Australian Open: un buon Tomic supera in quattro set un Bolelli non al meglio (di M.Mazzoni)
Simone Bolelli saluta gli Australian Open sconfitto in quattro set dal talento bizzarro di Bernard Tomic. Un match a due facce: Tomic aveva ampiamente meritato il successo, producendo un tennis non solo di miglior qualità ma assai più continuo e pratico rispetto a quello dell’azzurro. Nella stretta finale del terzo set, con l’australiano al servizio per chiudere, Simone s’è scosso, ha forzato il match al tiebreak, giocandolo improvvisamente menomato (schiena) ma con grandissima qualità ed acume tattico. Bernard lì si è imballato, probabilmente un misto di tensione ed incredulità, tanto che il match si è allungato in un quarto set assai lottato ed incerto, con Bolelli che ha prodotto il miglior tennis di tutto l’incontro, finalmente libero ed aggressivo. Purtroppo non è bastato, ed il dodicesimo game gli è stato fatale. Resta il rimpianto di una partita che forse avrebbe potuto anche essere diversa, se il “Bole” fosse riuscito fin dall’avvio a lasciar andare il suo braccio a tutta, come nella fase conclusiva. Va detto tuttavia che alla “sfuriata” violenta di Simone ha contribuito anche la tensione improvvisa dell’australiano, che ha iniziato a sbagliare di più nello scambio (soprattutto col dritto), ricavare meno dal servizio e soprattutto ha perso campo, aprendo il fianco alle bordate dell’azzurro.
Fino al nono game del terzo set, l’analisi del match è chiara: Tomic non ha concesso praticamente niente al servizio, ed è stato più bravo nel tenere l’incontro sui binari tecnici e tattici che predilige, dove diventa davvero complicato sconfiggerlo. Bolelli è mancato soprattutto come intensità generale, probabilmente anche per colpa di qualche problema alla schiena. Ha giocato un match discreto senza però riuscire mai a produrre uno strappo violento, senza mettere alle corde l’avversario e dargli forte pressione; fino al rush finale del terzo, quando la musica è improvvisamente cambiata. Se Tomic può tenere i suoi tempi di gioco e serve bene, diventa un tennista assai insidioso; se è messo sotto pressione e riesci a rubargli il tempo di gioco, come nelle fasi finali del match, vengono fuori i suoi limiti mentali che condizionano duramente tutto il suo gioco.
Bolelli non ha servito complessivamente male, ma ha ottenuto un numero insufficiente di punti diretti col servizio, ed ha pagato a carissimo prezzo ogni pausa nel rendimento della prima. Dove è mancato è in risposta, soprattutto di rovescio. Troppo in balia dell’avversario, quasi mai è riuscito a rispondere aggressivo e prendere l’iniziativa, subendo invece un classico schema d’attacco dell’australiano, che troppo facilmente è entrato in campo ad anticipare la risposta, chiudendo nell’angolo aperto con la sua qualità di tocco. Solo sporadicamente (e troppo poco alla risposta) Simone è riuscito a mandare Tomic in difesa estrema e fargli perdere campo. C’è riuscito solo nella parte finale del match, ed infatti ha mandato in grave difficoltà l’avversario, rischiando addirittura di forzare l’incontro al quinto set. Riuscendo a stazionare nei pressi della riga di fondo, Tomic si appoggiava idealmente alla palla veloce ma poco lavorata del bolognese, producendo il suo tennis preciso, tattico, ricco di variazioni improvvise. Inoltre Tomic ha tra i suoi punti di forza la capacità di entrare in campo con i piedi (anche se pare lento, in realtà non lo è così tanto…) e chiudere diagonali molto strette, con entrambi i fondamentali, e questo ha mandato in grave difficoltà Simone, che non è velocissimo nei recuperi in diagonale. Bolelli ha un tennis potente, e spesso nel match è riuscito ad imporlo al rivale, ma non lo gioca con grande anticipo; questo è un “problema” per battere uno come Tomic perché gli concede il tempo per imbastire le sue difese e le sue trame offensive. Appena è riuscito a rubargli i tempi di gioco (purtroppo solo nel finale), l’australiano è andato in confusione. Si sapeva che Bolelli non era al top della condizione, e che non sarebbe riuscito a tenere l’intensità al massimo. E’ stato un peccato che non sia riuscito nelle fasi iniziali dare più pressione al rivale, che chissà, avrebbe potuto innervosirsi prima e magari concedere qualcosa. Ecco la cronaca di questo intenso incontro.
