Erik Crepaldi nel 2015: ottimo nei futures, da rivedere nei challenger
Best ranking appena raggiunto al numero 262 delle classifiche ATP di doppio, una posizione da top300 in singolare, una solida stagione da 55 vittorie e 31 sconfitte (il meglio del repertorio sul duro outdoor con uno score di 36/15), un saldo positivo in singolare rispetto alla fine del 2014 di quasi 200 posti, risultati importanti e alcuni titoli in bacheca: il 2015 di Erik Crepaldi è stato decisamente felice.
Questo nello specifico i suoi risultati più significativi, con alcuni picchi degni di nota per il classe ’90 nato a Vercelli: il livello espresso da Erik è stato costante per tutto l’anno, soprattutto a livello future, quello che al momento attuale appare il teatro ideale per le sue qualità. A febbraio il primo acuto, sul cemento outdoor in Tunisia: in finale Crepaldi batte Yannick Reuter e vince il suo primo future della stagione, il primo ma non l’unico. Sempre in Tunisia e sempre sul cemento all’aperto, Erik a inizio marzo vince infatti il suo secondo titolo battendo in finale David Rice.
Dopo qualche passaggio a vuoto, il tennista italiano si riprende a fine aprile: la stessa superficie dei successi tunisini, ma una location diversa, questa volta greca. Una finale (persa contro Ehara) e una vittoria contro il connazionale Bega. In pochi mesi Crepaldi ha già vinto 3 titoli.
A inizio maggio arriva nuova gloria, questa volta in Turchia: sul cemento outdoor turco arrivano una finale (persa contro Bellotti) e una vittoria contro Daniel Cox, per il quarto future della stagione.
L’erba inglese non porta fortuna mentre a Padova, su terra battuta, tenta un proficuo salto nel circuito challenger: Crepaldi supera infatti le quali e un turno, anche se si ferma in maniera netta contro Albert Montanes al 2T, uno specialista che però gli impartisce una severissima lezione.
In estate tenta giustamente di proseguire nel circuito challenger ma il salto di qualità fa rima con sconfitte: arrivano infatti in serie battute d’arresto sul cemento americano, sulla terra italiana (solo un turno passato a Cordenons), sul cemento turco, che fanno propendere per un ritorno ai futures.
Nel suo ambiente ideale, però su terra rossa italiana, Erik raggiunge un paio di quarti di finale e una semi, prima di congedarsi dal 2015 con il challenger di Ortisei, dove si regala un exploit battendo Marcora, prima di cedere ma lottando come un leone a Luca Vanni al secondo turno.
Un 2015 positivo, una prima parte di stagione eccellente e un salto challenger che è pesato più del previsto: giusto provarci, l’auspicio è che nel 2016, l’avventura possa continuare, portando a termine step che paiono necessari nella sua crescita. Crederci deve portarlo a un livello diverso, per non restare invischiato a vita nel mondo dei futures. Tentare deve essere l’obiettivo.
Alessandro Orecchio
TAG: Crepaldi, Erik Crepaldi, Italiani
FORZA MALGIE VINCI tennis molto,importante questa serie.
Nel suo ambiente ideale (i futures) però (ahilui) sulla terra rossa. Un po’ farraginoso ma pur sempre italiano.
@ Figologo (#1491905)
Sono di un paesino non lontano da Vercelli…. Chiacchere da birreria con amici tennisti della zona
La prima parte del tuo commento è l’aspetto su cui maggiormente converge il mio interesse.
Vale sempre il vecchio adagio in base al quale dovremmo evitare di “fare i conti in tasca” alle persone. Ma visto che le disponibilità/esigenze economiche determinano la programmazione, e che la programmazione orienta il rendimento, comincia a essere interessante capire se è vera quella leggenda metropolitana che parlava di un Crepaldi ricco o se piuttosto non si debba prendere in considerazione l’idea di un ragazzo che comunque deve far quadrare i bilanci.
