Alla scoperta di Alessandro Cortegiani: “il primo punto Atp lo reputo come il mio punto di partenza”
“Alle 11 di sabato 21 maggio è iniziato ufficialmente il torneo più importante della mia carriera, almeno fino ad oggi”. Incomincia dal racconto del Futures in Algeria la lunga intervista ad Alessandro Cortegiani, 20enne romano che la scorsa settimana ha conquistato il primo punto Atp della sua giovane carriera.
“Il primo turno di qualificazione l’ho giocato contro un tennista algerino che ho sconfitto 6-1 6-2 esprimendo un buon tennis, nonostante le condizioni fossero per entrambi davvero complicate a causa del vento. Il turno successivo ho affrontato un giocatore che arrivava all’ultimo turno di qualificazione grazie ad un bye. Con la vittoria per 6-0 6-0 mi sono aggiudicato l’accesso al main draw per la prima volta in vita mia. Il giorno seguente mi sono trovato ad affrontare un argentino davvero agguerrito, attualmente 1200 della classifica mondiale anche se pochi mesi prima aveva raggiunto la 950esima posizione nel ranking. È stato un match davvero complicato dal punto di vista emotivo. Giocavo il primo tabellone della mia vita, e giocavo per ottenere il primo punto della mia carriera. Ho sconfitto l’argentino con un doppio 6-2 e, nonostante l’emozione per l’importanza della partita, sono riuscito a tenere sempre alta l’intensità e la concentrazione. Quando mi sono trovato 6-2 4-1 ho realizzato veramente di essere ad un passo dal mio primo punto Atp. Nel game del 4-2 ho annullato 8 palle break e con coraggio ed equilibrio sono riuscito a tenere il servizio portandomi avanti 5-2 e sconfiggendo il mio avversario dopo un’autentica lotta con me stesso. È stato bellissimo.”
Molti appassionati di tennis si chiedono chi sia Alessandro Cortegiani. Vuoi presentarti parlando di te dentro e fuori dal campo di tennis.
“Alessandro è un ragazzo che lavora su se stesso da ormai 5 anni. Il mio Maestro Andrea Paramucchi mi ha indirizzato sulla retta via, facendomi capire fino in fondo cosa vuol dire giocare a tennis e intraprendere e percorrere questo difficilissimo percorso di vita e stare sul campo per me è anche l’occasione per affrontare le mie paure e le mie insicurezze e l’occasione per provare a risolvere le difficoltà con equilibrio e raziocinio. Questo è il lavoro fondamentale su cui mi baso. La ricerca e la lotta per essere un tennista in grado di non lasciarsi trasportare dalle emozioni e dai sentimenti che purtroppo, la maggior parte delle volte, ti portano ad avere atteggiamenti sbagliati che non ti permettono di far fronte alle difficoltà nella maniera corretta. Devi saper gestire l’ansia, la tensione prima di un match che ti tocca profondamente, altrimenti diventi succube di te stesso. Bisogna conoscersi profondamente per esprimersi al 100%. Faccio questo lavoro introspettivo per imparare a diventare prima di tutto una persona migliore, una persona più coraggiosa ed equilibrata, e quale palestra migliore se non il campo da tennis?
Ho iniziato a giocare all’età di 7 anni sotto casa al Sant’Agnese a Roma, mio padre mi mandava lì a fare il centro estivo, lui è un appassionato di tennis ma non è bravissimo con la racchetta in mano. Al di fuori della mia attività professionistica, conduco la classica vita del 20enne a cui piace uscire con la propria fidanzata, vedersi con i propri amici e nei week end liberi andare a svagarsi da qualche parte. Ovviamente ritaglio del tempo che dedico unicamente a me stesso, alla lettura ed alla preparazione all’università, vorrei iscrivermi all’università di Scienze Motorie dello IUSM. Sono tifoso della Roma e mi piace praticare altri sport come il calcetto, il beach volley e il beach tennis, ma ho sempre paura di farmi male.”
Quando hai capito che il tennis poteva essere qualcosa di più che un semplice hobby?
