Il caos dopo la tempesta (doping)
È il caso mediatico e sportivo dell’anno, la vera prima volta in cui un tennista di successo incorre nel doping, un nome altisonante e di richiamo, ambito dagli sponsor e non certo uno di quei pesci piccoli ogni tanto colpito secondo le malelingue per mettere a tacere sospetti e malumori: la positività di Maria Sharapova ha sconvolto il mondo dello sport e sollevato un polverone di opinioni contrastanti, fra i corvi neri che più neri non si può che ne chiedono la testa e coloro che invocano clemenza, offuscati forse nelle loro idee dall’appeal della campionessa made in Russia e lontani dall’obiettività.
I fatti sono ormai noti, sebbene ogni giorno fiocchino particolari nuovi e pareri tranchant di colleghi o ex colleghi: la Sharapova e il suo entourage sono stati avvisati più volte riguardo il cambio del famigerato medicinale, passato da sospetto a illecito, un medicinale che sembrerebbe far parte della vita della russa da tanto tempo e preso per motivazioni esclusivamente mediche. Per molti sono bugie, per altri c’è la buona fede: ma perché sempre più atleti di vertice fanno ricorso a pratiche non proprio limpide e a medicinali per migliorare le proprie prestazioni, aggirando le problematiche e rimanendo nel circolo della liceità sospetta?
Non credo allo sport fatto solo ed esclusivamente per chi possiede un talento cristallino o per chi ha mezzi fisici al di fuori della norma, nemmeno si trattasse del più efficiente degli iron man: ma perché non accettare i propri limiti, cercando invece di trarre benefici da qualcosa che è completamente estraneo al corpo e ai suoi doni?
Facile adesso sparare sulla scuola russa, sulla scia del vaso di Pandora scoperto dallo scandalo doping legato al mondo dell’atletica targata URSS, ignorando i successi della Sharapova ottenuti negli anni e catalogandoli tutti come frutto del peccato: nascono però riflessioni che non possono lasciare il tempo che trovano.
Un detto popolare recita “Fatta la legge trovato l’inganno”: sta proprio in queste poche parole il succo del discorso. Se c’è un colpevole è soprattutto quell’organo che non ha tracciato delle linee guida marcate, mettendo bene in evidenza ciò che si può assumere e ciò che non si può assumere, senza troppi giri di parole e ovviamente fatta eccezione per quei casi limiti in cui il medicinale è di vitale importanza per il prosieguo della carriera di un atleta.
Perché la Wada, perché l’agenzia mondiale anti doping, è incappata nell’errore di lasciare troppe “sostanze” in bilico senza quel pugno duro che avrebbe chiarito certamente le cose? Nessuno si sarebbe potuto appellare a motivazioni personali e specifiche, perché la chiarezza è difficile da aggirare e al suo cospetto anche la buona fede capitola senza alcuna resistenza possibile.
Alessandro Orecchio
TAG: Caso Sharapova, Maria Sharapova, Sharapova
Sarà, ma almeno a me questa vicenda sembra strana…blockquote>Scritto da marcopiper
Si è vero, sei ingenua.
Si è vero, sei ingenua.
Ad un certo punto ( e non mi riferisco solo al caso specifico della sharapova)… Certi atleti devono solo ringraziare d’essere incappati nella rete dell’antidoping.
Anni ed anni a mentire agli altri ed a se stessi, per puro profitto… A discapito della propria salute.
I danni,di anni e anni di eccesso di farmaci… vuoi o non vuoi, Si presenteranno in futuro ” e con gli interessi”
Non mi riferivo specificatamente alla Sharapova, parlavo in generale.
Ma tu sei davvero sicuro che la Sharapova, sapendo di essere dopata e con la federazione russa al centro del doping, abbia deciso spontaneamente di andare a fare gli AO senza ripulirsi? Oppure secondo voi questi tennisti che hanno staff medici (non un solo medico) non si sottopongano prima a delle analisi simil/wada? Praticamente prendere un campione del calibro di Sharapova significa che tu hai dovuto pagare qualcuno del suo staff, che conoscesse le abitudini e che volevi prenderla proprio in vista delle olimpiadi… L’unico errore di Sharapova è stato quello, per sua stessa ammissione, di non informarsi (alla fine il corpo è il suo) e quindi, a mio avviso, di non prendere la sostanza per doparsi… Se solo l’avesse presa per doping non l’avresti mai scoperta perché divenuto illegale ne avrebbe preso un altro. Non sono mica così stupidi.
