Sempre Nadal a Roland Garros. Primo giocare nella storia ad aver vinto 9 volte il torneo di Parigi (Video)
Ore 15.13, Parigi. Djokovic alza nel cielo la prima palla della finale 2014 del Roland Garros, che si perde verso un sole infuocato. Sembra estate piena, fa caldo e la terra è secca, indurita dalla calura degli ultimi giorni che sta opprimendo “Ville Lumiere”. Il serbo soffre notoriamente il caldo, Rafa ci va a nozze... ma Novak inizia col piglio giusto: anticipa le palle lunghe e vigorose di Nadal, trovando impatti precisi di rovescio con i piedi che sfiorano la riga di fondo. Vince in sicurezza il primo gioco, ma dopo il cambio di campo è Rafa a menare le danze ed il ritmo. Con sguardo fiero e scuro El Rey infila una serie di drittoni dei suoi, e fa capire che sarà un pomeriggio lungo. Molto lungo, soprattutto per il futuro papà Novak…
La partita inizia con il canovaccio che ci si aspettava, ed il pubblico assiste silente, con pochi momenti di esaltazione collettiva. Djokovic muove di più il gioco, trova gli angoli ed anticipa le palle di Nadal, che invece alza al massimo i giri-motore del suo topspin, colpendo in sicurezza e cercando di non sbagliare nulla. Ai cambi di campo il serbo estrae un sacchetto con dentro della roba scura (che era?), che addenta e mastica con calma, rifiatando e guadando nel vuoto. E’ un inizio di match cauto, da parte di entrambi. Nadal sbaglia qualche rovescio quando è costretto a tirarlo in corsa, con Djokovic che sfida il dritto del rivale per poi girare lo scambio proprio sul lato destro di Rafael, il più debole. L’iberico invece cerca di buttare il serbo il più possibile fuori dal campo con le sue toppate, in modo da anestetizzarne l’anticipo, l’arma con cui il “Djoker” gli ruba il tempo e lo può mettere in estrema difficoltà.
Nell’ottavo gioco Djokovic entra di brutto nel servizio di Nadal, trovando alcune risposte lunghissime, letteralmente nei piedi di Nadal, che non riesce a gestirle. 15-40 e prime due palle break per il serbo. Nadal reagisce e le annulla, ma arriva un’altra risposta fulminante che frutta la terza palla break. Rafa esagera con un drive anomalo e Novak scappa avanti 5-3, a servire per il primo set. Ma serve male Novak e sembra aver fretta. Cambia improvvisamente quella tattica paziente in spinta che l’aveva portato avanti, cercando un’inutile smorzata e forza un paio di dritti che non sarebbero stati vincenti. Nadal ottiene due palle break, ma Djokovic si ricompone, respira e non affretta più tempi. Le annulla ritrovando precisione nel dritto e lunghezza di palla. Chiude il primo set con un dritto anomalo sparato dal centro. 6-3 Djokovic. Quando Novak è riuscito condurre lo scambio con i piedi sulla riga e posizionato al centro del campo ha sempre messo in difficoltà il rivale. Da quella “mattonella” può trovare ogni angolo, sia col dritto che col rovescio, è la situazione tattica ideale a rubargli tempo e campo.
Secondo set. Inizia a servire Nadal, che prende più spesso l’iniziativa col dritto, trovando alcuni vincenti lungolinea. Sul 3-2 Djokovic commette un doppio fallo e un paio di errori, concedendo la prima palla break a Nadal. Scambio durissimo, condotto dall’iberico che non è fortunato, visto che la palla (vincente) gli esce di un soffio. Ma il pressing di Novak in questa fase è meno lungo e continuo, ha evidentemente ridotto l’intensità della sua spinta. Nadal adesso ha più tempo per girarsi sul dritto a sparare le sue cannonate velenosissime, e ottiene il suo primo break, 4-2. Reagisce Djokovic, con risposte lunghe e profonde si procura due palle break. Trasforma la seconda con l’ennesima risposta insidiosa in anticipo, è subito contro break. C’è lotta adesso, e la sensazione è che nella lotta Nadal salirà, e Djokovic andrà in difficoltà. Novak spinge di meno e Rafa cresce, anche nel numero dei vincenti. Il n.1 non sfrutta una palla break che poteva portarlo a servire per il secondo set, ma il break arriva sul 6-5, nel momento decisivo. Nadal non solo ha impattato il conto dei set, ma è riuscito a buttare la partita sulla lotta, sulla fisicità di scambi lunghi, e con questo canovaccio sul rosso diventa imbattibile.
