Open Court: aspettando Wimbledon …e le sue risposte (di Marco Mazzoni)
Nella settimana che ci porta a Wimbledon si respira un’aria particolare. Elettrica. Il countdown per il torneo più prestigioso del nostro sport è iniziato, e l’attesa quest’anno, con lo slittamento dei Championships di sette giorni, è ancor più spasmodica rispetto al passato, quando il passaggio dal rosso fuoco e battaglie della terra battuta al rilassante verde e suono ovattato dell’erba si consumava più rapidamente. Si può anche non amare il tennis sui prati, ma Wimbledon è IL torneo per prestigio, storia, e molto spesso (quasi ogni anno a dire il vero…) anche per qualità di gioco e spettacolo. Troppe le immagini, partite ed imprese che tornano in mente, sgomitano tra loro e fanno salire a dismisura la voglia di tennis su erba. Senza tornare alle immagini in bianco e nero, quest’anno sono 30 dal primo Wimbledon di Boris Becker, un torneo che ha letteralmente cambiato la storia del tennis moderno e segnato una discontinuità forte col passato. Poi le tre magiche finali tra il tedesco e Stefan Edberg, per passare all’impresa di Agassi e l’epopea di Sampras. E come non ricordare quel lunedì in cui Ivanisevic e Rafter giocarono una delle finali più intense e straordinarie dell’Era Open, un dentro o fuori per entrambi, in quello che fu forse l’ultimo vero match “da erba classica”, fatto di un tennis totalmente offensivo quasi senza scambi da fondo. Segue la generazione dei nati negli ’80s, con Federer che presto diventa il Re del centre court; fino al 2008, con un’altra finale incredibile che vede Nadal detronizzare lo svizzero in un match tecnicamente non straordinario ma diventato leggenda. Come non citare la magia nel numero 7, quando il 7/7 duemilatredici Andy Murray cancella un incubo durato 77 anni, diventando il primo Brit ad alzare la coppa dopo Fred Perry. Queste solo alcune cartoline che mi suscitano emozioni forti. E quante altre ne arrivano in versione rosa, tra gli ultimi colpi di Martina, le vittorie di Steffi, l’arrivo delle Sisters che hanno spazzato via la concorrenza, eccetto qualche lampo di classe pura (Amelie, Petra…). Brividi tennistici. Come il brivido che si prova entrando all’All England Club, ancor più dopo aver fatto The Queue, esperienza che una volta nella vita ogni vero “malato” di tennis dovrebbe provare. Provare per credere, per sentirsi una minuscola pennellata del quadro tennistico più bello del mondo. Tanta magia per lo spettatore, altrettanta per chi ha l’onore di giocare sui sacri courts londinesi. Giusto ieri mattina Zarina Diyas ha postato la foto del suo pass, scrivendo “Onorata di essere di nuovo qua”. Nessun altro torneo suscita nei giocatori lo stesso rispetto di Wimbledon.
I Championships non solo sono il sogno e l’obiettivo supremo di tutti i giocatori, ma ci forniscono risposte importanti sull’andamento della stagione anche per la loro posizione nel calendario. Una vittoria (o un flop) a Wimbledon lascia sempre un segno indelebile su chi sia il migliore, sulla corsa al n.1 di fine anno; su chi sarà fortissimo domani o chi invece non lo sarà più, e tanto altro ancora. Quest’anno dal tabellone maschile di Wimbledon ci attendiamo davvero tanto, perché Parigi ha in parte rimescolato le carte in tavola e c’è nell’aria la sensazione forte che qualcosa stia per accadere, che il torneo potrebbe regalarci qualcosa di diverso. Non sarebbe la prima volta. Proprio a Wimbledon spesso accade “il botto grosso”, partite che creano una frattura. Come la vittoria di Boris 1985 appunto, o l’ideale passaggio di consegne tra Federer e Sampras nel 2001, o Nadal che supera Federer ed interrompe il suo dominio, tanto dirne alcune.