A parte tutto e in conclusione, io ho un metodo particolare per valutare i miglioramenti di un tennista. Prendo i commenti scritti su livetennis.it, negli anni precedenti, inerenti lo stesso tennista.
Se leggete cosa si diceva 2 o 3 anni fa di Crepaldi rimarrete sbigottiti.
Fenomeno, tu come lo interpreti “nel suo ambiente ideale, però su terra rossa italiana”?
mi toglierò ogni dubbio incontrando crepaldi ad andria la prossima settimana e ponendogli un po di domande.. così vi faccio un resoconto anche sul fattore economico, visto che quest’anno la serie a gli ha tolto discrete possibilità di entrare nei top 200..(se fosse cosi ricco erik certamente non avrebbe bisogno del sussidio serie a), la programmazione ne ha risentito perchè per due mesi ha dovuto obbligatoriamente giocare su terra battuta (da fine settembre fino a ortisei) invece che tentare trasferte sull’hard court asiatico come ad esempio ha fatto fabbiano che è forse il giocatore che più gli somiglia. come ricorda figologo partite contro krajinovic o contro gli stessi marcora e vanni più recentemente, dimostrano gli enormi progressi fatti in questo 2016.
Logo, nonostante i tuoi ormai rari commenti sempre inerenti e coerenti devo rimproverarti per la mancanza dell’estensione FANCLUB CREPALDI accanto al tuo nickname! Un abbraccio
@ Figologo (#1491905)
Se prestassi attenzione alla lettura, leggeresti che l’autore del pezzo parla di ambiente ideale riferendosi ai futures e non alla terra rossa. Attention, pls
Noto con rammarico che spesso si scrive quasi per obbligo, come se si dovesse per forza dire qualcosa.
Mi rendo conto che è tutto molto complesso, però non si può buttare giù un pezzo su Crepaldi soprassedendo sul 64 46 67 subito da Krajinovic in quello che è stato probabilmente il suo match più importante dell’anno.
Allo stesso modo non penso si possa dire che la terra rossa italiana è “il suo ambiente ideale”.
Mi dispiace, ma sono cose talmente evidenti che è impossibile farle notare.
Ps
Volevo chiedere all’autore del primo commento, cioè all’utente ska, se i riferimenti economici al 2016 di Erik è frutto di sua immaginazione o se sono dati acquisiti da una vicinanza all’ambiente di lavoro di Crepaldi.
lui e Bega hanno dimostrato che il lavoro paga…non sono dei fenomeni della racchetta ma si sono costruiti un’onesta classifica puntando sui future sul duro…penso che per entrambi i limiti siano evidenti e il servizio non li aiuta di certo…per loro a mio modo di vedere l’obiettivo (credo max) deve essere quello di costruirsi una classifica ai ridosso dei 200 che gli garantisca l’accesso alle quali di un paio di tornei dello slam all’anno…pretendere di più è difficile…ma vanno ammirati per i milgioramenti ottenuti..entrmbi non possono sfuttare i challenger sul rosso in Italia in estate…gli toccherà viaggiare (pena effetti negativa sulla classifica) per tutto l’anno per giocare sul cemento e veloce…programmandosi in modo oculato…70% future …30% challenger…se puntassero esclusivamente sui challenger per me la classifica ne risentirebbe
Mi sembra evidente che i limiti di Erik si vedono meno sul cemento nonostante il servizio non eccelso.
Il target di Erik nel 2016 credo debba essere il miglioramento del servizio e potersi permettere un allenatore.
Molti dei colpi di Erik sembrano ” artigianali” , ma non improvvisati, come se li abbia imparati da solo.
Dal punto di vista della programmazione il target deve essere raggiungere i 200 ATP per entrare agevolmente nella maggioranza dei Challenger.
E per farlo i punti deve recuperarli dai future su hard outdoor
prima e dai challenger sulla stessa superficie poi, minimizzando i challenger italiani su terra
Conciliare il lato economico delle trasferte con la necessità di fare punti sarà la parte più difficile, fatica e duro lavoro li vedremo anche nel 2016