Open Court: Roland Garros negativo per gli italiani, tra fisico e testa (di Marco Mazzoni)
Facile, troppo facile “sparare sul mucchio” dopo uno Slam andato così male per i nostri azzurri. E che Slam poi, Roland Garros… Quello che abbiamo vinto più volte, che ci ha regalato le gioie più grandi. Quello da cui mediamente (e storicamente) riusciamo a portare a casa risultati, a volte qualche sogno. Non è il tempo dei processi, la stagione è appena a metà. Chissà che sui prati non arrivi qualche sorpresa, o magari una risalita sulla terra battuta estiva, altra parte dell’anno spesso a discrete tinte azzurre. Però è innegabile che le nostre racchette al Roland Garros 2016 abbiano deluso. In realtà, alla vigilia non mi aspettavo molto. Pessimismo? No, realismo semmai.
La maggior parte dei nostri azzurri/e non è arrivato bene a Parigi, lo si sapeva e lo si era visto già a Roma. Si sperava che l’aria dello Slam unita ad una sicura voglia di rivincita potessero fare un piccolo miracolo, o almeno accendere un fuoco in qualcuno; magari in Fognini, capace di match splendidi al Bois de Boulogne. Niente. Purtroppo al giovedì sera solo la brava (guai a chiamarla “fortunata” per tutto quel che passato!?!) Karin Knapp è ancora in corsa. Se lo stramerita, augurandole di continuare a giocare il suo miglior tennis e soprattutto incrociando le dita per una buona salute atletica nei prossimi mesi. Speriamo che la sua corsa sia appena ricominciata dopo una carriera costellata da ostacoli davvero alti, che pian piano è riuscita a superare, con determinazione e coraggio. Brava.
Perché siamo andati così male? L’analisi non è facile, e non mi piace mai generalizzare. Anche se parliamo di “movimento”, il tennis è e resterà sempre uno sport individuale, in cui ogni momento e situazione è figlio di tanti piccoli fattori unici, personali. E’ doloroso constatare come queste situazioni particolari si siano concatenate, in modo perfido, e tutte in negativo.
Non proverò adesso ad andare a ritroso ed analizzare nel dettaglio i perché delle varie sconfitte. C’è chi ha avuto poca fortuna, chi ha solo giocato male; chi ha prodotto una prestazione discreta ma non sufficiente per l’altissimo livello di uno Slam, e chi proprio ha deluso su tutti i fronti, senza attenuanti. Storie diverse tra loro.
Tuttavia nelle prestazioni negative dei nostri un paio di fattori piuttosto “simili” li possiamo individuare, e non sono indizi banali. Purtroppo. La sensazione è che in molte delle sconfitte azzurre abbia pesato una condizione atletica non perfetta ed una condizione mentale altrettanto deficitaria. Un segno meno in due degli ingredienti più importanti nel tennis ipercompetitivo dei nostri giorni. Un deficit che in alcuni dei nostri atleti è “pericoloso” perché ci induce a pensare ad un logorio ben avviato, e complicato da invertire.
Lungi da me voler esser polemico e non costruttivo, ma è altrettanto inutile prendersi in giro: le nostre migliori racchette stanno invecchiando, non poco, e di ricambi pronti all’orizzonte non c’è traccia. La speranza è sempre quella di una ripresa, di un momento “no” che si possa invertire con buone prestazioni. E’ importante restare positivi, fiduciosi nella voglia dei nostri di spingere ancor più forte sull’acceleratore e ritrovare la miglior condizione fisica e mentale. E’ stato un 2016 davvero difficile sul piano fisico per quasi tutti i migliori azzurri. Bolelli ad esempio sono mesi che non sta bene, fa fatica ad allenarsi, e sta pensando seriamente ad un intervento che si spera risolutore, ma che lo metterebbe di nuovo al box per un po’, …proprio quando nel 2015 aveva finalmente trascorso una stagione abbastanza tranquilla, segnata infatti da buoni risultati. Anche Seppi si è fermato, è ripartito, ma stenta a riprendersi, ed Andy non è più un ragazzino. Sfortunato pure Fognini, che si è fatto male a febbraio, compromettendo la preparazione alla stagione sul rosso, a cui è arrivato troppo indietro per esser competitivo al massimo e togliersi soddisfazioni come l’anno scorso (aveva già battuto 2 volte un certo Nadal in questo momento dell’anno). Facile puntargli contro il dito dicendo che pensa solo alle prossime nozze… Potrà anche essere distratto, ma se il fisico non va, oggi in uno Slam non vinci; e per uno con la sua fragilità mentale diventa ancor più complicato restare lì a lottare quando senti che non vai.
