Spacca palle: il talento di Alexander Zverev, analisi del suo tennis
Inutile continuare a guardare all’insù, scrutando un cielo tutt’altro che azzurro… L’estate quest’anno pare proprio non volerne sapere di arrivare, con un vento teso che spazza via sogni di mare e vacanze. Un vento insolito che da inizio stagione spira consistente anche nel mondo del tennis, non così impetuoso da produrre l’agognata (per molti) rivoluzione ma che ha spazzato via qualche tema obsoleto e ci ha regalato diverse sorprese. Wawrinka campione Slam, Fognini super ad inizio stagione, pure l’Italdavis in semifinale dopo qualche lustro. Monte Carlo tutta svizzera era utopia, ma è successo; come Nadal che concede qualcosa sul rosso per poi tornare dominante a Parigi. Arriva Wimbledon, che si conferma il tempio del gioco con un torneo stupendo, animato da una forza rinnovatrice intensa. Il ranking post Championships parla chiaro: rispetto a quello 2013 qualche equilibrio è stato spezzato, qualche volto nuovo è entrato in società. Un treno partito da lontano, ma che proprio a Wimbledon ha iniziato a correre forte, introducendo scenari nuovi e diversi. Era l’ora che accadesse.
Se l’edizione 2014 dei Championships sarà ricordata per la splendida finale, il ritorno della Kvitova e soprattutto per l’esplosione di alcuni giovani (Kyrgios su tutti), proprio la scorsa settimana qualche centinaio di chilometri a sud est di Londra un altro giovanissimo ha destato grande impressione. Sto parlando del tedesco Alexander Zverev, registrato all’anagrafe il 20 aprile 1997, che in quel di Braunschweig (Germania) ha vinto il suo primo titolo Challenger a soli 17 anni. Un successo passato sottotraccia per colpa dall’ingombrante seconda settimana dei Championships. Del resto Braunschweig non è neppure nota come il classico “bel posto”… anche se vanta qualche spunto di interesse niente male. Sita nella Bassa Sassonia, non lontana da Hannover, ha una qualità della vita molto alta, vanta belle chiese gotiche e l’Herzog Anton Ulrich-Museum (il più antico museo pubblico di Germania – 1754 – con capolavori di Dürer, Van Dyck, Rubens e Rembrandt). Suoi figli celebri, tra gli altri, il matematico Gauss e la bella Christiane Harlan, attrice, cantante, pittrice, ballerina e soprattutto moglie del mitico Stanley Kubrick. Oltre al calcio e pure football americano, molto seguito il tennis nella settimana del Challenger, appena concluso. In un tabellone di alto livello si è fatto largo proprio il giovanissimo Zverev. Impressionante il suo cammino verso il successo. Kamke e Sousa demoliti, poi in semi ha lasciato le briciole a Golubev, battendo quindi in finale Mathieu in rimonta. Una vittoria che lo porta al n.285 del ranking questa settimana, e che ha incrementato in modo esponenziale la mia personale voglia di rivederlo, per apprezzarne l’ascesa agonistica, tecnica e mentale. Detto fatto.
Archiviata l’erba londinese, il tour ATP sbarca questa settimana a Stoccarda, dove oltre alla difesa del titolo del nostro Fognini c’è proprio Zverev in tabellone, in un primo turno coi fiocchi opposto a Rosol. La pioggia insistente di questa pazza estate fa di tutto per rimandare i match, ma mercoledì quasi al tramonto il momento finalmente arriva, e la sagoma del giovane tedesco cattura i pixel del mio monitor. Lo sguardo è intenso, l’andatura fiera. Cammina emanando una presenza da giocatore vero, ben oltre i soli 17 anni. Sul piano muscolare è ancora indietro, ma ha una struttura lunga e leggera, che non lascia immaginare un futuro da “palestrato”; anzi, potrebbe esser controproducente esagerare con l’appesantirlo di muscolari perché il suo gioco è basato su colpi molto fluidi, mai strappati in pura virulenza.
