Aumentano gli errori arbitrali: il punto della situazione
Francesca Schiavone serve sotto 15/40 e 3 giochi a 5 nel punteggio del secondo set, dopo aver vinto il primo per 6/0 del primo turno di Indian Wells: la sconosciuta e giovane cinese Lin Zhu risponde ma lei gioca una delle sue magnifiche palle corte, sulla quale la cinese arriva spedendo però la pallina dall’altro lato della rete solo dopo averla fatta rimbalzare sul proprio campo.
Da lì in poi una serie di situazioni paradossali con l’arbitro che assegna punto e set alla cinese, la giocatrice asiatica che non ammette il clamoroso favore arbitrale tenendo gli occhi bassi e la Schiavone che si fa portatrice di valori quali la passione per lo sport e il fair play ricordando fra le righe alla giovane tennista orientale di avere solo 18 anni e consigliandole, con la giusta e comprensibile dose di rabbia, di non macchiare la sua nascente carriera con una colpa del genere, per giunta con le telecamere a riprendere il tutto; va comunque detto che a mio avviso la cinese avrebbe vinto in ogni caso, per una migliore freschezza fisica ma tant’è che il torto c’è stato, e pure bello grande. Non avrà urlato come John McEnroe “You cannot be serious!” ma la faccia di Francesca e quel punto rimarranno per tanto tempo nelle nostri menti.
Non è di certo il primo caso in cui errori grossolani di giudici di sedia o di linea condizionano pesantemente lo svolgersi di un match: sia chiaro, non è che una singola chiamata possa portare a una sconfitta ma il clima di tensione e di nervosismo che un giocatore vive quando subisce un torto arbitrale diventa insostenibile, soprattutto (e questo non è il caso di Francesca) quando non si possiede quella capacità che possa portare a isolarsi totalmente dal contesto, avverso o meno, che circonda il divenire di una partita di tennis. Abbiamo tutti negli occhi gli arbitraggi grotteschi che l’Italia ha affrontato in Kazakistan, quando si sono susseguiti errori dopo errori con i nostri giocatori che sono rimasti il più delle volte spiazzati dalle decisioni piuttosto che semplicemente sorpresi.
Sembra che negli ultimi tempi le sviste madornali si stiano verificando con una frequenza maggiore ma la verità è che da sempre ci sono, forse l’unica cosa che è cambiata è che ultimamente anche i grandi palcoscenici e i tornei più importanti ne sono inficiati mentre una volta a esserne colpiti erano prevalentemente i circuiti minori dei challenger e soprattutto dei futures: quali soluzioni però si possono apportare per migliorare la situazione?
Tesi spassionate asseriscono che la spiegazione di tali errori sia da imputare al potere o alla sudditanza psicologica che alcune federazioni trainate dalle rapide crescite dell’economia dei Paesi che rappresentano sono in grado di esercitare, più o meno consapevolmente, sugli arbitri. Difficile che un giudice a mio avviso possa subire una tale pressione (senza andare a parare nel mare magnum della corruzione) in modo così forte da gestire le proprie chiamate a favore di un atleta piuttosto che di un altro, indirizzando pesantemente un incontro.
Forse alla base c’è piuttosto un’incapacità e una scarsa preparazione per ricoprire un ruolo così importante (di quanti arbitri ineccepibili ricordiamo in effetti il nome?), forse si potrebbero apportare degli aggiustamenti per quanto riguarda la tecnologia, soprattutto per un numero di chiamate per utilizzare occhio di falco troppo esiguo, forse si potrebbe portare il problema a uno step successivo, cercando di sensibilizzare l’opinione in merito con delle campagne mediatiche create ad hoc in seno alle varie federazioni ma anche all’ATP e alla WTA. Purtroppo sono discorsi che, tralasciando tesi machiavelliche e complotti vari, sempre si verificheranno perché in fondo lo sbaglio di un arbitro fa parte del gioco perché un arbitro, è prima di tutto un uomo e insita nell’uomo vi è soprattutto la possibilità di sbagliare.
