Un Murray inedito a spasso per Napoli
Dall’amico Giovanni Marino di Repubblica segnaliamo un’intervista fatta ad Antonio Maiorano, che è stato vicino ad Andy Murray nella tre giorni di Coppa Davis al Tc di Napoli, dove l’Italia ha battuto la Gran Bretagna per i quarti di finale del torneo a squadre.
Da questo articolo si evince un Murray tra la passione per il calcio ed i videogame.
“La squadra arriva due giorni prima di Andy, il sabato e subito si capisce che tutto ruota attorno a lui, giustamente la grande stella della Gran Bretagna, uno dei fab four con Federer, Djokovic e Nadal, il quinto Beatle per ogni britannico che ami il tennis e non solo. Murray è reduce da un infortunio e da una delicata operazione alla schiena ed è atteso da Miami, dove ha appena disputato un Master 1000. Uno staff ne curerà la preparazione al difficile match con i nostri azzurri. Mi viene subito chiesto di organizzare una partita di calcetto per lunedì, quando è previsto l’arrivo di Murray. Lo scopo è, chiaramente, allentare la tensione e iniziare col piede giusto. Uno degli allenatori, Matt Little, mi spiega che Andy arriverà col jet privato e che da lì direttamente andrà al campo da calcetto. “Si cambierà in auto, tranquillo, tu prendi il campo”, mi dice. Cerco la struttura e prenoto. Ed effettivamente da Capodichino ai campi Caravaggio arriva direttamente Andy, in tenuta da gioco e felicissimo di poter calciare un pallone. Sono le 18 e va in scena un accanito match pallonaro con il team diviso tra rossi e blu. Andy gioca a tuttocampo e si dimostra davvero abile, soprattutto come attaccante. Il migliore tra quelli in campo. Anche a calcetto è decisamente la stella del team targato GB. Si fa tardi, ma Murray, finita la partita vuole ingaggiare una gara di calci di rigore poi, quanda ormai cala il buio decide un cambio di programma: “Vorrei andare ad allenarmi al Tc Napoli, saggiare la terra rossa”. Detto fatto alle 20,30 si accendono le luci del centrale d’Avalos e Murray prova servizi, dritti e roveschi con uno dei coach, Nick”.
“Inizialmente, lo ammetto, ho avuto l’impressione che fosse antipatico per via del fatto che parlava poco o nulla e non dava molta confidenza, mi sbagliavo. Antipatico e presuntuoso sono le parole che meno definiscono Murray. E’ umile e disponibile e non se la tira proprio. Però è un po’ chiuso, quasi timido, di poche parole, soprattutto con chi non conosce e può dare una impressione errata di sè”.
Come tutte le superstar, Murray ha una corte che lo segue. “E’ davvero molto accudito, se mi si passa il termine, come un bambino. Per esempio Andy a pranzo non sente ragioni: vuol mangiare sempre e solo nello spogliatoio. Col piatto sulle gambe e in tenuta da gioco. Così è stato accontentato. Ordinava sempre le stesse cose: riso, pomodoro e pollo alla griglia, tutto nello stesso piatto e agli orari più particolari nell’arco della mattinata e del primo pomeriggio”.
Il giovedì mattina Murray era assente al sorteggio degli incontri per un lieve malessere. “Un po’ di nausea, sembra che gli capiti di tanto in tanto. Nulla di preoccupante. Così come non è vero che abbia evitato pasta e pane perchè celiaco. Non lo è, non mangia pane e pasta, anche se qualche volta cede ai maccheroni, per scelta, preferisce il riso, però come dieta è un po’ monotono”. E infatti il rito della cena, con la squadra britannica al gran completo, si consumava nella suite presidenziale del Vesuvio sempre a base di insalata con tonno, zuppa di pomodoro, riso condito con ragù o salsa normale, pesce alla brace.
Il ghiaccio tra Antonio e Andy si rompe definitivamente un pomeriggio parlando di calcio, vera ossessione per Murray. “Era in programma il ritorno del match tra il Psg e il Chelsea e all’andata Pastore aveva consentito ai parigini di partire in vantaggio nella gara che si sarebbe disputata di lì a poco a Londra. Andy intavolò con tutti noi una intensa discussione sull’argomento e ci raccontò tutta la sua ammirazione e simpatia per Mourinho che aveva conosciuto personalmente insieme ad alcuni top player del Chelsea dicendosi arcisicuro della qualificazione dei londinesi ma affermando che per lui il migliore al mondo era Ibrahimovic (“Fenomenale”), a suo dire praticamente immarcabile e pronunciando sincera stima per Terry (“Un grande, ed è un amico”). Non ho capito per quale squadra davvero tifi Andy, non è stato chiaro su questo (ho pensato: forse per un team scozzese), ha parlato di simpatie per il Chelsea (ma anche per il Liverpool) e del fatto che ogni stagione gioca il suo Fantacalcio (“Sempre e solo con i miei amici storici, mi studio tutti i giocatori e tutti gli allenatori per allestire la mia squadra, vado preparato”). Murray non la smetteva più di raccontare incontri e gol e voleva sapere tutto del Napoli, ma non di quello di Maradona, bensì dell’attuale. Domande su Benitez (“Lo ho conosciuto in Inghilterra, come si è ambientato, può vincere lo scudetto? A Liverpool era un idolo, davvero”) e su Higuain che, però, non conosceva proprio benissimo (“argentino ma nel Real non era titolare, vero? E prima di Madrid dove giocava?”). Il match di Champions era in programma la stessa sera della cena di gala e Murray era parecchio inquieto. Arrivò puntuale, e sparì nel più breve tempo possibile.
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“Ufficialmente ottimi rapporti tra Murray e Fognini. Ma, non vorrei creare un piccolo caso, Andy come ho detto non è uno spaccone e, soprattutto è molto schivo e umile. Per cui, ad esempio, quando Fabio Fognini ci metteva un po’ per farsi il nodo alla cravatta durante la cerimonia di gala per attirare i riflettori su di sè, Andy storceva il naso e si mostrava un po’ infastidito. Diciamo che sono due caratteri differenti”.
Fonte: La Repubblica
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3 commenti
bravo andy !! fai bene a goderti la vita finchè puoi perchè il 2015 è alle porte,e io ne approfitto per chiedere dove è andato in vacanza federer.
@ Makiri (#1225542)
Non credo tu faccia il fantacalcio della Premier 😆
bell’intervista..ps se ho bisogno di dritte sul fantacalcio so a chi rivolgermi 😆