Bolelli vince il sorteggio, sceglie di iniziare al servizio. Cerca il centro del campo, sia con la prima che con la seconda, evidentemente per non aprire l’angolo a Tomic ed esser costretto a correre subito lateralmente all’uscita dalla battuta, quando è più difficile coordinarsi rapidamente. Trova un Ace ed un paio di buone prime, mette la testa avanti nel punteggio, 1-0. Anche Tomic parte spedito, buone prime e tiene l’iniziativa nello scambio, variando ritmi, rotazione e lunghezze. A zero tiene il servizio, 1 pari. Con Simone alla battuta si scambia di meno, tra vincenti e scambi che terminano dopo 3-4 colpi. Qualche dritto di Bolelli dopo il servizio termina in rete, si va ai vantaggi. Altro errore in spinta, arriva la prima palla break per Tomic. Simone attacca la rete con coraggio, il passante lungo linea muore out, fuori di niente. E’ il primo game complicato del match, con Bolelli in spinta costante e Tomic che rimette palle mai banali, tra angoli acuti su palle lavorate ed improvvise accelerazioni. Un improvviso (e bellissimo) rovescio lungo linea regala a Tomic la seconda chance di break. Bravo Simone ad annullarla, anche lui con un rovescio colpito secco e velocissimo, imprendibile. Un doppio fallo concede la terza palla break, in un gioco che già supera i dieci minuti. E’ quella buona: l’australiano lavora benissimo lo scambio, “addormenta” i ritmi e poi accelera con un rovescio cross che pizzica la riga, e che Simone tira lungo. 2-1 Tomic. La sensazione è che Bolelli abbia assoluto bisogno di punti con il servizio per restare in partita, perché nello scambio soffre i cambi di ritmo del rivale e non è facile sfondarlo, e soprattutto Tomic si appoggia benissimo sulla palla pesante ma pulita dell’azzurro.
Bernard serve bene e muove agilmente lo scambio, sale 3-1. Reazione rabbiosa di Simone, che ritrova la prima ed entra deciso in campo, a chiudere. 3-2. Il sesto gioco è complicato, il “Bole” spinge ed attacca la rete, ma “Bernie” risponde ed accelera. Si va ai vantaggi. Un gran dritto ed un Ace esterno regalano all’aussie il 4-2. Servizio e diritto sostengono Simone, gioco a zero, 4-3. Adesso il gioco scorre rapido, con belle esecuzioni balistiche da parte di entrambi. In campo un tennis gradevole, ma l’australiano resta avanti, 5-3. Altro gioco solido di Bolelli al servizio, 5-4. Tomic serve per chiudere il primo set. Bolelli molla tutto, aggredisce alla risposta e di forza conquista il primo 15. Bernard si aggrappa al servizio, davvero preciso e molto vario negli angoli, inclusa qualche botta improvvisa al centro che sorprende l’azzurro. Solo prime per il “canguro”, chiude al primo set point, 6-4 in 41 minuti di buon tennis, ma senza la sensazione che Bolelli potesse girare l’inerzia del set, mai arrivato a palla break.
Simone inizia il secondo parziale alla battuta, e subito è game complesso. Si lotta, ed un doppio fallo ai vantaggi gli costa una palla break. Si salva “Simo”, ma una risposta molto profonda dell’australiano gli costa una seconda chance. Bolelli se la gioca male, tirando lungo un rovescio di scambio al centro, senza un’idea dietro per il classico errore non forzato. Break Tomic, 1-0 avanti.