Già dai primi scambi Zverev mi intriga per come si muove in campo. Pare leggero, estremamente agile, un moto perpetuo in continui saltelli con uso importante delle caviglie che subito mi rimanda alle movenze del primo Guga Kuerten, che un po’ ricorda anche per struttura fisica. Attenzione: lo accosto all’irresistibile brasiliano solo per la sensazione di movimento. Guga aveva delle accelerazioni assolute, strappate, violentissime, con cui conferiva alla palla un peso ed una velocità improvvisa, totalmente istintiva e primitiva. Zverev pare un tennista assai diverso sul piano tecnico e tattico. Inoltre non è facile giudicare il tennis di un giovane da un solo match dopo averlo conosciuto come junior, ancor più se valutato in una partita anomala contro uno che offre zero ritmo come Rosol. Quindi mi ripropongo di rivederlo e valutarlo più avanti, spero presto.
La sensazione è che Zverev sia un tennista raffinato, decisamente tattico. Ama scambiare fino ad aprirsi il campo cambiando improvvisamente ritmo, trovando l’apertura di gioco e l’angolo vincente dopo aver mosso l’avversario. I colpi sembrano già ben impostati, ficcanti ed efficienti anche per l’altissimo livello. Non ho notato importanti lacune tecniche, e nemmeno punti deboli eclatanti. Tenuta fisica (e mentale…) a parte, sembra già piuttosto “pronto” per competere nel tennis che conta.
Il servizio è un colpo estremamente fluido, in cui tutto il corpo contribuisce alla spinta in accelerazione. E’ il modello “ideale” di servizio, esecuzione su cui deve aver lavorato (bene) fin da giovanissimo, perché il tutto appare molto naturale. Il lancio di palla è discretamente alto ed avanzato, a sfruttare al massimo la sua lunga leva. Appena la sfera gialla libra nel cielo, le gambe (che partono divaricate) si uniscono in avanti a trainare il peso del corpo nella spinta. Importante l’inarcamento della schiena, che insieme ad un mulinello del braccio racchetta molto veloce va ad aggredire la palla ribaltando ottimamente le spalle. Tutto avviene in continua accelerazione, fluido, senza strappi, con la spalla che scarica una buona velocità. Il gesto termina ben in avanti, forse un filo troppo (potrebbe subire le risposte lunghe e veloci se non riesce ad organizzarsi rapidamente dopo l’uscita del colpo). La velocità è già buona, ma ancora migliorabile nella punta massima. Cerca soprattutto l’angolo esterno, con una rotazione composita di slice e kick, in modo da aprirsi il campo e prendere una posizione di vantaggio. Ieri raramente ha cercato la botta al centro o la soluzione al corpo; dovrà lavorare per ampliare lo spettro di soluzioni, pena diventare prevedibile. Deve migliorare anche la velocità della seconda palla, che è però già abbastanza lunga e sicura.
Da fondo campo tiene bene lo scambio, governando il ritmo di gioco indifferentemente col diritto e col rovescio. Non ho notato uno sbilanciamento netto in uno dei due lati, e nemmeno la tendenza eccessiva a muoversi verso sinistra per colpire il “classico” inside-out. Preferisce tenere l’iniziativa, ma quando cade in difesa è veloce ed il suoi colpi gli permettono di girare l’inerzia a suo favore.
Il diritto sembra il suo colpo più potente e sicuro, con cui muove maggiormente lo scambio cercando l’accelerazione vincente. E’ un gesto piuttosto bello anche sul piano stilistico, ampio e regale, mai scomposto. L’apertura è importante, con la racchetta che si alza ben alta e quindi scende fino ad arrivare parallela-al-terreno/dietro, accompagnata dalla spalla che ruota insieme al busto, mentre le gambe restano piuttosto aperte e frontali. La fase attiva verso la palla è molto veloce, con il braccio che si distende quasi totalmente (maggior effetto leva e quindi velocità) e l’impatto che avviene alla massima estensione e velocità di rotazione, con la chiusura ben alta dietro; o laterale, quando cerca la massima velocità ruotando con tutto il busto nella spinta. Usa un certo topspin di controllo, ma quando cambia ritmo dandoci dentro lascia partire colpi più piatti e veloci, con impatti leggermente dall’alto verso il basso, cosa che richiede grande tempo e sensibilità per non affossare malamente traiettorie rette in rete. Usa bene il polso per la chiusura, soprattutto quando cerca il cross a media velocità nello scambio. Sembra capace di governare con agio tutte le diagonali, e pure la botta in lungo linea è sicura. Nel match vs. Rosol più volte ha comandato lo scambio col rovescio, poi si è girato sul dritto per un colpo inside out lungo ma non definitivo, con cui ha guadagnato campo, e quindi al dritto successivo invece di insistere sulla direttrice anomala in contro piede ha cambiato all’ultimo col polso in lungo linea, trovando alcuni vincenti molto belli e velocissimi. Imprendibili e di difficile lettura.
