Talenti d’Oltralpe
La Francia è sempre stata produttrice di grandi talenti in tutti i settori. A partire dall’arte,con personalità geniali del calibro di Monet,Renoir e Duchamp,per arrivare al cinema,con Truffaut,alla letteratura,con Hugo e Zola,e anche allo sport,con calciatori come Platini e Zidane,cestisti come Tony Parker e tennisti di talento sopraffino come Leconte e Noah.
In un Paese di grande ricchezza storica e dal fascino inimitabile,il tennis è uno sport che riveste ormai un’importanza sempre maggiore,nonostante non si riesca a trovare un vero e proprio campione. Eppure la quantità di giocatori prodotta è da far invidia alla scuola spagnola,e tennisti come Tsonga,Monfils,Gasquet,Simon o Benneteau sono tutti dei talenti di ottima fattura,sebbene nessuno di loro sia un candidato a vincere uno Slam o a stare fra le prime 4-5 posizione della classifica mondiale,escludendo il breve periodo di Tsonga di un paio di stagioni fa.
Ci sarebbero tantissime storie da raccontare sui tennisti sopra citati,ma quelle più interessanti,da un certo punto di vista,sono quelle degli ultimi due giocatori menzionati. Gilles Simon,classe 1984 e quasi trentenne,è infatti un giocatore incredibile, capace di salire al numero 6 del mondo e di disputare grandi partite anche contro i numeri uno del mondo,a dispetto di un fisico che ha davvero poco a che spartire con gli atleti di oggi,estremamente muscolosi e possenti.
Estremamente magro,per non dire gracile,è riuscito ad imporsi all’interno del panorama tennistico internazionale sia per la grande personalità,dimostrata anche dalle dichiarazioni rilasciate su questioni tennistiche importanti mostrando una lodevole sincerità,sia per il proprio gioco,apparentemente noioso e invece estremamente intelligente. Infatti Gilou,oltre ad avere una regolarità impressionante,ha una capacità di leggere il gioco davvero fuori dal comune. La sua abilità nel trovare le soluzioni più intelligenti e “furbe” gli hanno spesso consentito di vincere tanti match contro avversari con colpi molto più pesanti dei suoi,come dimostrano anche le vittorie contro Federer e Nadal nel 2008,il migliore anno della sua carriera fino ad ora.
Dopo quella magnifica stagione ha ottenuto bei risultati ma ha anche avuto alcuni cali,dovuti in parte a dei ricorrenti problemi al ginocchio destro che lo hanno perseguitato per molto tempo fra il 2009 e il 2010. E’ riuscito comunque a chiudere ogni anno tra i primi 20 giocatori del mondo,eccezion fatta proprio per il complicatissimo 2010. Nonostante gli undici titoli Atp,i suoi risultati più prestigiosi sono stati i quarti di finale raggiunti a Melbourne nel 2009 e due finali,quella di Madrid nel 2008,dopo aver battuto Nadal nel miglior match della carriera, e di Shanghai di una settimana fa. Buon giocatore sulla terra battuta e non eccezionale sui prati,visto il gioco basato su servizio e colpi di taglio,di certo non i suoi punti di forza, si è espresso al meglio soprattutto sul cemento indoor,dove la sua capacità di appoggiarsi ai colpi dell’avversario è emersa maggiormente. Il transalpino infatti non dispone di colpi potenti,viste anche le scarse possibilità fisiche,ma ha sempre posseduto una capacità innata di adattarsi al gioco dell’avversario molto velocemente,divenendo quasi sempre in grado di proporgli soluzioni scomode e complicate,spesso “addormentandolo” con i suoi colpi senza accelerare troppo,in modo da farlo sbagliare,confondendolo e facendogli perdere la lucidità. Molti lo hanno etichettato,in certi casi anche giustamente,come un tennista dal gioco troppo noioso proprio per queste ragioni,ma spesso invece ha saputo smentire i suoi detrattori,fornendo grandi prestazioni ed emozionando il pubblico con grandi maratone,recuperando situazioni disperate e salvando molte volte dei match point a sfavore,dando tutto se stesso e lottando come un leone.