“Diciamo fin da bambino, infatti da piccolino ero abbastanza bravo. Ho giocato sempre i campionati italiani, la Coppa Lambertenghi under12, ho fatto molti raduni e conquistato i primi punti Itf Under18 a soli quindici anni, prima di me, della classe 1996, ci sono riusciti solo Quinzi, Baldi e Chessari. Poi mi sono un pochino perso, andavo al Liceo Scientifico Statale, studiavo tanto e giocavo poco. Inoltre mi è sempre piaciuto fare la classica vita adolescenziale, uscire e divertirmi con gli amici, e fare tanti sacrifici per il tennis per me era un peso. Da qualche tempo a questa parte sta cambiando qualcosa, sto finalmente capendo quali sono le mie priorità e qual è la mia vita. Sto decidendo di fare il tennista e questi sacrifici mi pesano sempre meno, sto acquisendo la consapevolezza di poter giocare a livelli più importanti, perchè il livello di gioco non mi manca.”
Come mai il tuo primo anno tra i grandi, ovvero il 2015, non è stato positivo?
L’anno scorso purtroppo, non è stata una stagione rosea. Venivo da un’epitrocleite contratta all’ultimo torneo della stagione precedente che mi ha tenuto fermo più di 2 mesi, nei quali mi sono dedicato unicamente alla preparazione fisica presso la struttura dei Piccari ad Anzio. Mi ero ripreso al 100%, fisicamente ero preparatissimo e stavo riprendendo a giocare, quando ho avuto uno stupido incidente, sono scivolato su un pavimento bagnato e cadendo male, mi sono distrutto il polso destro. Sono stato senza giocare a tennis per altri 3 mesi, nei quali ho fatto solo atletica. Verso Aprile ho ripreso a giocare e ho cominciato a carburare, arrivando a vincere, esattamente un anno fa, ad un Futures, una partita contro Alberto Cammarata 6-2 al terzo set dopo una vera battaglia. Successivamente sono stato impegnato con la maturità che mi ha portato nuovamente lontano dai campi. Ho ripreso a giocare tornei Futures e Open, ma non passavo un momento felicissimo a causa di problemi personali. Tornato a Roma mi sono preso qualche giorno di stop e mi è venuta la mononucleosi che mi ha bloccato per un altro mese. Guarito dalla malattia ho ripreso ancora a lottare chiudendo la stagione giocando qualche Open. Insomma posso dire che è stato un anno sfortunatissimo.”
Qual è il tuo staff attuale e dove ti alleni?
“Ormai sono più di 5 anni che lavoro con Andrea Paramucchi, prima al Salaria Sport Village ora al Circolo Valentini, anche se c’è stata una breve parentesi di qualche mese all’Aniene da Vincenzo Santopadre. Paramucchi è la mia guida, il maestro che mi ha formato più di chiunque altro tecnico, a livello tennistico e non solo. Sotto l’aspetto atletico mi segue Fabio Ingargiola, con cui faccio atletica a Tor di Quinto (Roma) insieme a Potito Starace, per me un esempio. È una grande fortuna poter stare a contatto con un grandissimo giocatore e poter fare con lui qualche allenamento extra.”
Descrivici il tuo modo di giocare e la tua superficie preferita.
“Il mio tennis rispecchia ormai lo standard attuale dei giocatori di media statura. Essendo alto 179 cm non dispongo di un servizio devastante, anche se gioco discretamente diverse rotazioni. Il mio punto forte è la solidità tennistica e mentale mentre il mio colpo migliore è indubbiamente il dritto con cui riesco a ribaltare tante situazioni e fare molti vincenti. La mia superficie preferita è la terra perchè ho giocato solamente su terra, mi piace giocare sul cemento, anche se non ci gioco praticamente mai, nonostante mi dicono che potrei rendere bene anche su questa superficie.”
Quali sono i tuoi obiettivi per il 2016?
“Il mio obiettivo principale è indubbiamente cercare di esprimere un tennis sempre più equilibrato dal punto di vista tattico. Saper fare le scelte giuste al momento giusto e nel modo corretto. I punti Atp arriveranno come è arrivato questo, l’importante è lavorare duro e impostare l’attenzione sulle cose che contano veramente. Appena finirà il mio impegno con la Serie B con il Canottieri Roma, inizierò a girare con più frequenza tra i tornei Futures.”
In una risposta precedente hai parlato di sacrifici, cosa servirebbe per sfondare nel tennis?
“Per sfondare serve fare tanti sacrifici. Questo sport è veramente dispendioso sotto qualsiasi punto di vista, non bastano gli allenamenti massacranti, le rinunce, le sconfitte che pesano sempre di più delle vittorie, ma è necessaria anche una grandissima disponibilità economica perché più si viaggia e maggiori sono le opportunità di prendere nuovi punti e crescere di ranking. Cerco di aiutare i miei genitori che mi finanziano interamente e fanno dei sacrifici per me e, quando posso, mi trattengo dopo gli allenamenti ad aiutare gli altri maestri nei corsi, inoltre prendo qualche soldo con il campionato a squadre e con i tornei Open.”
