Open Court: i “muscoli” di Dimitrov (di Marco Mazzoni)
Buon 2015 tennistico a tutti!!! Si riparte con una piccola novità: Open Court. Una rubrica settimanale rinnovata, luogo di incontro di idee, storie, analisi di campioni & giovani, match e temi vari sul circuito e dal mondo del tennis, che proverò a presentare ed approfondire fornendo spunti di riflessione intorno al nostro amatissimo sport. Da dove iniziare?
Un classico d’inizio stagione è lanciarsi in previsioni, puntando sull’esplosione di giovani (e meno giovani) pronti al salto di qualità, o al contrario anticipando crolli fragorosi di qualche big. E’ un’attività intrigante. Facile cadere nella tentazione di “scrutare gli astri”, immaginare il futuro e sognare vittorie per i propri beniamini, e magari gridare agli amici “l’avevo detto!?!”. Ma quando la tesi non è sostenuta da un qualche dato tecnico o agonistico il tutto rischia di esser un vero e proprio azzardo. E con una manciata di match “veri” disputati dai giocatori, ancora nel pieno del rodaggio ed intenti ad assorbire la trasferta più lunga e complessa della stagione, la previsione può risolversi nel più classico dei boomerang.
Boomerang. Definizione azzeccata, visto che proprio dalla sua terra d’origine scatta l’annata del tennis e si aspettano i primi risultati importanti, soprattutto a Melbourne. Temendo “la forza di ritorno” della traiettoria ellittica dell’antica arma aborigena, sono restio a sbilanciarmi in qualche previsione… ma, per restare in zona, penso che Thanasi Kokkinakis potrebbe davvero esplodere nel 2015 se assistito dalla salute. Stop.
Preferisco prendere spunto dalle poche parole rilasciate in quel di Brisbane da Grigor Dimitrov per parlare del bulgaro, uno dei giocatori più attesi. Il n.11 del ranking ATP si è appena qualificato per le semifinali del primo torneo in calendario, battendo stanotte Klizan, e soprattutto riprendendo per i capelli una partita complicatissima di 2° turno contro Chardy. Una vittoria in rimonta, in cui ha annullato due match point nel tiebreak decisivo. L’intensità del suo grido a fine incontro dominava la home page del sito ATP ed ha fatto il giro del mondo, diventando la prima immagine forte del 2015 tennistico. Un’istantanea insolita per Grigor, generalmente immortalato con quel sorrisino “beffardo” da cover patinata, meglio se a fianco della notissima superfidanzata… Stavolta no. Solo un’esplosione genuina di rabbia agonistica, ad ostentare grinta, intensità, potenza e muscoli.
Occhio alle ultime quattro parole, che non ho scritto a caso. Grinta, intensità, potenza e muscoli. Il 2015 potrà esser vincente per Dimitrov se riuscirà a produrre il suo tennis classico ed elegante sostenuto e rinvigorito da questi attributi. Sono le doti necessarie al vero salto di qualità agonistico, e che nella scorsa stagione si sono intraviste solo a sprazzi.
E’ indubbio che nel 2014 il bulgaro sia salito molto, lo dicono numeri, risultati e prestazioni. Tuttavia il suo percorso di crescita è lungi dall’esser completato, se l’obiettivo resta quello massimo: battere i top3, vincere uno o più Slam, sognare la vetta del ranking. Obiettivi molto ambiziosi, che lui non ha mai nascosto, nemmeno nei momenti più bui, quando la scomodissima etichetta di Baby Federer o Roger2 pesava come un macigno sulle sue spalle, rendendo le sue gambe ancor più fragili di quanto già non lo fossero di suo.
