Michael Chang e un incredibile Roland Garros ‘89
Una favola bella, una storia da leggere e a cui appassionarsi, gesta sportive da raccontare ai nipotini un domani più o meno futuro e la sensazione di aver assistito a una di quelle imprese che hanno un unico grande denominatore comune: la consapevolezza dell’irripetibilità delle circostanze.
Michael Chang nel 1989 vinse un Roland Garros in maniera incredibile, per la sua giovane età, per il nuovo vento che spirava da lontano, da molto lontano, con una sequela di vittime illustri che nulla poterono contro quel muro invalicabile più simile all’antica Muraglia cinese piuttosto che a un giocatore normodotato ma dalla muscolatura esplosiva e resistente come il marmo.
Chang si era rivelato già l’anno precedente al grande pubblico, vincendo il suo primo torneo nel circuito maggiore a San Francisco, ma presentandosi al Roland Garros del 1989 senza alcuna ambizione non solo di vittoria, ma anche di arrivare nei momenti caldi del torneo: invece a 17 anni e poco più di 3 mesi, Chang scrisse una pagina di tennis clamorosa, divenne il più giovane vincitore Slam, dando agli appassionati dell’epoca, ma anche a chi riguarda nel tempo le vecchie partite, la consapevolezza che il nostro amato sport spesso non conosce regole e che, nell’arco di un singolo torneo Slam, possono succedere eventi imprevisti ma che sembrano tutti organizzati da un destino ben scritto.
Michael Chang, all’apparenza ancora un bambino con una racchetta che sembrava essere più grande di lui, incontrò negli ottavi di finale il campione ceco allora numero 1 del ranking Ivan Lendl: il giovanissimo americano fu colto da crampi già dalla fine del terzo set, ma riuscì a resistere e portare a casa un’incredibile vittoria, dopo 4h38m, cinque combattutissimi set e un evento epocale che accadde con Chang al servizio sul 4/3 in suo favore ma 15/30. Michelino, come amavano chiamarlo alcuni commentatori decisamente noti, batté da sotto, cogliendo alla sprovvista Lendl e minando le sue certezze, di solito granitiche, prima di vincere quel match epocale. Nel prosieguo del torneo Chang sconfisse ai quarti l’haitiano Agénor, in semi finale lo specialista russo del rosso Andrej Cesnokov e, dopo altri 5 parziali estremamente avvincenti e duri, lo svedese Stefan Edberg in finale, raccogliendo la sua prima e unica vittoria nei tornei Major.
La carriera di Michael Chang conobbe altri risultati importanti, raggiungendo la seconda posizione mondiale nel ranking ATP, arrivando all’atto conclusivo in un torneo Slam, ma senza vittorie, per altre tre volte (Parigi ’95, Melbourne ’96 e New York sempre nel 1996), conquistando 34 successi personali (almeno una vittoria negli anni ’80, nei ’90 e nel nuovo millennio, giocando partite epiche contro i migliori della sua generazione, da Sampras ad Agassi passando per gli spagnoli terraioli puri e ritagliandosi nei ricordi dei fan e nell’immaginario collettivo, un posto che difficilmente altri giocatori saranno in grado di occupare.
Michael Chang è stato come uno di quei bellissimi fiori che raggiungono il loro splendore non appena sbocciano, facendosi ammirare per la particolarità unica dei colori e per il fascino che riescono a emanare ma che lentamente, perdono quello splendore specifico che ci aveva portato a innamorarci del loro aspetto: Chang esplose e si rivelò in maniera dirompente creando aspettative attorno a sé che progressivamente si esaurirono riguardo una sua nuova vittoria Slam, non riuscendo a risalire nuovamente su quel particolare tetto del mondo. Fu un vincente straordinario, un campione dal gioco efficace e dalla forgia indistruttibile, che non seppe ripetersi ma che definire un “One Slam Man” appare riduttivo e offensivo: Chang ha segnato un’epoca, ha vinto contro i più forti, ha colto un’occasione alla perfezione sfruttando soprattutto il fattore sorpresa, la freschezza della sua età e la durezza dei suoi colpi, lasciando imperituro e impresso il suo nome nella memoria di ogni tennista.
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@ Marco (#1170424)
Sì, sì; ma infatti non volevo dire che Chang, dal punto di vista formale, abbia infranto il regolamento. Ho solamente azzardato un’analogia tra la geniale “trovata” di Chang, finalizzata ad innervosire l’avversario, e le famose pantomime di Grobbelaar (e poi di Dudek) che avevano lo stesso obiettivo. Tra l’altro, anche nei casi di Grobbelaar e Dudek gli arbitri non ravvisarono irregolarità.
Chang era ben dietro la riga, quindi in posizione regolare.
