Indian Wells e Miami all’italiana: un bottino magro
I tennisti italiani si affacciavano ai primi due Masters Series della stagione con rinnovate ambizioni e pronti a ottenere buoni risultati: le prestazioni sono però state decisamente insoddisfacenti. Senza se e senza ma:si dirà che alcuni di loro erano chiusi da tabelloni e incontri proibitivi ma, a mio modo di vedere le cose, ognuno di loro ha deluso le aspettative riposte.
Partiamo dal nostro miglior giocatore in classifica, il ligure Fabio Fognini: due bye ai rispettivi primi turni, con sconfitte subite da giocatori peggio di lui messi in classifica ma che hanno dimostrato una migliore attitudine sul cemento outdoor americano. Fabio a Indian Wells è stato insignito della testa di serie numero 19 ma al 2T ha incontrato una sua (recente) bestia nera, il francese Adrian Mannarino, cedendo in due set e con un secondo parziale dove il suo rendimento e la sua concentrazione sono crollate in maniera netta. A Miami invece, da testa di serie numero 21 Fabio ha perso sempre in due set contro la giovane speranza statunitense Jack Sock il quale, sebbene non abbia le stimmate del campionissimo, dopo un periodo di stop dovuto a un infortunio si sta rendendo protagonista di una crescita continua fatta anche di significativi exploit, soprattutto in doppio in coppia con Vasek Pospisil (Slam e Masters Series già in bacheca). Incontri di certo non facili ma in cui Fabio avrebbe dovuto lottare maggiormente, senza quell’indolenza in cui invece sembra piombare troppo di frequente. Bottino magro in singolare, senza andare a scomodare la specialità del doppio in cui ultimamente eccelle con il fido Bolelli: in coppia il discorso cambia radicalmente e i successi si sprecano.
A Indian Wells anche Andreas Seppi era testa di serie, numero 30 per l’esattezza: dopo un bye al primo turno, l’altoatesino ha regolato agevolmente il rumeno Hanescu, perdendo però al terzo turno nettamente contro Roger Federer, non ripetendo l’epica e vittoriosa battaglia di Melbourne: 2 set e zero possibilità di successo, con la sua attenzione che subito dopo si è concentrata sulla terra battuta, rientrando (frettolosamente?) in Europa per preparare al meglio la stagione sul rosso rinunciando a Miami. Se la decisione si rivelerà giusta, solo il tempo e i prossimi importanti tornei ce lo diranno.
Simone Bolelli invece era presente sia a Indian Wells che a Miami: California e Florida non sono però state terre di conquista per lui. Se nel primo torneo ha battuto Thomaz Bellucci al primo turno in 3 set e perso al successivo contro il canadese Milos Raonic (battuto di recente), a Miami a mio avviso, Simone ha mancato una grande occasione. Vinto facilmente contro il cipriota Marcos Baghdatis con un doppio 6/2, Simone ha poi perso contro il serbo Troicki in 3 set, con molti rimpianti per non aver portato a casa un match che era stato bravo a far girare. Simone sembra al momento il nostro miglior alfiere, sfortuna vuole che non sempre i sorteggi e i tabelloni gli sorridano: con Troicki però si poteva e doveva vincere, per fare quell’ulteriore salto di qualità per tornare (o diventare?) grande.
A Miami ha giocato anche Paolo Lorenzi: purtroppo per lui l’avversario pescato, Martin Klizan, almeno su questa superficie, rappresenta un ostacolo insormontabile, ammesso che il tennista slovacco non perda da solo la partita giocata a causa del suo “caratterino”.
Gli Stati Uniti e i suoi due Masters Series hanno visto anche i rispettivi tabelloni di qualificazione per il main draw, con alcuni giocatori italiani che hanno tentato di realizzare il loro sogno: credo si debba rispettare al massimo la scelta e il tentativo di crescita di Cecchinato, purtroppo sconfitto in entrambe le occasioni al primo turno di quali (Petzschner a Indian Wells e Darcis a Miami), impegni e avversari ostici ma con partite comunque lottate e set tirati. Incoraggianti segnali di maturità se non conquistata almeno desiderata.
A Miami ha tentato la fortuna anche Luca Vanni, con la top100 ancora a portata di mano ma che dopo la stagione sul rosso sudamericana si è un po’ bloccato, a un passo dal sogno e con il tabellone principale di un Masters Series che avrebbe potuto regalargli quella spinta in più necessaria al concretizzarsi della sua personale impresa. È invece arrivata una battuta d’arresto all’esordio, con due tie break contro Mate Delic che sono stati una vera e propria mannaia per le sue aspettative e con un servizio che non è stato un’arma determinante su un campo non così veloce come era lecito aspettarsi. Con il rosso europeo e i pochi punti in scadenza i primi 100 al mondo sono ancora vicini, ma Lucone dovrà concretizzare: ora o mai più.
Discorso a parte per Quinzi: beneficiato di una wild card per le quali di Miami, Gianluigi ha mostrato segnali incoraggianti cedendo in 3 set al più esperto De Bakker. Mentre i suoi coetanei corrono a più non posso, lui può fare solo una cosa: testa bassa e pedalare, cercando di colmare quei deficit di gioco e mentali che non gli hanno ancora permesso di diventare un vero tennista, rimanendo ancora una bellissima promessa incompiuta.
