Spacca palle: Quinzi, gli errori da non ripetere nel 2015
Dicembre è un mese molto importante per un tennista Pro. Non ci sono tornei, eccetto qualche ricca (e discutibile) esibizione e gli ultimissimi ITF, utili per chi ha bisogno di giocare ancora qualche match, o per coloro che non ne vogliono sapere di staccare del tutto la spina. Dicembre è il mese in cui si passa dal necessario momento di riposo al lavoro di preparazione della nuova stagione. In realtà la filosofia della preparazione è cambiata. Oggi non ci si ferma mai: durante l’anno ci sono vari momenti dedicati a richiami atletici, a sostenere aspetti fisici e tecnici, o per introdurre novità. Tutto viene fatto in modo scientifico, incastrando come il miglior giocatore di “Blokus” date di calendario, viaggi, tornei, risultati e stato di forma fisica e mentale. Una programmazione complessa e necessariamente flessibile, da non sbagliare. Commettere errori nella propria tabella di marcia può esser letale per i risultati, e per la crescita.
Tuttavia il mese di dicembre resta fondamentale. Senza l’impegno agonistico e lo stress che ne deriva, ci si può concentrare totalmente nel lavoro di base, intervenendo in modo massiccio sulle lacune più importanti e testando aspetti tecnici difficili da replicare in partita, dove la tensione del punteggio e del risultato rende il giocatore conservativo.
Dicembre è quindi un mese decisivo per tutti i giocatori, ancor più per coloro che devono crescere e migliorare notevolmente il proprio tennis sul lato tecnico, tattico e mentale. Come non pensare al nostro giovane talento Gianluigi Quinzi…
I tantissimi appassionati che lo seguono con attenzione hanno ben presente il suo 2014, stagione costellata da mille problemi fisici ed insicurezze. Ma anche errori. Un’annata che si chiude per lui con un bilancio negativo, sarebbe sbagliato affermare il contrario. 3 vittorie in tornei Futures in maggio, mai oltre il terzo turno nei Challenger. Troppo poco. La classifica questa settimana dice -110 posizioni rispetto gennaio. Un crollo evidente, ma non è nemmeno questo il dato più grave. L’aspetto che più mi preoccupa in prospettiva futura è la fragilità fisica mostrata in un periodo decisivo di sviluppo atletico, e la mancanza di novità importanti (e quindi crescita) sul piano tecnico. La sensazione è che il 2014 sia stato, purtroppo, un anno quasi perso. Una stagione vissuta male, tra i problemi al polso – gravissimi per un tennista – e quel tourbillon di allenatori e cambi di rotta poco comprensibili, che può solo aver incrementato in lui tensioni ed insicurezze. Il risultato? Dubbi e memorie negative, che oggi aleggiano maligne a rendere ancor più cupe le enormi aspettative degli anni giovanili. Zavorre molto pesanti da gettare, che rischiano di ancorarlo negli inferi sportivi invece di fargli spiccare il volo assecondando un talento notevole.
Quinzi nel 2014 ha giocato poco, e nemmeno troppo bene. Qualcosa di buono in primavera, ma senza picchi importanti. Dopo lo stop estivo per i guai fisici ha fatto un tentativo di rientro in Croazia a fine settembre. E’ seguita una bizzarra apparizione in India sul cemento (programmazione davvero misteriosa…), subito sconfitto; quindi via a lavorare in America Latina, sperando di ritrovare la rotta smarrita. Due settimane fa il mondo del tennis si divideva tra gli ultimi commenti alle ATP Finals e la grande attesa per la finale di Coppa Davis. Ma c’era in me (e non solo…) enorme curiosità per rivedere GQ finalmente in campo via streaming, in quel di Montevideo. Difficile trarre indicazioni importanti dall’angusta finestrella del pc… e difficile anche aspettarsi chissà cosa dopo tutte le peripezie vissute dal nostro ragazzo, al rientro finalmente “sano”. Gian ha vinto un paio di match discreti, di lotta, confermandosi fine agonista; ma le indicazioni che ho tratto osservandolo sono più negative che positive. Pur dandogli tutte le attenuanti del caso, e non tenendo conto di un’insicurezza generale per mancanza di partite, è stato impossibile non notare come il suo tennis pare praticamente fermo alla scorsa primavera. Poche, troppo poche le novità.
