Rafa Nadal e la terra rossa di luglio
L’annus horribilis del maiorchino Rafael Nadal, ha conosciuto sull’erba di Wimbledon un’ennesima pagina triste, con una sconfitta e un’uscita prematura dal torneo che non avrà avuto il potere mediatico della batosta subita all’ultimo Roland Garros, da sempre suo feudo sicuro anche nelle stagioni più tribolate, ma che nuovamente lo ha posto di fronte a numerosi interrogativi. La carriera dello spagnolo ha intrapreso troppo in fretta una parabola discendente o esiste ancora il modo per raddrizzare questa fase delicata della sua vita sportiva, regalandosi e regalandoci vittorie di prestigio? Inutile dire che il mancino di Manacor si augura ancora di poter essere competitivo nel circuito, potendo battagliare coi più forti: quale trampolino di (ri)lancio più adatto allora dell’amata terra battuta?
Se davvero Nadal vuole tornare a fare la voce grossa, puntando fra l’altro a una buona estate su cemento americano guardando al Master di fine anno, ha bisogno soprattutto di recuperare la forma fisica ideale, lui che della potenza muscolare ha fatto la colonna portante del suo tennis, ma anche quell’abitudine al successo e quelle sensazioni positive che ultimamente sembrano essere sparite.
È notizia recente l’intenzione dello spagnolo di prendere parte alla tournée su terra rossa europea nel mese di luglio (solo Bastaad o altro ancora?), in modo tale che, quando gli altri staccheranno la spina irrimediabilmente dopo lo Slam inglese, lui possa tentare di ricucire almeno parzialmente lo strappo e eliminare quella distanza dai migliori che al momento è decisamente marcata.
Nadal non può essere sicuramente stanco vista la stagione balbettante e spesso a singhiozzi, ma la terra rossa e tornei 250 non certo affollati per numero di campioni, sono davvero il luogo ideale dove ritrovarsi? Chiaro a mio avviso che il problema di Nadal, se di problema peraltro è lecito parlare, oltre che riguardante un ritardo nella condizione fisica alberghi anche nell’aspetto psicologico del suo power tennis. La Svezia farà carte false per convincere il campionissimo iberico, cercando di fare leva sul farlo sentire indispensabile, quel giocatore pigliatutto in grado di monopolizzare il tabellone cui prende parte divenendo magnetico, al pari di un’attrazione, per il pubblico accorso sugli spalti.
Dato per scontato il bisogno da parte del circuito di un tennista di livello e di assoluto richiamo come Rafael Nadal, credo che faccia bene a puntare sul terreno a lui più congeniale per cercare una difficile quanto auspicabile risalita: ogni campione, recente o passato, può vivere una stagione storta e solo mettendo in serie partite dopo partite e magari qualche trofeo alzato al cielo, si può sperare di voltare pagina il prima possibile e ricominciare a divenire uno degli avversari da battere. Forse il 2015 non avrà squilli nadaliani degni di nota, forse New York diverrà un’altra nota stonata di un anno avaro di sorrisi, ma il tempo per tornare grande c’è ancora. Innanzitutto recuperare fiducia in sé stessi, ritrovare quegli automatismi impressionanti che sfiancavano quasi tutti (il quasi è comunque d’obbligo) e provare a essere ancora Nadal: d’altronde nella grandezza di un campione risiede proprio la consapevolezza di avere dei limiti e di tentare di superarli. Quale banco di prova migliore allora della tierra batida svedese?
Alessandro Orecchio
TAG: Nadal, Notizie dal mondo, Rafael Nadal
Illuso
Tanti di anni di tergicristallo sfinirebbero chiunque.
Secondo me il problema è fisico, il fatto che poi si ritorca secondariamente sulla fiducia e sulla tenuta mentale non deve far pensare il contrario.
Sapere cosa fare ma non riuscire a farlo è mentalemnte distruttivo.
Non credo che potrà vincere qualcosa di più di un qualche M1000 sul rosso d’ora in avanti.
Federer è tornato a buon livello perché a speso molto molto meno durante la sua carriera.
