Jules Marie si ritira a 24 anni: “Non mi sento di spendere più soldi per il tennis”
C’è stata sorpresa per l’annuncio di stamane di Jules Marie che ha annunciato il ritiro a soli 24 anni.
Dichiara il tennista francese: “Non mi sento di spendere più soldi per il tennis, mi dava fastidio chiedere aiuto a mio padre per finanziarmi.
Ho bisogno di iniziare la mia nuova vita da uomo”.
Nei primi mesi del 2015 Jules aveva sconfitto Robin Haase ed aveva fatto partita pari con Go Soeda, entrambi top 100.
“Ci ho creduto in quel momento, Ma purtroppo mi è mancata la continuità, fondamentale per questo sport.
Nel circuito devi essere sempre al massimo fisicamente e mentalmente, non è facile.
Lo scorso marzo, aveva raggiunto il suo best ranking al n.228 ATP.
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Io invece trovo disdicevoli i commenti di chi non rispetta le valutazioni degli altri, ribadisco che a differenza del sistema calcio dove oggettivamente non ci si puo’ lamentare a livello economico, nel tennis oltre ai primi 130-150 giocatori per il resto si fa fatica a fare quadrare l’anno, questo mi sembra un altro dato oggettivo; questa situazione non permette ai tennisti di avere dei tecnici di qualita’ ottimale e al sistema di svilupparsi come potrebbe. ( a meno che i post che leggiamo su livetennis sui tennisti con problemi economici siano uno scherzo)
Poi mi tiri in ballo altri sport su cui non ho per nulla parlato, la scherma, il nuoto, ok hanno le loro criticita’, ma ora parlavamo di tennis, come ho scritto prima “ogni sport ha il suo sistema e va valutato nella sua specificita”, poi se vogliamo girare la frittata si puo’ dire tutto e il contrario di tutto.
Anche i premi per medaglie olimpiche o mondiali sono lordi… Ricordate la polemica della Vezzali dopo Londra 2012?
non commettiamo peroò l’errore di confondere i prize money con lo stipendio: i prize money sono lordi (ci si pagano le tasse), ci si deve sottrarre le spese di trasferta e spesso di ospitalità, l’affitto del campo quando non si gioca nel torneo, eventualmente le spese per l’allenatore il massaggiatore, ecc.
io direi che funziona così in tutti gli sport, tranne il calcio (più lo sport professionistico americano): un ragazzo che a calcio promette bene viene preso nelle squadre giovanili delle grandi squadre comincia già a prendere più soldi dei suoi genitori. tra premi partita, rimborsi spese, ecc.
Trovo abbastanza disdicevole asserire che il tennis abbia di che lamentarsi al livello economico.Cosi’ a memoria ricordo come Federica Pellegrini con 2 ori vinti ai mondiali del 2009 ebbe un premio di ben 3000 euro… e stiamo parlando della miglior nuotatrice della storia di italia… ci sono centinaia di tennisti sconosciuti, con poca arte e nessuna parte che in anno guadagnano prize money maggiori a quanto mai guadagnato in carriera Valentina Vezzali.
Signori ogni sport richiede dei sacrifici e pensare che sia piu’ facile aver successo in uno sport piuttosto che in altro sono sofismi utili a mettere in evidenza come troppo spesso le nostre conclusioni precedono le tesi!
Quando dici quante decine di migliaia iniziano a giocare a calcio?, tantissimi, ricchi in percentuale pochi ok, pero’, un conto e’ giocare a calcio 4 ore alla settimana piu’ partita della domenica e poi verso 18-19 anni appendi le scarpette al chiodo perche’ preferisci andare in discoteca con la fidanzata, un conto e’ allenarsi 4 ore al giorno, spendere un sacco di soldi arrivare n. 200 al mondo quest’anno battere giocatori nei 100-120 per non riuscire ad arrivare alla fine del mese-anno.
Direi che il sistema calcio non ha di che lamentarsi a livello money, quello tennis evidentemente si, e poi ogni sport ha il suo sistema e’ va valutato nella sua specificita’.
