Torino e il sogno infranto (per ora) di un torneo tutto suo
È recente l’ipotesi ventilata di un torneo ATP250 per il 2015 con sede a Torino, nel tentativo di andare a recuperare un evento italiano per il circuito ATP che andasse a fare compagnia all’unico rappresentante della compagine azzurra, quel Foro Italico sede del famoso Masters 1000 da troppo tempo solitario appuntamento del calendario al maschile.
Se è vero che per il 2015 il sogno di un torneo a Torino è meramente naufragato, la speranza è che “l’affare” possa andare in porto l’anno prossimo e che gli eventi possano quindi aumentare di numero. Va subito precisato che il discorso andrebbe esteso anche al circuito WTA dove la musica a dire il vero non cambia, segno costante ed evidente che la crisi del movimento tennistico italiano sia reale e preoccupante e senza troppe distinzioni fra settore femminile e maschile. L’ inconsistente numero di appuntamenti spalmati durante l’intero anno, è a mio avviso lo specchio dello stato di salute del nostro amato sport, con una situazione che nel corso del tempo è andata progressivamente peggiorando e, cosa ancora più grave, impoverendosi.
La penuria di tornei italiani porta via innanzitutto una grande possibilità, rappresentata dall’accedere immediatamente ai tornei dei grandi giocati in casa attraverso wild card o tabelloni di qualificazioni infarciti di nutriti plotoni di giocatori azzurri, abili e pronti a giocarsi un posto nel main draw e i conseguenti punti preziosi per migliorare classifiche spesso desolanti e di sicuro non appaganti: il numero maggiore di tornei in tanti altri Paesi fornisce questi ottimi viatici, peccato quindi che ciò non avvenga in Italia. Surreale poi sentire lamentarsi gli appassionati delle difficoltà delle giovani promesse o degli onesti mestieranti nell’arrivare ad alti livelli: se non possono confrontarsi coi grandi come possiamo sperare (o pretendere) che un giorno diventino grandi loro stessi?
Se diamo un’occhiata ai nostri vicini europei, la Francia è presente nel calendario 2015 con 5 tornei al maschile (Montpellier, Marsiglia, Nizza, Roland Garros, Metz), così come la Germania (Monaco di Baviera, Düsseldorf, Stoccarda, Halle, Amburgo), la Spagna con 3 (Barcelona, Madrid, Valencia), tutti equamente divisi per categorie, superfici e prestigio esercitato su tifosi e giocatori. Un predominio europeo che, misto allo strapotere a stelle e strisce e al nascente impero asiatico, non fa altro che rendere ancora più triste e lampante la pochezza dell’Italia al confronto di queste super potenze sportive.
Spiazza come sia stato fatto poco o nulla per limitare la perdita ed emorragia di tornei a cui negli anni abbiamo assistito: Milano, Genova, Palermo, Bologna, Merano, Bolzano, nel passato sono state splendidi sedi di tornei che esercitavano un grande appeal e una significativa attrattiva nei confronti di top player e giocatori di grido. Nel 1982 avevamo 8 appuntamenti nel calendario del circuito maggiore, 7 nelle stagioni del 1992 e del 1993, arrivando ai 4 del 1997 e al poco gratificante 1 rappresentato, peraltro egregiamente, dal Masters 1000 di Roma dei giorni nostri. Di questi passi è impensabile quali scenari si potranno sviluppare ma il tentativo e il desiderio del capoluogo piemontese sono comunque encomiabili e apprezzabili, con la viva speranza che altre grandi città italiane facciano di tutto per avere o riavere un torneo tennistico come personale fiore all’occhiello.
Ma cos’è successo al nostro movimento? È chiaro che a mancare siano le relazioni internazionali, e la relativa capacità del crearne laddove latitassero, dei nostri rappresentanti e soprattutto la credibilità del nostro tennis agli occhi degli altri. Con un solo torneo durante un intero anno, come si può sperare di reggere il confronto con Cina, Stati Uniti o Paesi europei dalla grande tradizione tennistica?
Una reputazione, se così la vogliamo chiamare, si costruisce nel tempo con successi e prodotti organizzativi di qualità offerti al proprio pubblico, ma una cosa ancora più difficile, è il mantenere tale status intatto e invidiato, riconquistando ogni traguardo raggiunto giorno dopo giorno. Al momento a guidare la nostra Federtennis ci sono persone rispettabili e competenti (mera opinione personale): è da loro che quindi dobbiamo ripartire, costruendo mattoncino dopo mattoncino quelle strutture e quel sistema atto a creare curiosità e fiducia attorno al nostro tennis italiano. Magari partendo proprio da Torino nel 2016.
