Masters 1000 – Indian Wells: Djokovic sul velluto, supera facilmente un Raonic non al meglio e vince il primo Masters 1000 stagionale
Tutto troppo facile per Novak Djokovic nella finale di Indian Wells. Il n.1 supera nettamente un Milos Raonic non al meglio, vincendo il primo Masters 1000 stagionale e continuando così la sua corsa incredibile negli eventi di categoria iniziata l’anno scorso. Purtroppo la finale è stata assolutamente deludente. Djokovic è nettamente il miglior tennista al mondo, ma è stato anche agevolato dal trovarsi davanti un rivale fisicamente non al meglio, e “spuntato” della sua arma principe, il servizio. Evidente come Raonic non sia riuscito a servire a tutta, probabilmente per un problema alla schiena. Non trovava velocità di punta e nemmeno precisione. Non ha mai preso il ritmo, e se togli a Milos la qualità ed efficacia della battuta, per lui si fa notte fonda. Ancor più contro un tennista così forte e complicato come Djokovic, uno che non sbaglia letteralmente mai e ti costringe a giocare tante palle, spesso arrotate, quasi sempre da posizioni di campo scomode. Raonic c’ha anche provato, ha attaccato la rete, ha tentato drittoni inside out, ma niente. Oggi poco funzionava dalla sua parte della rete, mentre Djokovic ha fatto “il compitino”. Gli è bastato un match ordinato, di medio-alta intensità, attento a servire alte percentuali e non concedere gratuiti per portare a casa l’ennesima coppa del 1000 californiano. E nemmeno Djokovic s’era presentato al top ad Indian Wells, come ha dimostrato il suo percorso nel torneo, stranamente accidentato nonostante rivali non eccezionali. Del resto la forza di Djokovic è anche e soprattutto questa: riuscire a giocare con il limitatore inserito, la capacità di tarare lo sforzo in rapporto al momento, per non sprecare energie e tenersi il meglio per i grandissimi match. Purtroppo in questi casi a pagare è lo spettacolo, perché di partita ce n’è stata proprio pochina. Difficile anche commentarla oltre, perché la superiorità di Novak è stata così netta e totale da rendere superflua un’analisi approfondita. Solo con un Raonic pazzesco alla battuta si poteva sperare che ci fosse una buona finale. Così non è stato, e così la vittoria di Djokovic è stata fin troppo agevole per essere la finale di un torneo così importante. Ecco la cronaca di questo match purtroppo deludente.
Raonic inizia al servizio. La prima non ingrana, mentre la risposta ficcante di Djokovic si fa immediatamente sentire. Secondo punto, doppio fallo. 0-30, ed i decibel dei tifosi serbi sono già oltre i livelli guardia. Arriva la prima di servizio, e i primi punti di Milos. Tenta anche uno spericolato serve and volley il canadese, punito dalla “solita” risposta bassa e precisa del serbo. 40 pari, e seconda di servizio. Si scambia, Raonic cerca di uscire dallo scambio con un attacco nemmeno malvagio, ma castigato da Djokovic, che si procura la prima chance di break. Bravo Milos a tirare tre bordate di dritto di fila, e cancellarla. Tre minuti di partita, ma è già chiaro che solo ricavando molto dalla prima di servizio Raonic potrà fare partita, perché appena l’altro riesce scambiare la sua superiorità è evidente; come nel pallonetto micidiale, carico e perfetto che gli vale la seconda palla break. Ed il break arriva, con un dritto forzato dal canadese per scappare da uno scambio molto duro, in corsa sugli angoli. Djokovic è partito molto forte, per mettere in chiaro chi è il n.1, per far avvertire la presenza all’avversario e costringerlo ad un match in rincorsa.
Novak al servizio. Concede qualcosina, ma è paziente. Lavora ai fianchi Raonic facendolo muovere con palle cariche, mai banali, che lo costringono a lavorare di fisico e di testa e non gli consentono un colpo spacca scambio. La palla di Djokovic non va sempre al massimo, in settimana solo a sprazzi con Nadal è sembrato al massimo dell’intensità fisica. Milos è coraggioso, ci prova sempre, come con quel drittone in corsa lungo linea che fa esplodere lo stadio, ma Djokovic c’è. Ai vantaggi, il n.1 sale 2-0.