Il rovescio bimane è giocato in modo molto personale. Nonostante abbia lunghe leve, distende pochissimo le braccia nella ricerca dell’impatto, che avviene infatti piuttosto vicino al corpo, leggermente in avanti. La sensazione è che spesso, soprattutto quando tira il cross, non entri molto “nella palla”, conferendo una veloce spazzolata di controllo con un discreto spin e velocità grazie all’esecuzione altrettanto veloce in accelerazione. Quest’impatto molto vicino al corpo a volte gli ha fatto perdere il miglior controllo, con la palla che è morta in rete. E’ forse l’aspetto tecnico su cui dovrà lavorare maggiormente, visto che salendo di livello affronterà rivali che proporranno scambi ad intensità e velocità sempre più elevata, e questa esecuzione non sembra totalmente efficace se messo sotto pressione, quando è ideale appoggiarsi sulla palla del rivale con un gesto più veloce e corto. Sembra controllare con più agio l’incrociato del lungo linea, che però trova con buona sicurezza appoggiando bene i piedi con il destro avanzato e lasciando in questo caso partire uno swing più aperto per cercare l’impatto e chiudere in alto. E’ un colpo piuttosto naturale, ma che usa più per lo scambio che per trovare un winnner o aprirsi il campo. Quando è costretto a tirare la botta, tipo un passante in corsa, la palla gli esce retta e veloce, segno che il suo tempo di impatto è notevole anche sotto pressione (e per questo prima consigliavo uno swing meno “strozzato” e più netto dentro alla palla, visto che riesce ad eseguirlo…). Quando stacca la mano il tocco sembra buono, anche nei recuperi più estremi, ma la palla gli esce un po’ lenta e non troppo lunga; è una soluzione tecnica su cui deve lavorare, perché amando i cambi di ritmi ed essendo veloce coi piedi nel cercare la palla, un back ficcante può diventare una soluzione tattica estremamente interessante.
Davvero interessanti sono gli appoggi con cui cerca la palla, quella sorta di danza molto dinamica anche nelle fasi di attesa. Non stai mai fermo, è un moto continuo, e questo lo aiuta non poco nella ricerca della palla, che è notevole. All’occhio meno esperto potrebbe anche apparire lento, proprio perché non scatta quasi mai nell’approccio al colpo, anticipando sempre l’arrivo della palla e posizionandosi in modo corretto a trovare il miglior controllo.
Alla risposta l’ho trovato un po’ conservativo, troppo lontano dalla riga di fondo cercando di rispondere solo in campo e lungo per iniziare uno scambio, senza prendere l’iniziativa. Purtroppo è la tendenza del tennis “conservativo” attuale, anchilosato sullo scambio di ritmo… ma questo potrebbe essere dovuto non solo alla scarsa esperienza ma anche al fattore contingente del rivale, il bombardiere Rosol, difficile da contenere ed aggredire anche sulla seconda di servizio. Con il suo bagaglio tecnico e senso del gioco, una risposta più aggressiva potrebbe esaltarne le caratteristiche.
A rete è totalmente da rivedere, pochissime le volte in cui s’è avventurato in avanti. Il tocco non sembra un problema, e con quelle misure potrebbe coprire il net assai bene.
