Cristiano Caratti e quel sogno australiano
Considerato una promessa del tennis italiano dei primi anni novanta, Cristiano Caratti rappresenta il classico esempio di chi ha accarezzato con mano un sogno avvicinandosi a un risultato incredibile divenendo in poco tempo un punto di riferimento importante per il movimento tennistico dell’epoca, impegnato in quella ricerca frenetica per trovare un degno erede di quella magnifica generazione che aveva reso grande l’Italia del tennis a livello mondiale nel suo passato recente.
Classe 1970, Caratti si fece conoscere dal grande pubblico per delle ottime prestazioni raggiunte sul cemento dell’estate americana del 1990 quando, poco più che ventenne, vinse il challenger di Winnetka, raggiunse i quarti di finale al torneo di New Haven, sconfiggendo fra l’altro l’allora numero 6 del mondo Brad Gilbert, prima di un considerevole terzo turno newyorchese, quando batté Steve Bryan, in 5 combattuti set Derrick Rostagno, per poi perdere sempre in 5 parziali contro Jay Berger, terminando il torneo Major al numero 116 del mondo. Un’altra vittoria challenger arrivò a corollario del primo vero anno da pro, con il successo in Svizzera a Bossonnens, per un ingresso in top100 che lo portò al 98esimo posto del ranking ATP.
Nativo di Acqui Terme per un fisico “normale” di 178 cm per 77 kg, Caratti Kid visse la stagione migliore nel 1991, quando cominciò l’anno con il botto all’Australian Open: una battaglia epica in 5 set al terzo turno contro Glenn Layendecker, ancora 5 parziali agli ottavi per sconfiggere un giovane Richard Kraijcek, prima di arrendersi nuovamente in 5 set a Patrick McEnroe, fratello del ben più noto John. L’onda lunga dell’entusiasmo continuò al torneo casalingo di Milano, dove ottenne una vittoria di assoluto richiamo contro Ivan Lendl al 2° turno al tie break del set decisivo perdendo poi solo in finale contro il russo Volkov.
Il challenger di Indian Wells vinto in finale contro Jimmy Arias prima di presentarsi al Masters Series di Miami ottenendo altre vittorie di prestigio contro Sergi Bruguera e Jimmy Connors per cedere ai quarti di finale a David Wheaton.
Arrivano altri scalpi eccellenti portati a casa durante l’arco di tutta la stagione (Leconte, Svensson, Pioline e John McEnroe sull’erba), per un best ranking di numero 26 al mondo e un futuro che a soli 21 anni appare più che promettente: non si può più parlare di promessa, Caratti rappresenta oramai una solida realtà.
Utilizzato come singolarista in Davis una sola volta nel ’92 contro la Spagna (1/1 il suo bilancio in totale nella Coppa dopo quella partita), Caratti purtroppo disattese però le aspettative che erano piombate dopo quel magnifico 1991 su di lui, non riuscendo per tutto il resto della sua carriera a ottenere risultati degni di nota all’insegna di una costanza e di una continuità che non caratterizzarono mai il suo dispendioso gioco. Con un rovescio a una mano senza ombra di dubbio il suo colpo migliore, Caratti giocò annate opache, districandosi nei tornei challenger del circuito minore e riuscendo raramente a vincere partite consecutivamente negli appuntamenti importanti di quello maggiore. Pochi altri acuti arrivarono infatti nella sua carriera: una semi finale al torneo di Basilea nel 1994 battendo il numero 2 Michael Stich, i quarti di finale a Washington e ancora una semi finale a Kuala Lumpur l’anno seguente più un terzo turno al Masters Series di Cincinnati nel 1996 battendo anche Stefan Edberg; vittorie isolate, exploit estemporanei e non certo prestazioni che all’inizio della carriera potevano essere attese o perlomeno auspicate. Parafrasando il gergo ciclistico, Caratti potrebbe essere definito come un corridore da grandi classiche della durata di un giorno singolo piuttosto che da lunghe ed estenuanti corse a tappe: poteva vincere con chiunque nella partita secca ma il giorno dopo avrebbe potuto tranquillamente perdere dal numero 100 del mondo. Ha giocato e sconfitto alcuni fra i più grandi giocatori del tempo (per lui anche un challenger a Knoxville nel 2000 contro il futuro numero 1 del mondo Roddick), grazie a colpi degni dei più grandi: così come i giocatori one Slam (in grado di vincere un solo grande appuntamento major nella loro carriera), Cristiano Caratti è stato un uomo da una sola annata, un’ottima annata ma un po’ pochino per uno come lui che si era rivelato così prepotentemente nel circuito.