Alessandro Orecchio
TAG: Occhio di Falco
Capisco il senso di quello che vuoi dire ed in effetti a volte potrebbe sembrare ingiusto che non sia interpellato chi magari é in condizioni ideali per vedere… però appunto non sono dei giudici, sono lì solo per valutare se una palla é dentro o fuori, per assurdo potrebbero non conoscere neanche le regole del tennis, devono solo avere una buona vista e stare concentrati sul loro compito.
E poi nello sport c’é bisogno di regole certe ed una di questa é che solo un arbitro può valutare quanto accade sul campo.
Per i supporti tecnologici il discorso é diverso, sono un aiuto all’arbitro ed, almeno in teoria, servono appunto per avere più certezza di un giudizio corretto.
@ gbuttit (#1292389)
so bene che i giudici di linea non sono arbitri. ma in casi particolari come questo potrebbero essere interpellati dall’arbitro. non vedo perchè se si può chiamare in causa la tecnologia perchè non si possa far intervenire (in questi sporadici episodi) dei giudici che stanno già sul campo per valutare.
Di errori arbitrali è pieno il mondo,di giocatori corretti un po’ meno, comunque è una storia vecchia quanto lo sport,furti di questo tipo ce ne sono stati a bizzeffe, non riesco ad immaginare quanti prima dell’avvento del falco ne sono sono stati commessi,la verita’ è che in questi tornei non stiamo giocando al circolo canottieri di Busto Arsizio , checchè se ne dica ci sono in palio punti e dollaroni che fanno tanto gola, alla faccia di Dcubertin e della sportivita’ c’è gente che venderebbe la madre pur di passare al turno successivo…
E cosa potrebbe mai fare la wta?
Non ci sono prove che la Zhu sapesse di aver perso il punto, intendiamoci non penso proprio che non lo sapesse (anzi credo che nel 99,99% dei casi il giocatore sappia sempre la verità), ma una cosa é “sospettare” altro avere una prova e per punire ci vuole una prova.
Ed in ogni caso la Zhu sicuramente é stata poco sportiva ma non ha commesso alcuna infrazione al regolanmento… ha solo accettato la decisione dell’arbitro, per che cosa dovrebbe essere punita?
Quanto ai giudici di linea non sono arbitri (come i segnalinee del calcio per intenderci), la stessa dizione “giudici di linea” in realtà non é corretta, possono essere interpellati solo per ciò che concerne il loro compito, cioè se una palla é dentro o fuori e direi che é giusto così, altrimenti poi finiremmo per interpellare anche qualche spettatore della prima fila…
Forse il vero errore in questi casi è quello tutto concettuale di voler cercare la perfezione in ogni cosa, e si sa, o dovrebbe sapersi, che la perfezione non fa parte di questo mondo.
L’errore umano si manifesta in tutto, ma nel tennis, anche quello di alto livello, sfido chiunque a dire che gli errori di giudici di sedia e di linea siano numericamente paragonabili a quelli che fanno i giocatori.
Oggi giorno si fa presto a dare la colpa agli arbitri e poi sperare in un futuro luminoso, in cui la tecnologia risolverà tutti i problemi e metterà tutti a tacere…pia illusione (opinione personale), perché ogni tecnologia per quanto perfezionata non sarà mai perfetta, e anche se il margine di errore sarà minimo, sarà pur sempre presente, e magari anche interpretabile. Così alla fine tutto tornerà come adesso, e ce la prenderemo con le macchine, o con chi le programma, o con chi le gestisce.
Quindi alla fine non sarebbe meglio accettare l’errore arbitrale, per quanto palese, come semplice variabile del gioco?
Grazie per aver letto con pazienza la mia lunga prosa.
Tu evochi casi ancora più complicati da risolvere e sono volentieri d’accordo con te. Vorrei aggiungerne uno sulla stessa linea, quello in cui uno spettatore chiama l’out e il giocatore si ferma e perde il punto. Successo l’anno scorso: se ricordo bene anche l’arbitro aveva creduto che fosse una chiamata legittima e ha poi cambiato idea. Per ora sono casi rarissimi, per fortuna. Ma il problema è che oggi non ci sono ancora risposte a questi abusi.