Molto preciso Bernard in questa fase, non regala niente. Tira servizi molto angolati che segue mettendo i piedi in campo, e chiudendo con accelerazioni letali lungo linea. Un tennis ideale a mettere a nudo la modesta prestazione in risposta di Bolelli. 2-0 Tomic, anche il secondo è una salita molto ripida con l’altro già in fuga sui pedali. L’azzurro, a fatica, muove il punteggio, 2-1. Adesso anche Bernard accelera maggiormente i tempi di gioco, con lo schema servizio sul rovescio di Simone più attacco immediato alla zona di campo libera, entrando deciso a chiudere. Uno schema sempre identico, ma che il nostro non riesce a ribaltare perché non trova qualità nella risposta. 3-1 Tomic. Il set in questa fase scivola via seguendo i servizi senza grandi sussulti, alcune giocate pregevoli ma con intensità generale modesta e poca battaglia. Sul 4-2 Simone serve male, uscendo anche abbastanza pesante dal servizio e subendo le risposte lunghe e senza peso del rivale. Ha gioco facile Bernard nell’aggredire e spostare l’azzurro, che cede per la terza volta il servizio. Break, 5-2 Tomic, che chiude il set per 6-2, proprio mentre sul centrale Lleyton Hewitt chiudeva la sua grintosa carriera sconfitto da David Ferrer. 33 minuti di un set in cui è apparsa netta la superiorità dell’australiano.
Terzo set, ancora Bolelli al servizio. Ritrova buone prime, spinge e sale 1-0, ma alla risposta niente sembra cambiare. Tomic governa i suoi turni con troppa facilità, anche grazie a qualche errore gratuito di un Simone sempre meno intenso, meno reattivo e poco rapido nel cercare la palla. Non si intravede una reazione rabbiosa da parte dell’azzurro, che almeno ha ritrovato discreta continuità con la prima. Lo score segue i servizi fino al 4-4. Nel nono gioco ancora una volta Simone non ricava molto dal servizio, si va 30 pari. Scambio lungo, Bolelli affossa un rovescio in back, palla break delicatissima. Seconda di servizio, altro rovescio tirato malamente in rete. Break Tomic, che va a servire per chiudere l’incontro. Qua tutto cambia, in un attimo. Senza alcuna pressione, Simone lascia andare il braccio, mentre quello del “canguro” si blocca quel poco che basta a concedere, finalmente, qualcosa al servizio. Bolelli ne approfitta, e strappa per la prima volta la battuta al rivale. Quando tutto pareva finito, siamo 5 pari. Adesso c’è lotta, si va ai vantaggi. Bernard sbaglia qualche dritto di troppo, probabilmente anche per la tensione del momento. 6-5 Bolelli e 6 pari, è tiebreak. Serve Simone, che totalmente scarico con le gambe tira un dritto fuori di un metro. Attacca con il back e sorprende Tomic, 1 pari. Altra risposta impattata in modo sontuoso col rovescio, vincente, sale 2-1 ma non spinge con la schiena, forse si è bloccato improvvisamente. Tomic però regala, 3-1. L’azzurro non accetta lo scambio, scappa avanti ma sbaglia la volee, 3-2. Bernard ora è contratto, subisce la spinta “fuori tutta” dell’azzurro, 4-2 e 5-2 Bolelli, che però sbaglia il rovescio ed il dritto successivi, 5-4. Tomic combina un’altra frittata, la sua palla vola via, 6-4 e due set point Bolelli! Manca il primo alla risposta, con un dritto che termina lungo, 6-5. Trova l’Ace a meno di 180 km/h, vince il terzo set 7-6, allunga il match al quarto set. Arriva il trainer in campo a lavorare sulla schiena di Simone, che già era stata oggetto di un trattamento nel match di primo turno.
