Adriano Panatta e i successi più splendenti dell’Italtennis
Senza dubbio il tennista italiano più forte di sempre insieme all’altro mito del tennis nostrano Nicola Pietrangeli, il romano Adriano Panatta nato nel 1950, ha raccolto le più importanti gioie sportive che un giocatore soprattutto da terra battuta possa desiderare, con vittorie nelle prove più rinomate del circuito, passando dal trionfo Slam di Parigi ormai iscritto negli annali del tennis a tinte azzurre per giungere alla Coppa Davis, l’unica vinta da una compagine italiana nel 1976 e che vide proprio Panatta essere il condottiero in campo e Nicola Pietrangeli quello seduto sulla panchina nelle altrettante significative vesti di capitano non giocatore nell’indimenticata trasferta cilena.
Panatta ha vissuto stagioni esplosive, con successi di assoluto prestigio che lo hanno portato fino al numero 4 delle classifiche mondiali (best ranking targato agosto 1976) cui sono seguite però annate decisamente appannate, con risultati al di sotto delle aspettative e in cui si attendeva solo la fine per poter ricominciare l’anno successivo, con un nuovo spirito e una ritrovata consapevolezza.
Condottiero Davis si diceva sopra, per una manifestazione in cui Adriano conta la bellezza di 38 convocazioni per un totale di 100 incontri disputati: un bilancio nettamente positivo di 64 vittorie e 36 sconfitte, distribuite per uno score di 37/26 in singolare e 27/10 in doppio. Gli australiani Paul McNamee e Peter McNamara, il ceco Ivan Lendl, lo spagnolo Manuel Orantes, il mostro sacro John Newcombe, il factotum del tennis mondiale Ion Tiriac, sono solo alcuni dei tanti tennisti battuti da Panatta in una competizione che lui ha innegabilmente contribuito a rendere un appuntamento caro e irrinunciabile per i tifosi italiani.
Nel circuito maggiore Adriano ha vinto 10 tornei in singolare e 17 in doppio, specialità in cui raggiunse la quindicesima posizione delle classifiche mondiali: Senigallia nel 1971, Bournemouth nel 1973, Firenze contro Bertolucci l’anno seguente, Kitzbuhel nel 1975, sul sintetico di Stoccolma sempre nel 1975 e contro Jimmy Connors, gli Internazionali d’Italia e il Roland Garros nel 1976, sul cemento di Houston (dove batté in serie Connors, Rosewall, Dibbs e Gerulaitis) e Tokyo rispettivamente nel 1977 e 1978 per concludere sulla terra rossa, indiscutibilmente sua superficie prediletta, a Firenze nel 1980. Per lui anche 16 finali perse in singolare, con le costanti Manuel Orantes, Ilie Nastase e Bjorn Borg che per 3 volte ciascuno lo privarono di ambiti trofei.
3 tornei rappresentano a mio avviso l’apice della vita sportiva di Adriano Panatta: non si può non partire dall’orgoglio patriottico imperante della vittoria al Foro Italico dove sconfisse in semi finale John Newcombe e in finale Guillermo Vilas passando per un primo turno in cui dovette annullare ben 11 match point all’avversario, un australiano Warwick più disorientato che frustrato. La seconda pagina sportiva esemplificativa della sua carriera non può che essere quella della vittoria al Roland Garros in finale contro Harold Solomon in 4 set, ma passando per un altro match point salvato al primo turno contro il cecoslovacco Pavel Hutka e sconfiggendo nei quarti di finale Bjorn Borg.
Proprio i nomi di Panatta e Borg sono indissolubilmente legati per più di una ragione, non solo per le loro vite sportive spesso incrociate (Panatta fu l’unico a battere a Parigi Borg oltre che nei quarti del 1976 anche negli ottavi del 1973), ma anche per vicende sentimentali (una giovane Loredana Bertè contesa) e un rientro nel 1991 all’attività agonistica da parte dello svedese al torneo di Monte Carlo, di cui Panatta, insieme a Paolo Bertolucci, si occupò per gli aspetti riguardanti la preparazione e l’allenamento.
Per finire, se la vittoria Davis del 1976 non può che essere un ulteriore fiore all’occhiello della carriera del tennista romano, credo sia giusto menzionare anche il torneo di Wimbledon del 1979: in quell’edizione dello Slam londinese, su un’erba mai del tutto digerita, Panatta destò ottime impressioni, raggiungendo i quarti di finale. Fu qui che però subì una sconfitta bruciante, la più amara per Panatta, così come la definì lui stesso, perdendo in 5 set contro l’americano Pat Du Pré la consistente possibilità di giungere alle semi finali del torneo più titolato al mondo.