Il suo colpo migliore è senza dubbio il rovescio,che colpisce molto basso ed in maniera estremamente piatta e composta,senza piegare troppo il ginocchio posteriore,ovvero quello sinistro, ruotando in maniera ottima le spalle e i fianchi,effettuando un movimento semplice e fluido. Con la sua mano secondaria,cioè la destra,stringe la racchetta con una presa continental e con quella principale con una semi-western. Questo tipo di rovescio è ottimo proprio per colpire le palle basse,ma anche quelle alte.
Inoltre si adatta molto a chi ha poca forza,proprio come Simon,che ha in questo colpo l’arma più pericolosa. Anche il dritto è ottimo, avendo ottimi appoggi e una presa semi-western,che gli consente di impattare la palla davanti al corpo molto bene,specialmente sopra la linea delle anche,diventando così letale quando può colpire dall’alto verso il basso,tirando una “sberla” che gli regala tanti vincenti,soprattutto nelle giornate migliori.
Anche quando deve fronteggiare dei cambi di ritmo e delle variazioni in back riesce a districarsi molto bene,senza sbagliare e dimostrando una buona sensibilità da fondocampo. Questo colpo viene eseguito portando la testa della racchetta piuttosto in alto,quasi all’altezza delle spalle,con il gomito che si piega forse un po’ troppo durante la fase di impatto e con un ottimo “swing” di spalle e busto, riuscendo a colpire la palla in maniera molto pulita,con un movimento piuttosto semplice e veloce. Il difetto principale di questo colpo è che,vista l’impugnatura che possiede,trova difficoltà ad imprimere forza a palle senza peso. Inoltre proprio questa presa gli crea anche problemi quando si deve presentare a rete,in quanto in questo caso risulta difficile cambiare verso la continental per eseguire la volée. Il servizio non è fenomenale,anche se in certe giornate funziona molto bene.
Purtroppo raramente trova percentuali alte e non riesce a spingerlo molto,vista anche la struttura fisica e un lancio di palla che spesso viene eseguito alzando la pallina troppo verso sinistra,perdendo così in fluidità e potenza. Esso viene eseguito puntando la mano sinistra per colpire,tenendo la testa della racchetta all’incirca all’altezza della vita,salendo prima con la spalla sinistra,che consente di far “sbloccare” i seguito tutta l’altra parte del corpo,che però non entra in maniera troppo veloce nel movimento anche a causa del già menzionato lancio di palla,non trovando l’impatto migliore e senza far entrare abbastanza nel movimento l’anca destra,fondamentale per avere un ottimo servizio.
Quello che può fare per migliorare in questo senso è sicuramente apportare degli aggiustamenti nel lancio di palla,cercando di far aumentare la percentuale di prime palle in campo e trovare angoli e soluzioni più varie e difficili da leggere,in modo da tenere lontano l’avversario lontano dal campo potendo così indirizzare lo scambio,pur possedendo una prima di servizio che spesso non supera i 180 Km/h. Anche il gioco di volo è un aspetto del gioco in cui è carente,sia per il posizionamento a rete,soprattutto con le gambe, e per la mancanza di abitudine a giocare colpi nei pressi del “net”,non riuscendo a tenere fermo il polso,elemento fondamentale per una buona volée. Sicuramente non sarà mai un “volleatore”come Federer o Stepanek,ma di certo può ancora lavorare sul come presentarsi a rete,attaccando in maniera più incisiva,posizionandosi bene per chiudere dei colpi al volo piuttosto agevoli,rimanendo ordinato con il proprio corpo e sfruttando la propria sensibilità anche a rete e non solo con i colpi di rimbalzo.
Il francese è stato inoltre criticato per non giocare bene in Coppa Davis,come dimostra la sanguinosa sconfitta dello scorso anno contro Berlocq in terra argentina dopo cinque estenuanti set. Questo è dovuto ad un altro elemento essenziale su cui il tennista di Nizza dovrà lavorare,ovvero la gestione emotiva delle partite,specialmente quando è in vantaggio e deve chiudere i conti. Lì,come si è visto anche a Shanghai contro Federer,va estremamente in difficoltà e non riesce a trovare la giusta calma e lucidità per dare il meglio di sé ed anche su questo potrà lavorare molto.