Queste sono solo piccole considerazioni su alcuni di loro, e non scusanti. Purtroppo il nostro amato tennis è diventato sempre più difficile, sempre più sbilanciato sul lato atletico della prestazione. Stare bene al 100% (o quasi) è diventata conditio sine qua non per poter competere al massimo livello; se non stai benissimo, non vinci. Sul fisico si può lavorare sempre, a meno che non ci siano problemi strutturali gravi. E’ più complesso lavorare bene sul piano mentale, su quello della motivazione, con l’aggravante che le due cose vanno assai di pari passo. Se devi riprenderti da momenti no e far tanta fatica atletica, serve una testa ancor più libera, forte, serena, concentrata, che ti faccia stare lì a soffrire con positività, guardando lontano. Quando la testa non lavora bene, allora tutto diventa ancor più difficile. Non è facile far girare in sincronia il tutto, ancor più in giocatori con tanto tennis alle spalle, magari già un filo proiettati al “dopo”, o comunque con meno fame ed altri progetti già in testa.
E’ corretto anche affermare che gente come Seppi, Vinci, Errani, per non parlare di Schiavone o anche il bravissimo Lorenzi, ha dato tantissimo al nostro sport, ed è assolutamente normale che con tanta polvere sui calzini e chilometri nelle gambe possano vivere dei momenti di calo, appannamento agonistico e di motivazione. Tanto che vederli in campo a Parigi mi ha fatto provare una sensazione di fatica. La parola fatica infatti incarna bene alcuni momenti delle loro sconfitte, la sensazione che ci abbiano provato ma che poi non siano riusciti mettersi in moto e abbiano un po’ mollato. Alcuni di loro non hanno nemmeno nascosto nel post partita la propria delusione, l’insoddisfazione per un torneo a cui non sono arrivati come volevano e che sperano di dimenticare in fretta, per poter ripartire.
Ripartire è una parola magica, è la voglia di mettersi alle spalle momenti brutti e credere nel proprio futuro a breve, investendo su se stessi. Dobbiamo augurarci che molti di loro riescano a ripartire più in fretta possibile, magari già a Wimbledon. Dobbiamo augurarci che Sarita, Roby, Andreas & C. abbiano ancora dentro un po’ di fuoco, che riescano a tirar fuori quella motivazione necessaria a lavorare bene e tornare a giocare il miglior tennis. Dobbiamo sperare che dietro qualcosa si muova, anche se la crescita dei più interessanti sembra vivere un momento complicato, per tanti motivi, che magari analizzeremo più avanti. Dobbiamo augurarci di avere la pazienza di attendere chi promette, ma anche la forza per fare uno scatto in avanti a livello di sistema, il coraggio di rivedere alcune scelte che non stanno pagando come si sperava, per non ritrovarsi tra un paio di stagioni in un deserto desolante e gli stessi problemi a penalizzarci, chissà per quanti anni ancora.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: crisi azzurri, Italiani, Marco Mazzoni, Open Court, Roland Garros
Quotissimo parola x parola
Ma in quel caso era un top 15 bello e finito non un ventenne 500 al mondo! Anche Fognini magari se si ferma tornerebbe a vincere sempre a bassi livelli. Ma il giovane acerbo deve partire bene con entusiasmo con scelte giuste. Come uno Zverev pessimo a livello futures che la nostra federazione vorrebbe forse ancora in Sardegna a sgobbare nei 10k senza alcuna WC in tornei superiori. Può bruciarsi non scherziamo.
Koko
una cosa vera nel tennis è che se vali…vinci! c’è poco da fare!
allenatori sbagliati, wc, tornei vicini e lontani, sono solo degli ostacoli ma se hai il livello vinci…sempre…e basta.
Guarda cosa ha combinato Troicki quando ha reiniziato a giocare.
Ha fatto futures improbabili e quali challenger, ma nel giro di 6 mesi aveva di nuovo scalato la classifica.