Alessandro Orecchio
TAG: ATP Torino, ATP Torino 2016, Circuito ATP
Secondo me il modello Francese ci invita ad organizzare 250 non necessariamente in grandi centri unrbani in palazzetti isolati e semi-deserti. A limite meglio concentrarsi su centri di media grandezza con una fortissima operazione di marketing magari appoggiandosi a strutture concepite per il basket moderne e non troppo dispersive, con un numero di inviti per le scolaresche e gli studenti universitari che ne facciano espressa richiesta. Si eviterebbe certamente l’effetto palazzetto deserto del Forum quando giocano Cilic o Bautista Agut. Penso a Pesaro, a Chieti, a Rimini a città Toscane,Umbre etc. Un tennis che si sposta in una provincia non isolata ed estrema come quella delle isole o del sud o nord estremo ma che riconquisti il cuore della penisola con una posizione baricentrica facilmente raggiungibile da molti appassionati non saturi di tennis.
@psicofogna – per un 250 ti servono almeno 500.000 , giocando outdoor, giocando indoor di più, poi devi comprare la data di un altro torneo, poniamo valencia non si fa più, gli compri la data e li sono altri soldi (tanti, dai 500.000 ai milioni) che vanno via.
Poi devi lasciare fideiussioni all ATP etc. etc.
Insomma, lo fanno gli arabi che hanno soldi da vendere.
frutto dell’euro anche questo.
lo sport c’entra poco.
i tornei di tennis sono un business.
ma il pd ha il 40%, quindi euro forever e niente tennis
al challenger dell’harbour club a milano spendono 70/80 mila euro per il torneo, di riffa o di raffa trovando 7/8 sponsor che mettono chi 5000 chi 10000 finiscono in pari, ma non si pensi che anche li sia una passeggiata. Adesso giocano il challenger di Brescia, ma pensi che Dustin Brown (hai detto roger) venga gratis ? E se viene un italiano forte, viene gratis ? Purtroppo gli eventi costano molto cari. Diciamo che una funzione di Supertennis che serve a qualcosa è la copertura televisiva che ovviamente ti aiuta a tirare su sponsor.
Un nuovo torneo in Italia?!?!?
E’ gia’ tanto se riusciremo a tenerci Roma ancora x qualche anno!!!
Nel prossimo futuro i “Gialli” ci compreranno anche il Colosseo e la
Torre di Pisa!!!
ahaha…complimenti per il leccalecca alle “persone rispettabili e competenti della nostra federtennis”. A questo punto urge promuovere una petizione per richiedere una bella Golden card ad Orecchio con annessa partecipazione a party e autocelebrazioni varie. :-). Che poi del nepotismo dilagante, degli scandali-scommesse coperti, della dilapidazione di denaro pubblico, e altre quisquilie che vuoi che ce ne importi. Orecchio non vede, cuor non duole.
Redazine: la Francia ha anche Parigi Bercy.
Il problema è politico – economico, non sociale o sportivo. In altre parole non è assolutamente conveniente organizzare atp 250 in italia, stante condizioni economiche (carico fiscale pazzesco + iper regolamentazione +burocratizzazione dello sport).
Qundi: zero sponsor (che sono fondamentali), zero iniziative, zero imprenditorialità.
Non sono cose da prendere sottogamba, anzi. O pensiamo che qualcuno “debba” organizzare un atp 250 per beneficenza o si inizia a vedere il quadro d’insieme che è, in questo momento, desolante. Così come la situazione generale del paese… ma questo è un altro discorso.
torino è una citta che meriterebbe di piu,sarebbe attraente e curioso,ma per ora bisogna solo sperare.
Ipotizzando che sia un milionario con tanti soldi da spendere, potrei organizzare un torneo atp 250 usando solo il Cash? in senso come fa l’ATP a stabilire i criteri per dare il permesso di organizzare un evento dell’ATP tour?
@ Radames (#1203055)
esatto, riassumendo, o porti i primi 10 o conviene organizzare un challenger che costa molto meno.
bravissimo, d’accordo con te. Infatti, la crisi di spettatori, con conseguente fuga degli sponsor, che ha portato alla chiusura dei tornei si è avuta in coincidenza con il calo di livello dei nostri giocatori. Ma i tornei c’erano, eccome! Negli anni ’90 sono cresciuti altri sport, anche grazie al traino dei successi sportivi degli azzurri: il basket, con le squadre di club che dominavano in Europa e una buona Nazionale, lo sci con Tomba e la Compagnoni, il volley di Velasco… Gli sponsor si sono spostati su queste realtà e hanno perso il contatto con il tennis. Oggi le tribune di un 250 di Milano le riempiresti solo con un Fogna in semifinale, oppure con Federer e Djokovic come a Roma. ma in un 250 devi rassegnarti ad avere le semifinale con dei top20-30, se ti va bene. Il grande pubblico non li conosce. Gli sponsor a questo punto se ne sbattono. Sono stato quest’anno al 250 di Oeiras, che è un gran bel torneo: tutta Lisbona tappezzata di manifesti, tutte le stelle della TV portoghese coinvolte. Risultato? semifinali e finali con ampi vuoti sugli spalti. Agli sponsor questa situazione non può piacere.