@ magilla (#1547948)
Tu non sei fra i corvi ma fra chi dice pane al pane e vino al vino!!
Bravo!!
Comunque, c’è da dire anche che siccome il corvo è un animale famelico, intelligente e opportunista, in questo caso il corvo o meglio la “Corva” è stata la Sharapova che ha voluto sfruttare le opportunità del buco dei regolamenti WADA sull’uso del Meldronium, poi quando il buco è stato tappato definitivamente dalla WADA ci è andata a sbattere contro e ora frigna a fare la santarellina!!
htt p :/ /www.greenstyle.it /corvo-animale-famelico-intelligente-opportunista-129959.html
Ma d’altronde se una come la Sharapova è stata una protagonista assoluta nell’arte del disturbo regolamentare nel gioco del tennis nel circuito WTA, a essere protagonista pure nell’arte del doping regolamentare nel circuito WTA non ci voleva chissà quale impennata di genio, tutt’altro!!
http://www.spaziotennis.com/2015/07/maria-sharapova-larte-del-disturbo-regolamentare/
Ciao! Fabrice
Anche se l’arbitro è inadeguato, la colpa non è solo sua, ma anche di chi fa il furbo approfittando della poca chiarezza.
E’ probabile che di medicine tipo il Meldonium (che possono cioè essere usate per curare una patologia e contemporaneamente per doparsi o mascherare altri dopanti) ce ne siano molte e molte nuove ne escano nel tempo. L’iter per studiare un farmaco è anch’esso lungo (un anno per il meldonium). E’ evidente che è un lavoro non semplice. Che il sistema tennis faccia acqua da tutte le parti è ovviamente una verità assoluta. Stupisce lo stupore di alcuni, che sembrano cadere dal pero.
Io ragazzi sinceramente la cosa che non capisco è una: Come mai un’atleta come Sharapova se usa una sostanza per doparsi non va a leggere la lista o qualcuno la legga per lei? Io mi spiace dirlo ma inizio a credere davvero che lei non sapesse neanche che cazzo prendeva, come d’altra parte la maggior parte dei tennisti. Ma credete davvero che una che usa una sostanza per doparsi e lo sa non trovi il modo di coprirsi il culo? Una come Sharapova, poi. Ma credete davvero che volesse fare questa figura di cacca? Insomma credo che qualcuno del suo staff sapesse insomma che se la beccavano con il meldonium in corpo la squalificavano…quindi, sinceramente non so davvero quanto lei sia responsabile in questa vicenda. Prendetemi per scema o per ingenua ma io la penso così. Cioè uno ci sta attento per 14 anni e poi si fa prendere prima delle olimpiadi…
tipica mentalita’ italiana…..sempre colpa di chi comanda e mai del singolo individuo….se è vera la regola del”fatta la legge inventato l’inganno”…. la colpa non è della legge ma di chi inganna!…..le regole vengono fatte per essere rispettate e non per studiare le scappatoie….io sono tra i corvi!
Un’integrazione al mio primo post per essere più precisi!!
1)Budget 2015 WADA: $29Milioni
Fonte: https://wada-main-prod.s3.amazonaws.com/wada_contributions_2015_update_en.pdf
2)2015 M. Sharapova Earnings: $29,5 Milioni
($23 Milioni Sponsors, $6,5 Milioni Winnings )
Fonte: http://www.forbes.com/profile/maria-sharapova/
Saluti.
Fabrice
PS da notare che su quel budget la WADA ci deve anche pagare gli stipendi, viaggi, attrezzature,ecc.., insomma, per fare ricerca anti doping come si deve rimane ben poco!!
Non incolpiamo la WADA, non cerchiamo capri espiatori, gli “atleti” sanno benissimo cosa ingurgitano, rimanere a livelli alti è difficile, la Sharapova fa girare milioni di euro.
Perché prendi dei farmaci, anche se non è nella lista, se tu stai benissimo? come tanti altri atleti?
Non nascondiamo la testa nella sabbia, se il tennis non vuole fare la fine del ciclismo facciamo piazza pulita che sia il numero uno o il numero mille
Masha è stata beccata con le mani nella marmellata: inutile cercare appigli inesistenti, verrà sanzionata com’è giusto che sia.
La sospensione deve essere commisurata all’errore commesso: 2 anni non hanno alcun senso, 1 anno sarebbe un lasso di tempo criteriato.
Una condanna minore lascerebbe l’amaro in bocca, ancor più del fattaccio scoperto.