Ripeto: per un’analisi più completa sarebbe necessario vederlo “meglio”, possibilmente dal vivo seguendo partita e allenamento, dove braccio e gambe corrono più sciolti, e la mente pure. Quindi non ha molto senso addentrarsi, con evidenza empirica lacunosa, in un’analisi tecnica molto dettagliata. Ci sarà tempo l’anno prossimo. Quello che è corretto fare adesso, è sottolineare dove sono i problemi nel suo tennis e quali siano gli errori che Quinzi ed il suo team non devono assolutamente commettere quest’inverno e nel 2015, alla ricerca di una crescita sostanziale.
Guardando il suo gioco, l’esecuzione tecnica più lacunosa resta il servizio. Il movimento sembra più fluido, continuo nella spinta e quindi migliorato. Le spalle si inarcano di più, anche se il ribaltamento è sempre modesto. La velocità di braccio e dell’accelerazione di tutto il corpo verso la spinta è forse cresciuta, ma siamo ancora molto, molto molto indietro rispetto ad un colpo di livello ATP, con cui fare un minimo di differenza. Oggi il servizio di GQ ha un effetto discreto ed una precisione interessante, ma a velocità troppo basse per non essere aggredito con violenza da un buon antagonista. Mediamente negli ultimi anni il colpo che più è cresciuto è proprio la risposta; quindi possedere una battuta in grado di fare il punto diretto, di farti prendere l’iniziativa nello scambio e non cadere in difesa è determinante. In questo Quinzi è assai indietro. E’ una questione annosa: nonostante un’altezza interessante ed un’elasticità muscolare notevole, la sua battuta non migliora come dovrebbe. Il colpo è stato cambiato, da 3 anni a questa parte, notevolmente, ma la crescita è ancora minima per le necessità del tennis di alto livello. Sul cemento poi, dove un qualsiasi top100 ATP ti ritorna un missile nei piedi sulla seconda, non puoi competere con un servizio del genere, pena esser confinato a rincorrere ad ogni turno di servizio. Cosa fare? La meccanica esecutiva non è così disprezzabile, ma gli va aggiunta dinamite. Incrementare l’ampiezza del gesto per sfruttare le leve, l’altezza del lancio di palla (ancora troppo basso) e spesso troppo arretrato per cercare l’effetto kick; le spalle devono ribaltare di più, e la palla deve esser centrata più piena con la spalla che deve esplodere velocità superiori. Un lavoro non facile, e temo che si sia già perso troppo tempo su questo aspetto tecnico fondamentale.
Da fondo la sensazione è che la sua palla non vada nemmeno così piano, ma che “non faccia male”, per un problema di lunghezza e di cambi di ritmo. Il rovescio resta il suo colpo naturale: accelerazione secca, impatto importante con buonissimo timing. Spesso il lungolinea è un bel colpo, ma lo tira troppo poco, affossato nella diagonale di palleggio. La palla per quanto esca bene dalle corde non fa così male perché il suo rovescio non è giocato sempre con il miglior anticipo, e con l’idea di sorprendere l’avversario rubando tempo e spazio. Lo fa in modo troppo sporadico e da una posizione troppo arretrata. É un colpo da cemento, lineare. Troppo lineare. Sarebbe “mortale” se inquadrato in una tattica assai più aggressiva, giocando con i piedi sulla riga di fondo nel tentativo di governare immediatamente lo scambio, creando diagonali difficili da controbattere. Questo è un aspetto che penalizza tanto anche il suo dritto, esecuzione più complicata e poco naturale. Già di per sé la palla dal lato sinistro esce troppo lavorata, con una esecuzione troppo macchinosa che la fa terminare spesso corta, all’interno del rettangolo di servizio; se inquadrata in una tattica troppo attendista il suo dritto diventa un colpo di puro scambio, con cui è molto difficile stroncare l’avversario. Con il suo modo di impostare lo scambio, senza quasi mai strappare un’accelerazione lunga, violenta ed improvvisa, può fare il punto solo dopo una complessa ragnatela di palleggi, nella quale tende a finire più spesso in difesa che concludere in attacco… Inoltre tende a sfruttare troppo poco il vantaggio dell’esser mancino. Pochi i cross stretti a pizzicare il rovescio dell’avversario; e quando lo fa, resta in una posizione troppo arretrata, non chiudendo l’angolo ed anticipando il colpo difensivo del rivale. Fare punto diventa così molto complicato, e questo gli costa tantissima fatica fisica e mentale. Dove lavorare? Su tutto… ma di sicuro è indispensabile dare più punch, più velocità pura ai due fondamentali. Serve trovare il cambio