Spacca Palle: Nadal salta US Open, ma sarà “pronto” a ripartire
Lunedì 18 agosto, primo pomeriggio. La “breaking news” più attesa dagli appassionati di tennis finalmente arriva, ma non è una buona notizia. Un Rafa Nadal amareggiato entra nella sua bacheca Facebook e scrive una manciata di righe accorate, con cui annuncia il suo forfait ai prossimi US Open. Era il campione in carica del quarto Slam in stagione, come dei recenti Master 1000 del Canada e di Cincinnati. 4000 punti della sua classifica spazzati via da una maledetta stecca di rovescio che gli ha “scassato” in modo non grave l’articolazione del polso, costringendolo ad indossare un tutore e sperare in un recupero lampo. Il miracolo non c’è stato.
Non è la prima volta che il “toro” di Manacor salta l’intera stagione sul duro USA, oppure che ci arriva in condizioni imperfette, inadeguate a sprigionare il suo tennis vigoroso ed intenso.
Mentre il web è “in fiamme” tra la delusione dei suoi tanti supporter e gli attacchi scomposti (ed ingenerosi) di chi mal digerisce il cyber-tennis di Rafa, provo a razionalizzare la questione nel tentativo di guardare a questa storia sportivamente delicata da vari punti di vista, soprattutto quello del giocatore. Molti pensieri si fanno sempre più invadenti, facendo “a cazzotti” tra di loro in modo disordinato e contrastante. Non è la prima volta che Nadal è ai box e che su di lui si scrive fin troppo; nel recente passato anche per colpa di un susseguirsi convulso e disordinato di dichiarazioni (purtroppo anche da parte di persone a lui vicine) che non furono totalmente concordanti, e che non fecero altro che nuocere al giocatore stesso alimentando fumosi sospetti. Stavolta la situazione appare banale nella sua semplicità: infortunio. Ma l’introduzione del passaporto biologico nel tennis è alle porte (settembre, a meno di dietrofront) e questo ha aizzato ancor più i “complottisti” …che invece sono totalmente disinformati: i dati su cui verrà costruita la carta d’identità biologica sono raccolti nel tempo per formulare una media storica, e quindi ritirarsi adesso da un torneo per tentare chissà quale losca manovra non servirebbe assolutamente a niente.
Tornando alle cose serie, non è facile leggere il momento e l’intera stagione di Rafael, che ha vissuto un 2014 tribolato anche su terra (la peggiore campagna sul rosso della sua straordinaria carriera). E visto che è stato n.1 del mondo fino a Wimbledon, la sua personale situazione è estremamente “pesante” per l’intero movimento di vertice, e merita quindi attenzione ed analisi.
Intanto le sensazioni dell’US Open, che coincidono con le mie personali: uno Slam che inizia senza il suo campione in carica non parte bene, che il tennis ed il personaggio Nadal piaccia o meno. Rafa ha vinto due edizioni dello Slam americano, è a pieno titolo un campione anche sul cemento. Senza di lui, il tabellone sarà impoverito e probabilmente sbilanciato, anche se i feedback dai tornei estivi americani sono stati a dir poco contraddittori. A parte un Federer “commovente” per come lotta con il suo tennis antico contro l’avanzare inesorabile del tempo e contro rivali assai più giovani, quasi tutti gli altri big hanno deluso o, più probabilmente, hanno giocato anche a carte coperte. Quanto siano in reale difficoltà o quanto abbiano “barato” lo sapremo da lunedì prossimo, dal responso dei match di Flushing. Difficile ipotizzare che a New York scenda in campo il Djokovic balneare dei due Master 1000 americani, molto più facile che Novak abbia avuto bisogno di staccare dopo Wimbledon, nozze incluse, e che abbia ri-tarato la sua tabella di lavoro per difendere l’enormità di risultati raccolti nel 2013 da settembre in poi. E’ molto probabile che anche Murray si faccia trovare assai più pronto, visto che proprio a New York ha spesso giocato molto bene (ha vinto nella “grande mela” il suo primo Slam e raggiunta la prima finale in assoluto in un Major). Inoltre è uno scenario altamente probabile quello che vede qualche emergente a far la voce grossa, magari spiccare il volo verso la consacrazione definitiva (Raonic? Dimitrov?). In mezzo a questo mare agitato di incertezze, forse l’incertezza per eccellenza è quella del reale valore che hanno lasciato i tornei estivi, proprio per l’assenza di Nadal, colui che l’anno scorso li aveva dominati.