Infatti arriva subito il break a suo favore nel secondo gioco del terzo set, con una volee facilissima affossata a rete da Novak. Segno di fatica, e di resa. Djokovic pare svuotato, subisce una serie di colpi terrificanti di Nadal, che ha gioco facile nell’entrare su palle più corte e troppo deboli del serbo, adesso un fantasma rispetto alla macchina precisa d’inizio partita. Da metà del secondo set tutti numeri di Nole sono crollati, segno evidente di come si sia affievolita la sua spinta, mentre Nadal è stato bravo a fiutare il sangue ed azzannare il rivale nel momento di difficoltà. 3-0 Rafa nel terzo set in pochi minuti. L’inerzia della partita si è spostata totalmente dalla parte dell’iberico; anzi, di fatto la partita non c’è più. Le palle escono lente dalle corde del serbo. In risposta Djokovic non fa più la differenza, l’intensità della sua spinta è scomparsa. Non riesce più a togliere il tempo al rivale, che invece con “più tempo” fa mulinare i suoi piedi a tutta ad intercettare le traiettorie di Novak, non più lunghe ed insidiose come ad inizio partita. Quel famoso “metro di campo e secondo di tempo del gioco” su cui si sarebbe giocata la partita è stato strappato dall’armata del Rey della terra. La dimostrazione è lampante anche per chi di tattica ne mastica poco: mentre per la prima ora e mezza di gioco era Nadal a rincorrere da dietro sulle accelerazioni pressanti del rivale, adesso Rafa è spesso con i piedi in campo e colpisce quasi solo di dritto, segno di una palla più corta e lenta di Djokovic, che gli da tutto il tempo per girarsi, aprire ed impattare.
Il match scivola via. Di spettacolo vero da qua in avanti proprio “pochino”, solo le bordate di Rafa, adesso gladiatorio. Un altro tennista rispetto alle miserie di Madrid o alla condizione ancora modesta di Roma. Pochi i sussulti, come sul 4-2 del terzo quando Nole prova l’ultima disperata reazione, ma Nadal è ormai in controllo, e annulla con gran classe. Il terzo set si chiude 6-2 per “il toro”, che veleggia sicuro verso la sua coppa, quella che anche quest’anno nessuno riuscirà a strappargli. Nel quarto set il primo break arriva sul 3-2: ennesimo scambio duro ad altissima rotazione, con un rovescio del serbo che largo. Djokovic getta il cappellino, focalizza le ultime energie e trova una serie di buoni colpi, contro break e poi 4 pari. Qua un game molto intenso, con Nadal che tiene il servizio ringhiando ed esultando con un furore agonistico assoluto. 5-4, serve il serbo, 30 pari. Affretta troppo i tempi, spara lungo un dritto, è match point Nadal. Djokovic si imballa, serve male, si deconcentra e spara lungo il secondo servizio, Game Set Match Nadal. Polemico Djokovic con gli spalti, nettamente disturbato tra prima e seconda di servizio, ma non ha perso il match in questo momento, bensì molto prima. Crolla in ginocchio Rafa, il Re della terra è sempre lui.
In conclusione, la finale è andata esattamente come ipotizzato alla vigilia. Non c’era bisogno di possedere chissà quali doti divinatorie… basta conoscere la storia della rivalità tra i due campioni. 42 match, moltissimi uno fotocopia dell’altro, e questo non sfugge alla lunga (e lasciatemi dire stancante) serie. Sul rosso e tre set su cinque Djokovic non è in grado di produrre la sua differenza tecnica per un tempo sufficiente a vincere; anzi, è parso in calo nell’intensità rispetto alla semifinale dell’anno scorso, quella che perse per quell’invasione sciagurata. Al contrario Nadal è cresciuto nel torneo, match dopo match, elevando come al solito la sua intensità e toccando il picco massimo proprio al match più importante.
Nadal è stato superiore nel resistere alle difficoltà iniziali, stringere lentamente il rivale nella sua morsa e portare la partita sul binario che preferisce, quello della lotta agonistica, dove diventa imbattibile. Ancor più sulla terra. Un vero iron man Rafael, lucidissimo nell’approfittare del primo calo del rivale e girare l’incontro su scambi durissimi. Nessuno ha la sua forza e la sua energia, praticamente infinita. Ti aggancia e non ti molla più. Djokovic era riuscito all’avvio ad imporre i suoi schemi rubando il tempo all’avversario, ma come era prevedibile non è riuscito a farlo per un tempo sufficiente a portare a casa la partita. Se l’anno scorso il serbo ha gettato un’occasione forse irripetibile, quest’anno ha assai meno da recriminare, e tutto è concentrato nel finale del secondo set, quando è iniziato il suo calo fisico, proprio nel momento decisivo del match. Solo riuscendo a spingere durissimo in quel momento forse poteva portarsi avanti di due set, e chissà… Nadal è stato più duro, più forte e più tosto. Ha meritato l’ennesimo successo a Parigi, dove storicamente vincono i più duri e continui. E’ atleta ideale per il tipo di tennis che oggi si gioca al massimo livello, un tennis estremamente fisico. Da domani si volta pagina, tutti sull’erba. E tutti dovranno fare i conti con un Nadal così lanciato.