Alessandro Orecchio
TAG: Cecchinato, Fognini, Lorenzi, Masters 1000 Indian Wells, Masters 1000 Indian Wells 2015, Masters 1000 Miami, Masters 1000 Miami 2015, Quinzi, Seppi, Simone Bolelli, Vanni
Onestamente penso che sei troppo catastrofico nei confronti dei nostri ventenni. Per vari motivi sono ancora lontanissimi dal raggiungere il massimo del loro potenziale. Purtroppo non sono come gli australiani che spesso danno il meglio da giovani (Cash, Hewitt, Rafter, Philippoussis, ora Kyrgios e Kokkinakis). Qualche speranza in Donati e Quinzi ancora la mantengo, almeno che sostituiscano nei Master 1000 Seppi e Bolelli…
Non capisco in base a quale criterio Bolelli sia descritto come il nostro miglior giocatore sul cemento. Secondo me è ampiamente Seppi, come dimostra l’australian open. Bolelli comunque è nel miglior momento della carriera, tanto di cappello per la sua risalita dopo l’infortunio. L’anno scorso di questi tempi ero a vederlo a Vercelli.
Peccato che anche lui è ormai 30enne 🙁
Provo a dire la mia analogamente fatto per le donne:
Fognini potenzialmente ha enorme talento, ma per varie ragioni ha gia’ dato; comunque per ragioni anagrafiche, anche mettesse la testa a posto, tra 5 anni sarebbe in forte calo
Gli altri ad alto e medio livello per ragioni anagrafiche tra 5 anni sono destinati a sparire
Cecchinato, unico giovane (non giovanissimo) ad aver dato la speranza di emergere fatica a superare la soglia mediocre dei top 150, se ci riuscira’ non credo potra’ crescere di molto (max nei primi 100, non nei primi 50)
Gli altri giovani (non giovanissimi) di anno in anno, di mese in mese, di settimana in settimana si alternano in prestazioni che creano speranze, ma a livello future o primi turni challenge
I giovanissimi (entro i 21 anni) mostrano una fragilita’ di fondo che a mio parere impedisce loro di esplodere
Conclusione: la stessa del panorama femminile, tra 5 anni sitazione tragica, tra 4 drammatica, tra 3 critica, tra 2 mediocre: godiamoci quel che verra’ dal 2015 e 2016
livio,ti ricordo che Federer si avvia a compiere 34 anni,e quindi,se non approfitti ora di questi anni del suo declino,presumo,allora quando ne approfitti per cercare di batterlo più volte? Mai? E se tutti i nostri tennisti secondo te,non sono evidentemente all’altezza del Troicki,anche quello migliore,che è stato al massimo n.12 ATP,allora dimmi tu cosa dobbiamo sperare per il nostro tennis.Forse dobbiamo sperare di continuare ad ottenee vittorie prive di significato,come quando vincono i futures nostri tennisti che hanno già tra i 25-26 anni fino ad arrivare ai nostri mestieranti trentenni?
Andata male….;(
Qui sembra che ci si stia tutti dimenticando che Vanni ha giocato da infortunato, con problemi al ginocchio.
E anche della carriera di Troicki…. solo due anni fa nessuno si sarebbe mai sognato che Bolelli potese batterlo, adesso ci gioca alla pari fino all’ultimo punto e delude……
Poi che sia deludente perdere da Federer solo perché in precedenza si è compiuto il miracolo di batterlo, mi sembra rasenti il limite del ridicolo……
Avanti col disfattismo!
Una tristezza generalizzata… 🙄
Stesso discorso fatto per il tennis femminile, l’articolo è una fotografia perfetta dello stato attuale del movimento tennistico di punta.
Avendo visto poco dei due tornei al maschile, do solo un giudizio generale.
Penso che quasi tutti abbiano fatto quanto è nelle loro possibilità, quindi nessuna critica, tranne che per Fognini, d’accordo che il cemento non è la superficie ideale per lui, anche se mi sa che è molto più una sua condizione mentale che non un vero deficit tecnico, però da un giocatore che rispetto ai suoi connazionali ha un potenziale superiore, ci si deve aspettare di più, e invece si uniforma alla media generale. Per me rimane un giocatore incomprensibile.
Globalmente….anche alla luce della recente sconfitta in Davis contro i kazaki….momento abbastanza scoraggiante del nostro tennis…soprattutto è grave la mancanza di validi rincalzi…visto che i nostri più forti sono quasi tutti a fine carriera….
3 Fognini.
6 Seppi.
6 Bolelli.
4 Vanni.
5 Ceck.
6 GQ.
@ T.B. (#1304222)
io rispetto ai tuoi voti darei 6 a Bolelli, 4 a Fognini e 6 a Cecchinato (ha perso, ma ha lottato bene contro un avversario più forte di lui)
non che troicki sia proprio uno scarso eh
Queste le mie pagelle, ditemi se siete d’accordo.
SEPPI 6: ha fatto il suo ad IW, non possiamo giudicare ancora la sua scelta di saltare Miami.
BOLELLI 6,5: supera in entrambi i tornei il primo turno… se a IW non poteva fare molto con bombardiere Raonic, tanti rimpianti con Troicki. Resta il fatto che ad ora è il nostro miglior giocatore.
FOGNINI 5: due sconfitte più o meno pronosticabili ma da Fabio ci si aspetta sempre qualcosa in più. Al limite dell’irritante.
LORENZI s.v.: Klizan troppo più forte su questa superficie
CECCHINATO, VANNI 5: entrambi non superano i rispettivi turni di qualifica. Soprattutto dal secondo ci siaspettava qualcosa in più.
QUINZI 6,5: sconfitta più che onorevole con il più esperto e furbo De Bakker. Buoni segnali ma non avendo visto il match non possiamo che aspettare per accertarci del suo miglioramento.
Questi sono i nomi e questi sono i risultati.