Stefano Napolitano: una crescita che deve continuare
In questa prima metá del 2014 c’è un giovane tennista italiano che si sta mettendo in luce per la costanza di risultati e per i continui progressi che stanno caratterizzando il suo gioco: Stefano Napolitano è un classe ’95, nato a Biella, che ha cominciato a giocare a tennis all’età di 6 anni e da allora non si è mai fermato in questo suo bellissimo e personale viaggio che lo ha condotto di recente nel professionismo. Non ancora ventenne (è nato l’11 aprile), Stefano ha chiuso il 2013 al numero 862 del ranking ATP ma ha di recente raggiunto il suo best in classifica di numero 520 al mondo, anche se il suo piazzamento è destinato a salire già dalla settimana prossima dopo la conclusione del torneo Future di Fano dove ha raggiunto le semifinali.
Proprio gli ultimi risultati (buona la prova anche nel singolare al Challenger di Recanati) lo hanno portato a ricevere una wild card all’imminente Challenger di Cortina (42.500 euro di prize money più ospitalità): destroso e con un rovescio bimane, Napolitano si è ben distinto anche in doppio, vincendo recentemente un Future in coppia con Bortolotti e il ben più prestigioso Challenger di Vercelli insieme alla speranza azzurra Donati.
Bisogna dire che Stefano Napolitano colpisce per la sua personalità, dimostrandosi spesso solido mentalmente e capace di uscire indenne da situazioni che possono diventare “pericolose”: diversi episodi hanno rimarcato più di una volta la sua capacità di rialzarsi quando il punteggio si faceva scomodo, come quando conduci nel parziale, l’avversario ti ripiglia ma tu sei bravo a non scomporti e ritrovando la lucidità necessaria riesci a portare a casa il set.
Più volte ho letto pareri di appassionati o presunti esperti che inveivano contro la crescita lenta (a dir loro) delle nostre giovani promesse del tennis italiano, ignorando il fatto che piuttosto che un exploit roboante e che proietti improvvisamente il giocatore nel tennis che conta, sia possibile raggiungere risultati degni di nota anche in maniera progressiva e graduale, come se a ogni step raggiunto ne seguisse uno successivo, con l’asticella dei propri limiti che si alza sempre un pò di più e ci fa confrontare con sfide ogni volta maggiormente stimolanti rispetto alle precedenti: alla loro età questi giovani e promettenti tennisti possono vivere un salto di qualità da un momento all’altro, devono solo lavorare duro, faticare sul campo, limitare le proprie pecche (anche caratteriali), rimanendo fiduciosi sul fatto che un risultato incoraggiante prima o poi verrà raggiunto, perchè non esiste, o non dovrebbe esistere, gratificazione migliore del vedere ripagato il proprio impegno.
Il gioco di Napolitano ha ovviamente aspetti da migliorare, in primis gli spostamenti laterali soprattutto in risposta e un dritto che tante volte scappa ed è ancora da registrare ma la speranza è che continui a lavorare in modo proficuo, ricavando il meglio possibile dalle dure sessioni di allenamento, individuando gli aspetti positivi nelle proprie affermazioni e non demoralizzandosi più di tanto quando arriveranno le sconfitte: le aspettative attorno a questo ragazzo continueranno a esserci, speriamo che lui da queste sia motivato e riesca a continuare con successo la strada intrapresa fino adesso.
Un aspetto paradossale e non marginale infine dovrebbe farci riflettere: come detto Napolitano è classe ’95 (così come Matteo Donati) mentre l’altro grande prospetto italiano, Gianluigi Quinzi, è del 1996.
Nel momento in cui, indiscutibilmente le attenzioni si sono riversate su Donati e Quinzi (per i loro risultati in confronto migliori), bollando Napolitano come il meno dotato dei 3 e il meno forte in un’ottica futura, la tranquillità unita al minuzioso lavoro intrapreso in campo, hanno portato il buon Stefano a una sequela di risultati che per molti in precedenza era parsa quantomeno difficile da ottenere: può capitare che il talento non basti, poichè l’unico mezzo per forgiarlo e portarlo a un’auspicabile maturazione è solo il sudore della fronte, la fatica che ben si esprime con una solidità mentale generata da un equilibrio che appare pertanto imprenscindibile. Lasciamo lavorare questi ragazzi e abbassiamo la scure che giudica tutto in pochi attimi.
Alessandro Orecchio
TAG: Italiani, Napolitano, Stefano Napolitano
@ Buon Rob (#1127355)
pensavo fosse riferito all’ultima parte, bè allora sono d’accordo con te su tutto, quel tipo di commenti per me oltre ad essere irritante non è rispettoso di chi si fa un mazzo così per cercare di emergere. E i numeri in molti casi parlano chiaro.
Visto a Fano contro kubler. Mi è’ piaciuto moltissimo il servizio e il rovescio. Ottime volee. Grande combattente. L avevo visto a vercelli. Mi è’ sembrato in buon progresso
napolitano gran servizio
Io l’ho visto per la prima volta giocare a Recanati e mi ha colpito moltissimo, tanto che scrissi che me ne ero ‘innamorato’: mi piace il suo bel rovescio che trovo potente e molto pericoloso per chi sta dall’altra parte della rete, mi piace il suo servizio (a Recanati faceva un sacco di ace), ma forse più di tutto mi ha colpito il suo modo di stare in campo, da serio professionista già navigato: forse lo avrò visto poco ma non gli ho mai visto fare un commento isterico o protestare urlando, ne prendersela con chissà chi. I suoi punti deboli, a mio avviso, sono il dritto che spesso finisce in rete da quanto è teso e basso e la mobilità. Se aggiusta queste due cose può andare molto lontano, è molto giovane e può solo migliorare, a me da più fiducia lui di altri più ‘predestinati’ di lui. Di lui si dice che sia un gran lavoratore per cui attendiamo e vedremo presto con chi abbiamo a che fare.