Seguo Grigor da sempre, e più volte ho scritto su di lui, seguendo con passione ed attenzione la sua maturazione, tra scatti in avanti e cadute nel vuoto. Un percorso complesso, con ostacoli tecnici, fisici e mentali, che lui stesso ha più volte complicato con scelte azzardate (i troppi cambi di coach, applicazione rivedibile…) e poco lungimiranti. Dopo la fondamentale parentesi con la GTGT Academy, dove ha davvero posto le basi per crescere dando un po’ di raziocinio alla sua prestazione, ho aspramente criticato la scelta di ingaggiare Roger Rasheed come coach. Non lo ritenevo adatto, troppo sbilanciato sul lato atletico della prestazione, quando in Svezia trovavo altra profondità di lavoro (vedi risultati di Wawrinka…). Tuttavia quel che poi è accaduto nel 2014 mi ha in parte fatto ricredere, e la stagione appena iniziata sarà decisiva per emettere un verdetto in merito. I primi sei mesi della scorsa annata sono stati molto positivi. Risultati di ottimo livello (quarti a Melbourne, vittorie ad Acapulco, Bucarest e Queen’s, semifinali a Roma e soprattutto Wimbledon), raggiunti grazie a prestazioni sempre più continue e consistenti, in cui il suo tennis a tutto campo era molto propositivo, condito da una fase difensiva più solida e da una voglia di lottare crescente. Ha sconfitto tra gli altri Wawrinka, Murray, Berdych, ha lottato alla pari con Nadal e Djokovic tre set su cinque. Il punto di domanda viene dalla seconda parte di stagione, dove sono arrivati meno risultati (semifinale a Toronto, finale a Stoccolma) e troppo spesso si è avuta la sensazione di estremo sforzo nel suo gioco. Quella velocità di esecuzione e di pensiero che l’aveva issato vicinissimo ai big pareva smarrita, consumata dalla enorme fatica accumulata per crescere. Un lavoro pesante che forse gli è costato fin troppo, mettendo a nudo limiti di “cilindrata”. Una lacuna importante, perché lassù in vetta dominano veri bulldozer… Questo è il passaggio fondamentale per arrivare ad un Dimitrov 2.0, ed ecco dove potrebbe entrare in gioco prepotentemente il fattore coach Rasheed, uno che conosce come pochi altri i segreti del lavoro in palestra, del potenziamento atletico e della resistenza.
L’ha detto lo stesso Grigor in questi giorni a Brisbane: la preparazione invernale è stata durissima, quasi tutta in palestra, a metter su muscoli, potenza e resistenza. “Mai fatto un lavoro così intenso, settimane e settimane a sudare e lottare contro quelle macchine…”. Deve esser stata una piccola tortura per uno che non ha mai amato questo tipo di lavoro, preferendo affinare la tecnica con slow motion a go go sull’idolo Roger. In effetti dalle foto e filmati che arrivano da Brisbane il buon Dimitrov pare più tonico, soprattutto nella parte superiore del corpo, ma non appesantito. Sembra irrobustito, più “quadrato”, sulla via del vangelo del suo coach. L’equazione sportiva è semplice: più massa muscolare apporta al suo fisico più forza, ed un lavoro intenso sul quel piano, spostato in campo, l’ha dotato sicuramente anche di maggior resistenza. Il circolo virtuoso non si arresta qua. Tanto lavoro fisico ha certamente un influsso positivo anche sul lato mentale, poiché finisce per temprare anche la testa “alla lotta”, al restare più focalizzato in partita nei momenti più duri, con maggior tensione positiva, cancellando quei vuoti che spesso portano a “mollare” sotto stress fisico ed agonistico. Un atleta più tosto fisicamente è mediamente più pronto alla lotta, esce meglio dagli scambi complicati perché si sente più forte e pronto alla pugna. Maggior resistenza apporta al tennista più lucidità nei momenti che contano, quando la velocità di pensiero deve esser sostenuta da gambe rapide e “fiato” per lasciar andare il braccio e trovare l’angolino aperto a strappare i punti decisivi. Queste sono qualità di base, proprie di ogni grande atleta, che in Dimitrov non sono mai state eccezionali. Il suo fisico è sempre stato eccellente sul piano della elasticità, della velocità pura, non tanto su quello della potenza e della continuità nello sforzo. Un netto salto di qualità nella “cilindrata” potrebbe essere il vero tassello mancante a completare il puzzle, visti i benefici effetti anche sul piano mentale ed agonistico che il sentirsi “più forte” regala all’atleta.
In pratica, Dimitrov potrebbe seguire una traiettoria di crescita non così lontana da quella che qualche anno fa seguì Andy Murray, altro talento tecnico sopraffino che arrivò sul tour assai più indietro fisicamente rispetto agli altri big. Lo scozzese infatti fece il vero salto di qualità avvicinandosi a Roger, Rafa e Novak grazie ad un durissimo lavoro sul suo fisico, mettendo su tanti muscoli, migliorando la resistenza e la capacità di soffrire. Grazie ad una base assai più tonica, forte e resistente, ha costruito un tennis più tosto, solido e razionale, che poi ha affinato grazie al sapiente lavoro di cesello di Ivan Lendl, che l’ha reso totalmente funzionale sul lato tattico, arrivando ai suoi risultati straordinari. Non sarà comunque un percorso facile da replicare per il bulgaro.