@ leconte (#1203012)
ha ragione, a livello di costi organizzativi non ha senso organizzare un 250 per avere gente attorno al 30-40 del mondo. Conviene organizzare un challenger ed avere il numero 70-80 del mondo, tanto il livello del gioco è più o meno lo stesso ma i costi di organizzazione sono decisamente inferiori. Sponsor o non sponsor è un discorso economico ed imprenditoriale. Io sono andato a vedere il challenger di Vercelli e mi sono visto gratis Bolelli, Brown, ecc, a bordo campo e sono soddisfattissimo.
mah, non so. non mi torna il discorso “più tornei hai in casa, più giocatori validi può esprimere la nazione”. allora a fine anni ’80 avremmo dovuto avere svariati tennisti al top, e invece così non era. per avere un torneo in Italia serve il traino di un tennista italiano forte, o di un movimento tennistico interessante. se si organizza un 250 magari senza top ten e senza italiani che possano vincere, dubito possa riscuotere interesse. piazziamo 3/4 tennisti stabili nei primi 50 e poi il torneo in più salta fuori di sicuro.
Comunque non capisco come possano esserci così tanti tornei in Francia tra l’altro geograficamente molto vicini (Montpellier, Marsiglia, Nizza).
E c’è pure il 1000 di Montecarlo!
Correzione: la Francia ha anche il 1000 di Parigi Bercy.
sarebbe bellissimo avere un torneo indoor a fine stagione e un torneo su terra subito dopo montecarlo.ovviamente la difficile situazione economica e la penuria di sponsor sono un fattore determinante perchè questo non accada
l’organizzatore della grande sfida me l’ha detto chiaramente, se metto su un esibizione di un giorno , perlomeno arrivo in pareggio, per un 250 devo noleggiare il forum per 9 giorni, spendere una barca di soldi e anche portassi berdich o dimitrov rischio di avere comunque tribune semivuote, non fa una grinza.
Il milanese medio comunque, non va a vedere bautista agut contro cilic (avercene !). Figuriamoci che so io , chardy contro lu.
Voglio aggiungere alla lista anche lo splendido torneo di Firenze, vinto negli anni 70-80 da Panatta, Bertolucci, Gerulaitis, Nastase, Clerc… il torneo preferito dai campioni per preparare il Roland Garros, alle Cascine passava il meglio del tennis mondiale
I tornei hanno sempre avuto spalti vuoti. Milano (anche per la collocazione in calendario) era mezza vuota anche in finale. Ovvero, tali tornei, vivevano di sponsor. Con la crisi nessuno ha tutti quei soldi da spendere e tutti quei soldi non basterebbero più causa aumenti budget forzati da concorrenza arabi e cinesi. Ovvero se non sei un paese che gioca un ruolo nella finanza speculativa (quella che produce i soldi, peraltro finti, provenienti da speculazioni estreme) (regno Unito, Svizzera, USA, In parte la stessa Germania) o hai un industria pesante governata con mano di ferro (semischiavismo e devastazione ambientale – vedi Cina) oppure sei un cadavere economico.
mi sembra che Ferrero abbia molto ridotto il budget delle sponsorizzazioni sportive. Ferrari? Nel tennis?
speriamo davvero che si possa realizzare questo torneo a Torino, sarebbe un sogno..
In Italia non ci sono tornei del circuito maggiore perché non ci sono sponsor che investono, senza soldi esterni ai circoli e’ impossibile organizzare eventi di tale portata. Cmq bel pezzo molto interessante. Complimenti al sempre puntuale orecchio
Da sempre Milano è il torneo che ha più storia dietro di sè e che è già nelle corde di molti tennisti tra racconti e testimonianze.
Da Milano spesso sono partite le carriere di tantissimi nuovi campioni e credo che la città abbia la potenza di fuoco per sostenere un evento, certo se ci mettiamo l’acquisto della data, il costo organizzativo e tutto il resto dubito che oggi in Italia qualcuno voglia esporsi così tanto.
@ didiu (#1202983)
No dai che Mercedes. Un bell’appuntamento targato Ferrero e Ferrari….tutto italiano!! Un sogno!
Torino è una città che meriterebbe un torneo di tennis di buon livello, potrebbe essere un ottimo traino turistico e avrebbe un ritorno su tutto il movimento tennistico. Dovrebbe cercare però degli sponsor stranieri, magari la mercedes potrebbe essere interessata dato che sponsorizza diversi tornei nel mondo.