In conclusione, Alexander Zverev mi ha davvero colpito, primissime sensazioni molto positive. Possiede un tennis moderno ma con elementi di classicità, segno evidente di talento tecnico innato. Ama scambiare ed aprirsi il campo accelerando all’improvviso, il tutto senza importanti lacune tecniche e con un gioco molto fluido. Andrà rivisto più volte, contro avversari più tosti e continui nello scambio, che lo mettano maggiormente sotto pressione anche dal punto di vista fisico, e della tenuta mentale. Contro Rosol infatti è letteralmente “esploso” nel finale di partita, in uno dei momenti decisivi. A quell’età non sempre un po’ di furia è negativa, anzi. Un certo temperamento è segno di carattere, di quella fiamma da agonismo necessaria per competere al massimo livello. L’importante è che riesca a crescere nell’autocontrollo e che instradi quella spinta emotiva in modo positivo, in voglia di vincere e affrontare di petto la competizione.
Se sarà capace di produrre il suo tennis completo e raffinato anche ad alti ritmi, reggendo sul piano fisico (altro aspetto su cui dovrà lavorare duramente), Zverev sembra possedere tutto quel che serve per esplodere velocemente. Il suo potenziale non è inferiore a quello mostrato da Kyrgios a Wimbledon, per intenderci, ma con colpi, tecnica e tattica molto diverse, più classiche. Sarà un piacere seguirlo perché il suo tennis è interessante e divertente.
Marco Mazzoni
TAG: Alexander Zverev, analisi tecnica, ATP Stoccarda, Challenger, Junior, Marco Mazzoni, Spacca Palle, talento, Zverev
@ paolo (#1114195)
ciao,
in questo momento non ha senso fare un paragone tra GQ e Zverev, i due stanno avendo una traiettoria di crescita molto diversa, troppo per essere paragonati. E’ evidente dai risultati (e soprattutto dal gioco) che Zverev è più avanti. E’ necessario aspettare GQ senza sparargli addosso per essersi un po’ fermato rispetto ad altri nella sua crescita, possono capitare dei momenti così. L’importante è GQ trovi una certa stabilità nel suo team, continuità di lavoro e che si pongano obiettivi importanti di miglioramento tecnico, tattico e fisico. Quando questo sarà fatto, allora valuteremo serenamente come è la sua situazione
Aspettiamo
Secondo me quinzi lo sottovalutate.
Al rientro se l’è giocata alla pari con Dzumhur..senza contare le prime 4 tds (dzumhur è proprio la 4), GQ avrebbe potuto vincere con chiunque secondo me.
Ha tanto da migliorare ma già un bel livello.
Se solo continua a migliorare il servizio, può già fare davvero bene..con un bel servizio porterebbe a casa i game con più facilità e inoltre riesce a brekkare l’avversario spesso.
A detta sua, il servizo lo sta allenando molto e migliorando..la seconda è molto debole ma tanto carica d’effetto.
Analizzo anche i numeri di Coric che proprio oggi ha perso da Dzumhur in due set non lottati: 6-2 7-5.
Mi limito ai numeri perchè non l’ho visto giocare, e non faccio come altri utenti che credono di sapere tutto vedendo un livescore.
Coric:
0 ace, 1 doppio fallo
Nonostante un 70% di prime, ha vinto solo il 52% di punti con la prima.
Ha vinto più punti con la seconda che con la prima.
Nel primo set con la prima ha vinto il 38% di punti: più l’avversario che lui, sulla prima di servizio..
Ha concesso 13 palle break in 2 set..e brekkato 8 volte..
E nelle due precedenti partite vinte, i numeri al servizio non erano tanto meglio
Zzzzzzzz….mi sono addormentato leggendo…w l’essere prolisso…
Dzumhur non sarà un fenomeno, ma è di sicuro un giocatore che a breve saprà ritagliarsi un suo spazio
@ paolo (#1114189)
guarda che hai capito male…è Dzumhur che ha fatto fuori Coric vincendo 6-2 7-5…ahahahah, leggete bene i messaggi prima di prendere certe cantonate….il bello è che scrivi pure che eri sicuro che Coric avrebbe vinto…ahahahah
…ti commenti da solo….magari un’occhiata allo score prima eh?..
vorrei sapere da Mazzoni un confronto fra QUINZI e ZVEREV
A me pare che il tedesco benchè un anno più giovane sia di un livello assoluto superiore…
L’ho visto giocare di recente e non c’è paragone con GQ
Non parlo solo di servizio ma del gioco in generale che il tedesco riesce ad esprimere
Un anno fa però non c’era questa grossa differenza che ora c’è..