In fondo però sappiamo che noi italiani siamo così: sappiamo esaltarci per un risultato eccezionale credendo di essere già campioni ma purtroppo manchiamo troppe volte quella prova del nove rappresentata dal confermarsi, da sempre più difficile da raggiungere piuttosto che l’arrivo inatteso ad alti livelli. Ma che piacere vedere quel rovescio a una mano caro Cristiano…
Alessandro Orecchio
TAG: Caratti, Cristiano Caratti, Italiani
Era affetto da mononucleosi quindi si affaticata subito
Era affetto da mononucleosi quindi si affaticava
Vero ma il risultato massimale a livello di top Ranking non fu abissalmente lontano. Quindi entrambi delusero le premesse di una carriera benissimo avviata. Gaudenzi era un fenomeno juniores e ammetterai che non si può essere soddisfatti completamente dei risultati di una carriera da top juniores e partita da top 20 ATP! Come minimo avrebbe dovuto incamerare master 1000 o equivalenti per esserlo date le premesse.
Cristiano ebbe un promettente inizio-carriera, allorché anche grazie all’incoscienza della gioventù ottenne risultati decisamente pregevoli.
In seguito non riuscì a ripetersi con continuità soprattutto a causa della responsabilità di confermare quanto di buono ottenuto a inizio-carriera.
Peccato, perché lui non ha mai smesso di allenarsi con grande serietà e senso di dedizione. Infatti negli anni seguenti riuscì a migliorare notevolmente la qualità del suo gioco, senza però riuscire a tradurre tutto ciò in risultati degni di nota.
Ma adesso, di che cosa si occupa Cristiano? che cosa fa? Si è sposato? Ha figli?
Non era stata giocata in Coppa Davis,quella famigerata e maledetta partita,ma al terzo turno del Foro Italico,nell’edizione del 1991.E non fu quella,a mio avviso la partita che decretò la fine del momento magico di “Caratti Kid” :wink:,anche perchè,dopo il Roland Garros,in uno dei tornei su erba di preparazione in vista di Wimbledon,Cristiano si prese la soddisfazione di battere anche “un certo” John McEnroe,ricordate? A mio avviso fu proprio durante la trasferta americana di quell’anno,in cui si rivelò al pubblico italiano di appassionati l’anno prima a New Heaven,e che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere il momento della lunga stagione tennistica a lui favorevole per la tipologia di tornei che si giocavano sulla superficie preferita dal piemontese,e che avrebbe dovuto consentirgli di fare incetta di punti e cogliere altre importanti vittorie,ecco,fu in quel periodo estivo che iniziò il suo declino definitivo,ma causato,penso di ricordare bene,dall’incredibile sfortuna di aver preso e contratto un virus,che, ricordo gli causò mal di pancia anche durante le partite(infatti in una partita che vidi,si portava spesso la mano in pancia,per cercare di alleviare il fastidio),e,come se non bastasse,l’ulteriore sfiga toccata a ‘Carattino’,fu che quel virus non fu nemmeno individuato facilmente,e dovette subirne gli effetti per parecchio tempo.Qualcuno ricorda meglio quel periodo,per raccontare quell’episodio sfortunato in maniera più precisa? A completare l’opera poi,è che tutto questo gli capitò proprio mentre il panorama del tennis mondiale stava cambiando,con il tramonto di quei tennisti,come il campione Lendl,che rappresentò la metà degli anni Ottanta,o il Gilbert che diede a Cristiano la sua prima grande soddisfazione tennistica,ma anche Becker ed Edberg cominciarono il loro declino,non riuscendo più ad essere continui nei risultati come fino a poco tempo prima,e al loro posto,si stavano affermando tennisti molto più potenti nei colpi,a cominciare dal servizio,come il dominatore degli anni Novanta Sampras,e il suo rivale più accreditato Agassi,che pian piano maturò in quegli anni,o come Ivanisevic,Kafelnikov,Philippoussis,senza dimenticare l’australiano più forte di quel periodo di cambiamento,come Rafter,ma anche Enqvist,Rusedski,Medvedev,o tennisti di grande estrosità e talento come Rios,e l’impressione fu che Cristiano non riuscì proprio a tenere il passo di quei tennisti molto forti.