Si ricomincia con Tomic al servizio, che muove il punteggio, 1-0. Bolelli pare discretamente sciolto, lascia scorrere il suo tennis cercando poca tensione e di muovere il braccio velocemente, prendendo subito l’iniziativa; però col servizio è evidente come non spinga al massimo, cercando solo angolo e rotazione. Non ne approfitta l’australiano, 1 pari. Tomic sale 2-1 ed al cambio di campo altro vigoroso massaggio alla schiena del bolognese, che per ora regge. 2 pari. Si scambia davvero poco, tra Bolelli che tira tutto e Tomic che risponde altrettanto rapidamente, ora senza esitazione. 3 pari. Nell’ottavo gioco Simone subisce l’aggressiva risposta del “canguro”, 15-30. Lungo scambio, bravo e paziente l’azzurro a spingere col dritto, tenendo l’iniziativa. Tomic sbaglia ancora un back in rete, e guarda scocciato la tribuna. Altro sontuoso rovescio del bolognese, 4 pari. Nel nono gioco Bernard si incarta completamente: errori, doppio fallo, crolla 0-30. Si salva col servizio ed il 22esimo ace. 5-4 Tomic, ora la pressione è tutta su Bolelli, che però gioca libero, sciolto, totalmente decontratto. Il dritto fila veloce e preciso, mentre Bernard sembra sempre più innervosito dall’esser ancora lì, a lottare, quando era stato a pochi 15 dal successo. Convoglia questa rabbia sulle sue corde, tirando a tutta e strappando un match point sul 30-40. Bravo Simone, non trema e spinge, annullando la chance. C’è grandissima tensione e lotta in campo, l’atmosfera è elettrica ed il pubblico si fa sentire. Ma si fa sentire soprattutto il “Bole”, che lascia partire un dritto in corsa lungo linea terrificante per il 5 pari. Impietrito Tomic, il suo sguardo è sbarrato. Chiede il massimo alla sua battuta, arriva anche un doppio fallo, ma un nastro fortunato spedisce lungo un dritto dell’azzurro. 6-5 Tomic. Simone serve, e la prima non lo assiste. Bernard aggredisce, sale 0-40, altri 3 match point. Basta il primo, un bel passante in allungo che pizzica la riga. 7-5 Tomic, che accede al terzo turno. Un match agrodolce per Simone, che già sconfitto ha reagito e regalato anche spettacolo, ma non è bastato.
Marco Mazzoni
@marcomazz
La partita punto per punto
Bernard Tomic rockets through to round 3 #ausopen https://t.co/vwzPV8jrxI
— Australian Open (@AustralianOpen) 21 Gennaio 2016
TAG: Australian Open, Australian Open 2016, Simone Bolelli
Onore a Bolelli, triste da dire ma è il secondo miglior italiano nello slam. Voglio vedere fin dove si spingerà il Tomic in questi AO. Purtroppo noi italiani siamo sempre bravi a trovare scuse, la tensione di Vanni, il buon primo set di Cecchinato, la schiena di Bolelli, i set point mancati da Lorenzi che potevano cambiare il match, il nonno di Fognini (condoglianze e rispetto asoluto, tra la’ltro credo davvero Fabio sia una persona sensibile e molto legata alla famiglia, molto più di quano si possa credere. Il problema che ahimè, la vita, sono episodi che accadono a tutti i giocatori, anche se forse noi abbiamo un concetto di affetti, cari molto divrso da altri paesi).
Contano nel tennis come in tutti gli sport i risultati, e nel maschile, qualificazioni comprese, il contapalle dice 14 sconfitte, 6 vittorie (3 nelle qualifiazioni, 1 turno).
Analizziamo i qualificati che hanno estromesso gli italiani, solo Evans (carnefice di Vanni) ed Harrison sono entrati nel Main Drow.
Il decantatissimo Muller, che ha batturo Fabio, ha perso al secondo turno dal n. 98 al mondo.
Mahut (cecchinato) ha racimolato 10 giochi contro uno spento Monfis.
Dimitrov (aveva perso da Troichi a Sydney) vince 75 al quarto contro Trungelliti, argentino semisconosciuto 26 enne n. 210 ATP
Bravo. Condivido.
Guardate che oggi come non mai aveva un evidente problema alla schiena. E nonostante ciò stava per andare al quinto
quoto al 100% è da quando è professionista che bolelli dice di avere qualche problema.
Risultato in linea con le aspettative. e da buoni italiani, cerchiamo sempre la scusa per giustificare la sconfitta. Ma da questo Bolelli inutile aspettarsi exploit.