di ritmo, una palla meno lavorata sul dritto e più lavorata col rovescio (soprattutto in difesa); serve inquadrare il gioco in una tattica meno difensiva ma più attiva, con i piedi più dentro al campo e senza la paura di avanzare a prendersi il punto di forza. Vero che sotto rete siamo indietro anni luce, ma ormai il punto lo si chiude in avanzamento, non tanto di volo “classico”; una crescita anche da questo punto di vista è un passo necessario a fare un salto di qualità. Si potrebbe continuare oltre sugli aspetti tecnici, questi sono davvero i più evidenti. Alla pura tecnica, va aggiunta anche la parte fisica. GQ è un buonissimo atleta, flessibile e resistente nella lotta. Ma per aggiungere una condotta di gara più aggressiva deve migliorare molto gli appoggi, trovando un footwork con passi meno larghi a maggior frequenza, in modo da scaricare a terra più forza e trovare equilibrio nelle esecuzioni. Senza questa crescita sarà complicato diventare un tennista più aggressivo, capace di anticipare le mosse del rivale ed aggredire la palla con un tempo ideale a prendere possesso del gioco.
Tante, tantissime piccole cose da migliorare. Tutti aspetti su cui si può lavorare, ma per arrivare al vero salto di qualità è necessario incastrare sapientemente ogni tassello in modo che ogni aspetto della prestazione lavori in sinergia e si innesti un circolo virtuoso. Un tennis migliore, più efficiente e più efficace porta risultati. Porta fiducia. E la crescita quindi s’innesta spontanea, a sostenere il talento del ragazzo. Come arrivarci? Serve lavoro con ordine, visione, lucidità e pazienza. Purtroppo, vedendo l’annata 2014 di GQ, vissuta pericolosamente in continui cambi di rotta, queste strade probabilmente non sono state seguite in linea retta, ma con troppe “curve”. Credo sia proprio questo l’errore fondamentale da non ripetere da qua in avanti, per sperare in un 2015 di vera crescita.
Sarebbe ingiusto da parte mia affermare che nella stagione che si sta chiudendo Quinzi non abbia lavorato. Nessuno mette in dubbio la sua serietà e voglia di arrivare. Una certa crescita in piccole cose la si è vista. La palla viaggia un po’ di più, la velocità di base è aumentata, il servizio è stato cambiato. Ma è troppo poco per fare la differenza in un mondo così tosto e competitivo. E’ corretto sottolineare ancora come Gian abbia avuto anche sfortuna, soffrendo a più riprese di problemi fisici, soprattutto al polso. E’ uno degli infortuni più subdoli che possa subire un tennista, perché ti fa perdere il feeling con la palla, e anzi si ha inconsciamente la tendenza a modificare qualcosa col rischio di perdere di vista automatismi e perdersi letteralmente per strada. Però questi problemi fisici, anche se evidenti, non devono essere un alibi per coprire errori commessi a livello di gestione e programmazione.
Troppi cambi di allenatori, di strutture, di rotta generale non portano a nulla di buono. Mai. Può esser comprensibile per un tennista già formato, che ha voglia di dare una svolta e quindi prova più strade, sperando di imboccare quella migliore. Ma per un giovane come Quinzi serve invece pazienza e stabilità. La via maestra verso il successo purtroppo non esiste… sennò sarebbe facile per tutti. La difficoltà di crescere nel tennis è proprio questa: quella di riuscire a trovare un “centro di gravità permanente” che faccia lavorare il giovane al meglio, valorizzando le proprie qualità e riuscendo a migliorare le lacune. E’ una strada difficile, ricca di insidie, e che non è possibile percorrere velocemente. Parlando con vari coach e confrontando varie filosofie, le storie di maggior successo degli anni recenti sono accomunate dalla stabilità, da una visione di lungo periodo da perseguire con forza e determinazione, riuscendo anche a sopportare momenti difficili in cui i risultati non arrivano come sperato. Forse in questo tutto il team Quinzi deve crescere: fare una scelta importante, affidarsi a dei tecnici e delle strutture con un programma di medio-lungo periodo, senza frenesia per risultati che non arrivano, focalizzando l’attenzione soprattutto sulla crescita tecnica ed agonistica più che sulle vittorie. GQ è sempre stato, fin da piccolo, un feroce agonista, uno che vince di lotta e che non lascia niente di intentato. Ma al salire del livello, la lotta non basta più. Servono differenze e qualità tecniche che il nostro ha ma che deve riuscire a migliorare e far esplodere in partita.