Ho un ricordo di averla vista sulla Rai con commento di bisteccone. Invece qui si propone la mitica telecapodistria con il commento del duo grandissimo clerici Tommasi. Può essere che avessero i diritti sia la Rai che Capodistria ?
e c’era la Cecoslovacchia! E pure l’USSR! E forse si stava meglio……anzi sicuramente……
Detto ciò questa nouvelle vague sfruttava appieno le qualità del 110 Price Graphite una racchetta che faceva la differenza allora comparata con le altre.
che momenti. poi però ho tifato contro chang perchè mi fece fuori “compagno” chesnokov!!! ha comunque fatto la storia del tennis.
…e Lendl era ancora cecoslovacco…
Per capire come sono cambiati i tempi e, con essi, il tennis.
Chang vinse il Roland Garros a 17 anni, mentre oggi, per via dell’evoluzione fisica del gioco, c’è UN SOLO giocatore che non ha ancora compiuto ventuno anni nei primi cento al mondo.
Tempi diversi.
Al tempo c’erano anche pochissimi trentenni, ora invece sono praticamente in maggioranza.
la prima gara che vidi su koper appena giunto in italia
becker curren indimenticabile
barra clava
Un’educazione senza eguali.
Chang non ha fatto la storia del tennis. Ma quella partita, quel torneo, entrarono DRITTI DRITTI nella storia di questo sport, dalla porta principale. Poi, sappiamo tutti che questa magnifica disciplina ha regalato tanti MITI di classe mille volte superiore a mikelino.
Diavolo di un cinese!
d’accordo con te… se parliamo di storia del tennis menzionerei almeno un centinaio di tennisti prima di chang. però non trovo sbagliato dire che quella è stata un’edizione storica per come si sono svolti gli eventi; se poi pensiamo agli ultimi anni l’unica edizione da ricordare è quella del 2009… il resto davvero poca cosa
@ Fantumazz (#1170180)
Ah già, dimenticavo che Chang segue Nishikori. Speriamo non diventi un robot anche il giapponese!
Mi auguro che Michelino Chang riesca a trasferire un po’ della sua sagacia al suo protetto Nishikori, altro normodotato che – proprio a causa di questa sua “menomazione” – purtroppo riuscirà a vincere meno di quanto meriterebbe per la sua classe.
Quinque abbia visto in diretta questa partita non l’ha dimenticata… Questo vuol dire fare la storia di questo sport.
@ HAWK EYE (#1170157)
Sinceramente altri campioni per me hanno fatto la storia del tennis…
Quel Chang,quel rosso parigino,uno dei pochi ricordi sportivi indelebili,come fosse oggi,al pari della finale mondiale di Spagna 82!Grazie Chang e grazie per l’articolo
KOPER-CAPODISTRIA….che ricordi…sono commosso!!!
@ lending (#1170150)
Abbiamo solo punti di vista differenti mi sa…e meno male!
@ HAWK EYE (#1170143)
Se Chang ha fatto la storia di questo sport…siamo messi maluccio…
Mi pare che Lendl, incredulo, si lamentò della posizione di Chang, e l’arbitrò non potè fare altro che far proseguire.
Bè, ecco, quella mossa di Chang era al limite della correttezza; diciamo, un po’ tipo il casino che faceva Grobbelaar prima di un calcio di rigore 🙂
Grazie staff per questa pagina di storia! Che ricordi ragazzi…
La vidi anch’io in diretta: la fantasia al potere.
Un ometto malconcio come Chang che riesce a far flippare Robocop-Lendl utilizzando cervello e (anche) espedienti estemporanei
Grandissimo Michelino!
aveva delle gambe velocissime nonostante fossero molto muscolose! Quelli come Chang oggi non li fanno più ma solo sbiadite imitazioni…
Anche quello grandioso… e Lendl fece doppio fallo, mi pare con il net.
a me chang non è mai piaciuto…
edizione epica!!
lo stesso Lendl anni prima aveva servito da sotto con McEnroe…chi la fa l’aspetti! ahaha
…Perche’ Chang che su match point si piazza sulla riga di battuta e Lendl che tenta di colpirlo…
@ Hoila Seppi (#1170102)
era davvero un altro sport
la finale con edberg è in assoluto una delle partite che più mi hanno fatto inc***are nella storia del tennis…. anche perché si intuiva che per stefanello non sarebbe stato facile tornare a giocare quella finale
Anche il mitico Adriano gli fece un servizio da sotto coppa Davis 1979
certo che giocano ad una velocità´con la quale gioca io oggi.
partita storica che ho avuto la fortuna di vedere in diretta.. non so quante sopracciglia si sia strappato quel giorno lendl..
…Ancora ricordo la partita con Lendl trasmessa su telecapodistria…
Lendl furioso e fuori di testa con Rino Tommasi e Gianni Clerici a prendorlo (quasi) in giro…