Beh bel giocatore Caratti ma io di “turbo dritti” come quello di Omar fatico a vederne pure adesso !! Omar in giornata se la giocava con tutti , Caratti no.
PS: E poi la lezione data a Lecomte a Montecarlo, di fronte ad un pubblico francese allibito…
Piccolo ricordo personale: la faccia di Lendl preso a pallate quando ancora c’era l’ATP di Milano. Sorpreso e sbalordito. Caratti aveva nell’estremo anticipo il suo segreto. Le risposte al servizio e ai colpi di rimbalzo tornavano nell’altra parte del campo in tempo reale. Caratti giocava dei colpi da ping-pong.
Poi purtroppo ho assistito all’inizio del declino. A roma (non ricordo in che anno) cintro Fromberg. Nel primo set Cristiano aveva iniziato dominando col suo anticipo. Poi, improvvisamente, ha iniziato a colpire la palla quando scendeva, senza anticipo, e la partita è cambiata… Da allora, non ho più visto giocare Cristiano come prima. Peccato
Le carriere dei due furono molto differenti così come anche le motivazioni relative al fatto di non aver mantenuto certi livelli. Inoltre Gaudenzi, successivamente, ebbe il gravissimo infortunio alla spalla che lo condizionò fortemente ma io non li paragonerei in quanto a vicende. Il faentino fece comunque una carriera da top100 per anni, Caratti dopo il 1991 non vi rientrò mai più.
Mi piacque da subito per quel suo gioco da italiano atipico, cresciuto da quel grande allenatore a nome Riccardo Piatti. Sempre in anticipo sulla palla ha ottenuto ottimi risultati per le qualità tennistiche che possedeva. Sicuramente discontinuo, ma altrettanto geniale quando era in giornata; ricordo con emozione la partitona contro Lendl a Milano.
Cristiano, non ti nascondo che sei stato il mio idolo ! Grazie per il tuo tennis bello, imprevedibile ma troppo breve .
Noterei come Caratti non è isolato a dare una grande impressione a 20-21 anni per poi deludere le attese per vari motivi. Anche Gaudenzi a 20 anni sembrava uno schiacciasassi (sono 20 ATP e non ho intenzione di fermarmi) ma poi non tenne mai quel passo pur a fronte di una buona carriera. Caratti era competitivo perchè non dava modo di intuire la direzione dei colpi in un tennis abbastanza atipico e molto adatto al cemento. Il problema è che la sua “robotizzazione” tecnica ne bloccò gli estri e diventò con il tempo un automa prevedibile! Tecnicamente buono ma non si parla di un giocatore fenomenale. Sulla terra inoltre per un Italiano è grave non competere a discreti livelli perchè voleva dire espatriare per i tornei alla Pozzi e dunque viaggiare eroicamente quando si può, ad età mature con i guadagni massimi di carriera.