Il 2014 si sta chiudendo per Gianluigi con più ombre che luci. Non è un buon motivo per diventare pessimisti sul suo futuro. Le qualità sono notevoli, ed anche se c’è molto da fare serve calma e fiducia nei suoi mezzi e nella sua voglia di vincere. L’importante è dare stabilità alla sua traiettoria di crescita, perseguire fermamente obiettivi chiari e di lungo termine, e tirare le somme non solo guardando ai risultati ma soprattutto alla qualità e capacità di gioco. Via isterismi, anche da parte dei suoi tantissimi tifosi. GQ è un patrimonio unico nel nostro movimento. Arrivare ai vertici nel tennis è come vincere una maratona: i conti si fanno dopo 42,195 Km, guai darsi per persi dopo pochi metri…
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: analisi tecnica, Crescita, Gianluigi Quinzi, giovani, Giovani talenti, Italiani, Marco Mazzoni, Quinzi, Spacca Palle
“….UN TALENTO NOTEVOLE” …. qualcuno mi spiega il talento di GQ? Con tutto l’impegno e il rispetto possibile non ci vedo nulla di talentuoso nel suo tennis.
Ma se vogliamo continuare a raccontarci la favola del ragazzo talentuoso facciamolo pure.
Andatevi a vedere come gioca il suo coetaneo Coric e poi fate un confronto.
Auguro comunque un in bocca al lupo a GQ, perché ha un occasione unica nella sua vita. Avere il supporto che ha lui per diventare un tennista pro non è una cosa alla quale tutti possono accedere in Italia.
Condivido quanto dice Cilicio.
Il ragazzo ha avuto buoni risultati negli under perchè precoce fisicamente e con un tennis impostato, già da giovane, sulle percentuali (chi ha detto … “pallettaro” ?).
Il problema è che non ha colpi validi (quindi continuo a non capire perchè si dica che è tecnicamente valido).
Con un dritto completamente “morto”, che spesso non sorpassa la linea del servizio, si fanno i futures, ma appena si mette il naso nei challenger ritornano indietro siluri sulle righe.
Il servizio è anche scadente, ma è un colpo su cui si può lavorare anche il là negli anni: si vedano nadal e djokovic.
Con dritto del genere, ormai poco migliorabile, si arriva al massimo fra i primi 50.
@ groucho (#1222898)
ciao,
uno spunto sul “quinzismo” come dici tu potrebbe anche essere interessante, ma allora andrebbe allargato oltre i confini italici. Solo oggi siamo nel pieno dell’epoca internet, ma credo (ad es.) che in Francia sia successa una cosa simile più volte su giocatori che poi non hanno reso le aspettative (Gasquet, che era dato a 10-12 anni come n.1 sicuro…). Aspettiamo a tirare le somme, io non sono così negativo sulle prospettive, vediamo.
In fondo la voglia di avere un giovane che possa davvero competere per i grandi tornei è così alta da creare “mostri mediatici”…
Avevo letto ieri il pezzo di Marco Mazzoni dall’iphone, quindi non ce la facevo a commentare…. Seppure in ritardo, eccomi. Faccio i consueti complimenti all’autore, ormai sarò trito e ritrito, ma questi articoli sono proprio belli e meriterebbero spazi e permanenza specifica. In altre parole, non capisco perché non vengono raccolti tutti in un punto, così si possono rileggere in qualsiasi momento. Invece così finiscono nell’oblio né più né meno come gli altri topic. Penso che la redazione possa fare uno sforzo diverso… ma vabbè, la mia opinione sulla redazione non è particolarmente alta (eufemismo per evitare la censura).