Appena uscita la notizia della “rottura” di Nadal, dentro di me ero abbastanza convinto che avrebbe saltato l’intera stagione sul duro americano, US Open incluso. Attenzione: nessuna velleità di vantarmi di una qualche dote divinatoria (…come tutti quelli che fanno pronostici, ne ho sbagliati tanti!), ma stavolta la semplice evidenza storica dei fatti del recente passato, condita da una analisi. Nadal in carriera ha affrontato l’estate del cemento USA al 100% della condizione dominando (o comunque ottenendo moltissimo), oppure l’ha proprio saltata/snobbata. Quasi mai una via di mezzo. Perché? C’è una spiegazione logica e tecnica a tutto questo, ed al perché i suoi successi siano sempre arrivati dopo una cavalcata estiva quasi trionfale, come quelle del 2010 e soprattutto 2013, dove fu totalmente inarrestabile. Per vincere sul cemento contro i big, Nadal deve essere nella migliore condizione fisica, al suo top, ancor più che sul rosso, dove altri fattori meno fisici e più tecnici spostano la bilancia a suo favore rendendolo quasi imbattibile (soprattutto sulla lunga distanza). Se Rafa non sta bene, se ha accumulato troppi acciacchi o se la benzina è prossima alla riserva, lui ed il suo team preferiscono guardare oltre; magari ai lussureggianti tornei asiatici (dove gli impegni personali/commerciali sono ancor più importanti di quelli tecnici, come per tutte le Icone del tennis e dello sport moderno…) ed al lavorare per la stagione seguente. Non lo dichiarerà mai, ma l’evidenza dei fatti sembra avvalorare questa ipotesi. E inquadrando la situazione nell’ottica di una carriera ancora lunga e vincente, può essere una scelta non così sbagliata.
Tecnicamente il tennis di Nadal ha tutto per esser dominante anche sul cemento non velocissimo; ma è indispensabile che il suo corpo sia così veloce e reattivo da velocizzare ancor più il tempo di arrivo sulla palla e quello di scarico della sua enorme potenza su di essa. Deve dominare il tempo di gioco, non subirlo e contrattaccare. Sul duro di pura lotta e consistenza è molto più complicato battere i big, deve creare una differenza tecnica a suo favore. E’ in grado di farlo, perché tecnicamente Nadal è molto più forte di quanto molti gli riconoscono. Ma è un ulteriore sforzo per lui, è il passo più ardito e complicato, perché deve spingere al massimo ogni aspetto del suo tennis, correre al limite delle sue possibilità tecniche, fisiche e mentali. Questo significa massima efficienza psico-fisica. Senza questo status di Nirvana sportivo, il tennis di Nadal è attaccabile sul cemento, e lui da giocatore molto attento lo sa benissimo.
Il team di Rafa non sarà eccellente sul piano della comunicazione, ma su quello della gestione/programmazione lo è eccome. Basta ripensare al suo rientro nel 2013. Dopo i tanti mesi di stop i dubbi erano enormi, tanti temevano che non avremmo mai rivisto il miglior Nadal. Io personalmente non la pensavo così. “Che Nadal avremo? Potrà tornare a vincere un torneo?”. Ricordo benissimo quel sabato pomeriggio di febbraio, quando alla vigilia del suo rientro fui interpellato sulla questione. La mia risposta fu secca: “Non solo Rafa ritorna… sarà dominante dopo essersi riposato e ricaricato, ha aspettato il tempo giusto per tornare ancor più forte”. Il suo anno 2013 è lì a testimoniarlo.
Il tennis di Nadal è l’estremo superiore della storia del nostro sport per usura. E’ normale e naturale che per produrre un gioco così sbilanciato sul piano fisico e della continuità Rafa chieda al proprio fisico tantissimo, forse troppo, tanto da rompersi. Così che è normale che necessiti di molte pause, che sia sottoposto a problemi vari (quale parte del suo corpo non si è infortunata in questi anni???), e che abbia bisogno di un tempo medio-lungo per tornare. E Nadal ogni volta è tornato, con i suoi tempi, e se possibile ancor più forte di prima. Perché? Perché Nadal è agonismo, è forza, è una fiamma che brucia vivacissima e che ha bisogno di un pieno di carburante enorme per tenere il calore così intenso da alimentare la sua macchina da tennis infernale. Pause lunghe dopo gli infortuni, tempi dilatati per ricaricare le pile e lavorare con applicazione feroce, e pronti via per una nuova cavalcata, ancor più forte e intensa, con grandi successi.