Marco Mazzoni
La partita punto per punto
TAG: Djokovic, Nadal, Novak Djokovic, Rafael Nadal, Roland Garros, Roland Garros 2014
Beh,neanche usopen e wimbledon contano tanto
vorrei sapere dall’egregio Mazzoni, perché trova “stancante” la rivalità tra i due fuoriclasse di questi ultimi anni. Forse erano “stancanti” gli 80 match tra Navratilova ed Evert? O dovremmo augurarci che non nascano fuoriclasse, ma solo campioni “normali”, solo per avere maggior varietà nelle grandi finali? Temo che la risposta sia quella più ovvia: si stancano solo quelli che “non amano”, per i più svariati motivi, né il maiorchino né il serbo.
Quoto
Beh,poteva anche andare peggio e nn far vedere l’ultimo game :))))))))
@ fabious (#1091206)
😯
Quoto
due parole per descrivere questa era tennistica: CHE ..LLE!
Il tennis è riuscito a diventare più noioso della F1, il che è tutto dire…..
ahimè conta vincere e quindi l’efficacia…ti capisco eh ma non esagererei troppo è stata tutto sommato una bella partita
@ Angie (#1091479)
Da questo punto di vista e dal fatto di migliorarsi sempre nonostante il suo già ricco palmares, lo sportivo migliore di tutti i tempi.
Vorrei anche complimentarmi con gli utenti che avevano individuato dei cedimenti in Djokovic nella partita con Gulbis.
Io pensavo che potesse farcela ma sbagliavo. Quindi complimenti anche alla redazione che nel commento di ieri aveva tratto valutazioni assai indicative.
Rientro ora e leggo il risultato.
Sbalordito da Nadal. Al di là dei miei sospetti di doping – identici per il suo rivale di oggi – non posso che fargli i miei complimenti.
Senz’altro un campionissimo.. Sono veramente ammirato da questo ragazzo introverso e difficile e anche non poco nevrotico che riesce sempre a trarre il massimo da sé. Quanto è bravo!!
Ho cercato di vedere un pezzo della finale, ma dopo un po’ ho mollato. Questo non è tennis, ma una battaglia tra fabbri.
Il fattore estetico, per me componente fondamentale di questo sport, completamente annullato dalla forza e dalla furia. No, uno spettacolo che non fa per me. Se dev’essere questo, allora rivoglio il pugilato eroico degli anni 70.
Se l’ATP e l’ITF non fanno nulla per ridare nobiltà a questo sport, hanno perso un appassionato: il sottoscritto.
P.S. Complimenti a Marco, che su questo disastro estetico è comunque riuscito a scrivere un bel pezzo.
Viste entrambe e per una volta il livello della finale femminile è stato nettamente superiore a quello della corrispondente maschile. Scambi più al limite – fatte le ovvie proporzioni legate alla potenza – e nettamente più spettacolari. Per tutto l’incontro c’era stata la sensazione che la partita potesse girare, cin la Sharapova che trasmetteva paura. Emozioni che oggi sono completamente mancate.
E secondo te non poteva essere semplicemente una giornata storta? Ne avrà avuta pur qualcuna in 9 anni di RG… Altre volte sarà riuscito a portare a casa il match pur non essendo in giornata, quella volta invece l’avversario è stato particolarmente bravo ed è riuscito a batterlo. Prima o poi doveva succedere.
Aggrapparsi a un fantomatico infortunio per giustificare l’unica sconfitta di Nadal a Parigi su 67 partite è puerile
tornano quando Rafa perde…chiaro..ahahhahaha
tornerà quando Rafa perderà 😎
@ livio89 (#1091240)
Wimbledon è sempre un’incognita perché non è mai stata la sua superficie preferita, o meglio, la superficie è sempre stata per lui la meno congeniale (anche se ha fatto risultati ottimi, 6 finali di cui 2 vinte eh, roba che molti tennisti si sognano). Io penso che dipenderà molto dai primi turni. Ma lo zio ha detto che quest’anno le ginocchia stanno bene, quindi ciò vuol dire che può piegarsi di più per colpire, il che farebbe presumere di avere qualche chance. Vedremo….io non mi faccio ingannare dall’episodio di oggi. Per carità, Nadal ha dimostrato che c’è sempre e sarà sempre li a cogliere ogni occasione, anche perché Djokovic non può fermarlo sempre come si erano illusi i federiani tipo Rogerina. Io dopo quello che è successo in Australia fino a quando non gli vedo alzare la coppa non mi sbilancio mai perché devi fare i conti con altri fattori esterni. Vedi in Australia cosa è successo: Djokovic fuori ai quarti, Nadal sembrava avviato verso il 14° slam, e invece toh, la schiena l’ha fermato. Questo per dirti che niente è scontato e fin quando l’arbitro in finale non dice “game, set, and match Nadal” io non mi pronuncio. Chiaro?
Primo “giocatore”
Ti rifilo la versione romantica che diceva Guido Oddo:il tennis 2/3 e’ un racconto, 3/5 e’ un romanzo.