Dal Roland Garros: Thanasi Kokkinakis, impressioni dal vivo (di Marco Mazzoni)
Il campo 17 è un angolo particolare e diverso di Roland Garros. Sito nell’estremo ovest dell’impianto, è uno dei “meno amati” da giocatori ed addetti ai lavori. Vanta una tribunetta rialzata non piccolissima, superiore per capienza a quella di molti altri courts più prossimi a Centrale e Lenglen, ma è lontano da tutto, tanto che quando esce lo schedule del giorno seguente lo sguardo corre sempre all’ultima pagina, scrutando se qualche match interessante (spesso accade) è programmato “laggiù”. A volte è pure complicato da raggiungere, soprattutto nelle ore di punta, per la ressa che si forma intorno al Lenglen, visto che è necessario girare attorno allo stadio dedicato alla Divina per arrivarci, non c’è alternativa. Eppure a me quel campo non dispiace. Sebbene sia considerato scomodo, lontanissimo dalle sale stampa e dai servizi, il suo contesto è particolare, e questo lo rende a suo modo affascinante. Intanto è il campo più verde di tutti: su tre lati ci sono alberi, anche abbastanza alti, che fanno ombra (cosa interessante per difendersi dal sole) e creano giochi di luce e colore inusuali per il resto dell’area. Anche i profumi sono diversi, una nota di pino pervade tutta l’area, e c’è un discreto silenzio, lontano dal trambusto e dal via vai degli altri campi secondari, con un solo punto di accesso e quindi ottimamente difeso dalla ressa. C’è pure un piccolo giardinetto dietro alla tribuna più grande, piccola oasi perlopiù sconosciuta al grande pubblico, ideale per far scorrazzare i bambini più piccoli. Proprio lì anche una delle poche fontane da cui attingere acqua preziosa per “non farsi strozzare” dai prezzi folli dei punti ristoro. A dare colore a questo contesto poco usuale oggi c’era pure “l’intruso”: un signore di mezz’età, che in modo baldanzoso s’era appostato fuori dalla rete e, dall’alto della strada forse su di una sedia, s’è messo a vedere parte del match naso alla rete, …venendo addirittura salutato dal giovane Kokkinakis, incuriosito da quest’imbucato…
Kokkinakis. Ecco il motivo che m’ha spinto ben volentieri sul 17, ammirare per la prima volta dal vivo – e da bordo campo – il giovane canguro, una delle “new balls” più promettenti del circuito, da poco entrato nei 100 ancora da teenager. E’ stato doloroso lasciare il campo 7 dove giocava Luca Vanni (bravissimo! non tanto oggi quanto per le sue straordinarie qualificazioni), ma l’aussie era un richiamo troppo forte. Poi quel nome mi attrae, evoca qualcosa di epico. Ti resta in testa e se lo provi a scandire ha una cadenza che non si dimentica “T-h-a-n-a-s-i K-o-k-k-i-n-a-k-i-s”.
Salto buona parte della ressa attraversando il solito passaggio segreto, e in pochi minuti riesco a metter piede sul 17, in primissima fila. Lo score dice 6-3 Basilashvili nel primo. Kokkinakis è perso nel suoi pensieri, a testa china nell’asciugamano. Cattivi presagi di un match che sta scivolando via? Il georgiano è tennista poco noto al grande pubblico, ma è uno dei veri picchiatori del tour, uno che spacca letteralmente la palla, con frustate di dritto violentissime, senza compromessi. Uno che purtroppo finisce fuori ritmo, ma che se imbrocca la giornata può metterti davvero alle corde. Mi aspetto un match tutt’altro che tattico, e altamente spettacolare. Non resto deluso. Si ricomincia nel secondo set con una serie micidiali di scambi a tutto braccio, di una velocità impressionante. Nessuno dei due si tira indietro, è un forcing a chi pesta più duro, cercando la massima spinta e velocità, da ogni posizione di campo. Diversi errori, ma anche tante accelerazioni fulminanti, bellissime per capacità balistica, tirate anche da posizioni quasi impossibili. Basilashvili mi sorprende, ma Kokkinakis mi rapisce completamente con il suo crescendo. L’australiano prende sempre più fiducia e diventa ben presto incontenibile. Eppure in campo pare un po’ insicuro, guarda spesso il suo angolo, non sembra soddisfatto. Mima più volte a vuoto il gesto della chiusura del colpo, rimproverandosi di strozzarlo nel finale. Ha ragione, ma tirando a quelle velocità e con quella rotazione, è complicato non terminare lo slancio davvero al limite… Anche Sam Groth arriva a sostenerlo, insieme ad uno sparuto gruppetto di fans australiani, coloriti ma correttissimi. La partita si infiamma con alcuni scambi molto tirati, il pubblico applaude convinto.