Per quanto al pezzo, centra al 100% il tennista. Del quale però, devo essere onesto, mi interessa il giusto (eufemismo n.2). Io ritengo, come ha scritto anche un altro utente, che il ragazzo non abbia molto da dare al tennis italiano, per carità magari entrerà nei 100, ma insomma se questo ragazzo è il miglior prospetto italiano, non c’è tanto da stare allegri sul futuro del nostro tennis (da ragazzo vinceva facile per via della maturazione fisica precoce, ricordo una semi del Bonfiglio dove stracciò un Coric che sembrava un bambino al suo cospetto). Il gioco di Quinzi non mi piace nemmeno un po’, né credo che possa diventare bello da vedere (e anche in questo caso il mio pensiero sulla necessità di bellezza nel tennis è trito e ritrito, quindi non lo riespongo).
Veramente mi sarebbe piaciuto conoscere l’opinione di Marco Mazzoni più sul quinzismo che su Quinzi. Per me il fenomeno non è tanto questo ragazzo: il fenomeno per me è il delirio mediatico che si è scatenato sui forum, specie su questo, da tre/quattro anni (almeno) a questa parte. Io l’ho trovato molto triste. Credo che il nostro sport meriti un’attenzione diversa, tifosi più qualificati, competenti e… seri.
@ stetra (#1222815)
Il polso è il risultato di errori precendenti, ma ritenere l’esame di maturità un errore… vuol dire considerare GQ alla stregua di una macchina lanciapalle.
@ cataflic (#1222378)
Cataflic
Si tratta di individuare i suoi “freni muscolari” ed allentarli.
Prendi l’esempio dell’automobile, se parti col freno a mano tirato, appena lo togli, la velocità aumenta anche senza accelerare.
Due errori da non ripetere nel 2015 il male al polso e l’esame di maturità, forza Quinzi!
infatti,gigi ne commette troppi di errori e perciò non può essere continuo.forza gigi per un ottimo 2015 😛
Questo mi sembra un punto di vista che racchiude molte verità!
la domanda è…a 18 anni può essere recuperata una situazione di questo tipo?
Alla base di tutto è solo un problema di velocità..nel servizio, nel dritto, nel rovescio ed anche negli spostamenti.
La botta non credo che ce l’avrà mai, ma lo sfondamento progressivo che è il suo tennis naturale, richiede maggiore velocità in ogni situazione senza perdere in precisione.
inoltre per me non è affatto un colpo da cemento…
su cemento non si colpisce quasi mai piatto nei colpi da fondo, è troppo rischioso, se accorci un pelo l’avversario entra, si appoggia e lascia partire un missile e la palla non la vedi più.
il rovescio attuale di gq è da erba, non da cemento.
confermo….rispetto a Wimbledon 2013 è un colpo in regresso….
chi gestisce GQ?
ottima analisi! spero che chi “gestisce” GQ sia dello stesso avviso…..
decisamente scoraggiante,serve un altro giocatore…
Il rovescio è un buon colpo, anche esteticamente è certamente il colpo migliore di Quinzi; c’è da dire che con il tempo non è riuscito a fare grandi miglioramenti su questo colpo, dal momento che si è concrentrato maggiormente su dritto e servizio; la speranza che è una volta “sistemati” i colpi meno naturali, torni a perfezionare quello che è il suo colpo migliore, ovvero il rovescio, che comunque ho visto il progresso nell’ultimo torneo.
secondo me il problema di quinzi non è nel singolo colpo da migliorare.
la difficoltà è nell’insieme cioè che sono veramente tante le cose da sistemare. anche nadal aveva un servizio appoggiato, una prima praticamente inesistente, un rovescio che sentiva poco ma sopperiva e anzi dominava già da ragazzino con le altre incredibili qualità prime fra tutte un dritto devastante.
al momento secondo me le priorità assolute sono gli appoggi e il rovescio che trovo addirittura peggiorato visto che da quella parte la palla esce piuttosto male (e qui non concordo con mazzoni).
@ marco mazzoni
…”elasticità muscolare notevole”…
…”flessibile e resistente nella lotta”…
Finché non risolverà quei problemi posturali (dati dalla rigidità muscolare), non potrà mai avere l’esplosività necessaria nel servizio.