Sarà interessante vedere come il team Dimitrov avrà lavorato anche per affinare il footwork, altra nota dolente. Infatti uno dei suoi difetti più evidenti è sempre stato il gioco di piedi assai disordinato. Troppi slanci improduttivi, un eccesso di saltelli alla ricerca della palla ricco di passi troppo larghi a bassa frequenza, che lo porta ad aprire con una distanza ed un tempo non corretto, spesso fuori equilibrio. Un aspetto basilare del gioco, forse il primo su cui Rasheed ha davvero lavorato, tanto che nel 2014 si sono viste migliorie, ma non basta. Oggi Dimitrov è più concreto ed ordinato nella ricerca della palla, salta di meno eseguendo passi più brevi a maggior frequenza, e quando la palla è in arrivo si trova più spesso in condizione ottimale per scaricare l’accelerazione della sua racchetta con piedi aderenti al terreno. Però c’è una netta differenza di efficacia tra quando comanda il gioco rispetto a quando cade in difesa. Vedremo se il “nuovo” e più potente Dimitrov del 2015 avrà migliorato anche questo aspetto.
Chiudo dicendo che una vera crescita non passa solo dalla potenza. L’ultimo gradino per la definitiva consacrazione di Dimitrov passerà anche da un’ulteriore crescita tecnica e tattica. Infatti Grigor è uno splendido tennista a tutto campo, che fa tutto piuttosto bene ma forse niente in modo eccezionale. Deve trovare la forza di costruirsi un colpo davvero dominante, a cui aggrapparsi e con cui fare la differenza, cosa che oggi manca. Servire con più continuità alla massima potenza, dare più punch al dritto, usare il rovescio come arma tattica improvvisa e per i cambi di ritmo, e soprattutto dare una direzione più spiccata al suo gioco, possibilmente verso l’attacco. Benissimo esser versatili, capaci di adattarsi a varie condizioni, spingere e difendere; ma serve più ordine, serve la forza per imporre maggiormente il suo tennis ed i suoi angoli, cancellando quelle fasi interlocutorie e di attendismo che ne mortificano talento e successi. Nel 2014 la tendenza ad aspettare troppo prima di lasciar andare il braccio che gli è costata ancora carissimo. In generale, Dimitrov dovrà avere il coraggio di imporre il suo tennis, fatto di tocco, versatilità ed improvvise accelerazioni a tutto campo, senza deprimere questa fantasia abbassandosi al livello di puro fighter, dove può crescere ma in cui non sarà mai così forte come uno che è nato guerriero dentro.
Sarà interessante seguire e valutare la sua crescita, la capacità di bilanciare il lavoro sulla forza e sulla intensità senza mortificare le dati innate. Dovrà farlo match dopo match, in “campo aperto”.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: analisi tecnica, Dimitrov, Grigor Dimitrov, Marco Mazzoni, Open Court, Rasheed
Ottimo articolo, davvero completo, complimenti!!
Soprattutto la parte che riguarda i miglioramenti fisici da fare!!
Si trascura sempre il fatto che a livello fisico nel tennis contano molto potenza, velocità e resistenza!!
E quindi logicamente una massa muscolare adeguata è la “conditio sine qua non” da cui iniziare per essere davvero competitivi ad altissimi livelli!!
Cordiali saluti.
Fab
PS ma la gente non ci crede perchè non vede mai i tennisti sudati perchè questi si asciugano continuamente il sudore ma se non gli fosse consentito sarebbero delle bacinelle ambulanti di sudore e quindi si noterebbe molto di più l’importanza dell’aspetto fisico nel tennis!!
@ gianni (#1236344)
A giudicare dalle foto e anche a come lo ricordo rispetto a un anno fa Cilic è cambiato parecchio, fisicamente
Attenzione, ho dovuto sintetizzare molto il discorso, x motivi di lunghezza, ma il rapporto tra forza e Massa muscolare è più importante in difesa che nella spinta pura, dove si fa velocità con accelerazione più che di muscolo. Un atleta più tosto e strutturato è non solo più potente ma soprattutto più resistente. Oggi x vincere serve consistenza e resistenza, una struttura più potente aiuta molto in termini complessivi, se non “imballa” appesentendo e togliendo fluidità.
il suo rovescio resta un colpo bello da vedere ma troppo debole ad alti livelli. se non lo migliora, non diventerà mai un top5.
dipende da fisico a fisico e da persona a persona tennis non è boxe.
solitamente la velocità e la forza di palla nel tennis lo fa il movimento la velocità del braccio e del polso,la fluidità e i kg in generale ma di peso.. sia se muscoli che non muscoli,delpotro non ha i bicipiti di rafa questo è l’esempio piu eclatante che posso farti.con questo si ha pure una palla penetrante che spesso delle volte è piu micidiale di un colpo forte,ma quella di mazzoni non è una tesi campata in aria perchè cmq ci vogliono kg a meno che non sei federer magro come un chiodo ma nato per giocare a tennis e allora puoi fare tutto contro tutti quasi alla stessa velocità dei muscolari perchè il suo braccio e il suo son diversi da altri e glielo permettono,ma in generale dipende da persona a persona a goffin che è già basso di suo se gli metti i kg perde l’esplosività e la velocità che lo caratterizza e cadrebbe come una pera cotta,bautista invece se mette su kg non diventa come ferrer perchè tra i due ci sarà sempre un abisso ma migliorerebbe e per qualche anno starebbe nei 10 uno cosi perchè è già una bestia di suo anche se è un muratore nato
Ha perfettamente ragione Gianni. Non è certo la massa a far tirare più forte.