Giocatore dalla personalità eclettica, complesso e complicato, Panatta faceva sobbalzare gli spettatori dalle sedioline disseminate sugli spalti e ancora oggi, riguardare i suoi vecchi incontri, non fa che acuire la triste consapevolezza che un campione come lui sia da sempre tanto atteso quanto difficilmente replicabile.
Alessandro Orecchio
TAG: Adriano Panatta, Italiani
Sono d’accordo, conosceva come nessuno la perduta arte del chip and charge, smorzava e lobbava, e le volée di diritto in tuffo erano più plastiche di quelle di Becker, e la veronica era Michelangelo puro.
E il servizio dal basso lo inventò lui contro Lendl nel 1979 (la partita in cui gli inflisse 6-0 6-0: ricordo benissimo che prima della partita i giornalisti temevano molto questo giovane talento ceco
già allora sopra ad Adriano in classifica), perché vide Lendl 4 metri dietro la riga per rispondere (sul Pietrangeli gli out sono generosi); poi sarebbe stato copiato
qualche anno dopo da un Chang incrampato e senza forze.
@ kicks (#1246713)
Cioe’?? Spiegati please , aiutaci a capire.
Grande analisi del giocatore che ne dimostra la conoscenza. E’ stato un giocatore di gran classe e dava spettacolo dove andava a giocare, la “Veronica” credo sia stata una sua “invenzione”
@ sabri1977 (#1246521)
ahahahahahah
io c’ero a maceio.
vai a vedere il risultato del doppio e dimmi come te lo spieghi.
camporese si fece bene i suoi conti; il povero pescosolido fu mandato al massacro, chiediti perchè fini’ cosi’ all’inizio del quarto set DOPO la pausa.
hai mai visto il film porkies ? ecco la nostra spedizione al confronto fu assai meno seria.
Adriano Panatta
QUALITA’ :
Dotato di grande talento, Uno dei più forti giocatori di sempre dalla linea di servizio alla rete
Un grande Servizio piatto (un incubo per gli avversari)
Un dritto al Top
Un ottimo rovescio d’attacco in back,
Smorzata efficace,
Volè alta unica (veronica)
DIFETTI:
Non un atleta naturale Un enorme lavoro atletico per arrivare a sfruttare in modo accettabile il suo talento
Rovescio piatto o passante sotto la media
Servizio inadatto all’erba perché meno lavorato
Meno forte sul rapido dove c’è meno tempo per prendere il tempo adatto all’attacco
Vulnerabile contro gli attaccanti anche di minor classifica che lo attaccavano sul rovescio
Molto forte contro i pallettari della terra battuta. Come Borg il quale gli permetteva di palleggiare e dava il tempo ad Adriano di attaccarlo con un corto back o con la smorzata sul rovescio bimane
Fa tutto quello che può
con quello che ha.!
Grande Adriano, stilisticamente per la sua epoca il migliore.
Ho scoperto il tennis grazie a lui !
più facile che un cammello entri nella cruna di un ago… e poi magari non vorrebbe nemmeno farlo. quello che fa tristezza è che un personaggio di questo calibro non abbia nessun ruolo nel tennis italiano e sarà così almeno finchè alla presidenza ci sarà binaghi (con l’aria che tira temo fino al 2060 😯 )
Povera Italia (tennistica)…siamo costretti a rievocare episodi di quasi quarant’anni fa per orgasmare un pochino…
fu fantastica anche la finale persa in 5 set contro borg nel 78 😉
Che devo dì? Giocano tutti uguale, ormai, si va in campo, cenno di saluto e pronti, via: botte da orbi, drittone e rovescio bimane finchè uno sbaglia prima dell’altro. L’ho già detto: mi sembra una rissa, una lotta, più che tennis. Non mi piace, cioè non è il mio tennis”. Amo molto questa citazione di Adriano perchè esprime esattamente il tennis moderno rispetto a quello dei suoi tempi.
Un giocatore fantastico, elegantissimo, avrebbe potuto vincere di più, ma come lui stesso ha detto “il tennis l’ha inventato il diavolo”.
Che classe, che gioco..a volte rivedo i suoi vecchi video e rimpiango quel tennis; niente a che vedere con quello di oggi.
Grande Adriano, una leggenda ed una gran persona.
ottimo articolo di Orecchio! Condivido tutto!
che cavolo di colpa avrebbe avuto panatta???
‘ Italia delle racchette si e’ disfatta Camporese va in malattia e costringe Panatta a schierare contro Oncins l’ esordiente Pescosolido Tradito dal caldo e dai nervi il laziale abbandona al quarto set e finisce in ospedale per crampi
@ robbie22 (#1246447)
Mah… Barazzzutti mi sembra che non dia valore aggiunto su quella panchina da parecchio tempo.