@ marco (#1292151)
Anch’io in casi così palesi come quello della Zhu mi aspetterei un intervento di WTA e ATP che “ammonissero” in qualche forma il giocatore, un richiamo ufficiale.
Non capisco perchè non si possano interpellare i giudici di linea (come nel caso si Serena agli USO): può capitare la svista di un arbitro ma che 4-5 giudici di linea non si siano accorti di come siano andate le cose mi sembra impossibile.
Il limite dell’occhio di falco sta che l’elettronica stabilisce se una palla sia dentro o fuori ma poi molte volte si accendono discussioni se la chiamata del giudice di linea abbia disturbato o meno il giocatore o se il punto debba essere rigiocato od assegnato ad un giocatore. Solo la moviola potrebbe aiutare ma anche con questa ci sarebbero diverse interpretazioni.
@ alexalex (#1292296)
Ma infatti hai perfettamente ragione. Poi nel titolo si dice “Aumentano gli errori arbitrali”, invece , leggendo l’articolo, si afferma che in realtà gli errori “sembrano” aumentare e sono sempre uguali. Questa articolo stranamente esce fuori dopo le polemiche sulla Davis, dove sicuramente l’arbitraggio non è stato felice, e il furto alla Schiavone. Articolo di stampo calcistico, dove apparentemente non si vuole mai parlare di arbitri, però alla resa dei conti ci si attacca SEMPRE per giustificare le sconfitte
Esatto, se anche lei avesse pensato di aver vinto il punto tornava a sedersi (massimo massimo andava a prendere l’asciugamano, non tornava in posizione di risposta)
Quando leggo questi articoli mi sembra di essere su tutto sport o la gazzetta…
Trovo che gli arbitraggi vadano bene cosí.
Siamo in un periodo di transizione, aspettando in pochi anni di avere le chiamate 100% elettroniche, per il resto gli errori sono sporadici ed ininfluenti.
Ricordo che il supervisor non puó intervenire nei fatti della partita, solo dare spiegazioni, convalidare una eventuale squalifica, decidere in merito alle condizioni meteo, e pochi altri casi.
Gli arbitri già hanno un sistema di valutazione, hanno licenza Gold, Silver o Bronze rispetto al livello, e sono valutati regolarmente.
il comportamento che un professionista è tenuto assumere in campo quando si verificano episodi “arbitrali” a lui favorevoli non è soggetto ad alcun regolamento, ma ognuno decide come comportarsi.
non concedono un rigore contro la mia squadra ma io so di aver colpito volontariamente con la mano per evitare un gol, ho commesso infrazione di passi e ne sono usciti due punti per la mia squadra che l’arbitro ha convalidato, ho trattenuto con le gambe il bomber di pallanuoto che cerca di trarre vantaggio dalla sua posizione facendogli tirare fuori etc etc etc.
che cosa si deve fare in questi casi se non accettare la decisione arbitrale, certo che in un altra circostanza avverrà il contrario e nessuno si priverà del suo vantaggio?
se c’è un arbitro la sua decisione è il Vangelo, in ogni caso, anche per rispetto del suo ruolo. che l’arbitro sbagli fa parte del gioco, purtroppo, qualche volta avverrà a favore, qualche altra a sfavore.
deve essere una scelta che un atleta fa per sempre, a favore o contro, e non può tornare indietro e riproporsi il problema per ogni singola circostanza.
deve solo pensare a giocare il punto successivo, nel mondo dello sport professionistico.
Anche il falco ha i suoi limiti. Faccio un esempio: un’ovale che lambisce appena la riga esterna o di fondo del campo o laterale o di fondo del servizio il falco dichiara la palla buona.
In effetti la palla è fuori perché la palla non lascia un segno che comprende tutta la sua circonferenza ma solo la parte del contatto con la superficie del campo che è molto ridotta rispetto alla circonferenza stessa della palla.
Infatti la verifica del segno su terra dimostra la mia tesi.
