Andrea Agassi: “Avrei preferito essere il numero 141 del mondo, piuttosto che vivere una carriera sotto la continua pressione familiare”
Andre Agassi ritorna sul complicato rapporto col padre.
Dichiara il campione americano: “Ho sempre dovuto fronteggiare le idee di mio padre, ma non ho vissuto l’apice del successo con la giusta serenità. Avrei preferito essere il numero 141 del mondo, piuttosto che vivere una carriera sotto la continua pressione familiare“.
“Avevo otto anni e mio padre già mi vedeva come miglior tennista dell’epoca, non era facile sopportare un’incombenza simile. Non ho amato il tennis, anzi l’ho odiato con tutto me stesso quando venivo costretto a colpire migliaia di palline una dietro l’altra ogni giorno”.
“Ora ho scelto la stessa strada di mio padre, insegnare tennis fin da bambini, ma ovviamente sarà completamente diverso e non metterò pressioni. Il tennis è un gioco”.
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e non dimenticare Mary Pierce….
D’accordissimo, ma noi Italiani siamo cosi, se non ci lamentiamo di qualcosa/qualcuno non siamo contenti.
agassi sei un grandissimo ma non sparare str…..e ti prego 😕
Vallo a dire ai genitori che investono una barca di soldi su quello che sperano possa essere un giorno fonte di grosso guadagno per i propri figli,che è un gioco…e visto che ci sei ed è un gioco…insegnalo gratis…
Non so perchè, ma ogni qual volta Andre rilascia queste dichiarazioni, la mia mente tende ad associare il tutto a Camila Giorgi; anzi, all’apatia degli occhi di Camila quando gioca.
Le critiche sono perchè è pieno di soldi grazie alla sua vita sacrificata per lo sport. Ha scritto il libro perchè gli piace scrivere?? Ha fatto contratti pubblicitari perchè gli piace quel prodotto?? Tutti vorrebbero il massimo senza stress. Qualsiasi personaggio famoso ogni tanto vorrebbe stare tranquillo per conto suo, ma sono le parti negative del mestiere che devi accettare. Se lo sport professionistico fosse divertimento noi non lo guarderemmo, invece grazie a noi che paghiamo per guardarlo entrano soldi alla tv che ne dirotta una parte agli sportivi che ti assicuro non sono per niente dispiaciuti
A casa mia se si odia qualcosa non la si fa al massimo della resa, non gli dispiaceva vincere, anzi ne gioiva ed era frutto del duro lavoro. A chi piace fare sacrifici?? Nessuno e chiunque li fa, li fa per un obbiettivo. Lui ha avuto l’opportunità di raggiungerlo e chi lo avrebbe cagato da 140 al mondo??
Ragazzi mi dispiace ma una cosa e’ lo sport fatto come attività ludica !un conto è essere professionisti ..per farlo si rinuncia a molto per arrivare al vertice ..bisogna fare enormi sacrifici , tra l’ altro in molti sport non si guadagna neanche tanto ,lui e’ strapieno di soldi tra l’ altro aumentati dalle vendite
Mi è sempre piaciuto Agassi e mi è piaciuto di più,dopo il libro scritto,cAPisco quello che vuole dire ,lo sport dovrebbe essere in primis divertimento,la rovina è stata il professionismo i troppi soldi, chiudo dicendo,che lui ha parlato della SUA vita non capisco le critiche.
Veramente patetico, come lo è sempre stato.
Ad alcuni magari sembrerà una affermazione strana, ma anche se è stato n. 1 si può considerare un fallito.
La deve smettere di piagnucolare e prendersela con il padre o il tennis. E’ patetico. Grande giocatore ma per il resto non lo capisco. Dovrebbe fare un monumento al padre e ringraziare tutti, invece spara su tutti, Bollettieri compreso. Senza di loro sarebbe sotto i ponti, forse non se lo ricorda. odia il tennis e poi lo insegna. Ma per piacere…
@ gruff79 (#1479157)
Quindi per fare sport bisogna essere torturati….per emergere nello sport (come in tutto) c’è bisogno di sacrificio, ma se il sacrificio equivale a torture psicologiche fino ad arrivare al DOPING, non si tratta più di SPORT…
Penso che il ragionamento di Agassi non sia sbagliato, anche se forse è sbagliato su di lui. Ci sono genitori che obbligano i figli a rovinarsi l’infanzia per inseguire un sogno che non si realizzerà mai.
Certo, su ciò siamo tutti d’accordo, ma lui chiaramente parla a titolo personale ed anche si augura che ciò che è successo a lui non capiti a nessuno, ginnaste, nuotatori o chicchesia…
Non mi sembra ci sia da polemizzare molto, ha raccontato la sua storia anche tramite il libro e basta, criticate personaggi come Kyrgios che fanno si dichiarazioni allucinanti, non Agassi.
Mario Radic, con il suo Best Ranking 141, ha dichiarato:
Avrei preferito essere il numero 1 al mondo ed avere una carriera sotto la continua pressione familiare.
Capisco Radic piu di Agassi !!!
il signor andre agassi ha mai visto a cosa sono sottoposte le ginnaste rumene? o come fanno ad emergere gli atleti cinesi nelle accademie..come ha detto un altro utente noi tutti abbimo delle pressioni anche nello studio o nel lavoro da parte dei genitori..e la faccia finita una buona volta..
Il discorso che fa Andre, va aldilà del successo dei soldi ecc e chi ha letto il libro lo sa benissimo, lamenta solo il fatto di non aver potuto avere un’infanzia qualunque..
Io invece credo che ci abbia sofferto veramente anche perché gli anni dell’adolescenza non te li ridà più nessuno e averli vissuti nel modo in cui parla nel libro deve essere stata dura….Poi è chiaro che sui soldi non ci sputa nessuno ma voi per soldi sacrifichereste 20 e più anni della vostra giovinezza a fare una cosa che odiate???
A me sembra solo che parli da privilegiato. Anche chi studia e lavora si impegna ogni santo giorno sotto pressione e tutti arrivano ad odiare quello che stanno facendo in certi momenti. E anche chi arriva 141 al mondo ha fatto immensi sacrifici in giro per il mondo quindi Agassi la smettesse con sta storia drammatica del bambino costretto dal padre a giocare a tennis che mi sembra un insulto alle persone che leggono e magari vorrebbero pure mandare il proprio figlio a fare sport ma non ne hanno per vari motivi la possibilità
Io lo capisco invece…non c’è stata nessuna scelta nella mia vita dettata dai soldi. Ho le pezze al ..lo ma non mi pento…
Nella vita i sacrifici non piacciono a nessuno, ma in un modo o nell’altro bisogna farli per raggiungere qualcosa. Meglio colpire migliaia di palline ogni giorno perunnumero limitato di anni che spalare terra ogni giorno o essere in una fabbrica ogni giorno…per tutta la vita
Mah. Nel suo libro racconta l’incubo dei challenger, ma lo ricorda appunto come un incubo. Si fece forza e ritornò grande.
La contraddizione sta nel fatto che il tennista, per vincere anche un challenger, deve essere centrato ed allenato quindi credo sia meglio essere numero 10 e non numero 100. Leggendo il libro mi viene in mente anche il fatto di aver sempre amato Steffi e che avesse la foto attaccata al frigo quando stava con Brooke ci credo poco.
Eh dai Andrè, il libro sta vendendo bene, ma ora basta, su.
col senno di poi e con svariati milioni di $ sul conto in banca si può dire tutto e il contrario di tutto….
Non so se ti saresti accontentato degli stessi prize money 😀
Bravo Andre! 😉