Raonic torna al servizio, ma l’Ace non arriva. Tanto che si mette a forzare da dietro, prendendosi troppi rischi, o subendo la qualità in risposta di “Nole”. 0-30 e 0-40, tre palle del doppio break, è già allarme rosso. Il break arriva subito, con ben 7 punti di servizio persi consecutivamente. Con questi numeri, impossibile per lui fare partita. 3-0 Djokovic. In questa fase il n.1 è perfetto: dritti lunghi e precisi, dritti cross vincenti, rovesci contropiede, attacchi e volee precise. Dominante. 4-0, con un totale di 21 punti a 10 al quinto game. Torna al servizio il canadese, ma nessun Ace all’orizzonte, il tutto aggravato da percentuali di prime troppo basse. Djokovic non regala nulla, lo fa correre e lo costringe all’errore. Questa prima finale ad Indian Wells si sta trasformando in un incubo per lui. Con tutta la violenza dei suoi colpi si trascina a 30 pari e trova finalmente il primo Ace del match. Lo slice esterno inizia a funzionare, non dando potenza da impattare alla super-risposta di Djokovic, ma gli errori di Milos restano troppi. Con enorme fatica muove il punteggio, 4-1 Djokovic.
In sicurezza Novak tiene il servizio, con quella prima carica e precisa che non consente a Raonic un attacco immediato, e con quei drive di rovescio molto carichi che mettono in luce tutti i difetti tecnici e di sensibilità del canadese sul lato sinistro. 5-1 Djokovic in controllo. Milos finalmente tiene un discreto gioco di servizio, sempre senza riuscire a fare differenza con la prima, ma è sotto 5-2. “Nole” serve per archiviare il primo set, e non si fa pregare. In sicurezza chiude 6-2, si siede con il ghiaccio sul collo per calmare la furia del sole del deserto, mentre Raonic corre negli spogliatoi con il trainier (e supervisor), probabilmente per un trattamento alla schiena. Sotto di un set e senza il miglior servizio, il match per il canadese sembra non solo in salita, ma già segnato.
Dopo oltre 7 minuti il gioco riprende, ma il secondo set inizia uguale al primo: Raonic alla battuta, e 0-30. Novak è lì, prontissimo ad aggredire le seconde del rivale, mettendone a nudo limiti di sensibilità sul lato sinistro, 0-40. Si aggrappa al servizio, spara con tutta la sua forza, 30-40. Da sinistra la prima non va, e la seconda, nemmeno così carica, è un invito a nozze per la miglior risposta del tour. Break Djokvoic, 1-0 avanti nel secondo, che in totale scioltezza tiene anche il suo turno di battuta, veleggiando comodo sul 2-0. Raonic non va, il suo servizio non morde, gli errori sono troppo frequenti per poter far partita pari con il “cannibile”, impossibile tentare una disperata rimonta sotto di un set ed un break. Nel terzo gioco si va ai vantaggi, Milos continua a provarci, corre ed attacca, ma non è preciso. Concede la palla per il doppio break, e la prima non entra mai. Novak con il minimo sforzo risponde cross, preciso, lungo, e provoca l’errore del canadese. 3-0 Djokovic, tutto troppo facile. Il match di fatto è già archiviato, e si trascina stancamente, pure senza grandi giocate o sussulti, fino alla fine. 4-0, poi un game lottato sul servizio di Raonic, che consegna l’ennesimo break con un dritto a tutta steccato malamente in tribuna, per il 5-0. Serve per il match Novak, e chiude in scioltezza con un 6-0 che è la miglior fotografia di una finale che di fatto non c’è stata.
Tra pochi giorni tutti a Miami, e ci sarà anche il rientro di Federer. Speriamo ci sia soprattutto una finale “vera”.
Marco Mazzoni
@marcomazz
Il livescore punto per punto del match
TAG: Djokovic, Masters 1000 Indian Wells, Masters 1000 Indian Wells 2016, raonic
@ Raul Ramirez (#1552838)
Ok, in quel senso sì, è un po’ un mezzo giocatore, per quanto in realtà è molto migliorato anche nel gioco in risposta, ma il match di ieri ovviamente non è indicativo in questo senso.
