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Stefan Edberg tra i suoi idoli giovanli e la crisi del tennis svedese

18/08/2014 09:47 2 commenti
Stefan Edberg ora è il coach di Roger Federer
Stefan Edberg ora è il coach di Roger Federer

Stefan Edberg dovrà riabituarsi alle luci dei riflettori, all’interno del circuito. L’ex numero uno della classifica mondiale è tornato ad essere seguito da vicino in qualità di allenatore di Roger Federer e, per questo motivo, ogni movimento compiuto o parola pronunciata possiede una certa risonanza. A Toronto, ad esempio, il primo della serie ha generato una piccola sorpresa. Non ha accompagnato lo svizzero ad un evento a fini promozionali incentrato, principalmente, sull’hockey su ghiaccio.

Proprio lui, originario di un paese amante di tale sport. “È vero, essendo svedese ci si sarebbe aspettata la mia presenza. Ho giocato fino ai sette, otto anni. Penso che la maggior parte dei ragazzi, nel mio paese, abbia esperienza sui pattini. Io non sono uno dei migliori, ve lo assicuro”.

Approfittando del tema della gioventù, parlare di idoli giovanili ha calzato perfettamente. Di questi tempi, senza dubbio, molti adolescenti guardano a Federer, allievo dello stesso Edberg, come alla figura di riferimento. “Il mio idolo da bambino? Borg, senza dubbio. Non sarebbe potuto essere nessun altro. Penso che tutto ciò che abbia fatto per il movimento tennistico svedese sia stato incredibile. È stato un innovatore, ha ispirato tutti. Per molti di noi, più che un idolo, é stato un eroe e qualcuno che valesse la pena ammirare”, ha precisato Stefan.

Inoltre, quasi involontariamente, ha tracciato un parallelo con la presente situazione del tennis svedese, assai complicata, nella quale non compaiono nè uomini nè donne all’interno della “Top 100”, per la prima volta nell’Era Open. “Tutti conosciamo la generazione successiva a Borg. È stata stupefacente. Ora che ci penso, lui ha avuto molto da vedere. Disponevamo di ottimi allenatori, un ambiente che favorisse il gioco, impianti in costruzione. Lui ha fornito da slancio, per fare tutto nel migliore dei modi. In quel momento non me ne rendevo conto ma ora, se vi ritorno con la memoria, capisco che ci trovassimo davanti alla migliore delle circostanze. Probabilmente, in Svezia le cose non torneranno più così. Possiamo tornare a vantare buoni giocatori, ma non di quel calibro”, ha dichiarato uno Stefan visibilmente rattristato.

La catena si è spezzata, indubbiamente.


Edoardo Gamacchio


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2 commenti

sons of garanganga 18-08-2014 14:31

Da’ una ripassatina ai verbi prima di scrivere il prossimo articolo… 😕

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Alberto Bonimba (Guest) 18-08-2014 12:48

Infatti io negli anni 70 iniziai a giocare a tennis con un grande maestro, Marco Lubrano, proprio grazie alle imprese di Panatta. Peccato che in Italia non c’e’stato nessuno a livello agonistico che potesse ripetere le vittorie degli azzurri di quel periodo.

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