Piatti e Sartori, stage a Bordighera. Tre giorni con i Super-Coach azzurri
Neanche il tempo di godersi l’ottimo Roland Garros del suo allievo Milos Raonic, per la prima volta ai quarti di finale in un torneo del Grand Slam, e subito Riccardo Piatti ha già voltato pagina. Di rientro da Parigi, dove il canadese si è arreso solo al numero 2 del mondo Novak Djokovic, l’affermato tecnico comasco si è fermato al Bordighera Lawn Tennis Club 1878, dove da questo pomeriggio fino a sabato terrà uno stage di tre giorni insieme a Massimo Sartori, per visionare i progressi compiuti da una dozzina di giovani che si allenano sotto la loro supervisione. “Questi incontri – spiega il presidente del BLTC Maurizio Massaccesi – sono la base del loro metodo d’insegnamento. I ragazzi vengono una volta ogni tre mesi, tutti con i loro maestri, e il team di Riccardo cerca di fare una sorta di punto della situazione, andando a verificare che gli accorgimenti messi in pratica dall’ultimo incontro abbiano dato i risultati sperati. Fatte le dovute valutazioni, poi, insieme ai singoli maestri viene studiato per il periodo a venire un nuovo piano di lavoro, che andrà poi verificato nel successivo incontro”. Nelle giornate a Bordighera, i giovani lavorano sia al mattino sia al pomeriggio, dividendosi fra la palestra del club e i tre campi in terra rossa messi a disposizione. Numerosi i nomi interessanti in chiave futura, sia italiani sia stranieri, che hanno optato per la ‘cura Piatti’: da Ferruccio Cuomo a Simone Roncalli, passando per le gemelle Bianca (questa volta assente) e Anna Turati, i fratelli australiani (di origini russe) Alexei e Anthony Popyrin, la slovena Mia Andjelic, Alessandro Lui, Manfred Fellin, Lorenzo Boveri, Andrea Gola e tanti altri ancora, tutti di età compresa fra i 12 e i 18 anni.
Un lavoro ciclico, quello proposto dal team Piatti, che sta dando i propri frutti anche grazie al preziosissimo supporto di Danilo Pizzorno, l’unico professionista italiano della video-analisi a operare nel mondo del tennis. “L’apporto di Danilo è fondamentale – sottolinea Massaccesi – perché facilita il lavoro dei tecnici e permette di vedere dei dettagli che all’occhio possono sfuggire”. Su segnalazione di Piatti e Sartori, Pizzorno raccoglie i dati con una webcam, filmando i colpi da varie angolazioni, e poi archivia tutto su una piattaforma digitale di nome Dartfish, che permette di rivedere tutto in slow-motion. “Una soluzione – spiega Pizzorno – che dà la possibilità di analizzare i colpi alla perfezione e avere rapidamente una visione chiara della situazione. Si capisce dove è il problema, si parte con un progetto per correggerlo, e al termine del percorso si verificano i miglioramenti, tramite la comparazione delle immagini”.
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3 commenti
In realtà la zampata con i giovani la piazzano quasi sempre gli Spagnoli: caso recente Munar Clar che dal nulla sta per vincere nil Roland Garros juniores! Un perfetto sconosciuto se non per europei junior di valore infimo rispetto ai titoli dei Quinzi and company che ora fa il fenomeno all’improvviso! Fino a che gli Spagnoli su 300 professionisti ne piazzano 60 nei 300 ATP non ci sarà partita nella formazione dei giocatori. Certo poi a voler essere maligni….
La stai buttando troppo in filosofia
sembra un discorso da maestro Miyagi 😕
E’ importante che l’innovazione tecnologica sia utilizzata per i miglioramenti tecnici dei tennisti ma e’ fondamentale lavorare con altrettanto scrupolo sugli altri aspetti basilari, fisico,tattica e visione del match e maturare al meglio l’aspetto psicologico che nel tennis e’ un mix tra avere e accrescere gli attributi e una forte spiritualita’.