Guardate che funziona così in tanti sport.
Il calcio ad esempio? quanti decine di migliaia di giocatori iniziano a giocare a calcio? quanti alla fine diventano ricchi?
Ovviamente il numero dei giocatori di calcio ricchi è più dei tennisti ricchi, ma è tutto proporzionale al numero degli atleti.
Ci sono giocatori che arrivano a giocare in serie c e magari dopo 2-4 anni si ritrovano senza contratto e senza una vera carriera lavorativa iniziata. Magari a 27-28 anni a dover giocare in eccellenza a 350 euro al mese.
@ Dario (#1496895)
Ci arrivi se hai buoni giocatori e se sai inserirli nei loro ruoli e se sai cordinarli bene.
@ pallettaro (#1496957)
Infatti è così, pallettaro.
Penso anch’io sia così: i bambini vengono avviati a questa attività con grandi sacrifici economici delle famiglie (per chi se lo può permettere) e anche con slancio e nella speranza di un grande futuro.
Ma poi, per emergere in qualche modo, devono avere determinate capacità, sennò è dura 😉
@ pinkfloyd (#1496947)
ho un caro amico che ha una figlia di 10 anni promettente. Molto promettente. Ma la figlia sta sul campo da tennis per 4 ore tutti i giorni. Ripeto. Tutti i giorni.
Per poter far partite deve per forza andare a 200- 300 km da casa per giocare con sue coetanee che possano darle filo da torcere perchè le ragazzine della sua età in tutta la provincia prendono 6-0 o 6-2.
Non credo si possa risolvere questo problema. In questa età ci vogliono soldi e tempo. Tanti, ma eviterei accademie o robe varie.
A 20 anni cambia tutto, devi iniziare a rientrare dei soldi spesi dai tuoi genitori, se non vuoi vivere male. Come vive male questo ragazzo che capisco perfettamente.
Il problema sono le false aspettative. Per questo dico, se a 25 anni te la meni ancora nei future sono problemi tuoi. Entro i 20 anni sono problemi anche dei tuoi genitori, soldi inclusi purtroppo.
Toscanaccio bello e bono
Non credo che Jules Marie sia numero 550 perché non ha soldi.
Non parlo di economia o di marketing, parlo di essere uomini.
Per fare il tennista pro servono soldi per imparare il mestiere, ma a 20 anni devi iniziare a tirare avanti da solo vincendo future ed entrando nei challenger. Tra i 20 e i 24 anni devi trovare il modo di trovare fondi, sponsor, aiuti, e, purtroppo risultati. Se non ce la fai sono affari tuoi come in qualunque disciplina sportiva individuale. O in qualunque attività imprenditoriale. Vanni spiegò molto bene questo problema e negli anni, giocando ovunque, riuscì a finanziarsi da solo. Col sudore. Col sangue. Con la macchina. Con amici tennisti del suo stesso livello. Condividendo le spese.
E’ possibile riuscirci senza tantissimi soldi.
Bisogna evitare invece che ragazzini con poco talento vadano nelle tanto inutili e strombazzate accademie (Bollettieri, Casal, Sanchez) dove paghi 60 – 70 mila dollari di retta all’anno. Pochi ce la fanno, ma tanti pagano, pochissimi hanno pagato dopo (Sharapova e Agassi non avevano soldi, ma avevano talento e/o determinazione).
Questo è il punto. Il resto è tutto discutibile o da discutere.
Comunque questo ragazzo, da quello che afferma e da come lo afferma, non accusa nessuno alla fine.
Non ce l’ha con alcun “sistema” che l’ha penalizzato, non dice che il sistema tennis è sleale o marcio.
Mi sembrano considerazioni di rassegnazione, nel suo caso.
Dice che lui non ce l’ha fatta, che non gli va “di spendere più soldi” e che il tennis “non è facile” alla fine.
E questo è verissimo, lo capiamo noi e lo sa benissimo lui stesso, visto che lo prova e l’ha provato sulla sua pelle.