Difficile trarre giudizi da un solo match, ancor più da una partita molto particolare giocata con un solo canovaccio tattico e quasi “allo specchio”, ma devo dire che Kokkinakis mi ha impressionato molto, in positivo. Nonostante errori e qualche difetto di gioventù, Thanasi ha un potenziale enorme, un tennis moderno e fondamentali paurosi. Non ha l’eleganza nel gesto che ti lascia di stucco, il suo è un tennis più muscolare e pratico, ma gli ingredienti per salire molto in fretta ed arrivare a giocarsela con i big ci sono tutti. Ovviamente non mancano i difetti, come la difficoltà nel tenere la massima concentrazione ed intensità, classico di un giovane che deve crescere nell’esperienza e nella capacità di produrre nel tempo il picco di prestazione. Cose che arriveranno con l’esperienza, vittorie e sconfitte. Forse l‘aspetto che più mi lascia perplesso è la sua relativa lentezza nel cambio di direzione. E’ un gigante, e non si è ancora del tutto formato muscolarmente, ma non potrà mai essere agilissimo. Per la sua stazza si muove piuttosto bene, ma più volte quando il georgiano l’ha messo alle corde e colto in contropiede si è notata una certa lentezza nello spostare il peso rapidamente e ritrovare la posizione. Potrà sicuramente migliorare nella reattività e potenza delle gambe, ma forse deve anche imparare a leggere meglio lo scambio per non farsi cogliere di sorpresa, e soprattutto tenere una posizione più avanzata, perché almeno ieri in difesa ha spesso concesso troppo campo e non essendo uno scattista naturale difendersi da così dietro diventa troppo complesso. In generale è più forte in attacco che in difesa. E’ ancora un po’ disordinato, deve riuscire a contenere istinto ed esuberanza giovanile. Ripeto, sono sensazioni tratte da un match particolare, quindi sarà molto interessante vederlo contro Tomic, dove sarà costretto a giocare a ritmi diversi e correre verso direttrici differenti. E sarà pure una bella sfida sul piano mentale contro il suo connazionale.
La sensazione più forte che ho tratto dal match è la conferma delle sue grandissime qualità e potenziale. Mi ha impressionato come Thanasi riuscisse ad entrare sulle pallate di Basilashvili con un timing e violenza rare. La sua velocità d’esecuzione è impressionante, come la velocità di uscita della palla dalle sue corde. Dei giovani che si stanno imponendo all’attenzione del grande pubblico, Kokkinakis è forse quello più forte di tutti nei tre colpi fondamentali.
Il servizio è notevole, sia per resa che per efficienza. Un gesto semplice, senza fronzoli e dispersione di forza, grazie a cui riesce a trasferire enorme pesantezza e velocità alla palla. Un’accelerazione continua che termina con un impatto maestoso, ad un’altezza ideale. Mi ha colpito come riesca a mantenere ottimo equilibrio e come il gesto sia davvero automatico, naturale, con tantissime esecuzioni praticamente identiche, segno di un movimento che domina e che controlla totalmente. Quando prende ritmo riesce a tirare serie di mazzate vincenti ingestibili.
Più personale il dritto, il colpo con cui tende a governare lo scambio. Il gesto è spezzato in due fasi: carica con un’apertura non troppo ampia, con la racchetta che termina alta dietro, quindi una piccolissima pausa “quasi a mirare”, fino alla fase attiva dell’impatto con l’ovale che avanza secco e velocissimo parallelo al terreno, entrando molto nella palla grazie ad una rotazione importante di tutto il busto che accompagna lo swing. La chiusura è bassa, ad assecondare la notevole torsione del busto. Un gesto poco ampio a cui tutto il corpo contribuisce e grazie a cui riesce a generare accelerazioni notevoli, abbinate ad un controllo eccezionale per la velocità dell’esecuzione. Sembra “tirare al limite”, ma visto da bordo campo invece si nota come abbia controllo del corpo e dell’esecuzione, qualità questa fondamentale.