C’è qualche persona che vorresti ringraziare pubblicamente per l’aiuto che ti ha dato?
“Un ringraziamento speciale va sicuramente alla mia famiglia, che, come ho detto prima, mi sta permettendo di provare a realizzare un sogno; alla mia fidanzata Veronica che mi è sempre vicino e mi segue come può a qualsiasi match; al mio maestro con cui ho uno splendido rapporto che nonostante i suoi mille impegni mi aiuta in campo e non per riuscire in quello che faccio e infine a tutte le persone e agli amici che fanno il tifo per me ogni volta che scendo in campo.”
Un’ultima domanda, come hai festeggiato il primo punto Atp?
“A dire il vero non ci sono stati grandi festeggiamenti, anche se per me è stata una piccola-grande soddisfazione. Lo reputo come il mio punto di partenza perché non mi precludo alcuna chance, visto che mi piace pensare che non sia scritto da nessuna parte che Alessandro Cortegiani non possa arrivare a giocare ad alti livelli.”
Antonio Galizia
TAG: Alessandro Cortegiani, Cortegiani, Italiani
@ Safin68 (#1612782)
Se contasse solo quanto va forte la palla, anche i trogloditi sarebbero fortissimi tennisti.
Per fortuna il tennis non si basa sulla velocità di palla.
Dove l’hai visto giocare?
Non me ne voglia ma l’ho visto giocare e sinceramente la palla non va mai anche se fisicamente è ineccepibile
@ e-team (#1612519)
2.4 non 2.5
Invece di commentare l’età di questo ragazzo, riflettete su ciò che ha detto. Ci sono diversi spunti di riflessione.
Dai Alessandro continua sulla tua strada, con questo punto Atp sei già un professionista, metticela tutta, perché non sta scritto da nessuna parte che tu non possa riuscire…
@ sons of garanganga (#1612267)
m davvero 😮
@ Nat (#1612075)
era un prospetto interessante da ragazzino ma ad oggi è 2.5 classifica nazionale e credo che non farà mai parte del tennis professionistico
Bravo. Continua cosi
Ma invece di parlare dell’età presunta e reale, perchè non parliamo dei contenuti dell’intervista?
Ahahaha
Dalla foto dimostra quarant’anni 😆
Esatto sembra Corretja trentenne! 😛
E’ poi lui? Mi sembra un trentenne.
Ragazzo umile e con voglia di lavorare,spero che riesca a sfondare.Ma il fotografo è riuscito a far sembra un 20enne un 36enne!Complimenti!Ero scioccato quando ho letto che ha 20 anni,perché come ho detto precedentemente,dalla foto dimostra almeno 36.
Complimenti al fotografo che è riuscito a cogliere il tennista in un gesto non proprio esemplare …. :–)
Non è facile sfondare nel tennis, serve talento ma soprattutto testa e voglia di soffrire, allenandosi come dei dannati per inseguire un sogno che solo pochissimi realizzano.
Ci sta che dei ragazzi arrivino nel periodo adolescenzale e mollino tutto.
non solo per quello che dice ma anche dalla foto non sembra avere 20 anni
Ma che maturità dimostra questo ragazzo a soli 20 anni?
Complimenti e in bocca al lupo per la carriera di professionista
Quanti talenti che si perdono o nn hanno la testa o i mezzi per andare avanti. Vedi Chessari che da u14 se la giocava cn Baldi e Quinzi, peccato
Che fine ha fatto riccardo Chessari?
Spero vivamente che Alessandro riesca ad emergere. Nelle sue dichiarazioni ci sono spunti davvero interessanti e che aprono ad una riflessione su ciò che significa fare il tennista a livello futures o anche challenger.. forza Ale!!!
Complimenti,ma non credo fara’ strada,il tennis che conta e’ altro
Grande Ale bravo ragazzo dentro e fuori dal campo!!!
L’ho conosciuto Alessandro perchè l’anno scorso il suo maestro mi faceva lezioni. Ragazzo bravo e umile lui e Paramucchi è un maestro coi fiocchi, ti sta appresso un milione di volte fino a che non hai imparato il movimento.
Proprio una bella coppia.
Grande Ale bravo giocatore e gran bravo ragazzo !!!
Se esprime il suo tennis come si esprime in questa intervista allora Alessandro farà una bella carriera.
Ragazzo intelligente. Auguri, spero di vederti presto nei challengers.