Oltre alle qualificazioni in pieno svolgimento (bravissimi Donati, Vanni ed Arnaboldi!), ieri in tarda mattinata il primo passo ufficiale con le teste di serie dei due tabelloni. Nel femminile il n.31 per Camila Giorgi non è detto che sia un grande vantaggio… Altri spunti piuttosto interessanti arrivano dalle teste di serie maschili. Ci sono alcuni spostamenti rispetto alla classifica mondiale, ma senza stravolgimenti: Raonic avanti di uno rispetto a Ferrer (che credo meritava di esser fuori dai primi 8), invertiti di uno anche Simon e Tsonga; altri spostamenti tra la 20 e la 32, con Cuevas (giustamente) retrocesso di qualche posto. Forse Kyrgios e Isner meritavano una posizione più avanzata, essendo potenzialmente molto forti sui prati. Infatti tra le teste di serie “basse” quelle che potrebbero essere più pericolose per big credo siano proprio Kyrgios, Sock (attenzione, potrebbe essere il 3°turno di uno dei favoriti), Tomic e Andy Seppi, bravissimo a Halle e su cui tornerò più avanti.
Intanto i fattori più interessanti del sorteggio che andrà in scena venerdì saranno le posizioni di Nadal, Raonic e Murray. Andy continua ad essere il mio favorito assoluto. L’avevo già scritto (sbilanciandomi non poco) subito dopo Parigi, ed il Queen’s ha solo confermato le ottime sensazioni sullo scozzese. Sta benissimo fisicamente e mentalmente, è molto rilassato e consapevole. La sua racchetta fende l’aria precisa, centrando impatti sicuri, e con il lavoro di Mauresmo più Bjorkman pare discretamente proiettato in avanti, pronto ad evitare quelle fasi passive/interlocutorie che troppe volte gli sono costate sconfitte dolorose. Sembra un Murray molto vicino a quello del periodo con Lendl, in cui vinse l’Oro olimpico 2012 e la finale dei Championships 2013, sempre sul centre court. Il sorteggio lo metterà dalla parte di Djokovic o di Federer? E’ la variabile più importante dell’intero torneo, con gli altri due campioni che affronteranno quest’edizione di Wimbledon con spirito opposto ma con “l’esigenza di vincere”.
Roger tra poche settimane spegnerà 34 candeline. Tutto è relativo per un atleta quasi magico, dotato di così tanta classe ed eleganza da apparire superiore alle leggi della fisica. In realtà, il suo talento è divino per il nostro spirito, ma assai terreno per il campo da gioco. Anche lui ha bisogno di tutta la velocità dei suoi piedi, della miglior elasticità del suo corpo e della reattività dei giorni migliori per ripetere l’eccellente prestazione dello scorso anno, quando arrivò clamorosamente a soli 5 punti dal vincere il torneo. Federer sembra stare piuttosto bene, si sta allenando con Edberg e chi lo osserva da bordo campo lo descrive come leggero, centrato, molto focalizzato sul dettaglio. Roger è un campione così grande che quasi ti fa pensare di essere immortale, ma non lo è. La ragione mi spinge a pensare che l’anno prossimo potrebbe essere troppo tardi per tentare un ultimo assalto all’ottavo titolo. Se ancora ha un colpo in canna, questo pare il torneo, e lui c’è arrivato molto sereno, lanciato dalla “solita” vittoria ad Halle. Per questo Wimbledon 2015 è un’esigenza per Roger: il futuro è adesso, la motivazione sarà massima.