Per quanto riguarda Krajicek e Ivanisevic, certo che (almeno per ora) sono su un altro livello. Quello che intendevo è che non sarei così sicuro del fatto che all’epoca Raonic non sarebbe stato nei venti, visto quanto contava il servizio, e visto che appunto giocatori del genere hanno anche vinto Wimbledon e/o fatto diverse finali, nonostante neanche loro avessero un gioco completo.
Su Goran ti do invece ragione. Altra categoria…
sì certo… infatti Becker e Sampras avevano un servizio scarso…
Ma cosa stai dicendo?? A quei tempi con le superfici più veloci e l’erba vera avrebbe vinto già di più!
Inoltre, i miglioramenti di Milos negli spostamenti e nella varietà di colpi col rovescio sono ben visibili. Per me farà una grande stagione.
@ TheDude (#1552760)
Mezzo giocatore nel senso che tolto il servizio, gli altri fondamentali non sono da top ten.
Krajcek ( 6 a 3 negli head to head con un certo Sampras)vincitore a Wimledon, molto limitato dagli infortuni e Ivanisevic 4 finali a Wimbledon di cui una vinta di un’altra categoria rispetto a lui.
@ Raul Ramirez (#1552524)
Mah, io direi piuttosto il contrario, considerando che all’epoca il servizio contava così tanto che gente come Krajicek e Ivanisevic ha addirittura vinto slam. Non direi che quei due giocassero a tennis tanto meglio di Raonic.
Comunque mezzo giocatore de che? Ha avuto un grandissimo inizio di stagione, perdendo solo con Murray e Djokovic (in entrambi i casi ha avuto problemi fisici), battendo Federer (seppur non al meglio) e Wawrinka, è attualmente al numero 2 della Race, cosa doveva fare più di così?
Non è detto che riuscira a vincere slam in futuro (anzi, secondo me non ha grandissime possibilità), ma allora chiunque non vinca almeno uno slam è un “mezzo giocatore”?
forza federer e del potro, a tornare al meglio
@ Duilio (#1552699)
Hai ragione..però credo che nello sport moderno..la cura del fisico e la fortuna di averlo sempre al top siano fondamentali anche più della tecnica, guarda cr7 nel calcio, curry nel basket.. Usain bolt ecc ecc… Sono tutti campionissimi che non hanno mai avuto infortuni! Perché oggi è fondamentale stare sempre bene..sopratutto per il ritmo che impone lo sport professionistico
@ Fabio (#1552662)
Le doti tecniche sono indubbie, la forza di volonta e la professionalità anche, ma occorre essere obiettivi e riconoscere che è l’unico top ten a non aver nessun guaio fisico. Fortuna? predisposizione genetica? preparazione atletica oculata e bilanciata? credo un mix di tutte e tre.
Non dimentichiamoci ad esempio che con un Nadal al top e un Wawrinka on fire il nostro Nole non ha mai passeggiato sul velluto.
Non voglio togliere nulla a lui che è grande professionista e talento cristallino sia ben chiaro, analizzo solo le circostanze.
Raonic nelle finali di un 1000 sempre battuto male
Ma mica sarà colpa sua se gli altri non sono all’altezza eh…. Tra l’altro all’altezza di questo djokovic, nella storia ce ne sarebbero ben pochi
Ma succede mai che Raonic nn abbia problemi fisici?
Non so se ridere o piangere…
Mi appassiona molto di più il tennis femminile, troppa sproporzione evidente in quello maschile. Con Federer a mezzo servizio, Nadal umanizzato, Murray eterno secondo (o terzo) non vedo come ci possa essere suspance in qualsiasi torneo in cui Nole prenda parte da qui al primo vero infortunio (che ne decreterà il tramonto). La chiave oggi, in questo sport spinto ai massimi livelli la fa proprio l’integrità fisica. Tutti quelli che inseguono oggi Nole o sono a fine carriera o sono stati minati da almeno un infortunio grave.
Tornate presto Roger e Fogna (per motivi diversi, ovviamente), altrimenti non ci divertiamo più.
Novak Nojovic
il prato canadese è diventato una distesa di asfalto
Dittatura Djokovic!
Nole è proprio un trattore!
Incredibile
RAONIC PER ME RIMARRA’ SEMPRE UN MEZZO GIOCATORE. AL TEMPO DEGLI EDBERG BECKER AGASSI SAMPRAS COURIER NON SAREBBE STATO NEI VENTI