@ Hoila Seppi (#1512351)
nadal non direi, al limite sarebbe un Wawrinka
@ Talaaa (#1512323)
Demotivato, mollo, ma che mollo? Perché uno dice mollo non capisco io…
Ma allora questo salto del bole???
Dai siamo seri,questo è e ce lo teniamo…..
continaute a dire che se:
1. se Bolleli avesse il fisico e la reattività´
2. se Bolleli avesse la testa
3. se Bolleli avesse la risposta di rovescio
4. se Bolleli seguisse a rete gli attacchi di diritto
5. se Bolleii sapesse variare i gioco
ma se Bolleli aevsse tutte queste cose non sarebbe Bollleli bensi un Nadal.
Finiamola lo conosciamo ormai da quasi dieci anni, che un buon braccio non basta nel tennis per essere top 10 lo sappiamo.
Tutto sommato un buon torneo per il Bole, che ha eguagliato il suo miglior risultato di sempre qui agli AO.
Il problema di Bolelli non e’ sicuramente tecnico, il principale e’ psico fisico, a volte quello tattico.
In queste prime battute di 2016 lo vedo poco determinato (testa)fisicamente non reattivo e non vicino alla sua migliore condizione fisica datata 2 anni fa (periodo Bolelli-Nishikori Wimbledon).
Quando sembrava si avesse trovato la chiave per un risveglio neuromuscolare Bolelliano sembra piano piano tornare alle vecchie carenze di mobilita’(problema schiena o meno a parte).
Dobbiamo metterci in testa che senza una condizione fisica piu’ che ottima condita da almeno buone motivazioni a questi livelli non si va da nessuna parte e sicuramente non oltre la situazione di adesso.
Mi chiedo, ha cambiato il preparatore atletico di due anni fa?
In caso affermativo penso sia un peccato perche’ tra l’ultimo semestre scorso e questo inizio di stagione vedo un Bolelli nuovamente imbolsito, pigro dal body language rassegnato.
Peccato perche’ e’ un giocatore che parecchie volte ha fatto intravedere delle alte potenzialita’ espresse solo in parte.
simone poteva e doveva essersi tolto più soddisfazioni in carriera, peccato.
arriva sempre li vicino ma non conclude.
complimenti comunque
Tomic mi sembra sempre un giocatore tutt’altro che irresistibile….certo che negli Slam per vincere devi sempre fare prestazioni superiori al tuo standard come in un Mondiale di calcio o in Champions. Se quando conta…ne hai sempre una….
Secondo me Bolelli ha iniziato a giocare bene proprio GRAZIE all’infortunio: in quel momento si è scaricato dalle tensioni, sciolto e senza pressione (cosa che comunque nel tennis è accade spesso). Non appena la partita si è rimessa su binari mentalmente impegnativi (sotto 6-5 e servizio per rimanere in partita), ha sbagliato 2 diritti da fermo e affossato un back in rete.
Bolelli è il l’associazione talento sprecato.
Avrebbe potuto fare una carriera da top 30 fisso. E invece?
Nulla. Qualche bella performance ogni tanto e bulino di più.
Spero che almeno riesca a vincere un torneo Atp prima di appendere la racchetta al chiodo.
@ Talaaa (#1512323)
Il problema di gran parte dei tennisti Italiani è proprio la testa purtroppo, perchè il gioco c’è. 😕
Quello che mi lascia basito è che Bolelli ha giocato alla grande quando ormai era senza schiena, mentre i primi due set in cui stava bene era davvero mollo e senza idee.
Quanto la testa ha influito sulla carriera di questo giocatore lo si è visto benissimo oggi: nel momento in cui ha potuto giocare sciolto perché non aveva niente da perdere, si è messo a tirare vincenti che neanche Wawrinka così potenti.
Che rabbia 👿
Non poteva fare altro:bene aver visto un set e lottato fino alla fine
Onore a Simone che ha stretto i denti fino alla fine e non ha mollato. Peccato per il problema alla schiena perché se la giocava alla pari con Bernard.