D’accordo su tutto l’articolo, ma in particolare concordo sulla frase ..non sfrutta il vantaggio di essere mancino… Infatti per me questo è un vantaggio molto importante che se meglio sfruttato, potrebbe fargli fare un gran salto di qualità.
Quinzi può diventare secondo me, un buon giocatore più o meno sul livello di fognini, di certo non è un giocatore alla nadal che a 19 anni batteva regolarmente federer e aveva già vinto due slam.
Ritengo che il problema principale sia nella non possibilità´di avere i due fondamentali per una superficie. Mi spiego meglio:
Il rovescio alla connors molto piatto e anticipato e ´un colpo ottimo per le superficie veloci ove si deve impattare la palla piatta e davanti al corpo, mentre per le lunghe battaglie da fondo campo sul rosso e´troppo corto e falloso.
Il diritto molto aperto e in top spin e´un colpo da terra rossa, mentre sul veloce manca di velocità´e l´apertura troppo ampia lo penalizza e gli fa perdere il timing.
Il servizio e´sicuramente migliorabile, non ha la tecnica errata di Volandri o Fognini, ha una buona altezza e non vedo perché´non possa avere un servizio almeno alla Nadal. Impatta già´ad una velocità´intorno ai 190 orari.
La volle´nel tennis professionistico non e´fondamentale, molto attaccanti da fondo come Murray non vanno quasi mai a rete.
il problema e´che con la tecnica del rovescio non può giocare sul rosso e con quel diritto non può´giocare sul veloce. Qua´sta il problema. Cambiare i due fondamentali a quest´eta´e´impossibile.
condivido il senso generale dell’articolo.
forza gq!
@ marco mazzoni (#1222142)
Articolo ben scritto e che dice delle grandi verità. Dalle negatività evidenziate si può e si deve ripartire ma certamente nn si può. in questa fase, nn discuterne. Sn stato contento di aver letto finalmente un pezzo obiettivo sulla situazione del nostro maggior talento e nn un articolo come mi è spesso capitato che mette, forse più per campanilismo o dovere di cronaca, GQ tra i talenti cm Kyrgios, Kokkinakis o Coric. Detto qst, su alcuni spunti forniti direi che l’altezza del nostro nn è interessante ma perfetta. Siamo sul 1,90. Tanta roba su cui costruire un servizio importante (Wawrinka spara spesso sopra i 215 e nn arriva al 1,83 e Clement era 1,72 e tirava a volte a 205..il che dimostra quanto conti all’origine una ottima tecnica!) ma nn così penalizzante per gli spostamenti. Sarei più pessimista sul talento di cui si parla. A parte un buon timing ed un innato agonismo nn vedo personalmente molto altro, ma il materiale umano su cui costruire un buon professionista c’è sicuramente per cui forza GQ
Saranno forti gli italiani per i quali fai il tifo te.Ma guarda tu che gente! Mah! Come al solito,Quinzi viene deriso e addirittura gli dicono che è scarso,già a soli 18 anni,e nessuno interviene,nonostante,va ricordato,se non ha appena iniziato la carriera,poco ci manca.Ma se appena ti azzardi a dire che sono scarsi i nostri trentenni che ancora giocano futures,salvati cielo! Subito appaiono avvocati difensori da tutte le parti,e innumerevoli persone pronte a stracciarsi le vesti.
In effetti è essenzialmente un problema di mancanza di esplosività fisica dovuta ad un corpo ancora da assestare, è molto più indietro da questo punto di vista dei vari Coric & C. Ma ha tutto il tempo di recuperare, a condizione che abbia un buon preparatore atletico e si metta sotto!
Anche sec me è addirittura più piccolo in rapporto all’etá rispetto alla media dei suoi “colleghi”. Ma parlo anche fisicamente… a dispetto della mole(è un ragazzone piazzato) sec me non ha ancora la forza e la reattivitá muscolare di un uomo della sua mole. In questo senso mi ricorda molto gente tipo Murray e Gulbis che alla sua etá non avevano completato lo sviluppo
Sul fatto che il dritto non faccia male non sono proprio d’accordo. Il fatto è che invece di chiudere il punto a rete consente sempre all’avversario di recuperare.