@ Raul Ramirez (#1227855)
Pienamente d’accordo. Ricordate che Caratti arrivò perfino a giocare quel torneo di fine anno che schierava i 16 giocatori con i migliori risultati negli slam ?
mirko.dllm (Guest) 17-12-2014 19:49
che domanda è ? ognuno raccoglie cio’ che ha seminato.
per quel che riguarda le sponsorizzazioni, quelli erano gli anni bui con la gestione panatta in cui i giocatori fuori dal coro come pozzi venivano osteggiati (per usare un eufemismo). io ebbi la sfortuna di andare a maceio come appassionato e quello che vidi’ li’ mi fece aprire gli occhi su tutto quel baraccone che era il tennis italiano.
Redazione, domani parleremo di Gianluca Pozzi. OK?
Chi ricorda il dramma umano della Coppa Davis Italia – Australia a Roma: Caratti contro Fromberg?
@ pallettaro (#1227745)
Un giocatore forte, un Campione, deve avere ottime doti tecniche, fisiche e mentali: Camporese aveva un’ottima tecnica, una appena sufficiente tenuta mentale ed una qualità fisica che definirla scadente è un complimento….alla stregua di un ottimo amatore e niente più…..questo secondo me è l’unico motivo per cui fuori dall’indoor e da qualche superficie hard diventava un giocatore più che normale e abbordabile. Smettiamola con teorie da “top ten se….” da italioti….
Cristiano ammirevole ma tra il servizio e il peso della palla direi che si è tolto più soddisfazioni di quello che ci si potesse aspettare (ha battuto un sacco di gente forte e ha fatto notevoli risultati vedi Australia etc etc).
Ti ringrazio per la tua risposta Leconte,che secondo me fa luce su un mondo che all’epoca pareva dorato(e che soldi e sponsorizzazioni spuntassero magicamente da tutte le parti,quasi a getto continuo),almeno fino agli anni Novanta,e che in realtà non era dorato per niente.Poi scusa se abuso ancora della tua conoscenza e pazienza,ma per caso,sai se la maggior parte dei top 100 di allora,specialmente quelli della parte bassa della classifica,e che in pratica non divennero mai famosi a livello internazionale,economicamente vivono bene ancora oggi?
Camporese4 anche nel suo periodo migliore perdeva con gente con cui non doveva. Aveva un potenziale elevato ma che ha espresso troppo poche volte. Solo pochi tornei veramente esaltanti in carriera. Aveva grossi difetti di mobilità, è chiaro che senza infortuni avrebbe reso molto di più ma se guardiamo le sconfitte patite nel periodo 1991-92 ci rendiamo conto che anche nel suo periodo d’oro non era certo un rullo compressore quindi dubito che sarebbe rimasto costantemente ad altissimi livelli.
Bel giocatore che mi fece sognare…peccato per quel servizietto da donna
@kiks e magnum – perfettamente ragione, riuscì con cuore e sorpresa a giocare una stagione magica, poi quando gli avversari iniziarono a conoscerlo fece molta fatica. Comunque chapeu perchè tirò fuori i massimi secondo me.
@mirko – la sua attività, come quella di furlan , fu molto aiutata da Bucciero, presidente del circolo le pleiadi, che li ospitò per anni e pagò anche molte sponsorizzazioni attraverso la mitica Brandford, la famosa maglietta con la macchia ! Purtroppo Bucciero, pagò amaramente questi business da mecenate, finendo in condizioni precarie.Anche perchè altri sfruttarono la sua generosità senza dare nulla in cambio.
ma che fine ha fatto??? mitico cristiano
Caratti era un grande tennista. Purtroppo per problemi fisici (se non sbaglio), la sua discesa nella classifica ATP, è diventata una sfortunata conseguenza. Il suo mentore tennistico, è il Maestro di Tennis Albertazzi di Alessandria
L’immagine del mio account parla chiaro su chi sia stato il mio idolo assoluto, peró Camporese era piú forte, non c’é dubbio.
Peccato che non fosse un atleta, ma tennisticamente aveva numeri da grandissimo giocatore.
Detto questo il turbo rovescio di Paolino Cané ha reso felice la mia adolescenza anche piú dei film di Edwige Fenech.