Molto diverso lo stato d’animo di Djokovic, che non è più sceso in campo in un match ufficiale dopo la sconfitta di Parigi. Una “mazzata epocale”, forse la più grande delusione in carriera per il n.1, ancora incapace di sollevare quella coppa che sta diventando un incubo. Come avrà assorbito la batosta? Novak ha spalle larghe, ma la mia sensazione è che stavolta la sconfitta l’abbia davvero ferito, e chissà che nella sua testa non inizi a frullare qualche dubbio, vedendo come dal 2012 siano state molte più le sconfitte negli Slam che le vittorie. Nessuno si sogna di mettere in dubbio il suo ruolo di n.1, però nei Major i numeri iniziano ad esser così così, e di sicuro lui non è felice quando glielo ricordano. Djokovic è il campione in carica dei Championships, su quest’erba veloce ma non velocissima può giocare un ottimo tennis. Il problema potrebbe essere ancora la tensione, quell’eccesso di elettricità che lo attanaglia nelle grandissime sfide e che talvolta (contro grandi avversari, ovviamente) l’ha penalizzato. Probabile che di rabbia annichilisca i rivali nei primi turni dei prossimi Championships, ma se un match gli si dovesse complicare improvvisamente sarà da valutare come riuscirà a domare la tensione e far valere tutta la qualità e quantità del suo tennis. Difficile ipotizzare un clamoroso blackout, un momento di crisi innescato dalla dolorosa sconfitta, ma sarà quanto mai interessante scoprire la reazione mentale di Novak dopo la sconfitta vs. Wawrinka. Proprio il campione di Roland Garros potrebbe essere una delle delusioni di Wimbledon. Azzardo? Forse, il tennis di Stan è eccellente anche sui prati, e se mai lo svizzero vincesse anche a Londra non si dovrebbe gridare al miracolo, ha tutto quel che serve per farcela. Tuttavia lui stesso ha dichiarato che un successo così importante ti svuota. Potrebbe essere uno dei big a rischio per la prima settimana, ma se al contrario riuscirà a superarla di slancio, chissà…
Dubbi anche sugli altri due protagonisti che ho citato in precedenza: Rafa Nadal e Milos Raonic. Il canadese viene da un piccolo intervento al piede, che gli fatto saltare Parigi. Non è un male in assoluto se l’ha fatto lavorare bene in vista di Wimbledon, dove difende la semifinale persa nettamente vs. Federer. Ma quanto è cresciuto Milos rispetto allo scorso anno? A dire vero, forse non così tanto. Nel 2014 in primavera era tangibile il salto qualità nel suo gioco, sul piano fisico, degli spostamenti e della intensità. Adesso è atteso al salto più alto, quello di mantenere al massimo la qualità del suo servizio – e quindi del suo tennis – per tutto un match contro uno dei super campioni, e riuscire a tirar fuori dal cilindro la giocata in risposta. Senza questi due elementi, difficile che possa fare più di un’altra semifinale. Tuttavia per i favoriti resta l’uomo da evitare nei quarti, più del fragile Nishikori o dell’instabile Berdych. In questo il sorteggio di venerdì ci dirà di più. Ancor più curioso sarà vedere la posizione di Nadal, crollato al n.10 dopo Roland Garros. Nessuno sconto dagli organizzatori di Wimbledon, nonostante i due titoli vinti. Alcuni colleghi hanno perorato la sua causa, chiedendo un salto in avanti per lui nel seeding. Niente. Il suo valore oggi pare quello, starà a lui dimostrare il contrario. Ha avuto un piccolo colpo di coda sull’erba di Stoccarda; ma al Queen’s contro un rivale armato di talento come Dolgopolov sono venute alla luce quelle lacune che probabilmente sarà difficile colmare, almeno quest’anno. Sull’erba è costretto ad anticipare i tempi di gioco, ed in un anno da dimenticare il servizio gira abbastanza bene, quindi sull’“erba battuta” potrebbe giocare anche bene. Però la trazione delle sue ginocchia è ai minimi termini, come la costanza del dritto, l’esecuzione che ha terrorizzato due generazioni di rivali. La prima settimana resta per lui molto pericolosa; se esce indenne forse si dovrà fare i conti anche con lui, ma vederlo da titolo sembra una previsione ardita.