Poi siccome l’anomalia si spalma in maniera equa per tutti mi giocatori in campo, allora va bene così.
a differenza del calcio, il tennis in genere dipende poco dall’arbitro.
Basterebbe portare a quattro le chiamate di occhio di falco e si potrebbe dire che l’arbitraggio è quasi ininfluente
Mah… Io francamente tutti questi errori non li vedo!
Casi come quello accaduto alla schiavone sono decisamente eccezionali, ne accadranno una manciata all’anno. Lì piu’ che altro la cosa squallida è stato il comportamento antisportivo della cinese.
Casi come quello del Kazakistan sono ben piu’ gravi, perchè commessi in malafede dai giudici di linea, però sono casi limite che possono comunque accadere solo in davis…
La mia proposta prevede la presenza fisica del supervisor (o del giudice arbitro) al fatto causa della contestazione.
In questo caso non sarebbe necessaria la disponibilità di una moviola.
Qualora non fosse presente vale la decisione dell’arbitro perché si tratta di una questione di fatto e non della interpretazione di una regola.
La soluzione arriverà quando Hawkeye non sarà solo un appello da chiamare saltuariamente, ma sostituirà totalmente i giudici di linea. Insomma quando OGNI rimbalzo sarà automaticamente controllato ed eventualmente segnalato Out senza l’intervento umano. E penso che tecnicamente sarebbe già possibile. A quel punto basterebbero il giudice di sedia coadiuvato eventualmente da un secondo arbitro con scopo consultivo per episodi dubbi tipo quello di Francesca.
Io però preferirei la moviola in campo a disposti dell’arbitro, per evitare qualsiasi contestazione.
Tanto gli episodi in cui verrebbe usata sarebbero pochi, compensati dalla scomparsa delle chiamate del falco.
Ci vorrà ancora del tempo, ma io spero proprio che il futuro sia questo.
Al Supervisor, per intervenire, occorrerebbe disporre del replay (o “moviola in campo”, che dir si voglia).
Voglio dire: noi telespettatori ci siamo accorti dell’errore del Giudice di sedia solo dopo aver rivisto l’azione e da un’angolazione diversa.
Non so quanto sia fattibile attribuire al Supervisor la facoltà di intervenire a seguito di un processo simile.
Certo, si potrebbe tentare una sperimentazione…
Un’analisi ben fatta. Purtroppo ci sono poche soluzioni valide
Nel contesto della Schiavone il tutto e’ aggravato dal fatto che la Zhu stava tornando per rispondere al nuovo servizio e solo quando si e’ resa conto della fortuna che le e’ capitata si e’ andata a sedere. Almeno una decina, tra arbitri, giudici di linea e addetti, non ha saputo notare un particolare cosi’ semplice eppure categorico.
Sulla scorrettezza della cinese c’e’ poco da dire, questo errore lo paghera’ a rate nella sua carriera e non potra’ farci nulla (anche se, a onor del vero, Janowicz e altri han fatto MOLTO di peggio…)
Il problema e’ tutto nella palese incapacita’ di certi soggetti a ricoprire certi ruoli, l’ultimo paragrafo dell’articolo centra in pieno il nocciolo della questione.
Concordo. E sulle punizioni all’arbitro che sbaglia aggiungo che dopo tre ‘riposi’ forzati per errori ripetuti direi di non farlo arbitrare più, almeno non per incontri importanti a livello atp/wta/challenger.
Nel pezzo si dice: “di quanto arbitri ineccepibili ricordiamo in effetti il nome”? Uno possiamo sicuramente menzionarlo: Romano Grillotti che a suo tempo fu uno dei quattro Full Time al mondo. Grillotti non era inviso a nessuno dei giocatori allora in circolazione perché sapeva gestire le situazioni critiche con grande professionalità.
Un rimedio anche se parziale a questi fatti inaccettabili, commessi sia in buona che in mala fede, ci sarebbe una volta cambiate le regole: se al fatto è fisicamente presente il supervisor, a costui gli si potrebbe dare la facoltà di intervenire e modificare la chiamata dell’arbitro.