Anch’io ricordo con piacere Caratti,e la sua ascesa,se non sbaglio,avvenne senza aiuti federali.Mi pare di ricordare perfettamente anche,che prima del suo primo vero exploit,al torneo di New Heaven dove battè Brad Gilbert,n.6 mondiale,l’italiano fosse al n.173 della clasifica ATP,più o meno,ed aveva partecipato alle qualificazioni di quel torneo,insieme ad altri ragazzi italiani,che però non riuscirono a superarle,al contrario del tennista piemontese.Mi piacerebbe particolarmente,se qualcuno che lo sa e lo ricorda,ci dicesse,a me e magari anche ad altri che hanno la mia stessa curiosità,come facevano tennisti come lui,molto indietro in classifica,a finanziarsi l’attività(e anzi,visto che ci siamo,come facevano,in generale,proprio i tennisti di allora,a cominciare l’attività da professionisti senza rimetterci troppo?E non credo nemmeno che venissero aiutati dalle generose sponsorizzazioni dell’epoca,per quanto riguarda i tennisti sconosciuti,e che non erano provvisti di un particolare talento che poteva far gridare al sicuro,o quasi,futuro campione,che invogliasse importanti aziende ad accaparrarseli e sponsorizzarli subito),visto che oggi,come sappiamo bene,sempre più tennisti,emergenti e meno emergenti,piangono miseria.Giusto per togliermi la curiosità sulla differenza che c’era tra quei tempi,e la situazione attuale del tennis professionistico e di come è organizzato.
@ l Occhio di Sauron (#1227674)
Come giocatore Camporese è stato il migliore degli ultimi 40 anni.
A parte Panatta e Pietrangeli di due epoche diverse è stato certamente Omar il più forte. In giornata e fisicamente a posto era ingiocabile.
Tiriac sosteneva che era meglio di Becker, ma mancava di carattere. Non sono daccordo, Camporese al netto di infortuni sarebbe entrato nei 10 e ci sarebbe stato qualche anno.
Servizio potente, rovescio a rimorchio, ma diritto assolutamente devastante. Forse il miglior diritto che un italiano abbia mai avuto. Incontenibile. Mai noi italiani nel tennis abbiamo avuto tanta sfortuna: si rompeva sempre. All’apice della sua ascesa si rompe nel 93 e da lì rientra dopo sei mesi, ma con continue ricadute e dolori. Mannaggiaaaaaaaa!!!
bellissimo rovescio, purtroppo servizio molto debole, dovuto anche alla scarsa altezza.
partita contro lendl epica, nella quale il povero ivan si sarà strappato tutte le sopracciglia possibili, più una pallina di frustrazione lanciata alle stelle che mi pare di ricordare, finita sopra al tabellone dell’allora nuovo fiammante forum di assago..
@ Hector (#1227579)
Giocava contro dei mostri. Non c’erano i Tipsarevic, c’erano Sampras, Ivanisevic, Courier, Edberg, Becker, Chang, Agassi, Rafter, Muster, Biorkman, Philippousis, Ferreira, Krajicek, Jarryd, Forget, Korda, Norman, Todd Martin…..
Giocatore completissimo: buon carattere, buon lottatore, buona corsa, tutto buono a parte il rovescio che era invece incantevole. Purtroppo mancava qualche centimetro di troppo e la potenza, ma non gli si può davvero rimproverare nulla per una carriera di prestigio.
Bel giocatorino Caratti, tuttavia mi pare che non ci si ricordi appieno della sua genesi. Il suo tennis, piatto e in avanzamento ma leggero, tendeva a rubare il tempo all’avversario. Ebbe il vantaggio di arrivare praticamente sconosciuto sui grandi palcoscenici, per cui gli opponenti rimanevano sorpresi da questo tennis privo di rotazioni e di grande fisicità. Vi ricordate in america lo chiamavano karate kid, che si leggeva carati kid ? Una volta che lo studiarono riuscirono a depotenziarlo. Lui non fu in grado di alzare il livello del suo gioco, impresa oggettivamente non semplice a fronte di un fisico normale, e dopo l’exploit iniziale vivacchio’ per un certo periodo. Con le dovute differenze, la sua storia mi ricorda un pochino quella di cipolla; una volta che ti prendono le misure diventa tutto più difficile.