Capitolo outsiders. L’erba di Wimbledon è da sempre rischiosa per i giocatori di rendimento, ancor più in un tennis troppo omologato ai ritmi del forcing da fondo. Oltre ai pochi specialisti pronti alla zampata (Mahut, Kohlschreiber, Rosol, Muller, Stakhovsky, il redivivo Baghdatis, Lu, Groth, aspettando il responso delle qualificazioni) o una manciata di talentuose mine vaganti (Dolgopolov, Janowicz, Gulbis), occhio ad alcuni giovani che nella 1a settimana potrebbero creare sorprese. Kyrgios è già una testa di serie, seppur giovane, quindi su di lui c’è attesa e non sarà una sorpresa vederlo avanti. Mi riferisco invece a Chung, Kokkinakis (che però al debutto sui prati non mi ha convinto affatto), al tedesco Zverev (che rispetto a Thanasi invece si muove con più agilità), Duckworth (eccellenti appoggi e propensione offensiva).
Capitolo italiani. Fognini sull’erba può giocare un buon tennis, ma anche esser travolto se non prende in mano i tempi di gioco. Visti gli alti e bassi della sua stagione, difficile fare un pronostico, solo sperare nella sua buona vena. Aspettando il responso delle qualificazioni che potrebbe rimpinguare il nostro contingente (e Vanni potrebbe anche “fare danni” con quel servizio), è lecito attendersi buone cose da Bolelli e Seppi. Andreas con la finale ad Halle ha confermato che il suo anticipo sui prati può essere molto importante. Avrà anche avuto fortuna in Germania, ma ha già dimostrato in passato di saper giocare alla grande su erba. I colpi di inizio gioco lo stanno sostenendo, soprattutto la seconda di servizio, mai così buona. Sembra stare molto bene dopo i problemi recenti, tanto da trovare appoggi notevoli che ne hanno sostenuto un tennis molto offensivo e propositivo. Speriamo in un tabellone non impossibile, perché le condizioni per fare molto bene ci sono tutte. Condizione non diversa da quella di Bolelli, che sulla spinta di un periodo molto positivo e del ricordo dell’incredibile partita vs. Nishikori dell’anno scorso ha tutto quel che serve per convincere a fare risultato. Sarà importante che riesca a trovare continuità nei colpi di inizio gioco, che a Wimbledon sono la chiave. Ottime percentuali di prime, consistente e continuo alla risposta visto che la differenza la si fa soprattutto lì, ed è proprio dove Simone è cresciuto moltissimo, per reattività e qualità.
Buon Wimbledon a tutti!
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Djokovic, Federer, Giorgi, Marco Mazzoni, Murray, Nadal, Open Court, raonic, Seppi, Simone Bolelli, Wawrinka, Wimbledon, Wimbledon 2015
@ marco mazzoni (#1380385)
Ti seguirò con molta attenzione ed interesse. Il tennis italiano ha bisogno di un campione e tutti voi addetti ai lavori e noi appassionati non bisogna lasciare niente di intentato perché ciò accada. Lo so che ,al contrario della massima di Alfieri, volere non è potere, ma ognuno faccia quello che può…..Se ci fosse un campione vero, il tennis sarebbe molto più seguito ed amato….ma è dai tempi di Panatta che non ne abbiamo…..forse qualcuno non è in grado di svolgere il proprio compito ed ogni riferimento alla FIT non è puramente casuale…
Dimitrov è senza grinta, non sa soffrire… non credo farà molto più di così in carriera…
@ Luca da Sondrio (#1380623)
ciao Luca, perdonami non avevo visto.
Nessuna omissione su Dimitrov. L’anno scorso stava crescendo, anche se la sua strada tecnica mi lasciava perplesso (e l’avevo scritto, anche qua, almeno un paio di volte), ma stava mettendo mattoncini per una solidità che non aveva. Da mesi però il suo tennis non solo è stagnante, ma è regredito, verso uno stare in campo contronatura. Invece di liberare colpi e talento, sta rincorrendo una solidità che non gli apparterrà mai abbastanza da battere – su quel piano – i top. Non lo vedo assolutamente bene al prossimo Wimbledon, ma il suo tennis, quando lascia andare il braccio, non mi dispiace, e quindi sarei felice di vederlo avanti nel torneo. Temo che non accadrà. Saluti e buon Wimbledon 🙂
Anche io penso che Andy e per molto il favorito No1. Ma Lui puo avere una partita difficile in semis contro Nole o Roger, se entrambi arrivano. Il tabellone é importantissimo, In parigi Nole ha tenuto un draw durissimo e dopo battere rafa e Andy senza il preprio riposo non ha stato pronto mentalmente contro Stan. Sará necessario vedere ore in court, tempo di riposare, stanco mentale e molte altre cose, gia domani sapremo pro e contro chi gioca il tabellone.