Pure Nole ha già iniziato a gestirsi secondo me.
Pianifica in modo maniacale ogni apparizione e cerca di mantenere lo stesso livello durante tutto l’anno. Vuole durare il più possibile.
Vedremo se riuscirà..
Bell’articolo! Bravo !
Qualunque scelta fa’ il Fenomeno rappresenta la scelta giusta. Mai è poi mai lo criticherò per le gioie che mi ha regalato in questo decennio e che sono certo continuerà a regalarmi almeno per altri 2/3 anni. Vamosss e NMM
Ragazzi anche Roger nel 2013 era dato per finito poi l’avete visto tutti!!!
Nadal, come Federer, ha semplicemente cominciato il suo declino da gennaio 2014…L’apice della carriera è passato! ora vive una lotta quotodiana con nuovi problemi che prima non aveva.. potrà tornare ad un discreto livello ma più basso di prima e con meno continuità… del resto è ciò che fa federer da 3 o 4 stagioni..io sono suo tifoso da una vita e anche se quello di oggi è un buonissimo federer, forse eccezionale vista l’età, so anche che il miglior federer lo abbiamo salutato nel 2009-10! Così sta accadendo anche a nadal! Tutto qui…
Io credo che il problema di Rafa lo scopriremo solo nell”autobiografia del 2025….
Ma lui è un grande campione e i grandi campioni sanno adattare il proprio tennis alle nuove condizioni e rimanere vincenti.
Deve solo rendersi conto che definitivamente che il suo powerlift è sceso di livello e costruire un gioco più veloce con più errori.
Tra l’altro sa giocare a rete, anche se lo fa poco.
Roger stesso ha cominciato dal serve&volley, poi è passato a fondocampo e adesso mixa le due cose.
Più tornei fa meglio è….può regalare gioie inaspettate a molti giocatori così!
Secondo me potrebbe appunto giocare i tornei su terra per accumulare punti che potrebbero fare molto comodo in futuro, e vittorie e un po’ di fiducia che gli farebbero bene. A quel punto prepararsi il meglio possibile per gli US Open, allenando il più possibile il servizio e cercando un’attitudine offensiva, magari saltando Cincinnati per avere più tempo (se non ho capito male può farlo, avendo anche giocato tutti i Masters 1000 finora, se sbaglio correggetemi).
Dopodiché si inizia seriamente a preparare tutto per il lavoro in off-season, possibilmente con un altro allenatore insieme allo zio Toni e tutto il resto (tutte cose, queste, alle quali comunque potrebbe iniziare a pensare già da prima per perdere meno tempo possibile dopo).
Il Master se fossi in lui lo salterei proprio, sarebbe solo una perdita di tempo. E anche Parigi, in modo da finire il prima possibile la stagione.
No non partecipo, ma almeno non scrivo castronerie del genere (quelle del partecipare ai challenger)!!!!
Poi che Nadal stia calando ecc… è indubbio ma da li a farlo passare per un Volandri ce ne passa, come ripeto spesso, ok esser tifosi ma da qua a denigrare così tanto l’avversario ce ne passa!
Esatto i problemi sono quelli! Un pieno recupero è impossibile! Un ritorno a buoni livelli avverrà solo quando avrà ritrovato la tranquillità! E dopo aver perso il roland garros la maggior parte della pressione se l’è tolta! Del resto anche Federer attualmente è a un buon livello, ma ben lontano dalla continuità e forza delle stagioni d’oro!
@ Fighter 90 (#1393252)
eran gli stessi che dicevano che avrebbe vinto anche questo Roland Garros.
@ pallettaro (#1393199)
Guarda che Nadal, già nel 2009 in molti dicevano che era sul viale del tramonto, e non c’è bisogno che ti ricordi quello che ha fatto dopo.Sicuramente adesso gli manca l’esplosivita’ nei movimenti, arriva sempre un attimo dopo sulla palla, di questo ovviamente né risente il suo tennis, poi viene anche l’aspetto psicologico, la mancanza di fiducia nel suo tennis attuale.Però non sarei così sicuro che non possa tornare competitivo.