Mi ricordo la partita con Berger agli US Open e quel terzo set in cui non riusci’ a tenere un servizio, che peccato …
Anche Furlan non era male, anzi come continuità di risultati in carriera è stato nettamente superiore. Camporese dopo il magico biennio 1991-92 non è più riuscito a vincere con continuità e comunque anche in quel periodo ha alternato ottimi tornei (Rotterdam, Milano, Australian Open) a troppe sconfitte con gente di basso livello. Furlan molto più continuo (8 stagioni consecutive nei top100). E non dimentichiamo Gaudenzi…
Di Caratti ricordo bene il rovescio al millimetro quando era in giornata: l’ho seguito per ore in tv, mi appassionava. Purtroppo, perché il suo gioco funzionasse bisognava che tutti i tasselli si incastrassero perfettamente (gambe in primis, poi testa, colpi, resistenza, costanza, ecc.) e le giornate cosí si fecero rare. Mi piaceva da morire la sua precisione nei piazzamenti sui colpi, quando era al top.
L’analisi su Caratti l’apprezzo in pieno diversamente da Nargiso che se n’è parlato fin troppo bene per quel che poi effettivamente ha combinato.
Il migliore di quegli anni era Camporese, lo dico subito prima che gli salti in testa di dire Canè 😉
Aveva un buon talento ma mancava di punch in un epoca tennistica che va dalla potenza di Becker all’ esplosivita di Sampras ai vari Ivanisevic, Krajicek, Courier, Edberg, Stich, Muster, Chang, Kafelnikov, Korda, Bruguera, Enqvist, per non parlare di Flipper Agassi e troppi ne dimentico, la potenza e il fisico cominciava ad essere predominante nel tennis e Cristiano onestamente non avrebbe potuto fare molto di più.
Quoto… il solo fatto che gia’ 20 anni fa apparisse cosi’ “leggero” rispetto alla concorrenza mi fa pensare alla irrimediabile deriva ipertrofica subita da questo sport…
è durato 6 mesi,haimè!
Carattino aveva un gioco tutto basato sull’anticipo (qualcuno ricorda i suoi schiaffi al volo che nemmeno Flipper ?); questo purtroppo richiedeva al suo fisico di dare il 120 %. Quando non era a quel livello purtroppo rientrava nella normalità. Questo influiva anche sull’aspetto psicologico, ovviamente.
Quindi, certo, giocatore “one shot”, ma quanti possono dire di aver raccolto gli scalpi che ha lui in bacheca ?
Grande Cristiano, grazie !
Perche’ la concorrenza, gia’ ai tempi, era spietata.
Non dobbiamo pensare che essere nei primi 30 al mondo sia un evento possibile, ma un miracolo. Complimenti a Caratti per la sua ottima carriera.
Era un giocatore di sostanza e d’incontro, purtroppo molto leggero.
Quando era centrato al 100% e il suo giochino funzionava senza errori era uno scomodissimo da incontrare perchè toglieva il tempo e il ritmo e giocava in modo anomalo.
Se avesse avuto 10 cm in più sarebbe stata un’altra storia.
era un ottimo giocatore, ma con un fisico un po’ leggerino che – negli anni – non riuscì a migliorare, a differenza di altri suoi coetanei che maturarono verso i 25/26 anni
ho le lacrime…
grazie…me lo ricordo ancora alla Coppa Valerio con Furlan e Brandi…
tempi eroici di un’Italia che non c’è piu…
Peccato…mi viene in mente solo questa parola…
Peccato classico esempio di giocatore che avrebbe potuto stabilmente navigare nei primi 30 posti al mondo ma non si sa perche’ non c’e’praticamente quasi mai riuscito.