E così potrebbe essere anche in campo nazionale se il Giudice arbitro è presente al fatto.
È vero che negli ultimi mesi sembra che gli arbitraggi siano peggiori rispetto a quelli degli anni precedenti. Ma non ho statistiche al riguardo e mi posso sbagliare.
Tre riflessioni mi vengono in mente. Non credo che siano interessanti e si possono anche non leggere.
La prima è che l’occhio di falco non è una soluzione completa perché il suo uso è limitato. Se i giudici di linea sbagliano qualche volta in un match, si corregge e va tutto bene. Se invece sbagliano cinquanta volte, i giocatori dovranno chiamare il falco di continuo, anche a torto, esaurendo troppo in fretta le chiamate a disposizione. E questo è ancora più vero se gli errori sembrano andare più spesso in una direzione.
La seconda riflessione è che l’occhio di falco non risolve le errate interpretazioni del regolamento. Il caso Kerber-Hantuchova che (lo ammetto) mi ha marcato moltissimo è secondo me un caso scuola: il giocatore vede l’errata interpretazione del regolamento da parte dell’arbitro, non riesce a spiegarlo bene e a convincerlo e si ritrova con una decisione a sfavore. In genere (ma anche qui non ho statistiche a disposizione e forse mi sbaglio) non si vedono supervisor che correggono il tiro in tempo utile. Generalmente l’errore rimane. L’argomento che un solo un punto non cambia niente è ovviamente presentabile solo da parte di chi non ha mai fatto competizione e non paga questi errori di persona. Chi ha dedicato una vita alla propria carriera atletica e sportiva ha tutto il diritto di pretendere tutti i punti conquistati con merito e secondo il regolamento. E a nessun atleta in nessuno sport fa piacere essere defraudato dei propri risultati sportivi da un arbitro incompetente, ancora meno su un set point come nel caso più recente. Ed è facile la vita del campione della tastiera che scrive che le ingiustizie non contano niente: non contano niente quando le vittime sono gli altri, ma quando hai sudato in prima persona per ottenere qualcosa ci tieni e anche tanto…
La terza e ultima riflessione è che lo spettatore medio non vede mai le conseguenze di questi errori. Conosco poco il funzionamento di WTA, di ATP e di questi tornei e forse mi sbaglio anche qui. Ma non mi aspetto nessuna conseguenza al torto subito da Francesca pochi giorni fa, così come non ho nessuna conoscenza di una sospensione o perlomeno di una ramanzina con la quale si sia chiesto all’arbitro di fare più attenzione in futuro. Che il giocatore abbozzi è normale: i suoi guadagni vengono da lì ed è ovvio che non ha nessun interesse a piantare una grana, scherziamo. Ma allo spettatore rimane la voglia di vedere, non so in che forma, il riconoscimento di un errore e della volontà di non commetterlo più. Se si sapesse di un cicchetto di tanto in tanto, il rispetto verso gli arbitri non verrebbe meno, anzi.
La cosa da fare assolutamente è cercare di abbattere, se possibile, i costi del Falco ed estenderlo a tutti i campi di tutti i tornei ATP/WTA. Solo con la copertura completa (che Indian Wells ha già provveduto a fare) si potrà porre rimedio a una situazione di palese iniquità (alcuni campi col Falco e altri invece no); situazione che, per giunta, avvantaggia i più forti (e i giocatori di casa) visto che proprio loro in genere bazzicano i campi col Falco.
Quanto agli errori tipo Schiavone, purtroppo c’è poco da fare nel momento in cui si gioca la partita: la moviola in campo, a mio avviso, sarebbe una iattura perché non farebbe altro che moltiplicare le polemiche e la durata degli incontri.
Fra l’altro, anche se certe sviste paiono impossibili, io propendo sempre per la buona fede dell’arbitro (salvo prova contraria; tipo corruzione).
Mi meraviglia, piuttosto, che nessun provvedimento venga preso in seguito. L’arbitro che sbaglia deve pagare: non occorre linciarlo, è sufficiente un adeguato periodo di riposo (leggi: sospensione dall’arbitraggio).