I problemi grossi di Nadal sono due, chiari ed evidenti:
1)non si muove più come prima, quindi situazione recuperabile?
2)ha dimostrato di essere “umano” ovvero non essendo in fiducia sbaglia colpi che prima non sbagliava nemmeno bendato e con una sola gamba (vedi per es. due diritti da fermo contro Brown, fuori di un metro)
Resto scettico su recuperi da N.1 ma devo ammettere che anni fa, non avrei mai pensato per esempio che Federer riuscisse a mantenersi così ad alto livello.
@ Evolution (#1393205)
tu invece non scrivi sulla tastiera e partecipi al Roland Garros ?
@ luigi (#1393211)
Ma Agassi non prevaleva per atletismo. Nadal sì.
Ci passa una bella differenza.
@ pallettaro (#1393199)
scusa, ma un certo Agassi te lo ricordi oppure no? e non mi dirai che il suo tennis di pressione estrema dalla linea di fondo non era logorante. Risalì al n.1 dopo essere sceso oltre il 140 (non la posizione 10 di Nadal). Sono previsioni azzardatissime le tue.
No perchè poi nei challenger si scontrerebbe con te, famoso leone da tastiera e magari perderebbe…. 😆
@ Fighter 90 (#1393192)
Perchè azzardato scusa?
Lentamente, ma inesorabilmente, Nadal stava calando. E sta calando tuttora. Basta averlo visto nelle due partite perse da Fognini (gente che batteva con un braccio legato).
Ha avuto un risveglio dopo che era stato fermo 9 mesi e aveva ripreso il suo tennis logorante. Se tu giochi un tennis come il suo è probabile che duri meno di un Federer.
Sono d’accordo con te, l’umiltà lo ha accompagnato per tutta la carriera, nei momenti migliori e in quelli peggiori.Io personalmente non lo vedo finito, come non vedevo da ritiro Federer nel 2013.Ferrer non mi sembra giovane, eppure il suo miglior tennis lo fatto dopo i 30, e non mi sembra dissimile il suo gioco da quello di Nadal, non parlo di caratteristiche tecniche, ma di resistenza e atletismo.Quindi fare previsioni sulla fine della competitivita’ di Nadal ai massimi livelli è quantomeno azzardato.
Guardando il calendario, potrebbe disputare bastaad, amburgo e pure kitzbuhel, ma naturalmente bisogna valutare un po’ di fattori: possibile stanchezza di 3 tornei in 3 settimane, i due master 1000 americani obbligatori cui dovrà partecipare, con conseguente cambio di superficie, US Open da preparare, ammesso che abbia voglia di prepararli.
SIcuramente ha ampi margini di arrivare al master: attualmente è ottavo e raonic, nono, gli è distante 1200 punti e resterà fermo per buona parte dell’estate.
insomma annata da buttare ma deve salvare il salvabile, pensare finalmente a un nuovo coach e adattare il gioco alla sua condizione fisica, un po’ come ha fatto federer dopo il disastroso 2013.
@ Gabriele da Ragusa (#1393169)
Più che umiltà la chiamerei sopravvivenza. Esci dai primi 10 al mondo ed è più che normale disputare anche un 250 mila, per di più sulla sua amata terra.
Jacques II de Chabannes de La Palice
Direi di no. Non rientrerà nel tennis che conta, nel tennis dei primi 3 al mondo. Non vincerà più alcun titolo slam.
Se le cose dovessero andare diversamente allora ci sarebbe sotto qualcosa che tutti noi non sappiamo o che possiamo solo presumere.
Al di la di tutto, va evidenziata la grande umilta’ di qst tennista nell’abbassarsi a qst livelli pur di provare quantomeno a risalire e acquistare fiducia. Poi uno puo tifare per chi vuole ma va dato atto a Nadal di nn voler mollare manco x sogno. Il tutto alla luce della straordinaria carriera che ha gia fatto
potrebbe utilmente dedicarsi ai challenger su terra, per tentare di entrare nel masterino di fine anno….
Ottima scelta.