Penso che il tennis sia uno sport “crudele”, emergere e primeggiare non è facile.
Tra tanti e tanti che ci “provano”.
Se vuoi essere tennista professionista, fin da bambino devi fare sacrifici economici e non solo e non è detto che – quelli – verranno riscattati o ricompensati.
Poi interviene necessariamente la bravura tecnica, caratteriale ecc che ti fa scalare la classifica, quella non guarda in faccia a nessuno, se tu che la devi conquistare.
E’ molto malinconico il discorso di questo ragazzo, malinconico più che triste, secondo me, ed evidenzia la caratteristica di questo sport individuale, duro e pieno di sacrifici ma eventualmente premiante per chi ce la fa, per chi è più bravo dell’altro ed emerge.
Anche se restano considerazioni che noi, non professionisti ed esterni, non riusciamo a capire fino in fondo e non viviamo in prima persona.
Va bene dai, se fosse cosi’ allora la facciamo passare 🙂
immagino che l’amico Blaze sia toscano, e noi toscani ci chiamiamo “bimbi” l’un l’altro anche a 40-50 anni…
questo discorso lo abbiamo affrontato già tante volte. Anche se è cinico, ma i guadagni di uno sportivo li determina il mercato. La Lega Pro italiana di calcio, piaccia o non piaccia, attira più spettatori di un torneo future o della media dei challenger: quindi più visibilità, più sponsor, tv locali con le dirette, ecc. ecc. Oltretutto, sono competizioni che non comportano gli stessi costi di viaggio e di alloggio dei challenger tennistici. E’ la struttura di questi sport ad essere diversa.
Sono d’accordo con chi dice che le esibizioni milionarie dovrebbero servire anche a finanziare l’attività minore, che è proprio la fucina da cui dovrebbero arrivare i nuovi Nole, Roger, ecc., in modo che il sistema possa rifornirsi di nuovi top players. Poi il problema è come farlo. Non puoi costringere gli organizzatori dei future e dei challenger ad aumentare il montepremi e a reperire nuovi fondi: più della metà dei tornei chiuderebbe. E quindi come si fa? l’ATP comincia ad organizzare l’attività locale e finanzia direttamente tornei equamente ripartiti fra tutti i paesi? O comincia a finanziare le federazioni locali? Vi immaginate la FIT come ripartirebbe i fondi ricevuti? tutti fra i circoli amici in attesa dell’elezione del presidente!
Il tuo discorso sul marketing è la solita legge economica non discutibile, qui i “bimbi” che definisci tu, con potere paranormale di analisi dell’età dalla tastiera di un PC, facevano un discorso diverso, ovvero a cosa porta una politica del genere, risposta: meno qualità tecnica nel tennis, che nel lungo periodo significherà disaffezione e perdita di tifosi e di mercato e sempre meno giocatori di livello eccelso.
Ma come ho scritto precedentemente le politiche di adesso sono mirate a una visione di interesse momentaneo e non valutato a lunga scadenza
Peccato…soprattutto perchè nei tabelloni tennistici si vede di tutto. In serie c di calcio, se sei scarso, non ci giochi neanche da raccomandato. Lancio questo come spunto di riflessione, da amante di entrambi gli sports.
Secondo la figc lo stipendio medio per la serie c è 25k(per la a è258k….forse è un po’ conservativo).
Un tennista n. 400 tra open, itf e campionato a squadre più o meno guadagna una cifra simile, ma ha molte più spese…..anche se sarebbe un 2.7/2.8 la “corrispondenza tennistica”
In serie c se cresci una scuola calcio di livello di serie a (800€ All’anno) e hai un minimo di qualità e passione.. Ci arrivi sicuro.. E guadagni..
Triste ma scelta comprensibile….è un mondo veramente duro
Non servono dichiarazioni(che in passato hanno anche fatto)…ma soldi!
@ quandosmetterogervendolatv (#1496851)
Guarda che riuscire a giocare in serie A del calcio non è tanto facile come ti sembra a te.
