Wimbledon: Dimitrov, “sprofondo verde” (di Marco Mazzoni)
Tristezza. Vedere Grigor Dimitrov, semifinalista 2014, a tratti “scherzato” sul centrale di Wimbledon da Richard Gasquet mi ha provocato un genuino sconforto. E rabbia. Niente contro il francese, tennista delizioso, che ho sempre ammirato e sostenuto per quel gioco retrò, quelle movenze quasi anacronistiche ma affascinanti in un tour dominato da superatleti e troppa potenza. Però non è accettabile vedere un discreto talento come Dimitrov, uno degli ultimi esemplari di tennis classico, sprofondare in un abisso nerissimo, costruito in modo subdolo con le proprie mani. La sua sconfitta di oggi chiude il cerchio di un periodo orribile, in cui la sua regressione tecnico-tattica gli ha fatto perdere sicurezza e qualità, banalizzandolo. Un tennista che potrebbe e dovrebbe esaltarsi giocando su brillantezza e velocità, e che invece si sta distruggendo alla ricerca di una solidità assoluta che non gli appartiene, e attraverso cui mai potrà fare gara pari con i migliori.
Solo 12 mesi fa la sua ascesa ai Championships fu salutata da tutti come qualcosa di notevole. L’idea di costruirsi una certa solidità grazie a tanto (duro) lavoro fisico con Rasheed iniziava a pagare. Concettualmente non era errato: Grigor partiva molto indietro rispetto ai migliori sul piano atletico, per anni giovanili in cui non si era completato a dovere. Male come appoggi e ordine nei passi, poca resistenza generale, scarsa attitudine alla lotta quando il match diventata fisico. Avevo immediatamente storto il naso quando decise di lasciare l’eccellente accademia svedese GTGT, ma è giusto concedere tempo di lavorare prima di dare giudizi. L’anno scorso ai Championships (e non solo) qualcosa di buono si iniziava a vedere. Ancora il suo tennis non era stato imbrigliato dentro un piano tattico scellerato, castrato per diventare una sorta di mulo da traino con racchetta, no. 12 mesi fa nessun attacco all’arma bianca, ma un buon mix di attacco e difesa, con prospettive interessanti di crescita aggiungendo fasi offensive alla nuova solida base. Questa era la prospettiva di carriera più logica, che poteva portare il bulgaro a diventare un top10 vero, pronto a giocarsela contro i migliori nei grandi tornei. A ripensarci oggi vengono i brividi… Quella traiettoria del tutto logica e quasi scontata è stata accantonata per seguire la tendenza dominante del tennis di oggi: potenza, continuità di prestazione, minimizzare il rischio con un gioco solido che cerca di portare all’errore il rivale.
Per produrre un tennis del genere però servono qualità che Dimitrov non possiede, né sul piano organico e tanto meno su quello tecnico. E’ quindi totalmente un nonsense perseguire questa strada, poiché equivale a farlo giocare contro natura.
Proprio dopo Wimbledon 2014 sul cemento americano si è vista “questa svolta nera”, con una posizione di campo troppo arretrata, con colpi troppo lavorati, con un attendismo figlio della volontà precisa di non prendersi rischi. Discese a rete scomparse, dritti fulminanti rarefatti, rovesci in back sempre meno usati per lavorare e costruirsi un drive solido ma senza vincenti. E’ stato l’inizio della fine. La tendenza s’è rafforzata, diventando dominante. Dalla scorsa estate le grandi prestazioni di Dimitrov sono stare rare, mentre le partite perse molto male, di lotta e giocando brutto tennis, molto frequenti.
La durissima sconfitta patita contro Gasquet oggi a Wimbledon è una sorta di ciliegina al veleno... Verissimo che Richard ha tennis eccellente per come si gioca oggi sui prati. Ma la stupenda prestazione balistica del francese è stata possibile non solo grazie ad un’ottima giornata del suo braccio ma anche (direi soprattutto) per demerito di Dimitrov. Grigor ha lasciato così tanto tempo di gioco e spazio da consentire al braccio di Gasquet di swingare in sicurezza, creando traiettorie ficcanti e precise. Richard ha sempre avuto il limite di non saper giocare di puro anticipo, finendo per perdere campo, “sui teloni” addirittura. Quando al contrario gli lasci tempo e scappi indietro aprendo così il campo ai suoi colpi, può trasformarsi in un maestro che ti incanta con traiettorie varie, mulinando rovesci bellissimi e vincenti, cross stretti letali. Oggi è accaduto questo. Dimitrov non ha mai tenuto in mano l’iniziativa, servendo pure molto male. Ha subito perso campo, non è mai riuscito a giocare veloce ed a rubare il tempo di gioco al francese che su ritmi blandi ha dato sfoggio di tutta la sua classe tecnica. Vedere Grigor metri lontano dalla riga di fondo, anchilosato a remare come i veri “arrotini” latini di qualche lustro fa, e senza alcun scatto d’orgoglio o reazione di qualche tipo per riguadagnare campo è stata una pugnalata per chi ama la pulizia del suo gesto ed intravedeva in lui prospettive non dominanti ma di alta qualità.