In ogni caso,sembra difficile che Clement possa non convocare e non schierare per la finale di Coppa Davis del mese prossimo un giocatore così “on fire” come Simon,che potrebbe aiutare la Francia in un’impresa troppo importante perché non vengano sfruttate tutte le carte che i transalpini hanno a disposizione,visti anche i due campioni che dovranno affrontare. Per quanto riguarda invece i tornei di fine stagione e quelli del 2015,se riuscirà a trovare continuità e a lavorare con l’intensità di quest’ultimo periodo,allora sarà molto facile vederlo tra i primi quindici giocatori del mondo,anche con possibilità di avvicinare anche la top ten.
Un altro tennista francese che ultimamente si è fatto notare è Julien Benneteau,numero 26 del mondo e classe 1981,il cui grande cruccio della carriera è quello di non aver mai vinto un titolo Atp nonostante le dieci finali disputate. Fra queste ci sono state alcune sconfitte drammatiche,su tutte quella dello scorso anno a Kuala Lumpur contro Sousa,dove ebbe anche un match point a favore,perdendo poi per 6-4 al terzo set. Eppure il nativo di Bourg-en-Bresse ci ha regalato grandi prestazioni nella sua carriera,come dimostrano i quarti di finale ottenuti al Roland Garros nel 2006,la semifinale a Cincinnati di quest’anno,la vittoria su Federer a Bercy nel 2009,contro il quale arrivò quasi a vincere anche a Wimbledon tre anni dopo,così come accadde contro Nadal a Cincinnati nel 2010. Inoltre Julien è un grande doppista,come dimostra la vittoria al Roland Garros di quest’anno in coppia con il connazionale Roger Vasselin,oltre ai trionfi a Montecarlo e Shanghai. E’ anche importante dire che sono molti i giocatori che hanno vinto un titolo Atp e che hanno regalato meno emozioni e prestazioni di alto livello rispetto al transalpino,che possiede un arsenale di colpi di tutto rispetto.
Senza un vero punto debole,il francese dispone di una delle migliori volée del circuito. Esse vengono eseguite molto bene,con un ottimo posizionamento e mantenendo sempre bloccato il polso,trovandosi sempre molto preparato sia quando le deve “stoppare”,sia quando le deve piazzare o quando è chiamato a testare i propri riflessi,che sono davvero eccezionali. Anche il servizio è ottimo,riuscendo a tenere la testa della racchetta al di sopra della linea delle spalle durante il lancio di palla,con la gamba destra un po’ troppo indietro rispetto al normale. Per compensare ciò,durante la fase di caricamento,protende il ginocchio destro flettendo molto l’arto,con la spalla sinistra che permette poi l’accelerazione di quella destra e di tutto il busto,trovando così un movimento piuttosto buono e fluido e che gli consente di trovare buone velocità e varietà,nonostante un lancio di palla forse troppo alto. Riesce comunque ad ottenere un buon numero di punti direttamente da questo colpo,che fa sì che possa andare a rete molto spesso e che possa impostare lo scambio nella maniera a lui più congeniale.
Anche il dritto è di buona fattura,eseguito con un impugnatura eastern tenendo la testa della racchetta e il gomito entrambi un po’ al di sotto dell’altezza delle spalle. Il risultato è comunque un buon colpo,piuttosto solido ed in grado di fargli produrre anche qualche vincente,ma che non è penetrante se non ha la possibilità di colpire con ottimi appoggi e se è costretto a correre troppo. Il rovescio,con un’impugnatura eastern-eastern è migliore, preparato con un’ottima rotazione delle spalle e viene colpendolo molto bene d’incontro sia in lungo linea che in diagonale.