In generale GQ per me non è progredito è concorde ?
@ sasuzzo (#1114147)
Ciao 🙂
Guarda di GQ ho scritto a marzo (mi pare), purtroppo rispetto a Zverev è più indietro sotto tutti i punti di vista, ma non è detto che arrivare presto significa arrivare bene.
Zverev lo conoscevo come J, è cresciuto di brutto, ed è piuttosto pronto per il livello Challenger, vediamo ATP
buon tennis
non avevo dubbi che CORIC vinceva oggi con Dzumhur che ha battuto GQ..
L’ho scritto 2 giorni fa
Dzumhur non è nulla di che e un giovane come CORIC di belle speranze l’ha battuto cosa che GQ non è stato capace
beh Kyrgios ad esempio fu battuto da Quinzi..ma che vuol dire??non sno esperto ma per me significa nulla..il dato incnfutabile è che Kyrgios con 10 mesi in più gioca i grandi slam…che Zverev con un anno in meno ha vinto un challenger importante e gioca gia i tornei atp..chiaro che ognuno ha i suoi tempi..e comunque non è male Dzumhur..è arrivato al 3 turno agli AO se non sbaglio
Lo stesso Dzumhur che ha battuto l’altro ieri il tanto contestato Quinzi in 3 set ha appena eliminato Borna Coric con un 6-2 7-5… meditate gente…meditate
Kozlov e Coric hanno tutte le potenzialità per essere dei top 10, poi le variabili sono tante e non è detto che ci riescano. Personalmente penso che Kozlov possa addirittura ambire alla leadership della classifica ATP, ma è presto per fare previsioni, molto dipende anche dallo sviluppo fisico che avrà. Comunque tra il ’95 e il ’98 ci sono fior di giocatori potenzialmente competitivi, tra cui anche qualche italiano…… 😈
Mazzoni hai dato ottimi giudizi su molti giovani o campioni affermati. Dopo un match (uno !!!) su terra hai stampato 3 paginoni su Zverev. Ti avevo chiesto tempo addietro un giudizio sul 18enne Quinzi e mi hai risposto che ERA PRESTO. Mmahh. Mi sa che le mie perplessità sul nostro GQ il tuo SILENZIO me le stia confermando. Grazie comunque e complimenti per la tua sapienza tennistica. Sul serio.
e l’altro che avrà un gran futuro è, a mio avviso, Borna Coric
@ cataflic (#1113997)
secondo me Kozlov arriva molto più su di quello che dici te…
@ Simone (#1113916)
Non sono un professionista, in germania in coppa a squadre ci sono 6 singolari e 3 doppi, e spesso molta differenza tra i numeri 1 ed i numeri 6 😉
Questi giovani talenti sono grandissimi potenzialmente ma la cosa da considerare è che sono tutti figli d’arte con famiglie di allenatori o tennisti pro alle spalle (Zverev ma anche Kozlov). Hanno respirato tennis di livello sin da piccolissimi per cui partono con un certo vantaggio nel know how diverso da chi invece è più self-made senza scuole alte e padre professore! L’essere più grezzo di Quinzi è in tal senso scontato essendo uno sciatore mancato e non figlio d’arte tennistico.D’altra parte una certa scolasticità da manuale che li caratterizza se da un lato li aiuta dall’altro può per loro anche essere alla lunga un limite nello specchiarsi nel bel gesto impeccabile che se non affiancato ad una grande personalità agonistica, ad una capacità di reazione, ad una inflessibilità nell’impegno e anche se permettete nel portare qualcosa di inedito ed originale (direi di Agassiano) fuori dalle righe del bel gesto e non insegnato scolasticamente può rivelarsi fine a se stesso e non così efficace. Parenti di e figli di nel tennis raramente sono andati molto avanti alla Valentino Rossi nel motociclismo che ha superato il padre.Da Claudio Panatta a Patrick McEnroe! In un certo senso per essere fenomeni veri e unici occorre essere una specie tutta particolare e a parte che si impone non per nome, non per scuola ma per ciò che si è in senso molto personale e proprio!