Mica vero, c’é gente nostrana come Claudio Fortuna che sta lottando nel mentre con promesse del futuro tennistico come Stefanos Tsitsipas in un ITF nazionale: poi al movimento, pur concedendo la fase strappalacrime come questa del ritiro della Pennetta che qualcuno vorrebbe ancora a Rio alle imminenti olimpiadi in gara, anche gli IBL16 io li avrei voluti meno caciaroni di feste sul terreno del “Pietrangeli” e più orientati a presentare qualche giovane per il futuro, come successo ad Alexander Zverev invitato come partecipante non giocatore agli ultimi masters indoor tenutisi alla arena Oxigen londinese…
ancora un articolo scritto da competente: una sola cosa: ma veramente ci sono tante persone che pensano che i tennisti citati facciano tanto per l’Italia ? Io penso che siano dei professionisti che lavorano per i loro interessi per il loro futuro economico (giustamente) vincono e perdono in base alla loro prestazione e all’avversario difronte; noi dobbiamo solo divertirci vedendoli giocare, imparare qualcosa e disinteressarci del paese da dove provengano.
È la politica del consenso di cui parlavo sotto…
Continuando il discorso in effetti è un vero delitto non sfruttare l’enorme quantità di challengers nostrani per generare almeno quantità nei giovani intorno ai 300 ATP. Il problema è che il sistema delle WC andrebbe riformano nelle incentivazioni più intelligenti e meno burocratiche. La chance di giocare in un challeger nostrano va data a quasi tutti i giovani ma poi non ha senso rispedire chi ottiene qualche risultato challenger alla Pellegrino nei futures! Chi fa risultato nei challengers e comincia a giocarsela con top 100 rimane anche con WC quali challenger in quella dimensione! Gli sconfitti perenni ai primi turni challenger si prendono una lunga pausa di riflessione nei futures. Chi vince un futures e fa pietà nei challengers nostrani (alla Quinzi) rimane nei futures fino a che non batte concretamente e spesso gente vicino ai 100 nei tornei superiori. Si scoprirebbero tennisti magari mediocri nei futures ma che si appoggiano bene sul gioco di giocatori più forti, con testa tendente al gasamento da “grande” appuntamento e magari farebbero spesso la sorpresa.
Caro Marco , ogni tanto sarebbe opportuno non guardare il dito ma mettere a fuoco la luna . Bene l’ho già scritto , tutti gli italiani che oggi stanno concludendo la loro carriera, hanno o fatto meglio di quanto ci si aspettasse da loro, molto meglio . Ma il compito di chi governa/amministra una azienda è quello di travare nuove soluzioni in linea con i tempi e con il mercato per continuare ad occupare la posizione acquisita . Invece , chi è nella stanza dei bottoni ha scelto di investire in un unica direzione , marketing e comunicazione.Quindi c’è poco da lamentarsi se fra qualche tempo seguiremo i nostri portacolori nei tornei Challengers. Se non capisci, se non investi , se non progetti , per quale ragione dovresti raccogliere frutti ?
A mio modesto parere sarebbe stato più giusto fare i bilanci alla fine del torneo di Karin.
L’obiettivo vero infatti è ripartire ma non con gli attuali logori ed invecchiati protagonisti con pancia piena e soddisfatti ma con tennisti che di numero abbiamo ben più giovani. Ad esempio nel maschile fare un gran lavoro per portare i 20-23 enni intorno ai 300 ATP in gran numero (è possibilissimo con programmazioni adeguate e anzi forse ne abbiamo più di paesi tradizionalmete a noi superiori nei numeri) e se il numero è grande abbastanza con 10-12 elementi è statisticamente certo che almeno 4 o 5 faranno imprese alla Fabbiano (se non superiori) per avvicinare i 100 ATP.
@ andrewthefirst (#1609327)
ciao, accetto ogni tipo di critica educata, senza problemi, e ti rispondo volentieri.
Non è nel mio stile essere buonista o imbonitore, se ogni tanto leggi i miei articoli, puoi constatarlo da solo. Cerco di essere equilibrato. A chi ed a che cosa serve continuare ad innescare una guerra (e poi, verso chi?). Criticare è legittimo, necessario; ma credo sia bene farlo con una visione costruttiva, senza mai perdere di vista una corretta informazione e mai per partito preso e per strappare il titolone, i clic, il facile consenso. Preferisco capire e cercare di informare.