I problemi di “Bennet”sono senza dubbio quelli riguardanti la capacità di tenere a lungo ritmi forsennati e la fase difensiva,vista una mobilità non eccezionale ed un gioco votato alla verticalizzazione. Inoltre è un giocatore molto emotivo,che spesso manca nei momenti importanti e che spesso tende a cedere di schianto dopo aver perso una grossa opportunità nel set precedente,come si è visto anche contro Federer la settimana scorsa. In ogni caso,Julien ha ancora pochi anni a disposizione,ma l’entrata nei top 20 e il tanto agognato titolo Atp sono ancora due traguardi raggiungibili e sarebbero due premi meritatissimi all’ottima carriera del transalpino,ennesimo prodotto della brillantissima scuola tennistica francese.
Gabriele Ferrara
TAG: Benneteau, Break Point, Simon
@ stef (#1196377)
Lo stesso play it ti viene venduto in 6 velocità’ diverse.. A seconda della mescola.. Te lo do per certo perché ne ho fatto uno… In base alla mescola scelta puoi avere 6 campi diversi.. Come coefficiente di restituzione, attrito..ecc..
Oddio mi sono reso conto solo ora di aver avuto un lapsus imperdonabile ..volevo dire truffaut per il cinema non prè vert…chiedo perdono. Se la redazione potesse correggerlo sarebbe meglio 😀
Hai ragione,infatti ci ho pensato subito dopo. D’altronde Prèvert non ci sarebbe stato senza di loro 😀 Grazie mille!
@ Grand Slam (#1196375)
il tuo articolo e’ molto bello e l ho letto volentieri. Vorrei aggiungere i fratelli Lumiere o Lumieres non ricordo … inventori del cinema 😀
su Simon hai fatto una bella descrizione molto completa. grazie
@ dario (#1196312)
esatto Dario, ci sono sintetici gommosi e morbidissimi con rimbalzo alto e palla lenta ed altri in cui la palla prende volocita’ dopo il rimbalzo e la palla salta poco e schizza via e sono premiati gli slices. Prendiamo il PLAY IT ad esempio…diffusissimo in italia…se lo tocchi con le dita e con l unghia cerchi di scalfirlo vedi che l unghia lascia traccia …e’ gommoso.. e dopo vari anni diventa liscio e velocissimo. Oppure ci sono campi gommosi morbidi…in materiali comunque non omolofati dall atp, e sparsi per la penisola. son tutti esempi di sintetico…
Anche se penso che ora i campi in sintetico siano davvero pochi,ti ringrazio ed hai ragione sul fatto che è qualcosa che dovrei approfondire maggiormente. Per quanto riguarda l’introduzione, è vero che c’entra poco con l’articolo e ne ero consapevole,volevo solo fare una piccola introduzione per rendere merito alla Francia,che è una nazione che ha saputo valorizzare i suoi gioielli in tutti gli ambiti,tennis compreso. Questo era il senso. Infine,mi spiace davvero per un paio di ripetizioni e per l’uso alla fine dell’espressione di “viene colpendolo”,che non ha senso,quando si voleva dire “viene colpito”. Non prendetemi per distratto o ignorante,ma semplicemente ho dovuto finire di scrivere all’una di notte e purtroppo in quel caso ci possono essere delle conseguenze nonostante l’abbia riletto varie volte 😀
@ Karlo (#1196330)
la superficie di Basilea non e’ per nulla simile al cemento. se hai appena visto la partita di Bolelli, dove si sentiva chiaramente lo stridio delle scarpe sul terreno, il tipo rumore che fa la scarpa su una superficie di gomma. Sul cemento non sentirai mai le scarpe stridere e fare rumore.
Il termine sintetico si riferisce non al Carpet ma e’ un termine generale per dire che non e’ cemento…ma nel sintetico rientra tutta la gamma di possibili composizioni fatte di pvc, resine acriliche (una volta anche il linoleum velocissimo) e chi piu ne ha piu ne metta. Ma non e’ cemento. non centra nulla il cemento. Al massimo il cemento viene impiegato in alternativa all asfalto o ad altri materiali per creare la gettata base sulla quale vengono poi adagiati i materiali sui quali la palla rimbalzera’.
