Karin Knapp e la voglia di stupire
Ci sono tennisti e tenniste che toccano il fondo, che arrivano in basso, al limite della sopportazione verso il proprio sport, perché lo detestano e non lo amano più e iniziano a scendere agli inferi delle proprie prestazioni, autodistruggendosi e andando giù. E troppo tardi si rendono conto di amare ciò che hanno odiato. Ci sono tennisti e tenniste invece che vivono per il loro sport, ciò che da piccoli li ha alimentati, li ha appassionati e li ha fatti crescere, ma che per problemi fisici vanno giù, arrivando a tanto così dal dover dire basta. Ed è in quel preciso momento, quando capiscono che ciò che potrebbero esser costretti a lasciare gli mancherebbe incredibilmente, che decidono di rialzarsi e andare oltre i propri limiti, ammesso che il proprio fisico gli dia una seconda chance.
Così è capitato a Karin Knapp, tennista altoatesina dal buon tennis, con le sue lacune e i suoi punti di forza, come tutti d’altronde, numeri 1 inclusi. È bene ricordare che la tennista nativa di Brunico classe ’87 nel biennio 2008 – 2009 vede arrestata la sua scalata al tennis che conta da arrembante teenager sportiva per risaputi problemi al cuore, problemi che possono stroncare i tuoi sogni di gloria, farti fermare e piangerti addosso oppure ti possono dare la voglia innaturale di provare a risolverli e ripartire, per superare quei limiti famosi.
Karin è andata giù, ha avuto due anni bersagliati dalla malasorte ma è ripartita, centrando risultati incredibili per una tennista con una storia del genere: sul finire dell’anno scorso dopo un inizio 2014 davvero balbettante ottiene i primi importanti traguardi della sua seconda carriera (senza dimenticare l’acuto Wimbledon del 2013), arrivando al primo successo in un torneo del circuito maggiore, il Tashkent Open in Uzbekistan, dove batte la detentrice del titolo, Bojana Jovanovski.
È la stagione su terra rossa di quest’anno che le fa toccare però nuovamente il cielo con un dito: a Norimberga ottiene in finale contro Roberta Vinci il suo secondo torneo della carriera, cui fanno seguito buone prestazioni in altri tornei nel prosieguo della stagione come Bad Gestein, dove solo la stanchezza e la sfortuna la frenano nella corsa al suo terzo successo personale in finale contro una Stosur presa a pallate per un set e mezzo, o a Baku, dove gioca bene ma perde un po’ scarica in semi finale contro l’outsider russa Gasparjan, riuscendo però a ritoccare il suo best ranking, cosa che non accadeva dal lontano 2008. Una 34esima posizione mondiale che, con sorteggi un po’ più fortunati e un pizzico in più di continuità, potrebbe essere adesso addirittura ritoccata un’altra volta.
Karin è un esempio di cocciutaggine sportiva, un fiore in un deserto di isterismi e offese che dominano il campo, anche se il circuito WTA si distingue al momento per essere più “puro” rispetto a quello rissoso dei colleghi maschi. La sua storia fa bene allo sport, insegna che mai bisogna smettere di credere al lieto fine, perché questo della Knapp è senza dubbio un meraviglioso happy end. E la storia non è mica finita qui.
Alessandro Orecchio
TAG: Italiane, Karin Knapp, Knapp
Non poteva mancare il mio complimento per l”articolo. Bravo bravo!!! E per karin un augutio di cuore perche’ lo merita tutto. Mi ha fatto tanta tenerezza questo articolo.
Brava Karin! Dai che contro Serena giocherai alla pari!
Un giusto tributo a Karin
@ ILSanto (#1425648)
Certo,hai ragione.
Complimenti per questo articolo! Dovrebbe essere su “La Gazzetta dello Sport”, ma a quanto pare sta diventando sempre di più il quotidiano sul calcio. Almeno fossimo bravi nel calcio…
Bella storia quella di karin, ritornata più forte di prima, dopo tanta sfortuna, che avrebbe piegato chiunque, ma non lei. Brava Karin. Complimenti per l’articolo 😉
Grande Karin!
Giocatrice a cui auguro ogni bene!
Grande Ale Orecchio !! 😀
Brava e se lo merita tutto visto il duro lavoro per risalire, al contrario di altre.
Sulla sua pagina facebook, la gestisce lei dato che spesso ci sono commenti in prima foto e varie foto in giro per il mondo 😀 basta che cerchi “Karin Knapp” e ti spunta
Karin n1.E oggi batte Serena
Io le auguro tutto il bene di questo mondo perche’ se lo merita davvero.
Bene…questi articoli dovrebbero servire soprattutto a quelli che fanno dei paragoni impropri, senza sapere la storia alle spalle delle giocatrici, che hanno conosciuto solo da pochi mesi.
Forza Karin!!!
Sono convinto che oggi giocherà un gran match, anche se l’esito finale dipenderà soprattutto dalla sua avversaria.
Magnifica analisi di una grande ragazza!
Ringrazio SilvioL, per avere apprezzato il Mio breve commento
Essere dolci e buoni di carattere, include anche la sensibilità. Che molto giustamente hai scritto nel Tuo commento.
Karin l ho conosciuta tramite un suo amico che è anche un mio amico
E devo dire da sportivo non appassionato di tennis che dopo averla conosciuta
L ho vista giocare e mi sono appassionato al tennis è una forza della natura
È quel tipo di atleta che ti entusiasma pet forza e determinazione potrebbe diventare
Una leggenda
@ Giovanni (#1425588)
Dove?!!?!?
Quoto
KARIN, SEI GRANDE…TI VOGLIAMO BENE
stra-stra quoto
Hai ricevuto i complimenti della stessa Karin sulla sua pagina facebook, complimenti per l’articolo 😀
Bravissima Karin,ci hai creduto sempre e adesso si sono visti i risultati! Con un pò di fortuna nei sorteggi si raggiunge la top30,quindi forza Karin 😉
Bravo Orecchio, bell’articolo per una tennista spesso sottovalutata..
@ ILSanto (#1425564)
Hai dimenticato sensibile,non so se ti ricordi quando in Fed Cup a Cagliari disse alla Pennetta di aver paura di sbagliare per paura di essere giudicata.
Karin è una grande tennista. Ma Karin è soprattutto una ragazza molto dolce e molto buona di carattere, ed è questa la sua forza. Complimenti ad Alessandro Orecchio per l’articolo molto bello
Per l’impegno, il comportamento e ora anche i risultati (2 tornei vinti in meno di un anno e potevano essere 3 se a BadGastein non avesse dovuto giocare semifinali e finale nello stesso giorno), la Knapp meriterebbe la prima pagina tennistica quasi tutti i giorni. Eppure fanno più notizia le cavolate di Kyrgios, gli smarrimenti di Wawrinka, la coppia di doppio che scoppia e non si sa ancora bene il perché (Errani-Vinci), l’eterna attesa del salto di qualità della Giorgi, i se e i ma su dove arriverebbe Fognini se non fosse Fognini. Quando si dice non essere un personaggio…