Perfetto grazie!
Perché non rispondi anche a me?
@ alexalex (#1380434)
Bufala colossale. I tabelloni si fanno domani.
saluti
@ marco mazzoni (#1380385)
Ciao, scusa in un altro sito ho letto che nadal è nella parte di tabellone di djokovic e potrebbe incontrarlo agli ottavi. Ma sti sorteggi son stati già fatti o no?
@groucho bah, non penso che Duckworth possa essere da corsa per un qualcosa di grandissimo, ma ha un’attitudine all’erba interessante, e penso possa essere pericoloso nel 1t per qualche ottimo giocatore non così ben disposto ai prati.
@atom: non mi pare di dare poca attenzione agli azzurri, anzi! Vedrai che a Wimbledon in corso ne parlerò diffusamente 🙂
@Serve&Volley: eccome se c’è qualcosa di mistico nell’aria ai Championships! Buon divertimento e speriamo bel tempo 🙂
difficile fare previsioni a wimbledon (anche se meno difficile nel maschile)…..l’out sider è sempre dietro l’angolo!
Marco è talmente bravo nell’analisi e nella sintesi che quasi non ho il coraggio di dire che l’unica cosa che non condivido nell’articolo è leggere di Duckworth tra gli outsider…. Ma è ovvio che mi sbaglio io e il fiuto di Marco prevarrà sul mio…
Grazie mille x le vostre gentili risposte! Farò tesoro dei vostri consigli 🙂
Bell’articolo di Marco Mazzoni, come sempre….ma una piccola critica la devo fare: il capitolo italiani è molto, troppo succinto. E’ vero che il tennis, al contrario di altri sport, ha un respiro ed un interesse internazionale, nel senso che ci sono italiani che tifano Federer o Nadal e avversano Fognini o Seppi ma una maggiore attenzione, specialmente sui media al nostro orticello andrebbe data, a tutti i livelli. E’ da troppo tempo che in Italia mancano i veri campioni e nessuno ne capisce le cause (o forse si). Un’ananlisi delle prestazione degli italiani a Wimbledon è veramente scoraggiante, mi sembra che non si sia mai raggiunta nemmeno una semifinale né maschile né femminile in tutta la storia del tennis.
Salve, ecco la mia esperienza in tema di queue degli utlimi 2 anni:
Prima si arriva meglio è. Giovedì/Venerdì prima settimana non arrivare piu tardi delle 7.30 altrimenti rischi di non entrare la mattina. Io consiglio di arrivare sulle 6.00/6.30 così per le 10.30/11.00 sei dentro e puoi accomodarti sul campo che ti interessa, anche perchè i posti sui campi laterali sono pochi (a parte campo 13 e 18). Permettono l’accesso ai campi alle 10.30 e le prime partite sono alle 11.30.
Corretto quello che scrivi per prezzo di ingresso e campi (tieni presente che i posti liberi del campo 3 sono solo una parte).
Comunque la coda si fa in un bel parco, di fila in piedi si fa un’oretta circa, portati la coperta da picnic per sederti o sdraiarti per terra e naturalmente l’ombrello. il tempo vola vista la prostettiva che ti attende… vedrai la meraviglia
@ Car68 (#1380140)
La coda deve essere fatta per tutti i campi. Se si punta a Centrale o al n. 1 occorre fare la notte in tenda (anche se io sono riuscito a entrare su entrambi arrivando la mattina molto presto). Il consiglio è arrivare non dopo le 6 e per le 11 si entra. Il biglietto per il ground permette di vedere tutti i campi tranne Centre court, n. 1 e n. 2.
Confermo che Wimbledon crea dipendenza
@ Car68 (#1380140)
Per i giorni da lei indicati deve arrivare entro le 7.30 altrimenti rischia di non trovare posto. Questo vale per l’ingresso nel Ground ai campi 3-19, tutti non numerati.