Il tennis è uno sport difficile, individuale, che coinvolge in modo molto delicato giovani nella fase di sviluppo/prima maturità, le loro famiglie. Prendersela solo con chi governa il ns sport non ha senso. Per il problema della crescita dei giovani e dei ricambi, ci sono tanti problemi, colpe da parte di chi amministra ma non solo. Mi sembra di vedere tanta crisi in tutti i settori del nostro sociale, dalla scuola a tutti gli sport. Credo che nel tennis servirebbe un sistema ancor più profondo, sinergico, che premi la qualità dovunque essa sia. E’ un discorso mooooolto lungo e complicato. Ne riparleremo.
saluti
Sul commento riguardo Fognini sono daccordo a meta’, nel senso che e’ vero che ha perso parte della preparazione ma e’ gia’ un po’ che e’ entrato ed e’ difficile palesare come deficit la condizione fisica quando ci si presenta con la pancia….Fognini nonostante la pausa non doveva ripresentarsi con la pancetta, nonostante questo dopo molto tempo che e’ ritornato e’ ancora li con la circonferenza allargata..questo significa che non c’e’ con la testa anche fuori dal campo, che non si allena bene, che non vive bene i sani momenti che un atleta dovrebbe trascorrere fuori dal campo in attesa dei match e degli allenamenti…quindi piu’ che sulla quantita’ di tempo che ha avuto a disposizione Fognini parlerei di qualita’ e predisposizione a recuperare con sacrificio che non c’e’….la pancia, l’aspetto smarrito e il body language parlano per lui
Ma perché solo i nostri si infortunano e poi perdono sempre? 🙄
Gasquet:infortunato alla spalla ora che è tornato sta andando avanti.
Raonic:infortunio alla schiena in semifinale all’australian open e sta andando avanti.
Ferrer:infortunio al piede a Montecarlo e ora sta andando avanti nel torneo.
Non vorrei che sti infortuni in realtà siano una scusa bella pronta per giustificare delle prestazioni che sul piano mentale facevano pena a dir poco….
mi raccomando, giornalisti (?), andarci sempre con i piedi di piombo, non scontentare nessuno, non inimicarsi la federazione e i tennisti…
La speranza è che venga fuori un campione formato per i fatti suoi (probabilmente di famiglia ricca) perché se aspettiamo risultati dal sistema tennis italiano stiamo freschi.
Soldi ce ne sono tanti ma vengono spesi malissimo, fagocitati da una televisione creata ad uso e consumo dei tennisti divanisti (come me).
Il problema del tennis italiano è che non appena una nuova leva (non dico giovane leva) comincia a ottenere qualche buon risultato, dopo qualche mese si blocca ed entra in crisi. Crisi che possono durare anche anni. Anche quando sembra che, passato qualche anno, abbia superato la crisi, sia pronto a ripartire e tutto sommato si possa ancora sperare nel suo futuro, visto che è ancora giovane, tutto sommato, dopo qualche buon risultato, si blocca di nuovo.
Sia a livello maschile che femminile è così. La Caregaro, la Moratelli, come Quinzi, Travaglia. Fabbiano e Cecchinato sono arrivati tra i top 100, ma ne sono appena usciti. Sembrano determinati a giocare bene e a riprendere a macinare risultati, ma non hanno un potenziale così straordinario.
Eremin ha un grande potenziale ed è ancora in corsa a Vicenza, ma si è visto che gli manca continuità. Rianna dice che sta lavorando bene e in prospettiva si possa avere buone speranze, ma intanto? sarà pronto quando Seppi, Bolelli e Fognini non saranno più in grado di stare tra i top 100? Al momento c’è da propendere più per il no che per il sì.
@ sasuzzo (#1609233)
la Schiavone ha detto che bisogna creare validi e qualificati coach Italiani che siano operativi su tutto il fronte tennistico Italiano.. penso sia una steccata anche verso chi (quando lei era giovane) avrebbe dovuto seguirla ed invece non l’ha fatto.. ragion per cui poi si è vista costretta ad andar all’estero a cercarsi un’allenatore.. ne ha dette di cose importanti in conferenza stampa – chiaro che se deve esser solo lei a parlare di queste cose diventa un problema anche perché sappiamo tutti che quelli della Federazione non ammettono si parli in modo critico o accusatorio nei loro confronti… potrebbero farla fuori così come è successo ad altre tenniste Italiane prima di lei… io la farei a capo di tutto ma non penso che il Binaghi voglia lasciar la sua preziosa sedia 😆
cmq ecco in breve la sintesi delle parole di Francesca in conferenza stampa in merito all’attuale pessima situazione del nostro tennis Italiano!