Pazienza se si salta uno Slam, meglio guardare avanti a nuove sfide, perché perdere un torneo scoccia, ma la strada davanti è lunga. E’ quello il vero obiettivo: competere e vincere nel tempo, come è riuscito splendidamente a fare dal 2005. La sua storia è questa, e si è ripetuta più volte. Così che se mi si chiede sulla sfortuna di Nadal per i suoi infortuni, rispondo che a mio avviso è stato “fortunatissimo”, perché non esiste altro tennista nella storia moderna del gioco ad aver chiesto così tanto al suo fisico, ed allo stesso tempo sia riuscito a durare quasi 10 anni al vertice con un tennis così fortemente improntato sull’efficienza psico-fisica. Tutto merito della sua costanza, abnegazione e mentalità vincente, sia nel bene (vittorie senza mai esaltarsi troppo, senza perdere l’umiltà e la voglia di lavorare) e nel male (senza mai cedere ad infortuni e sconfitte). Tutte cose che l’hanno reso un esempio di come crescere ed arrivare a superare limiti impensabili, e diventare uno dei giocatori più forti di sempre.
Difficile dire adesso che ne sarà del suo 2014. Tutto lascia pensare che rientrerà in autunno, magari giocando anche un tennis discreto. Dovrà difendere alcune finali, come quella del Master, ammesso che poi gli interessi davvero difendere “una sconfitta”. Ancor più difficile prevedere per quanto tempo sarà in grado di contenere l’usura e lo stress che quotidianamente impone al suo fisico, e ripartire ancora una volta più tosto, riposato e “affamato”. Forse la risposta non la conosce nemmeno lui, ed è il bello dello sport, che spinge ogni campione a superare i propri limiti.
Marco Mazzoni
TAG: infortunio, Marco Mazzoni, Nadal, Rafael Nadal, Spacca Palle, Us Open, Us Open 2014
@ Goergestuttalavita (#1143044)
Ritirati, uno che perde tempo a far commenti di questo livello
@donato
Anche io credo che la strategia dell’arrotino sia superare federer negli slam, ma l’unico modo per riuscirci e’ vincere i prossimi 4 rolland garros e per uno col suo tennis la vedo dura continuare a competere fra 4anni a livello di slam, sperando poi che federer non gli faccia qualche scherzo….
nel tennis di nadal c’ è molta scienza medica nel senso che i suoi punti di forza sono un fisico “bestiale” citando sampras e uno straordinario agonismo mentale se mi passi l’espressione,quindi se non è una equazione nel suo caso poco ci manca.
la strategia di cui parlavo non ha alternative dovrà sempre di più programmare al risparmio i suoi impegni quanto a federer per quanto immenso campione ha perso una grande occasione a wimbledon e sarà molto difficile che se ne ripresenti un altra
SAREI MOLTO MOLTO AMAREGGIATO SE DOPO QUESTO PRIMO SETTEMBRE L’AMMIREVOLE ARROTINO NON RIUSCISSE PIU’ A VINCERE UNO SLAM…
Manca Nadal: cielo più limpido sugli US open. Addirittura terso se restasse a casa anche Ferrer 😈
@ donato (#1142932)
Il tennis non è un’equazione matematica. Non bastano solo le sue soste. Certo, sostando dura di più, ma è anche vero che durante le sue soste Federer potrebbe fare il colpaccio, e allora li come la mettiamo? Lo sai che se Federer dovesse vincere in America o in qualunque altro slam per Nadal non ci sarebbe davvero più niente da fare? Altro che superare gli slam dello svizzero….
personalmente prevedo che la strategia del maiorchino con il passar degli anni sarà una molto parsimoniosa attivita quasi esclusivamente finalizzata alla vittoria degli slam per superare il suo rivale di sempre e entrare nella storia da numero 1.
sono certo che sia per lui l’unica sfida che veramente conti, e ,poichè il suo “cybertennis” è altamente logorante come dimostrano i numerosi infortuni o se alcuni preferiscono le tante pause della sua carriera tennistica,per vincerla deve obbligatoriamente amministrarsi
Insomma, qualche giorno fa mi sono preso del provocatore per aver detto, semplicemente in modi più diretti, le stesse identiche cose dell’articolo.
Cioè che Nadal è vincente, esclusa la terra rossa (ma quest’anno sula distanza dei 2 set su 3 neanche quello), solo ed esclusivamente quando la forma fisica è al 100%. E che non c’è nel circuito tennista per il quale la condizione atletica sia così determinante.