Grazie a Marco per il pezzo condivisibile e per continuare a credere in quello, che al momento, è il nostro migliore talento
è scarso, fatevene una ragione sennò la delusione sarà doppia, da junior vinceva solo perchè fisicamente già sviluppato rispetto ai suoi coetanei, ma a livello di tennis pochissima roba, di gran lunga il giocatore italiano più sopravvalutato di sempre.
Domanda da disinformato: si sa se l’anno prossimo ha intenzione di parteciare a dei tornei ATP??? O non ha una posizione in classifica insufficiente?
Grazie ciao
L’articolo mi è già uscito bello lungo… ma mi preme sottolineare una cosa per completezza, che forse non esce dal pezzo: la mia grande FIDUCIA nelle qualità di Quinzi.
Qua ho sottolineato i problemi, il tutto vuole essere una critica costruttiva per migliorare. Lungi da me esser negativo o distruttivo su di lui.
E’ giusto sottolineare anche le enormi qualità di Gian, tecniche ed agonistiche. Qualità rare, cose che sono impossibili da imparare, o ce le hai o nessuno te le può insegnare. Lui ne ha, tantissime. L’affetto e l’attenzione enorme che suscita da anni in tutti gli appassionati non vengono per caso. La mia speranza è che non si desperda un grammo del suo talento, e che tutto inizi finalmente a girare bene. Niente infortuni, stabilità e crescita.
Di tempo ce n’è tanto, l’importante è usarlo bene. Pazienza, e fiducia. Forza GQ!
O come il Federer degli esordi:
http ://www.gazzetta.it/Tennis/26-11-2014/tennis-doctor-federer-mister-hyde-10057899449.shtml
Str
Straquoto
@ drummer (#1222125)
..e se fosse come Mc Enroe? 😉
Mi trovo d’accordo , come sempre, con la lucidità con la quale Mazzoni affronta l’argomento Quinzi. Io credo che però il ragazzo sia ancora piccolo! 18 anni nessun italiano (maschio) in nessuno sport è stato o è competitivo al massimo livello, per un gap sportivo-culturale derivante anche da un sistema scolastico iniquo nei confronti degli atleti. Detto questo, Borna Coric che Gianluigi si mangiava a colazione, ha nel Dna il fatto di venire da un popolo orgoglioso e se si può consentire guerriero, che quindi abbina la voglia di vincere con un sacrificio laddove serve, nell’arena, nelle partite che contano. Matura prima Coric, ma non è più forte di Gq in prospettiva, basta criticare il ragazzo, ma solo auspicarsi che cresca dapprima come uomo e quindi, in maniera naturale, come atleta, perchè di Quinzi, a me interessa dapprima l’atteggiamento in campo, spesso e sovente negativo, e poi il fattore tecnico, che si può migliorare sempre. In definitiva io credo che lui esploderà dopo i 21-22 anni, cmq precoce pensando a tutti gli italiani dell’ultimo ventennio, non fasciamoci la testa prima che si rompa, ma tifiamo affinchè il ragazzo trovi la via giusta e ci dia soddisfazioni.
Ps io credo che la Federazione, come sempre, abbia delle colpe, vedere chi segue Kyrgios e ciò che spendono per l’australiano, e vedere la guida tecnica tormentata e, diciamola tutta, non consona ai livelli sperati per GQ (anche se ora si è affidato al guru argentino…), fa capire come la Federazione abbia sbagliato verso il ragazzo, il quale si fece male in estate per onorare una manifestazione inutile under 18 per i colori italiani piuttosto che giocare nei challenger.
la testa in primis, non è possibile giocare lamentandosi (e distraendosi) dal primo all’ultimo punto..
senza quella non si va da nessuna parte, a prescindere dai colpi.
Condivido al 95%,nel senso che l’aspetto mentale e dei comportamenti in campo(concentrazione,educazione)sono altrettanto importanti..in ogni caso come sempre ottimo ed equilibrato Mazzoni.
Ottima disamina tecnica. Un pò scoraggiante, ma come ripetiamo sempre, con tutti i limiti del caso ed i dovuti dubbi sul fatto che riesca ad eliminare i tanti difetti, resta lui la nostra maggior speranza. Forza ragazzo!