No. QUARTO capoverso, quello che comincia con “Più volte ho letto”.
Qua i troll sono convinti che per diventare un top player devi essere top 20 già a 18 anni.
Io ho dimostrato con NUMERI che la realtà è diversissima (i top ten odierni più giovani a 18 anni erano ampiamente fuori dai primi 250, molti altri top player “più anziani” a 18 anni erano dei completi sconosciuti che manco frequentavano il circuito challenger), però se un teenager italiano (Quinzi, Donati, Napolitano, Eremin, TizioACaso che sia) perde una partita allora significa che “è uno scarsone che avrà una carriera mediocre”, “si ritirerà entro un anno”, “è un fallito e noi moriremo tutti”.
Ci vorrebbero meno giudizi di pancia sull’onda dell’emotività e più giudizi fatti con la testa.
Sempre preferito a Donati.. Vedremo se fisico e occasioni faranno di lui un pro..
@ drummer (#1127319)
Hai mai pensato che ci si riferisse alla pressione del dover essere a tutti i costi il campione italiano tanto atteso forte a livello Slam??? E secondo te questa pressione nasce solo in un sito o nei commenti di un blog?!?! Suvvia…
cioè il fatto che Napolitano sia quello “snobbato” dei tre, e, siccome ha meno pressione addosso, migliora più facilmente, grazie alla maggior serenità?
Intendiamoci, sono d’accordo sul fatto che sparare giudizi definitivi e affrettati sia un atteggiamento quantomeno censurabile, però continuare a credere che un giocatore per colpa di qualche centinaio di commenti su livetennis o qualsivoglia sito specializzato (perchè la dimensione più o meno è questa), si senta preso d’assedio, mi sembra una sciocchezza colossale.
La pressione mediatica è un’altra cosa, o meglio, questa è solo una goccia nell’oceano.
M’immagino un Quinzi che va in campo e pensa “cavolo, Tizio Caio ha scritto nel commento 257 che non arriverò mai nei 200 e che non batto mai i top100, come faccio adesso..”.. Non esageriamo, siamo realisti.
a me ricorda molto marin cilic
Io l’ho visto giocare mesi fa e mi è sembrato allora come livello attorno al 400/500 e mi pare che stia confermando la mia impressione con la classifica.
Siccome è un giocatore composto e serio, penso che non appena avrà fatto ulteriori miglioramenti sul dritto e sulla mobilità, farà il salto di qualità ulteriore per giocarsela nei 200.
Penso proprio che sia uno di quelli per cui i 100 siano fattibilissimi in tempi non lunghissimi.
Visto giocare un paio di settimane fà devo essere onesto mi ha impressionato piu’ per la linerità di gioco che per l’esplosività…. Cmq ritengo questa cosa molto positiva perchè gli da ampi margini di miglioramento. E poi ne parlano come di uno che lavora tanto e questo non potrà che aiutarlo nella sua carriera tennistica. In bocca al lupo Stefano.
L’estate è tempo di sagre e qua abbiamo la sagra dei luoghi comuni, vedo.
Kyrgios e Zverev sono australiano e tedesco, se vuoi puoi aggiungerci Coric croato, quali sarebbero tutti questi altri paesi?
Penso che alcuni dei nostri arriveranno ben più in alto del 200!
Eh già
@ Tommaso (#1126948)
sorrido nel pensare che negli altri paesi auspicano che i vari Krigios, Zverev ecc diventino dei to 10-20 e noi speriamo che un ns. giocatore diventi un top 200
povera italia!!!
Napolitano è sempre stato considerato più forte di Donati, infatti ha anche avuto una carriera junior migliore. Poi l’estate scorsa si è infortunato, non ha giocato per parecchi mesi, proprio mentre Donati ha fatto il salto di qualità. Adesso secondo me sono più o meno allo stesso livello.
@ Buon Rob (#1127000)
D accordissimo con te e con l autore del pezzo…sembra che in molti godano dei cattivi risultati o delle sconfitte dei nostri…comunque grazie per la spiegazione del punteggio itf
Perchè i punti dei futures non vengono sommati la settimana seguente come accade per i tornei ATP ma DUE settimane dopo, facendo parte del circuito ITF e non di quello ATP. Quindi i punti verranno conteggiati lunedì 4 agosto.
Comunque la Verità Assoluta è il quarto capoverso, tutti gli utenti troll dovrebbero leggerlo.
@ Diaboliko (#1126970)
Mi stavo chiedendo la stessa cosa
Finalmente non si parla solo di quinzi! Ma perché i punti di Fano non li hanno caricati?!?!? Aiutatemi a capire!!!! Credevo salisse nel ranking…
Eh sì,può entrare nella top200
Stefano mi piace tantissimo, se migliora il dritto e gli spostamenti, arriva velocemente insieme agli altri 2