Schiavone: “non si è investito sui nostri successi, né coach…” C’è da lavorare tanto sui giovani. C’è da tirare su un sistema che ora fa fatica e sicuramente c’è da investire tanto. Altrimenti nei prossimi anni scriverete tanto degli stranieri e poco degli italiani..
dopo la mia Vittoria al Roland Garros, si sarebbe potuto lavorare di più per la crescita del tennis Italiano, Un altro momento è stato l’anno scorso con il trionfo (agli US Open ndr) di Flavia. Ma anche nel 2012 con la finale di Sara, Quello era il momento di investire su grandi coach che diventassero nostri. Ma sono mie fantasie forse…
Io ho un ruolo. Però l’ho sempre detto: lavoriamo sul futuro ma anche su noi stesse. A me piacerebbe avere un coach italiano e un sistema italiano da seguire. Mi auguro che Flavia possa fare qualcosa e che nuove professionalità possano esprimersi nel nostro paese..
Il sistema in Italia esiste, che funzioni o non funzioni dovete anche voi vederlo. Io sono dell’idea che bisogna investire molto, bisogna investire tempo, bisogna investire soldi per coinvolgere professionisti, perché costano tanto i bravi allenatori. Guardate a quello che succede in Francia o in Inghilterra. Capisco che gli Slam portino tantissimi soldi ma secondo me noi siamo pronti a fare un passo molto importante per i nuovi giovani… Non possiamo essere tutti fenomeni e baciati dal signore. Ci vuole qualcosa sul quale lavorare molto molto duro. Soprattutto oggigiorno.
Bravo Mazzoni, molto condivisibile.
La frase più significativa è proprio nell’incipit dell’articolo. “FACILE SPARARE NEL MUCCHIO”…
Infatti è quello che molti appassionati stanno facendo… Si spara nel mucchio lamentandosi di tutto e di tutti facendo troppi pochi distinguo!
Non si possono, per esempio, paragonare le situazioni della Vinci con quella di Fognini… Ma anche altre. Ognuno ha il proprio percorso e le proprie colpe e se si vuole fare un’analisi critica corretta bisogna analizzare caso per caso.
Rimanendo agli esempi citati, la Vinci dopo aver raggiunto la finale slam ed il sogno di entrare in Top 10 e dopo aver giocato tantissimo ad inizio anno era prevedibile e comprensibile che avesse una flessione. Bisognerebbe solo capire perchè sia di nuovo aumentata la massa grassa ed abbia perso di conseguenza così tanta mobilità.
Fognini, invece, avrebbe bisogno di un’analisi più dettagliata: una volta si dice che è colpa del campo sul quale è stato collocato dagli organizzatori, un’altra ha in testa il matrimonio (come se Murray, Federer, Nole ed altri non si fossero sposati) ecc ecc. La realtà è che Fognini ha la pancia piena (metaforicamente e non), è evidentemente appagato dalla carriera che ha avuto (mannaggia a lui, avrebbe potuto arrivare molto più in alto con il talento a disposizione) e non ha più molta voglia di soffrire sul campo, anche in allenamento. L’indolenza trasuda da ogni suo atteggiamento. Sembra essere capitato lì per sbaglio. Non lotta, gioca una serie di colpi scollegati, a volte gli escono delle magie, il più delle volte delle ciofeche.
Seppi è, come è normale che sia, in parabola discendente ed ha raggiunto tempo fa il suo culmine… E’ reduce da un’operazione ecc ecc… Lorenzi è un ragazzo serissimo ma di certo non possiamo addossargli particolari colpe ed ha un’età quasi veneranda… Di Bolelli attualmente non me la sento di parlare essendo suo grande tifoso ed estimatore, ma la sua carriera globalmente è stata una grande delusione per me, lo ammetto.
Cecchinato è in progresso ma ha molta sfortuna nei sorteggi ed è molto mono-superficie… Fabbiano & c. credo siano piuttosto vicini al loro culmine.
Al femminile, la Giorgi (sono un suo tifoso, non un fanatico, per intenderci) è rimasta statica negli anni, mantenendo inalterati pregi e difetti (ed i difetti sono troppi), la Errani dopo anni di maratone e lotte punto a punto probabilmente ha perso un po’ di stimoli e voglia di soffrire/lottare (spero sia una crisi passeggera ma ne dubito), la Schiavone sta chiudendo la sua gloriosa carriera, la Pennetta si è ritirata ed è impossibile fare previsioni a lungo termine sulla Knapp perchè ogni volta che sembra stia arrivando al top il suo fragile fisico la tradisce ed è sfortunatissima.
