Davis Cup: Pablo Carreno Busta risponde alle critiche “Credo che parlare l’uno male dell’altro non porti da nessuna parte. Non posso esprimere un parere su Gala León”
Pablo Carreño Busta si è recato di fronte ai microfoni dell’emittente “Radio Marca” per commentare la parole di Feliciano López inerenti alla sua decisione, alla nomina di Gala León ed ai dubbi circa il recente operato, in merito allo sviluppo dei giocatori, della Federazione Spagnola di Tennis.
Come tutti coloro che siano intervenuti sulla questione, anche l’asturiano ammette di non conoscere Gala: “Non posso esprimere un parere su Gala León, perchè non la conosco di persona. Non ho mai parlato con lei, nè in qualità di capitano nè come direttrice sportiva della Federazione. La sua designazione è stata una cosa abbastanza strana. In condizioni normali sarebbe stato scelto un ex-giocatore con esperienza nel circuito, interpellando i tennisti … ma in questa circostanza hanno agito in maniera completamente differente. Io non ho gran voce in capitolo, perchè alla fine è una decisione che spetta alla Federazione stessa”.
Le dichiarazioni di Feliciano, secondo cui ai giovani sarebbe richiesto un impegno maggiore rispetto al presente, sono state oggetto di critiche da parte del giovane Carreño. “Sono l’unico under-25 tra i migliori 200 giocatori del mondo. Avrebbe potuto fare nomi, ed in quel caso tutto il mondo avrebbe saputo a chi si fosse riferito. Al massimo, il vero problema non risiede nei giovani, tutt’al più nelle ragioni per cui questi stessi giovani non riescano ad affermarsi tra i più forti. Io prenderò sempre le difese dei miei compagni. Credo che parlare l’uno male dell’altro non porti da nessuna parte”.
Il tema più ‘chiacchierato’, ad ogni modo, è stata la sua assenza in occasione della trasferta brasiliana, dalla quale si è giustificato nel seguente modo: “Durante gli U.S. Open, ho parlato con Carlos Moyá. Quando ho saputo che avrebbe convocato come singolaristi Roberto Bautista e Pablo Andújar, 15° e 45° della classifica e con molta più esperienza di me, e come doppisti David Marrero e Marc López, una delle migliori coppie ed anche vincitori dell’ultima “Masters Cup”, ho capito che non avrei avuto posto in squadra. Se ci sono dieci tennisti spagnoli nella ‘Top 50’ ed io sono in 75° posizione, è normale che pensi di non prendere parte alla sfida. Nessuno aveva immaginato che sarebbe spettato a me andare in Brasile e risollevare le sorti della Spagna”.
Carreño ha terminato difendendo Moyá: “E’ stato un grande capitano, capace di relazionarsi benissimo con i giocatori, che però ha incontrato grande sfortuna. Non è pensabile che vincere un incontro di Coppa Davis valido per la permanenza nella categoria, per giunta in trasferta, sia facile. Tantomeno con tennisti debuttanti. Era già successo in altre circostanze, ma nessuno aveva parlato poichè avevamo vinto; questa volta abbiamo perso ed è venuto tutto a galla”.
Edoardo Gamacchio
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