@ quandosmetterogervendolatv (#1496851)
Guarda che riuscire a giocare in serie A nel calcio non è tanto facile come ti sembra a te.
Sarò strano io ma articoli del genere sono tutt’altro che sconvolgenti… Il circuito tennistico professionale deve per sua stessa natura premiare i migliori a scapito di chi non può’ eccellere. Se così non fosse si favorirebbe la stagnazione del movimento a favore della mediocrità, non dando possibilità di emergere ai giovani. Guardate il calcio: in italia, per diversi discorsi, si continua ad appoggiarsi a giocatori spesso scarsi pur di non dare spazio ai giovani. Personalmente quando a 27 anni mi sono accorto di potermi permettere una vita da ricercatore precario ho ripiegato su un’attività meno interessante ma che mi permettesse uno stile di vita più appropriato ai miei bisogni.
Dai bimbi, facciamo i seri, non possiamo paragonare la vita di un top 200 a quella di uno fra i 200 migliori in uno sport di squadra quale basket e calcio.
Il tennis è sport individuale, non esiste un tifo vero e proprio al contrario di ciò che avviene nel basket e nel calcio, e io se devo scegliere guardo il più bravo. È questione di marketing, meno views, meno sponsor, guadagni poco.
Al contrario nel calcio persino il tuttocuoio fa views e porta gente allo stadio, quindi ci sono più fondi per investimenti e tutti guadagnano.
Facciamo un altro esempio, da ignoranti di freccette, preferireste guardare un campione o uno bravo si, ma che è il numero 200 del mondo? Traete voi le conclusioni.
Per non andare completamente OT faccio un grossissimo plauso a questo ragazzo che ha avuto un grandissimo coraggio e una vera e profonda onestá intellettuale.
E’ una decisione che lascia l’amaro in bocca a tutti quelli che amano il tennis.
C’è troppa sproporzione tra i guadagni di un calciatore, di un cestista, di un pallavolista di prima fascia e quelli di un giocatore di tennis.
Arrivare tra i primi 200 del mondo è tutt’altro che facile ed ancora più difficile restarci: sicuramente più difficile che arrivare a giocare in un campionato di prima serie in una qualunque delle potenze calcistiche europee dove militano complessivamente qualche migliaio di giocatori ben pagati che non devono certamente farsi mantenere dai genitori o cercare lo sponsor per giocare in serie A o in premier league o nella liga etc. etc.
Noi vediamo Roger, Nadal , Djoko e pensiamo che siano lì perchè sono più bravi degli altri….. troppo semplice: sono lì perchè sono mostruosamente più bravi degli altri e per quello i guadagni diventano facilmente così sproporzionati… perchè lo spettacolo è di tutt’altra levatura.
Ciononostante bisogna riequilibrare e garantire ai tennisti di un certo ranking (aggiungo io a quelli di una certa età,) la garanzia di un sostegno economico, perchè lo sport non è solo esercizio fisico è anche cultura, storia e molte altre cose: impoverirlo non serve a nessuno.
Oltretutto c’è molta più educazione, buon gusto, signorilità e sportività (salvo eccezioni) non solo tra i praticanti ma anche tra gli spettatori, nel tennis rispetto ad altre discipline,
Non e’ questione di essere pesanti ma di fare le cose giuste e corrette verso il tennis, piu’ che dichiazioni che magari possono essere di facciata necessitano i fatti.
Esiste un’ organizzazione di tennisti molto influente verso l’ATP, dimostrino di fare le cose per il bene del tennis, altrimenti dovremo creare una nuova classifica ATP…(Avidity tennis professional)
Il sistema andrebbe sicuramente migliorato, ma alla fine è un po’ come tutti gli sport singolari e di seconda fascia, c’è poco da fare.