Qualcuno sa dove sia possibile vedere questo?
“La maglietta rossa” è un film documentario del 2009 diretto da Mimmo Calopresti, che racconta la finale di Coppa Davis tra Italia e Cile
L’incapacità del nostro tennis maschile di creare campioni, come fu Panatta, è il mistero più inspiegabile dello sport italiano.
@ robbie22 (#1246447)
perchè ?
io l’ho visto in brasile e spero di non vedere mai piu’ niente del genere.
Nulla da togliere al Barazza ma rivedere un giorno Adriano sulla panchina azzurra di davis non nego che mi piacerebbe molto .
La miglior partita di Panata, secondo Rino Tommasi, fu agli US Open del 1978, quando perdette da Connors agli ottavi di finale per 46 64 61 16 75 (cito a memoria). Al 5° set era in vantaggio per 53 e sul 54 e 30-30 Connors fece un passante pazzesco. Lo stesso Jimbo, che poi vinse il torneo, ammise che entrò in forma grazie a Panatta.
Senza parlare del furto clamoroso che subi’ agli US Open da parte di Connors in un torneo che “probabilmente” avrebbe vinto.
Alvaro.
Adriano è un grande e non si discute, in Italia il più grande di sempre, ancora oggi tutti lo ricordano e lo conoscono, anche i giovani, perchè si entra nel mito.
Per chi volesse fare paragoni Pietrangeli/Panatta ricordiamo che tante vittorie del grande Nick, compresi i due slam del RG, avvenivano in tempi di doppio circuito pro e semipro.
Adriano in quell’anno di grazia 76 sulla terra ha stroncato tutti i migliori, è un grande, onore a lui.
Chissà, atavici litigi a parte con la federtennis, non sia il caso di intitolargli il centrale del Foro, visto che, in questa sfida, il leggendario stadio della “pallacorda” è stato aggiudicato al pur valoroso Pietrangeli…
Il solito articolo scritto da chi ha preso rapidamente informazioni sul web (vedi quello su Pozzi). Come si fa a non citare i quarti di finale del 1976 a Roma quando Solomon si ritiro’ in vantaggio per 5-4 al terzo nella bolgia ? Senza sminuire la portata del successo, ma come non parlare della parte avuta dal pubblico e per cui ci vollero tanti anni per recuperare credibilità ? per non parlare poi della parte avuta dai giudici ? mi ricordo 1 mp contro warwick assai discutibile. Soprattutto, come si fa a non citare il ruolo di Belardinelli e Formia ? come si fa a non ricordare come mai la sua carriera duro’ in pratica solo 2 anni favolosi, dal 76 al 78 ? Ritengo che sia necessario approfondire per scrivere un articolo che vada oltre la mera compilazione.
Adrianoooo….Adrianooooo…..che spettacolo!!
Grande adriano e grande squadra di coppa davis.
Adriano e’ stato l’unico tennista ad aver battuto un certo bjorn borg al roland garros e x ben due volte
@ marco (#1246308)
Dopo il trionfo al RG i giornali londinesi:”Adriano is supremely fit!”
@ Ben-Hur (#1246330)
Ricordiamo che Panatta fu l’unico a battere (per ben 2 volte) il mostro Borg al Roland Garros.
Il motivo era semplice nel concetto (difficile, ovviamente, nelle pratica). Fare il gioco di Borg (come faceva Barazzutti) equivaleva ad un comoda sconfitta, al contrario Panatta, con il suo gran gioco d’attacco, lo metteva spesso in grande imbarazzo, patendo anche il maggior tocco fino di Adriano.
Fu un tennista diverso dal solito canovaccio tennistico italiano e, appunto per questo, fu grande. Pagò invece troppo (e qui la responsabilità fu indubbiamente sua) l’aria romana della bella vita ed una certa antipatia agli allenamenti. per questo il suo picco fu breve. Ma che picco!
Panatta in realtà era Barazzutti travestito
CHEDDIRE…..quando ADRIANO entrava in campo la tv lampeggiava sempre anke se perdeva 61 61 il suo carisma la sua eleganza anke ora fuori dal campo nelle sue interviste,peccato i migliorisi vedono sempre poco…..se affiancasse Bertolucci su Sky sarebbe come la LUNA che si specchia sul mare …
Straordinario interprete di un tennis che non esiste più, memorabili i suoi attacchi in chop di dritto e la sua voléé alta di rovescio.
Sono uno col gioco imprevedibile come Panatta poteva fare partita pari con Borg sulla terra.
Sono perfettamente d’accordo con Orecchio, e chi potrebbe non esserlo!
Batte Panatta risponde Newcombe…
Ah, che ricordi…