicinato al tennis? Come è nato l’interesse verso questo sport?
Ho iniziato a giocare a 5 anni con i miei genitori e per dieci anni ho solo giocato d’estate, perché il mio primo amore era il calcio. Giocavo a tennis solo nei mesi estivi quando il campionato era fermo, anche se forse riuscivo meglio nel tennis, preferivo il calcio come sport di squadra e i miei genitori mi hanno sempre assecondato nelle mie scelte. Per aver preferito il calcio mi sono affacciato tardi nel mondo del tennis secondo i canoni classici, nonostante ciò dopo un grave infortunio alla gamba subito sui campi di calcio, ho scelto il tennis a tempo pieno.
Da qualche tempo ti alleni al Green Park di Rivoli con Gipo Arbino. Cosa hai migliorato nel tuo tennis grazie ai consigli di Gipo e del suo staff?
Dopo essermi allenato tre anni a Vercelli e un anno senza guida tecnica, sono seguito da Gipo e dal suo staff solo da settembre. A lui e al mio attuale preparatore atletico Franco Chiesa devo la mia rinascita motivazionale come giocatore. Dopo gli ultimi anni trascorsi giocando poco e male per problemi fisici, mi stavo orientando a dare prevalenza all’attività di istruttore, ma, nonostante l’amore per l’insegnamento, ho ancora piacere come giocatore di migliorarmi e di puntare a nuovi obiettivi. Con Gipo sto lavorando principalmente sul servizio e sugli schemi d’attacco per sfruttare al meglio le mie qualità esplosive. Il mio compagno d’allenamento storico è Alberto Bagarello con cui ho fatto finale al Futures in doppio a San Carlo Canavese lo scorso aprile. Da poco ho innalzato l’intensità del mio gioco allenandomi con Sonego e Tomasetto.
Oltre all’attività di tennista, sei un istruttore di tennis e insegni alla Tirumapifort. Quanto è difficile conciliare entrambi gli impegni?
Non è facilissimo conciliare le due attività: al mattino mi alleno sul campo o sulla parte atletica e al pomeriggio insegno ai miei ragazzi cercando di trasmettergli tutta la passione che ho verso questo sport. Grazie ai miei due collaboratori istruttori della Tirumapifort a volte posso assentarmi per tornei vari in giro.
Descriviti come giocatore, le tue caratteristiche in campo e la superficie preferita.
Mi definisco un attaccante da fondo campo, il mio colpo migliore è il diritto a sventaglio ma mi piace anche sbracciare il rovescio lungolinea a una mano. A 26 anni non ho ancora capito quale superficie preferisco, sono indeciso tra la terra rossa o il veloce.
Quali sono i programmi futuri da tennista? Qual è l’obiettivo per il 2017?
Nel 2017 voglio migliorare la mia classifica nazionale e internazionale, compatibilmente con la mia attività da istruttore, e riuscire a mantenere in serie B la squadra della Tirumapifort.
E da istruttore e maestro? Su quale progetto state lavorando nella vostra struttura?
Mercoledì scorso ho sostenuto la prova finale da istruttore di secondo grado FIT, qualifica che mi permette di far crescere il livello della scuola tennis in una piccola realtà del territorio di Chivasso. Il progetto è quello di innalzare la qualità dei ragazzi bilanciando l’apprendimento con il divertimento.
Come mai, negli anni passati non sei riuscito a confermare i risultati ottenuti e crescere come classifica?
Credo che uno dei motivi più importanti che mi hanno impedito di crescere negli anni passati sono stati gli infortuni e le continue ricadute subite, legati a difficoltà di recupero che mi impedivano di avere continuità, tanto da non riuscire in certi anni a giocare più di 20 match all’anno. Alternavo buone prestazioni ad alto livello, a partite pessime in condizioni precarie.
A 26 anni pensi ancora di poter sfondare come tennista?
Il mio percorso fin qui è stato anomalo, già a 15 anni mi sentivo dire che era tardi per poter fare carriera. Sono dell’idea che non ci sia una regola precisa per sfondare nel tennis, c’è chi matura tardi e ottiene risultati importanti dai 25 anni in su, mentre altri che si fermano pur avendo ottenuto degli ottimi risultati da under. Io non mi pongo dei limiti.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto è vincere un torneo a livello internazionale.
Antonio Galizia
TAG: Capello, Ettore Capello, Italiani
Ti aspetto qui a New York per il torneo internazionale forza Etto!!
Good luck!!
In bocca al lupo! Spero riesca ad ottenere ciò che sogna ed anche di più
Completamente OT…perché non iniziare una serie di interviste ai nostri tecnici nazionali a coloro che gestiscono Tirrenia, coloro che decidono le dinamiche di scelta della Fit? Così potremmo avere anche noi un’idea di chi sono, cosa fanno, i risultati da tennista e soprattutto da coach?
Infatti…..e chi non lo capisce 🙄 🙄 😉
Non è così difficile capire il criterio col quale Galizia effettua queste interviste eh: appena qualcuno realizza il primo punto ATP, viene gentilmente contattato e intervistato (oppure se un ragazzo fa un exploit in un future, ma ultimamente segue spesso il filone dei giocatori intervistati al primo punto ottenuto). Ció che ne esce è molto spesso una fantastica storia, che senza Antonio noi non scopriremmo poichè questi personaggi non sono alle luci della ribalta nel mondo del tennis. Pensa che palle una intervista a Fognini/Lorenzi/Seppi ogni 10 giorni.
Grazie mille Antonio!
Taormina è un dilettante confronto a te…..
E’ interessante leggere qualcosa di nuovo su questi giocatori….ma sono discorsi che valgono in pratica per qualsiasi tennista dal 2.4 in sù……
Qualche capacità ce l’hanno tutti, ma il tennis professionistico è un’altra cosa…..come confrontare una Ferrari da strada con la SF16-H, quella da Formula1.
Sarebbe interessante, allora, capire perché mai ci siano solo 8 tennisti under 25 nei primi 50 (e 21 nei primi 100).
Persino nel circuito WTA, dove storicamente in tempi antichi le teenager la facevano da padrone, ora ci sono solo 4 under 25 nelle prime 20.
Il nostro miglior tennista qui a “Chivas..Regal”!Anni fa sconfitto da Stephane Robert a San Marino.Grande Capitano dellaTirumapifort=Let’s hit stronger! Auguri per un grande rientro nel 2017. Ciao Ettore,non dimenticherò il tuo 61-61 inflittomi con soli 10 anni…
Si potrebbe organizzare un gioco:indovina il prossimo tennista italiano semisconosciuto e con pochissime possibilità di mettersi davvero in evidenza a livello internazionale,che verrà senz’altro intervistato qui su livetennis.
uno con ottime capacità coordinative,
anche se nell’ultima frase purtroppo si sbaglia: una regola, anche se non così precisa, c’è, e riguarda il fatto che il proprio picco fisico non lo si può inseguire a 40 anni, bensì più o meno a 20-25.
Inoltre la curva della capacità di prestazione fisica non è completamente slegata dalle capacità di maturazione tecnica, per cui sarebbe preferibile far coincidere questi due periodi della propria vita. 😕
Davvero bravi a scovare giocatori semisconosciuti.. e raccontare le loro storie sempre interessanti e mai banali..
… chi era costui …??