Si potrebbero dividere i top 300/400 in “squadre” nel senso che alla fine dell’anno si conteggiano i punti ottenuti da ogni singolo appartenente alla propria squadra secondo i tornei che fa e, secondo relativa classifica a squadre, assegnare un premio extra al singolo giocatore, i soldi da mettere a disposizione non sarebbero tantissimi
Tipo quattro squadre da 100 tennisti:
La 1^ squadra vince 1.000.000,00 di euro, 2^ 500.000,00 € 3^ 350.000,00 4^ 250.000,00 da ripartire su ogni singolo giocatore. Con un montepremi complessivo di circa due milioni di euro anche il + sfigato becca se gli va male 2.500 euro extra.
x Rendere accattivante la cosa non so come si potrebbe fare, però almeno è un’idea 😀
Io so di essere un po’ pesante ma una volta sarebbero belle dichiarazioni di Federer, Nadal e Djokovic che trattino questo tema. Non si tratta di fare la carità a giocatori meno forti ma di rendere il sistema tennis più accessibile e ampio
@ Mauro64 (#1496831)
Una cosa non esclude l’altra: si possono permettere esibizioni faraoniche e allo stesso tempo aumentare i prize money dei tornei challenger e Futures. Secondo me alla fine ci arriveranno pure i capoccioni del potere tennistico….tardi ma ci arriveranno
Che peccato.Ci sono giocatori di tennis che hanno tantissimi soldi e altri che non ne hanno.Secondo me i giocatori Top50 dovrebbero fare una bella colletta e donare dei soldi a ragazzi sotto i 25 anni che hanno problemi economici nel continuare a fare quello che amano,naturalmente farei la stessa cosa anche per le ragazze.
Infatti anche io sono del parere che le esibizioni faraoniche (Vedi IPTL) non hanno nessun valore agonistico, ma solo interessi di forte guadagno per i giocatori di primissima fascia, dove trovo di pessimo gusto la scelta fatta, visto che hanno già incassato lauti guadagni in carriera e dall’altra parte trovi giocatori come Jules Marie che trovano seri problemi di budget per sostenersi nel circuito.
Purtroppo è la condizione del business delle lobby che comanda a sfavore degli altri.
Ogni volta che capitano situazioni del genere sono vere e proprie sconfitte per il tennis.
Io, sinceramente, al posto dei tennisti top, che sono inondati da maree di soldi e da montepremi sempre crescenti, proverei un grosso dispiacere e anche un po’ di vergogna…un ragazzo, che aveva le tue speranze di un tempo,che e’ arrivato ad essere quasi al n. 200 del mondo quest’anno a 24 anni ha dovuto rinunciare alla sua passione e a tutto quello che ha fatto per arrivare a questi livelli, per colpa di un sistema di una miopia assurda o detta meglio di una politica mordi e fuggi (che e’ ormaitanto cara a tutti gli uomini di potere e alle lobby di questi tempi).
Con che coraggio a un ragazzino magari molto promettente gli si dira’ “allenati duro che potrai fare del tennis il tuo lavoro”
La verita’ e’ che questo sistema ti invoglia a mollare e se c’e’ qualcuno ai piani alti (ATP, tennisti top)che ama veramente il tennis decida di cambiare subito questo sistema ingiusto e gerarchico.
Se il tennis e’ un’affare da primi 100 prepariamoci a divertirci sempre meno e a vedere una qualita’ tecnica sempre piu scadente…
Ma questo è l’ “AntiBecuzzi” !!!!!!!!!
(Secondo me questo qui si è rovinato leggendo qualche libro…)
Comunque bisogna riflettere che magari si possono evitare esibizioni faraoniche senza nessun valore agonistico e magari fare crescere il tennis come sport, al di là della decisione presa da Marie che è solo un esempio
Cioè questo ragazzo che è del ’91 ed è arrivato anche nei top250 ha preso questa dura e difficile decisione mentre ci sono tanti altri tennisti italiani e non che hanno circa 30 anni, non sono mai entrati neanche nei top500 e continuano allegramente a giocare.
Sia ben chiaro che ognuno con i suoi soldi e la sua vita può fare quel che vuole ma io apprezzo molto il coraggio e la maturità di questo ragazzo anche se da un lato dispiace veder smettere un’atleta così presto.
lo capisco