Noah grande talento, ma ancor di più Leconte. E poi Natalie Tauziat. Ed ora Paire… La Francia non solo ha prodotto sempre buoni giocatori ma ha sfornato anche tanti talenti
@ stef (#1196298)
Col termine sintetico viene peró inteso il Carpet,cioè tappeto.Ma su questo vengono fatti un sacco di errori moltissimi non ne sanno niente.Il sintetico comunque é stato eliminato dai tornei atp.Sicuramente se guardi la superficie di Basilea ê piú simile al cemento che a un tappeto..
@ stef (#1196298)
hai ragione… senza considerare.. che ogni sintetico ha una velocità completamente diversa…
talvolta è PIU’ LENTO della terra rossa…
Redazione, novità sul polso di Quinzi?
continuo a leggere in questo sito, parlando di superfici di gioco, la traduzione “cemento” riferita all’originale termine inglese “hard court”.
In questo articolo leggo che Simon gioca al meglio sul “cemento indoor”.
Ragazzi, non esistono piu campi in “cemento”…la palla non rimbalza sul alcun cemento ma su una vernice di resine acriliche.
Per favore iniziamo a chiamare le cose col loro nome. I campi indoor e outdoor si chiamano “hard court” ed in italiano la miglior traduzione per rendere l’idea e’ “sintetico”… i campi in “cemento” (una vera gettata di cemento con la quale la palla veniva in contatto) erano outdoor diffusissimi in Usa fino agli anno 90.
Il nudo “cemento” e’ quello che s trova nei campetti da tennis di 4 soldi o nelle universita americane o in giro per il mondo.
Il cemento puro e’ molto economico.
Ma i pro giocano su superfici dure molto piu evolute e sofisticate del cemento…ossia su superfici composte da una base sottostante di asfalto ricoperta da strati di vernici acriliche contenenti resine in diversa densita’. Ma non “cemento”. Soprattutto indoor..il cemento non e’ usato spesso. Spesso la pavimentazione e’ in legno o parquet, oppure anche asfalto, ricoperta da “carpet” tappeti in pvc a loro volta verniciati con vernici acriliche composte da resine piu o meno fini e granulose o sottilissime a seconda della velocita che s vuol dare al campo.
Ho speso ore in ricerche sulle superfici e credo che vista l importanza del gioco questo sito dovrebbe essere piu meticoloso nella descrizione delle superfici di gioco. scusate ma mi sembra importante.
@ gianky pa (#1196267)
direi che siamo noi italiani, quelli di adesso intendo 😎
Al Bel paese cosa vogliamo recriminare?
La Francia è un grande Paese certamente e ha prodotto grandi artisti, scrittori e sportivi al pari degli altri grandi Paesi, Italia compresa. Dal punto di vista tennistico ci fanno attualmente barba e capelli, benchè anche a loro manchi, oramai da trent’anni perlomeno, il campione in grado di portare a casa uno slam. Lo stesso Noah, tennista spettacolare, dai notevoli mezzi atletici, dal gioco di volo di alto livello, ma piuttosto deficitario da fondo, vinse un titolo a Parigi comunque sorprendete, viste le lacune di cui poco sopra.
A livello sportivo la Francia sta lavorando bene, sia con i suoi centri tecnici, sia puntando sui francesi provenienti dalle ex colonie. Lo stesso Parker è un francese nato in Belgio e figlio non di genitori francesi.
@ Mane’ (#1196250)
Articolo molto interessante, anche se la premessa mi sembra leggermente una forzatura 😉 La nascita a Ventimiglia per un Gilles Simon non sarebbe stata condizione sufficiente per farlo diventare un brocco o un ottimo giocatore: conta l'”ambiente” tecnico, spesso più del talento naturale 🙂
@ Mane’ (#1196250)
Se fosse nato 40 km ad est si sarebbe “perso” anche lui, come tutti i nostri.
Il problema è il ns. Paese. Non vi è ancora chiaro???
Analisi perfetta Gabriele! Pienamente d’accordo con te sia su Benneteau sia , soprattutto, su Gillou giocatore molto sottovalutato e del quale vidi dal vivo a Madrid quel match con Nadal da te definito “della vita”..fantastico! Unica pecca del transalpino l’essere nato a Nizza anziché a Ventimiglia (40 km di distanza)…avremmo avuto anche noi il nostro top 10 tanto agognato