Per i tre stadi coi posti numerati invece si dovrebbe mettere in coda dalla sera prima e pernottare a Wimbledon Parc, dato che i posti in vendita non sono più di 500. Una volta dentro avrà comunque la possibilità di accedere agli stadi numerati nel tardo pomeriggio quando, in un’edicola apposita, gli spettatori che escono lasciano la possibilità di rivendere – con ricavato in beneficenza – i propri biglietti a prezzi modici (10/15 pounds). Auguri!
Ci vuole testa ma soprattutto fisico per vincere Wimbledon o comunque uno slam che comporti un dispendio di energie al meglio dei 5 set…. Non tanti secondo me sono in grado di reggere il dispendio fisico e mentale di 5 set… Per questo io vedo pochi tennisti in grado di far ciò: Il solito Dijokovic… Murray.. Federer.. e perchè no ancora Wawrinka? Non vedo altri pretendenti seri! 🙄
La ringrazio Signor Mazzoni. E’ sempre un piacere leggere i suoi scritti.
Approfitto del fatto che alcuni utenti sono già stati a Wimbledon x chiedere alcuni consigli, io ci sarò giovedì o venerdì con i miei figli.
A che ora é consigliabile arrivare x la coda?
Di solito in prima settimana quanto dura la coda?
Ho letto di un ingresso a 25 può D x i campi dal 3 al 18, anche per quello occorre fare la coda?
Grazie x le eventuali risposte e per ulteriori consigli e suggerimenti.
Andy Seppi ???? 🙄
L’analisi e scrittura di Mazzoni è come sempre eccellente ma dare Murray così favorito è forse azzardato. Djokovic sarà voglioso di vincere, per me è il vero favorito e forse prima di Murray metto anche Federer. Da vedere anche che erba ci sarà nel senso di quanto sarà veloce
Anche per me Murray è favorito.Gli è sempre mancata la testa per essere considerato tale,si è preso tante pause come quella dopo la vittoria del 2013.Ha qualcosa in meno degli altri tre,non pare uno che voglia vincere sempre e a tutti i costi.Ma quest’anno mi sembra abbia alzato l’asticella,sia al livello professionale (una stagione sul rosso finalmente all’altezza) sia a livello mentale,più convinto e fiducioso sul campo.Poi il suo gioco sull’erba funziona e il pubblico è dalla sua.
Scusate i multipost.. non volevo essere pedante, errore di invio. Andre complimenti, io sono solo alla terza consecutiva… rimpiango solo il fatto di non esserci andato prima, ma si sa Wimbledon crea dipendenza..
Anch’io sarò in coda lunedì mattina per il sesto anno consecutivo a Wimbledon. La più bella esperienza in assoluto per un appassionato di tennis…
Lunedì ore 6 del mattino sarò nella queue… poi si entra nel santuario.. in religioso silenzio, ammirando le “gesta bianche” (Clerici docet)
Lunedì mattina ore 6.00 sarò nella queue 10.30/11.00 spero dentro al santuario… in religioso silenzio ad ammirare le “gesta bianche” come dice il buon Clerici. qualcosa di mirtico signori
Bell’articolo Mazzoni
Lunedì mattina ore 6 sarò nella queue 10.30/11.00 dentro al santuario… qualcosa di mistico vero Mazzoni?
Bell’articolo. Analisi lucidissima e condivisibile, come sempre. Anche quest’anno, caro Marco, come facesti l’anno scorso in un articolo simile prima di Wimbledon, non hai fatto il minimo cenno a Dimitrov e non lo hai collocato nemmeno tra gli outsiders e le “talentuose mine vaganti”. Evidentemente il bulgaro non ti piace proprio… Io continuo a pensare che Dimitrov, prima o poi, vincerà uno Slam grazie al suo grande talento; magari sarebbe una mezza sorpresa, come Cilic agli US Open, ma può sicuramente accadere. Accadrà quest’anno a Wimbledon? Tra poco lo sapremo…