Fortissimo ma mi sa troppa poca potenza per i vertici altissimi.
Penso che a livello tra i 50 e i 20 però dovrebbe arrivarci.
il più forte di tutti i giovani è Stefan Kozlov, vedrete….
@ Spero in Quinzi (#1113932)
ehhhhhh…fra i primi tre ora….esagerato….non avete il senso della misura
Io l’ho visto al Bonfiglio e mi ha subito dato l’impressione di stare guardando un futuro grande del tennis.
Negli ultimi match quello che mi ha impressionato è la profondità che riesce a tenere, segno distintivo dei top.
Non avrà la manina fatata di Kozlov o il servizio di Kyrgios nè la bestialità di Tiafoe o la quadratura di Coric, nè il ritmo di Quinzi, ma penso che molti di questi li guarderà dall’alto.
Occhio anche a Luz che è un po’ più limitato come talento ma penso a breve andrà a rimpolpare la schiera di picchiatori sudamericani…ha un dritto impressionante!
Zverev ha anche vinto il Bonfiglio dell’ anno scorso
Mi dicono essere il fratello di Mischa già n 145 al mondo e figlio (nonchè fratello….) d’ arte essendo i suoi genitori entrambi maestri di tennis.
ps come sempre chapeau a Mazzoni per l’ articolo………….
Tifo Quinzi (mi pare chiaro) ma Zverev fa impressione, fra non molto, tra i primi tre sicuro
@ Uberto de Morpurgo (#1113904)
Ti ringrazio per questo commento 🙂 Credo che tra i nati nel periodo 95-97 sia di gran lunga il più futuribile per l’altissimo livello perché mi sembra il più completo: fisico, colpi, soluzioni, il tutto con ampi margini di miglioramento nell’intensità. Andrà rivisto (come ho scritto) a livello di tenuta fisica e mentale, ma alla sua età è normale che possa avere delle pause.
Chi sei uberto?
Nel senso se sei un professionista, visto che ci parli di una partita contro di lui 😉
Ci ho giocato contro in coppa a squadre in Germania l’anno scorso e devo dire che (oltre alla quantita’ di maionese sulle patatine fritte a cena dopo il match…) mi ha impressionato la facilita’ con cui gioca. Rispondeva SEMPRE in scioltezza a servizi vicini ai 200, sempre molto vicino alla riga…davvero impressionante. In breve, ne ho vista di gente forte anche se non tutti i migliori junior per carita’, ma lui e’ il junior che mi ha colpito di piu’ in tutta la mia vita.
L’ho rivisto contro Giannessi a Dusseldorf, ha avuto chiaramente un problema fisico (Giannessi ha rimontato e vinto al terzo) ma fino al 62 20 per lui stava dominando.
Davvero un ottimo giocatore, esploso all’improvviso dopo una programmazione ambiziosa, fatta esclusivamente di qualificazioni ai challenger. Poche settimane fa perdeva male da Lindell, ora ha vinto un challenger prestigioso e a Stoccarda ha dato filo da torcere a Rosol, non certo l’ultimo arrivato. Può diventare a tutti gli effetti l’erede di Haas.
Complimenti per l’articolo, ben scritto e pienamente condivisibile. L’ ho visto giocare e subito mi e’ venuto da tifare per lui. Unica cosa, dovrebbe frequentare piu’spesso per andare a raccogliere il frutto dell’eccezionale spinta da dietro. Intanto il fratellone Mischa, che pure giocava un bel tennis anche se diversissimo dal suo, sembra sparito dalla circolazione, come se avessero fatto una staffetta.
“in un tabellone di altoo livello si è fatto largo proprio il giovanissimo Zverev”..infatti..non potevano essere tutti in giornata no come scriveva qualcuno…questo ha talento…