Il ritorno di Nick Kyrgios: quali ambizioni?
Il talento aussie Nick Kyrgios, autore di un ottimo Australian Open a inizio anno (chiedere ad Andreas Seppi …) e ancor prima di una rivelatrice edizione 2014 di Wimbledon (chiedere a Rafa Nadal …), è pronto a tornare alle competizioni, dopo un periodo di assenza forzata dal circuito che pare però non aver minato per nulla (fortunatamente per lo spettacolo) la convinzione e l’ambizione del classe ’95.
Un fastidioso problema alla schiena che ne ha condizionato la preparazione della nuova stagione, quella che deve sancire la sua definitiva consacrazione. La casalinga Hopman Cup necessariamente saltata. Un tennis impressionante giocato a Melbourne e l’eliminazione subita soltanto a livello di quarti di finale per mano del futuro finalista Andy Murray. Il riacutizzarsi del problema fisico e il forfait nel primo week end Davis della stagione. E ora finalmente il rientro ad alti livelli.
Con i due prestigiosi Masters1000 che si terranno prossimamente su suolo americano (per la precisione Indian Wells dal 9 al 22 marzo e Miami dal 23 marzo al 5 aprile), Nick Kyrgios ha comunicato il suo ritrovato stato di forma che gli permetterà di prender parte a due degli appuntamenti più importanti della stagione, fatta eccezione per i tornei dello Slam e per le Finals che metteranno come ogni anno la ciliegina sulla torta di una stagione lunga ma affascinante nel suo divenire.
L’arrembante Nick, che non ha mai mostrato timori reverenziali o paure nonostante potessero essere comprensibili vista la sua età, ha già raggiunto un best ranking di numero 35 al mondo in seguito all’appuntamento australiano e di certo non voleva perdere l’occasione di continuare a sbalordire il mondo, perlomeno quello tennistico con i primi due Masters1000 dell’anno dove potrà giocare un ruolo da mina vagante: i tabelloni dei prossimi due appuntamenti cui prenderà parte, sono decisamente simili a quelli degli Slam ed è un semplice dato di fatto che Nick abbia già saputo ampiamente dimostrare di poter gestire al meglio tutte le insidie che impegni del genere possono proporre ai vari giocatori.
Credo che al di là del desiderio di continuare a crescere, legittimo e fondamentale per diventare realmente un top player, Nick Kyrgios punti diritto, se dovesse imbeccare le settimane giuste in America, alla top20, un traguardo che sembra, vista l’assenza di risultati nel medesimo slot della stagione 2014, già facilmente alla sua portata.
Ammiro la sfrontatezza del giovane canguro, la convinzione di poter battere chiunque, che decisamente invidio e vorrei potessero vantare i nostri giovani talenti: i traguardi si ottengono gradualmente, come dicono gli statunitensi step by step, ma credo che nello sport più che in altri campi del vivere quotidiano si debba avere quel pizzico di presunzione mista ad ambizione che può portare lontano, se ovviamente si è in grado di gestire il tutto. E in questo Kyrgios ha dimostrato di essere molto abile, a differenza di un altro talento new generation suo coetaneo, Borna Coric, che dopo alcuni buoni risultati sul finire della scorsa stagione, si è fatto notare in questo inizio anno più per alcune dichiarazioni fuori luogo piuttosto che per i buoni risultati conseguiti, condizionato nelle sue prestazioni da propositi di “guerra” e attacchi poco velati a colleghi pro che lo hanno portato con la mente lontano dal campo (a onor del vero va detto che il baby croato si è ritrovato recentemente in quel di Dubai con una semi finale ATP500, raggiunta sfruttando anche alcune situazioni fortunate).
In questo aspetto Nick Kyrgios appare giocatore già formato e sono sicuro che a Indian Wells saprà farsi valere, toccando nuove vette della sua scalata ai vertici del tennis mondiale.
Alessandro Orecchio
TAG: Kyrgios, Nick Kyrgios, Notizie dal mondo
Hai perfettamente ragione! 😉
Il tennis è bello perchè vario
A me piace ma se è così soggetto ad infortunarsi lo vedo male, malissimo. Ha 19 anni e gioca un torneo e poi ne salta 7. Così non va da nessuna parte
Fortunatamente per lo spettacolo??? Potenzialmente è un giocatore da 30 ace a match e io, di solito, nelle partite con grandinate di ace, di spettacolo non ne vedo… Lo spettacolo, al massimo, lo fanno gli avversari!
secondo me quest’anno fa il botto!
@ Ktulu (#1286489)
va su http://www.acapela-group.com/ e incolli il nome, così senti come viene pronunciato correttamente nei paesi anglofoni
mi pare “chirios” 🙂
Si pronuncia Kirgios o Kirghios? Lo sento chiamare sempre in modo diverso…
giocatore potenzialmente fortissimo.
servizio da fuoriclasse, dritto giocato in tutte le maniere e ci fa i buchi per terra, rovescio meno stabile ma comunque già più che sufficiente per tirare vincenti, mano più che buona rispetto agli standard moderni e soprattutto un carisma da numero uno.
Giocatore destinato ad essere sempre troppo appeso al servizio e soggetto agli infortuni vista la mole che porta a spasso sui campi duri. Philippousis 2.0 (il prob èche ora il tennis è più dispendioso di allora)