Ovvio che nessuno riesce a vincere stando male, ma per il suo gioco, soprattutto sul veloce e sull’erba, la condizione atletica è essenziale.
Da lì partono tutte le valutazioni sulla sua abilità tennistica, non da altro, la si può girare finché si vuole, ma se si accetta il fatto che non c’è altro giocatore che dipenda così tanto dalla condizione fisica (leggi correre molto più degli altri), la naturale conseguenza è che il lato strettamente tennistico del gioco di Nadal è meno importante e di livello inferiore ad altri giocatori.
Due le ipotesi:
– silent ban
– trapianto di capelli (non sopportava più le inquadrature dall’alto, ormai si vedeva la piazza)
Forse tutte e due le cose insieme.
Onestamente mi spiace per l’assenza del numero2 e detentore in carica del torneo. Detto questo devo dire che purtroppo mi associo ai sospetti, anche ai bei tempi di Lance nel ciclismo si leggevano insinuazioni su internet e sdegnate smentite del team e vari fan di armstrong, poi tutto è venuto a galla facendo perdere totalmente credibilità nel ciclismo, non vorrei accadesse questo col mio sport preferito…
E’ TUTTA UNA STRATEGIA… SI STA RIPOSANDO PER CERCARE DI VINCERE I TORNEI DI FINE ANNO CHE NON HA MAI VINTO, E L’UNICO SLAM CHE NON HA VINTO 2 VOLTE…
VEDRETE CHE ROVESCI TIRERà GIà DA PECHINO!
è ripartito con infortuni ben peggiori, per gli avversari è un danno che s’infortuna, xchè quando torna è fresco e molto incaxxato, xciò diventa ancora più forte e grintoso
Ho saputo che l’infortunio di Nadal è piuttosto serio. Non riesce a guardare l’orologio al polso destro tanto che a fine allenamento si avvicina al naso dei suoi tifosi per leggere la sveglia.
quoto
Mazzoni, la apprezzo sempre ma questa volta la sua analisi cosi dettagliata sembra commissionata dal team dello zio Tony. Lei trova una spiegazione logica con le estati del 2010 e 2013, che hanno una coincidenza , una causalità ….con le estati precedenti passate a riposo o a ricaricare le pile per un infortunio avvenuto, ma mai visto sul campo. Aggiungo due considerazioni sempre soltanto statistiche magari solo casuali: gli infortuni cosiddetti seri di Nadal non sono mai avvenuti sul campo, l’infortunio é sempre avvenuto in allenamento dopo aver giocato uno Slam non vinto, questo infortunio non é mai avvenuto prima della stagione sulla terra rossa, che non é mai stata saltata. Apprezzo i dettagli della sua analisi, ma diversi giocatori non in splendida forma si sono presentati comuqnue al via dei tornei, Djokovic, per primo, Wavrinka, ad esempio. Insomma, se questo infortunio lo terrà fuori almeno sei mesi, il dubbio si riaccenderà per me di nuovo. Il passaporto biologico è tardivo per un giocatore che è attivo da oltre dieci anni.
@ santuzzo (#1142688)
Ma da tigre dove??? fuori ai quarti a Montecarlo e Barcellona, vincitore a Madrid per ritiro di Nishikori, sconfitto nettamente in finale a Roma dopo essersi salvato in rimonta nei turni precedenti, vincitore al Roland Garros dopo una prima settimana stentata???
che strani questi tempi forzati dopo una stagione da tigre sulla terra rossa……
Lo dice anche Mazzoni. Sul rosso ci prova sempre, perché anche quando non è al meglio, spesso è riuscito a cavarsela, tranne contro Djokovic, e quest’anno contro più o meno chiunque.
Scusami, ma nel 2011, quando perdeva praticamente sempre, nella finale degli Australian Open 2012, nelle partite del 2013 da ottobre a dicembre, quali scuse c’erano? E quali scuse dopo la sconfitta al primo turno di Wimbledon 2013 e quella contro Kyrgios quest’anno? Nessuna scusa mi pare! Le ha prese e portate a casa, riconoscendo merito all’avversario.
Per quanto dici nella seconda parte, è furbo giocare il torneo di Rio de Janeiro con la schiena infortunata per portare a casa l’ingaggio? Non mi pare, e lo dico da suo tifoso!