Cilic dove l’avete visto culturista?!
Cilic quando ha vinto l us open aveva due spalle da culturista? Ma che state a di.. Papero guarda i giocatori .. Guardali.. Non sono pompati, hanno dei muscoli reattivi e veloci .. È quello che da la potenza ..
Marco Mazzoni, visto il video dove si vede la silhouette del nostro Fabio, a quando l’articolo “la panza di Fognini” ? Si scherza 😉
Aumentare il carico di massa muscolare vuol dire perdere elasticità, velocità, esplosività. Quando si fanno questi tipi di potenziamenti, è importante lavorarci molto parallelamente. Poi, bisogna sempre stare attenti a non deformare troppo la tua morfologia, ci sono persone che non sopportano un tale carico e si infortunano sempre (vedi Pato). Vedremo con Dimitrov. Per quanto riguarda Murray, Gianni ha detto una inasettezza. L’anno dove ha vinto tanto aveva una massa pazzesca. E dall’infortunio che è tornato magro. Infine, è CHIARO che si tira più forte se hai più massa. Dipense pure dove la metti, questa massa.
Lo stesso ha fatto Dolgopolov, che si è fatto fotografare con muscoli mai avuti prima. Conseguenze della vittoria di Cilic agli us open. Prima Cilic era lto e magro e non vinceva, agli us open aveva due spalle da culturista. E ha vinto.
Rimane Federer col fisico normale
Un conto è la resistenza ed un altro è la muscolatura; non servono i pettorali o i dorsali di un nuotatore; servono resistenza nelle gambe e nel fiato che di conseguenza fanno aumentare la durata e la lucidità negli scambi e contribuiscono ad una veloce ripresa sia durante che dopo un match.
Poi va detto che gente come Federer Nadal e Djokovic non è replicabile solo con l’allenamento o con gli slow-motion, ognuno dei 3 ha una sua peculiarità che o ce l’hai o non ce l’hai, se bastasse solo l’allenamento le classifiche sarebbero sicuramente diverse da come sono ora.
Senza essere servili ma mi complimento con il signor Mazzoni per un articolo che descrive perfettamente le caratteristiche del tennista bulgaro sia nel suo tennis di qualche tempo fa sia di quello di oggi da cui si percepiscono le enormi conoscenze tennistiche di chi scrive l’articolo.
Detto questo anche per me il salto di qualità il bulgaro lo farà migliorando la sua fase d’attacco soprattutto facendo più male con il dritto e comunque migliorare il rovescio, perché sia in difesa che nel gioco di volo Dimitrov non ha niente da imparare anche dai più grandi.
Inoltre sono d’accordo con lui anche sul lavoro fisico che aiuta moltissimo ad arrivare al top anche a livello di testa perché migliora il rapporto con il sacrificio sul campo che poi è quello che fa vincere o perdere i match.
Attendiamo Grigor a migliori prestazioni, anche se devo ammettere che nonostante la sua elegante classicità credo rimarrà un buonissimo giocatore, non un campione.
Kokkinakis penso sia fortissimo e lo attendo vicino ai 10 insieme agli altri newcomers nel giro di massimo 2 anni.
Penso infatti che anche Coric e Kyrgios siano già pronti per salite rapide, mentre Zverev credo che avrà un anno di assestamento dove entrerà molto probabilmente nei 100 con qualche exploit, ma bisognerà scontarne la giovanissima età per un livello di prestazione più costante.
Penso saranno kyrgios, coric e i giocatori di quella generazione a dare il cambio al vertice a nadal, djokovic e federer. Secondo me dimitrov può avere una carriera stile ferrer.
Ma di cosa state parlando .. Murray da quando si è ingrossato non ha più vinto una partita.. Poi l hanno di nuovo sgonfiato .. Uguale verdasco, quando era al massimo era meno grosso di adesso.. L hanno pompato e questo è il risultato.. Marco Mazzoni più massa più forza è la più grande assurdità che un possa dire su questo sport! Non serve la massa ma la forza veloce ! Se uno tira su 200 chili di panca piana non tira più forte! Ma non lo capite ancora .. Guardate i più forti.. Sono tutti ben strutturati ma non “grossi”. Federer djokovic murray nishikori del potrò berdich gasquet fognini Almagro dimitrov.. Gambe muscolose tutti ma sopra non grossi! Non serve nel tennis!
Ottimo articolo, condivido tutto.
E credo che il buon Grigor prima o poi a livelli davvero alti ci arriva 😉