Poca ampiezza anche nel movimento del rovescio, che ho trovato ottimo in spinta ma meno in difesa. Qua infatti ho notato come il suo swing, molto corto e secco, abbia enorme qualità nella spinta, quando riesce a trovare buoni appoggi e timing arrivando in anticipo; ma quando deve giocare da sinistra una palla difensiva, sui cui arriva con un attimo di ritardo, la scarsa ampiezza del gesto lo penalizza. Colpisce in modo naturale, con uno swing minimo, ma se è costretto ad allungarlo perché in difetto di posizione allora non trova equilibrio ideale, e gli esce una palla meno sicura. Da migliorare il back, che però ha usato ben poco, solo nei recuperi estremi, quindi un colpo da rivedere (contro Tomic sarà costretto ad usarlo eccome…). In generale col rovescio sembra meno bravo nel trovare appoggi sicuri e quindi equilibrio; meglio col dritto, dove si abbassa benissimo con le ginocchia e gestisce alla grande la rotazione di tutto il busto.
Dove invece è bravissimo è nel prendersi rischi in momenti importanti, non gli manca coraggio nel momento decisivo. Un esempio: 5 pari nel secondo set, subisce un piccolo vuoto e perde malamente il servizio. La risposta mentale e tecnica è immediata. Avanza la posizione in risposta, trova un winner diretto in ribattuta, un drittone micidiale, un rovescio cross imprendibile ed addirittura una smorzata improvvisa taglia gambe. 4 colpi, 4 vincenti uno diverso dall’altro, per un break fantastico. A fine partita gli ho chiesto quanto si diverte a giocare sulla terra battuta. Ha sorriso, dicendo che è una situazione per lui piuttosto nuova, che deve adattare la corsa (infatti nelle frenate si è visto che non è totalmente a suo agio) ed anche la tattica dei suoi scambi, ma che gli piace e che pensa possa essere un momento importante per apprendere cose nuove e migliorare. Sembra simpatico e molto sveglio, oltre che fortissimo.
Da Roland Garros, Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Giovani talenti, impressioni di gioco, Kokkinakis, Marco Mazzoni, Roland Garros, Thanasi Kokkinakis
@ Paolo Bertolucci (#1352694)
Grazie mille Paolo, è un onore il tuo commento, e sempre un piacere scambiare talvolta qualche parere 🙂
Saluti da Parigi
Il più bello da vedere dei classe ’96. Tra l’altro, se negli H2H è avanti 2-1 su GQ, deve essere proprio forte….. 😈
oltre agli entry list, i ranking live e i livescore, vale la pena di leggere livetennis anche solo per i resoconti competenti di Mazzoni, con tanto di note di colore azzeccatissime. Bravo.
lo stesso tipo di valutazione (e cioè che forse il giocatore in questione fosse il più forte tra tutti gli ultimi prospetti) mi pare di ricordarle, nell’ordine di età, per Kyrgios, coric, Zverev, Rublev e Tiafoe…
scusami, bell’articolo, complimenti…una cosa però mi lascia un po’ perplesso…ogni volta il giocatore di cui si riferisce è “forse quello più forte di tutti gli altri”…se si dice di ognuno la medesima cosa, non è poi così facile stabilire alcun tipo di gerarchia…
MITICO BERTOLUCCI! Ti ricordo con affetto, di quale anno sei?
Io trovo che sia lui che Kyrgios nel dritto ricordanno molto Roddick. Apertura contenuta ma col gomito alto e testa della racchetta un po “attorcigliata” e piegata verso il basso. E li trovo anche colpi molto efficaci
Grande Marco, come sempre!
e grande Thomas.
Un saluto a Paolone, mitico braccio d’oro.
Daniele
@ Paolo Bertolucci (#1352694)
Salutiamo calorosamente Paolo Bertolucci.
Un abbraccio.
Bravo Marco, bella analisi tecnica! Concordo sulle valutazioni e credo che nel giro di un paio di anni lo troveremo tra i top ten
Bel commento ma non sono d’accordo secondo me Kokkinakis è peggio per esempio di Kyrgios e Coric e forse di Chung. Certo nonostante tutto probabilmente sarà un futuro top 20 come minimo.
A me Thanasi ricorda molto Berdich.. Potrà avere una carriera simile alla sua, il che non è affatto male!
Sempre fantastico leggerti. Grazie per questi reportage, fanno annusare un po’ di terra del RG anche a 1000km di distanza…
noi abbiamo Quinzi, 480 atp.