Bravo Mazzoni, altro pezzo saggio e ricco di informazioni! E soprattutto sei riuscito a rimanere super partes giudicando con equilibrio chi probabilmente ami meno in termini tennistici. Anch’io preferisco il »tennis elegante« dei vari Federer, Gasquet, Wawrinka, Lopez, Haas etc. ma non per questo va denigrato un monumento del tennis qual è Nadal. Sono anche d’accordo quando dici che tecnicamente è molto più bravo di quanto generalmente gli viene riconosciuto: può essere molto bravo anche sotto rete e complessivamente direi che è un giocatore più completo di Djokovic per esempio.
@ alexalex (#1142646)
Infatti in dieci anni ha saltato solo un roland garros mentre altri slam in cui si sente meno competitivo, sfodera la scusa, la strategia…io la vedo così poi mi sbaglierò
@ alexalex (#1142646)@ alexalex (#1142646)
Però seriamente quando rafa perde è perché non è al top della condizione, quando non partecipa è perché è infortunato, dimmi una partita in cui rafa ha perso e si è dato merito all avversario ? Io vedo un giocatore che ha sempre la scusa pronta..anche djokovic viste le recenti prestazioni non è sicuramente al cento per cento della condizione quindi non dovrebbe partecipare ? Io sono d accordo con quanto scritto ad un certo punto dell articolo dove l autore praticamente dice : “Per vincere sul cemento contro i big, Nadal deve essere nella migliore condizione fisica, al suo top, ancor più che sul rosso, dove altri fattori meno fisici e più tecnici spostano la bilancia a suo favore rendendolo quasi imbattibile (soprattutto sulla lunga distanza). Se Rafa non sta bene, se ha accumulato troppi acciacchi o se la benzina è prossima alla riserva, lui ed il suo team preferiscono guardare oltre; magari ai lussureggianti tornei asiatici (dove gli impegni personali/commerciali sono ancor più importanti di quelli tecnici, come per tutte le Icone del tennis e dello sport moderno…) ed al lavorare per la stagione seguente. Non lo dichiarerà mai, ma l’evidenza dei fatti sembra avvalorare questa ipotesi. E inquadrando la situazione nell’ottica di una carriera ancora lunga e vincente, può essere una scelta non così sbagliata. ” io in questo lo trovo furbo ma allo stesso tempo coniglio
@ Kaiser (#1142627)
Ha giocato tutta la stagione sul rosso tirando la prima di servizio a 170 km/h per i problemi alla schiena, non dimenticarlo. E si è sottoposto settimana dopo settimana a eliminazioni nei primi turni in tornei dove faceva finali consecutive da quasi 10 anni. Quindi non direi che si è tirato sempre indietro.
Poi, se vogliamo parlare del fatto che quando si infortuna i tempi di recupero non si capiscono mai e che i rientri vengono rinviati di volta in volta in modo stucchevole, sono completamente d’accordo con te.
Mentre alla vigilia di Wimbledon avevo criticato un suo articolo su Nadal, ricco, secondo me, di concetti banali da sfegatato tifoso di un altro tennis, oggi riconosco al signor Mazzoni di aver preparato, con la sua solita abilità letteraria, un articolo contenente diverse verità.
Sono pienamente d’accordo sul fatto che Nadal voglia giocare i tornei importanti al massimo della forma, soprattutto lontano dalla terra, dove invece riesce spesso (meno quest’anno) a cavarsela con una condizione fisica approssimativa. Inoltre, a differenza degli infortuni alle ginocchia e alla schiena, che lo penalizzerebbero in qualunque situazione di gioco, questo infortunio, benché meno grave, lo farebbe giocare con un bersaglio stampato addosso. Nessun avversario avrebbe disdegnato di “picchiare” Nadal sul rovescio. Per questo credo che, mai come stavolta, sia fondamentale per lui ripresentarsi in partita con la mano destra completamente guarita.
L’altra grande verità è la scarsa capacità di comunicazione del suo staf che, come già accaduto nel 2012, rinviando di volta in volta i rientri non fa altro che alimentare incertezza sulle sue reali condizioni fisiche, dando spunto ai vari detrattori (o meglio, complottisti, come lei li ha giustamente definiti), di trovare aspetti su cui fondare i propri sospetti di pratiche illecite cui il maiorchino farebbe, secondo loro, ricorso per essere così dominante a livello fisico. A volte (parlo dello staff di Nadal) sarebbe meglio chiarire subito il tipo di infortunio e l’entità ed essere meno fumosi coi tempi di recupero.