Come vedete, per ciascun tennista si può e si deve fare un’analisi particolare. Se si analizzano i risultati a livello macro viene lo sconforto…
obiettivamente… gli infortuni concomitanti, di quasi tutti gli atleti di punta, non ci sono stati negli anni precedenti.
coincidenza che ha contribuito in buona parte al crollo delle prestazioni italiane.
knapp, operata
seppi, infiltrato
vinci, infiltrata
errani, infortunata
fognini, infortunato
bolelli, infortunato
giorgi, problemi alla schiena
A parte i “vecchi” io ho l’impressione che Sara abbia un qualche problema di tipo personale.
Fabio ha la testa sulle dinamiche della relazione con Flavia che in questa fase lo sta assorbendo, ma passerà.
Meglio non parlare di Camila, che Binaghi sembra voler buttare l’acqua col bambino e farebbe meglio ad accendere un cero che se non era per lei che si è fatta da sola nei suoi 15 anni di gestione non avrebbe creato nulla.
condivido le annotazioni, bisogna ripartire, però bisogna lavorare e non sognare, non vendere quello che non c’è.ho già scritto su queste pagine abbiamo una serie di giocatori uomini o donne, che definirei buoni, che ottengono qualche risulytato nel momento di buona forma , poi basta.
piccola annotazione sig giro82,nonparli di risultati ottimi per la giorgi, vada a vederla in diretta sul campo,e se mastica solo un po’ di tennis scoprirà un altra realta,io lo vista e non per una volta.
non appelliamo questi giocatori con l’aggettivo talento, è un grosso errore
rino
Grazie come sempre a Marco, risorsa inestimabile di livetennis, per questa analisi pacata della situazione degli azzurri. Per la seconda settimana del Roland Garros confidiamo ancora in lui per darci dei lumi sull’andamento del torneo.
bentornato Mazzoni, quando parliamo di: “scatto in avanti a livello di sistema”, “rivedere alcune scelte”, e ne parlano tutti gli addetti ai lavori, tifosi, giornalisti, anche la Schiavone ha dichiarato che bisogna investire, cambiare. Ma in realtà cosa intendiamo? la FIT deve cambiare modo di investire? perchè a livello di denaro credo ne spenda, ma male. Nel senso che segue i 18 20 enni elargendogli grosse somme di denaro per girare il mondo, ma i risultati sono scadenti. Ora, se intendiamo il tennista agonista(attuale e prossimo futuro) come talento puro, la FIT dovrebbe investire su pochi/pochissimi BAMBINI dall’evidente predisposizione tecnica, cosa che invece non sta accadendo. La Fit di Binaghi fa solo politica: accontenta tutti i circoli, raccoglie voti per concedere benefit, elargisce contributi a tante troppe speranze “ormai” più che adolescenti, li omologa al centro tecnico di Tirrenia. Sembra un modo di agire democratico ma in realtà lo scopo è il consenso politico. Mettiamoci pure che in Italia la mentalità della gran parte dei genitori è rivolta, per i propri filgi agli sport di squadra e il quadro è quello del tennis italiano degli ultimi 40 anni. Vorrei da parte sua un parere sul modo di investire di una Federazione Tennis.
Condivido in pieno il pensiero di Mazzoni e del resto non si può fare altrimenti, i risultati e le “performance” offerte parlano chiaro: c’è bisogno di ricambi, i nostri sono quasi tutti over 30 e chi non lo è (leggi Fognini) ha grosse pecche mentali in campo o guai fisici (leggi Knapp).
Veniamo da 6 anni di successi internazionali: 2 vincitrici slam e 3 finaliste, grande slam in doppio femminile, 1 slam maschile in doppio, 1 indian wells, svariati tornei premier e atp 500, fed cup a raffica e semifinale Davis) e ci eravamo proprio abituati bene.
Adesso è fisiologico che si vivranno anni di “passione”.
Gli atleti classe 90-97 (ovvero i professionisti dei prossimi 10 anni) non hanno secondo me i mezzi (non tanto tecnici ma economici e di sostegno) per aspirare ai vertici. La Giorgi, poi, unica a poter aspirare a ottimi risultati, è diventata quasi un caso diplomatico.
Bisogna ripartire dai ragazzi del 2000-2003 e iniziare un programma SERIO a livello junior, prima di sciupare un’altra generazione e per sperare in altri trionfi negli anni 2025-2030.
La sorte ha restituito a Karin un piccolo credito. Chiaramente con i “se” non si va da nessuna parte ma se non avesse avuto negli ultimi 4 anni tutti questi stop sicuramente sarebbe una tennista top 20 magari non una top ten perché ha un fisico troppo pesante, ma sicuramente tra la 15 e la 20a posizione ci può stare tranquillamente