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Annacone – Stephens: quando separarsi diventa una scusante per tutto. L’americana ora punta su Thomas Hogstedt

25/07/2014 09:40 7 commenti
Sloane Stephens classe 1993, n.22 del mondo
Sloane Stephens classe 1993, n.22 del mondo

Australia 2013: Sloane Stephens si rivela al grande pubblico nel primo Slam dell’anno con una vittoria che sa di clamoroso contro Serena Williams e che sembra assumere i contorni di un vero e proprio simbolico passaggio di testimone, con la Federazione americana e gli appassionati tutti che finalmente trovano la degna erede dello strapotere Williams.

Poco piú di un anno trascorso nell’attesa della conferma di quell’exploit ad alti livelli inseguendo la definitiva consacrazione e la Stephens, classe 1993 e attuale numero 22 del ranking WTA, sembra invece essere piombata in una spirale involutiva che le ha fatto perdere posizioni in classifica e non l’ha vista più affermarsi a grandi livelli, smarrendo quella condizione psico fisica e, in parte, quel suo gioco potente che l’aveva lanciata nel circuito.
La Stephens, ancora alla ricerca della prima affermazione in un torneo WTA, dopo l’Australian Open 2013 ha comunque raggiunto il 4T al Roland Garros (risultato confermato quest’anno), i quarti di finale a Wimbledon e un altro 4T all’Us Open sempre nella stagione passata, ma in generale sta vivendo un 2014 fin adesso al di sotto delle aspettative e in un apparente stato confusionario che hanno portato alla recente separazione, dopo soli 6 mesi, dal coach Paul Annacone, che nel 2013 aveva interrotto la sua collaborazione con Roger Federer.

Periodo difficile per Annacone ma quanto appare giusta la decisione della Stephens? Fino a che punto è possibile scaricare le colpe del proprio pessimo stato di forma tennistico su qualcuno che peraltro ha un “pedigree” da allenatore di assoluto rilievo?
Personalmente credo che la scelta di far saltare subito, o relativamente subito, la testa di un allenatore in mancanza di risultati soddisfacenti sia del tutto inappropriata a una crescita personale e sportiva degna di nota, controproducente ancor prima che una collaborazione fruttuosa riesca a dare un ritorno positivo. Troppo facile prendersela con un coach facendolo magari passare perfino per incompetente (non posso non pensare al sodalizio Sharapova – Connors interrottosi solo dopo 1 mese di rapporto per volere della bella siberiana), quando invece proprio magari la pazienza e la capacità di aspettare dei miglioramenti, sarebbero le uniche armi da mettere in campo.

La Stephens potrebbe essere un’ottima giocatrice, ha buoni colpi ma qualche chilo di troppo a mio avviso che ne limitano gli spostamenti soprattutto laterali: la pressione nel post Melbourne 2013 che si è riversata su di lei deve averle creato un blackout totale (o parziale a seconda dei punti di vista comunque rispettabili) che le hanno fatto perdere di vista la reale mission del suo operato. Avrebbe dovuto continuare a crescere, cercare di ottenere il meglio dal proprio stile di gioco, limitando le difficoltà e coprendo le sue lacune, assolutamente migliorabili: sono sicuro che con un coach valido come Annacone avrebbe ottenuto il tanto atteso salto di qualità desiderato e credo soprattutto che sei mesi siano davvero troppo pochi per intraprendere la strada giusta.

Non sempre il coach può essere il bersaglio unico per il proprio fallimento, sicuramente può avere delle responsabilità nel non riuscire a instaurare con il suo assistito un rapporto proficuo, ma in questo caso mi sembra più che altro che la mancanza di vittorie personali sia stata immotivatamente scaricata sul meno colpevole. Ammesso che di colpevoli si possa parlare. Annacone di par suo si è mostrato ancora una volta il signore che è, augurando alla Stephens i migliori successi dichiarandosi certo del loro repentino raggiungimento.
Un’autovalutazione più obiettiva da parte dei tennisti non guasterebbe e forse così salterebbero molti meno allenatori nel corso di una sola stagione.

È notizia di stanotte che Thomas Hogstedt è il nuovo coach di Sloane Stephens. Hogstedt allenatore è stato l’ex allenatore anche di Sharapova, Wozniacki e Haas.


Alessandro Orecchio


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7 commenti

Grace (Guest) 25-07-2014 18:12

Altezza: 1,73 m
Peso: 61 kg

non è in sovrappeso

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Ken_Rosewall 25-07-2014 18:04

@ pallettaro (#1124468)
Ho assistito ad un match dell Stephens a Roma e non mi sembrava affatto in sovrappeso ed eventualmente non credo la giovane tennista americana aumenti di peso per questioni economiche…
La mia opinione è che sia una questione di motivazioni.
Premesso che la condizione “Annacone ex allenatore di Sampras e Federer” non sia sufficiente per apportare miglioramenti ad altro/altra tennista, credo la Stephens abbia bisogno veramente di quella che lei ha definito “a fresh start” (resettare e ricominciare? 💡 )

Annacone: “Sloane and I had a lot of good things happen but just couldn’t get the desired consistency. And since we agreed that our situation was causing doubt and confusion in Sloane’s mind, I really wanted her to find clarity leading into the U.S. Open. This is why a change [now]”

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pallettaro (Guest) 25-07-2014 15:12

come quasi tutte le afromaricane è sovrappeso. Il problema dell’obesità in USa è maggiore nelle popolazioni afroamericane, dove, dicono le statistiche il 50 % delle donne è in forte sovrappeso.
Tante sono le componeti: sociali, economiche (costa di più mangiare sano rispetto ai coupon dei wall mart, ma soprattutto tanta ignoranza.

5
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fausto (Guest) 25-07-2014 13:21

Da giocatore ricordo Annacone al servizio vincere il gioco con 4 (QUATTRO) aces consecutivi……
Da allenatore chiedere a Federer….
Che sia troppo professionale e bravo per la Stephens?

4
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Marco (Guest) 25-07-2014 10:51

a questa tennista si vede chiaramente che mancano le motivazioni..
Deve fare chiarezza dentro se stessa

3
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giovanni (Guest) 25-07-2014 10:07

Ma sto Hogsted è peggio… A mio avviso, Stephens ha perso di potenza. Spesso sparacchia quel suo turbo dritto. Il rovescio,sebbene utilizzato in tutte le direzioni,non è un colpo naturale.

è molto emotiva.

2
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kenny (Guest) 25-07-2014 10:02

Per restare in tema di fulminei licenziamenti, la Wozniacki aveva dato il ben servito a Hogstedt poco dopo averlo assunto.

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