Dimitrov deve fare un’analisi lucida del suo momento, di come il suo tennis sia peggiorato enormemente come qualità in ogni aspetto tecnico, tattico ed agonistico. Deve riflettere su come questa condotta di gioco troppo difensiva non faccia male ai rivali, ma solo a se stesso. Serve un cambio di rotta, e serve presto. Da dietro spingono, stanno arrivando. Grigor rischia di esser sorpassato e lasciato indietro. Per sempre.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: analisi tecnica, crisi, Dimitrov, Grigor Dimitrov, Marco Mazzoni, tennis su erba, Wimbledon
a legnate dalla sharapova mi faccio prendere!!!
Dimitrov: giocatore elegante senza grinta. Un grande tennista non è solo bellezza di stile e tocco di palla. Roger Federer, dietro a eleganza e fantasia smisurate, riserva grinta e voglia di soffrire non comuni!
La classe 89-94 non si è rivelata all’altezza, stanno già arrivando i 95+ che son più forti
Concordo, a me Dimitrov era sempre piaciuto molto e a Wimbledon 2014 aveva giocato davvero bene, mi ero davvero convinto che stesse per fare il salto di qualità definitivo, e invece è regredito.
Comunque c’è ancora speranza per lui, non è troppo tardi per prendere la strada giusta e spero che alla fine riesca ad arrivare.
Raonic, che è l’altro semifinalista dell’anno scorso uscito oggi, lo vedo invece più avanti ma molto più limitato. Cioè, si è sempre saputo che non sarebbe potuto diventare troppo completo, ma mi sembra che i limiti che ha siano davvero troppo grandi e non mi sembra in grado di superarli. Poi magari mi sbaglierò e sarà tutto il contrario di quello che penso 😎
Partita vista dalla prima fila del centrale sperando di ritrovare il Grisho dell’anno scorso .. Che dire 3 break praticamente di errori suoi … Il passante lasciato non lo commento nemmeno … E nonostante tutto ha avuto più volte la possibilità di rientrare in partita. Io sono contro Rasheed dal primo giorno uno che voleva far diventare tsonga un pallettaro ma per piacere peggio di Stefanky con Roddick
Concordo: ma quanti rinuncerebbero a farsi dominare di tanto in tanto dalla Sharapova ? 😉
Concordo!!!!!!!
anche Fognini cerca troppo la solidità da fondo..
Straquoto
gli manca proprio il colpo vincente “sicuro”. Dovrebbe essere il diritto “a uscire” ma quando lo tira spesso gli esce proprio
esatto finalmente un commento tecnico non le solite cose che col tennis non hanno niente a che fare bravo mazzoni 😉
Niente da aggiungere alla solita capacitá del sig> Mazzoni di analizzare il tennis
a me sembra che a dimitrov interessi altro dal vincere tornei di tennis
Non riesco a smettere di ridere, questa frase è bellissima!! 😆
Dimitrov: buon servizio, buon dritto, rovescio maluccio e attaccabilissimo, testa zero, capacità di leggere la partita zero. Oltre alla mentalità per me gli mancano proprio i colpi. E’ sopravvalutato tecnicamente e pure parecchio.
Ripeto anche qui la mia idea.
Dimitrov non ha la testa del campione. Non sarà mai quello che in molti si aspettano. Pure il fatto di stare con la sharapova sottende la sua natura di dominato.
Deve deve deve cambiare allenatore 🙁
che belle analisi di vero tennis Mr Mazzoni….grazie!…..ma la relazione con la sharapova regina del gioco che vorrebbe fare il bulgaro puo’ centrare qualcosa?