Credo che lo rivedremo ad ottobre e non sarà il Nadal spompato del 2013, NON PER L’USO DI CHISSA’ QUALI POZIONI BENEFICHE PREPARATE DALLO ZIO TONY IN UN AMENO CASTELLO NEL SELVAGGIO ENTROTERRA DI MAIORCA, ma per il semplice fatto che non avrà nei muscoli le tossine di un agosto giocato a mille come lo scorso anno.
Quindi gli altri giocatori che invece partecipano sono tutti al top della condizione ? Federer nel 2013 ha avuto tutto l anno problemi alla schiena ma non si è mai tirato indietro
La verità è che nadal quando sente puzza di eliminazione nei primi turni si chiama subito fuori.
È pure sta farsa del posticipare la decisione di un giorno, di due e poi a inizio settimana, non sei un campione
Esatto!
Si deve riposare torna nel 2015
@ pier-Rafa (#1142608)
ciao,
guarda, l’ho scritto nel pezzo: sono sicuro che tornerà, e bello forte. Ovviamente con l’usura a cui si sottopone, ogni volta resta il punto di domanda su “quanto” sarà forte e soprattutto su quante volte ancora potrà tornare al suo top dopo altri problemi, che di sicuro arriveranno.
buon tennis
la vera anomalia è che pur infortunandosi tantissimo non ha mai subito operazioni chirurgiche.
Anch’io non credo a babbo natale. Troppe volte ci sono stati infortuni tali da non poter qusi camminare. Le ginocchia di Rafa 2 anni fa, sembravano lesionate in maniera irreversibile. Stop e ripartenza. Le sollecitazioni alle quali queste ginocchia sono state sottoposte hanno dimostrato che c’era poco di lesionato.
Bella disamina che rende giustizia alla grandezza di Rafa.
Mazzoni scrive sempre di essere annoiato da certi match ed esaltato invece per un altro tipo di tennis e quindi non pensavo mai che fosse questo il suo pensiero su Rafa.
Una sola pecca trovo all articolo se vogliamo. Hai scritto più volte di come ti sei espresso a ragione sui passati ritorni di Rafa, e quando alla fine dell articolo hai dovuto dare il tuo parere sul futuro del 2014 non ti sei schierato
avrei scommesso una tonnellata su wawrinka ma dopo la debacle con benneteau uso prudenza.
Peccato. Pessima notizia per gli appassionati.
Vedendo lo stato di forma del resto del gruppo (l’unico in palla è Federer ma chissà se tiene per altri 20 giorni) potrebbero esserci grosse sorprese agli USO. Voi che ne pensate?
Qualche sorpresa su cui scommettere?? 🙂
un giocatore che continua a remare da fondo campo basando tutto sulla forza e sulla resistenza è fisiologico che si logori molto prima degli altri, volete mettere la facilita del tennis di federer o di mc enroe?
borg e nadal hanno finito e finiranno la carriera molto prima degli altri!
ABOLIAMO LA TERRA BATTUTA e ridateci il tennis fatto di tecnica e volèè.
Altro silent ban e nessuno lo ammette. Occhi spiritati e vittoria al rolando poi il nulla. Lance Armstrong è in agguato.
sicuramente nadal sarà pronto per ripartire.
ad esempio nel suo comunicato su facebook non dice di essere ancora infortunato ma solo che non può competere e come ci ricorda giustamente mazzoni, lo spagnolo partecipa solo se è al massimo della forma.
quindi per quello che ne sappiamo il polso potrebbe anche essere già completamente guarito.
lascerei perdere però i paragoni con del potro, murray e altri tennisti che a differenza di nadal hanno subito operazioni chiurugiche…
Non so, sarò antisportivo, anzi lo sono certamente, ma quando Nadal è assente a me il tennis pare più bello. La sua presenza mi incute un senso di soffocamento, di mancanza d’aria. Il suo tennis fisico per me è antitennis, non posso farci nulla a me dispiace umanamente per lui e certamente la mia “cattiveria” mi spaventa, ma preferisco egoisticamente sentirmi meglio che sentirmi buono.
Va detto che nel tennis gli infortuni sono piuttosto comuni. Si pensi ad altri “celebri” infortunati come Del Potro o anche Murray (non adesso), ma poi ce ne sono tanti altri meno famosi che si infortunano e magari neanche ce ne accorgiamo se non notando che sprofondano in classifica dopo qualche mese. Pure a livello junior si infortunano, vd Kokkinakis che ha avuto spesso problemi e non parlerei tanto di cybertennis, ma piuttosto di predisposizione/sfortuna. Se ci sono certi problemi cronici c’è poco da fare…