Intervista esclusiva a Sergio Giorgi: il tennis di Camila ieri, oggi e domani
Mercoledì 28, ore 19.30 circa. Al Roland Garros stanno per terminare gli ultimi match, con poca luce e l’immancabile pioggerella di questi giorni. La giornata in casa Italia è scivolata via veloce, ma c’è un appuntamento che mi aspetta, insieme all’amico e collega Alessandro Nizegorodcew: una chiacchierata con Sergio Giorgi, padre e coach di Camila.
Attendevo con enorme curiosità quest’incontro con Sergio, con cui avevo speso poche battute passeggiando per i vialetti di Roma e Parigi, e da cui avevo tratto sensazioni positive “a pelle”, cose che non si possono spiegare. Ci riceve con grande cordialità, e dedica del tempo a raccontare tante cose, in modo schietto. E’ stata un’esperienza molto interessante sul piano professionale ma anche umano. Sotto quella montagna di capelli ribelli ho trovato un uomo dallo sguardo fiero e profondo, ricco di viva umanità, distante anni luce dall’immagine che altri hanno tracciato di lui, probabilmente senza averlo davvero conosciuto. Non un soggetto burbero ed irascibile, ma uno che ha messo al centro della sua vita la famiglia e la crescita umana e sportiva della figlia, seguendo una visione tutta sua e ben precisa. Uno che non si nasconde dietro a un dito, e che riconosce gli errori di un carattere focoso. Ascoltarlo è stato interessante, divagando sull’oggi e sul futuro di Camila; ma anche sul passato, che non conoscevo nel dettaglio e che provo a raccontarvi per capire come si è arrivati alla Giorgi di oggi, sul piano sportivo ed umano. Consiglio di leggere senza pregiudizi il riassunto di questa chiacchierata, perché arrivi un’immagine non distorta di Sergio Giorgi e della sua visione del tennis e della crescita di Camila.
Sergio, raccontaci gli inizi di Camila. Ma ancor prima, la tua passione per il tennis dove è nata?
“A me piaceva moltissimo il tennis, da sempre, soprattutto quello dei mostri sacri come Agassi, Sampras. Il tennis femminile? No, lo trovavo (e lo trovo ancora) spesso molto noioso…”.
E’ per questo che tua figlia è stata da te plasmata con questo tennis ben poco “femminile”, estremamente aggressivo?
“Certo, Camila ha un tennis che non gioca nessuno, è unica, e per questo le tante persone che ho incontrato nella nostra strada hanno sempre criticato il suo stile di gioco ed il suo modo di stare in campo. Tra i tanti ricordo in Spagna Antonio Cascales, lo storico allenatore di Ferrero, mi diceva guardandola: “Questo non è tennis, è circo!?! Mai diventerà una top 100 così…”. E anche uno dei coach dell’accademia di Mouratoglu a Parigi: “Mai vincerà una partita al Roland Garros”. E così tanti sponsor, manager, accademie… nessuno ha creduto in noi. L’unico che invece ci ha incoraggiato è stato Bollettieri. Quando Camila aveva circa 9 anni, la facevo giocare con i piedi dentro al campo di paio di metri, tanto che finiva per colpire più spesso al volo che dopo il rimbalzo; addirittura anche in partita… ma tutti a dirmi di farla stare più indietro, che così non si faceva. La vide Nick e sentenziò: “Lasciatela lì, non la spostate indietro, sarà poi lei da sola ad indietreggiare, sentirà da sola quando è il momento”.
Camila ha iniziato col tennis sui 5 anni, molto piccola, mentre stava praticando ginnastica. Quando hai capito che in lei c’era qualcosa di speciale, che poteva arrivare in alto?
“Ti racconto l’inizio. Prestissimo ha praticato la ginnastica artistica, con una coppia di russi che aveva dei metodi durissimi (credo che abbiano addirittura chiuso quella scuola per le proteste dei genitori!). Nonostante avessero bambini di poco più di tre anni, pretendevano una disciplina inflessibile, tanto escludere dagli allenamenti quelli che sbagliavano e cadevano. Camila era brava, e non fu mai punita. Quando aveva 5 anni, il direttore della federazione a quel tempo era un russo; la vide e ci propose di andare a Milano per seguirla, perché intuì le sue qualità atletiche. Io ero d’accordo e avrei assecondato la sua bravura nella ginnastica, ma lei mi vedeva con i fratelli al tennis, e voleva provare in tutti i modi. Ricordo il giorno in cui la portai per la prima volta sul campo: eravamo a Macerata, in inverno, sui campi in terra rossa del CUS. Nevicava, con un freddo incredibile dentro ai palloni. Le ho mostrato il campo, e le ho detto “Questo è il tennis… Vuoi arrivare molto in alto, come in ginnastica? Sì, sei sicura? Ok… iniziamo subito gli esercizi”. Le feci fare delle cose a terra tipo push up, e con le mani indolenzite dal freddo continuava senza fermarsi, tirando fuori tutto il suo carattere. Le spiegai in seguito la lunga strada, le tante difficoltà per provare ad arrivare al top in uno sport come il tennis, e lei ha sempre insistito che era quello che voleva per davvero. Per settimane è andata avanti a correre, fare esercizi di velocità, di agilità, i movimenti più importanti e tutto senza racchetta e palline, senza il divertimento del gioco. Lei era sicurissima che era quello che voleva, ci metteva una forza e grinta pazzesca. Dopo qualche settimana abbiamo iniziato con la racchetta, a tirarle le prime palle, facendole vedere i primi movimenti, e da lì non ci siamo fermati più”.
Quindi l’eccezionale gioco di piedi, che personalmente mi impressiona assai di più dei suoi stessi colpi, viene dalla coordinazione e forza acquisita con la ginnastica prima e poi con gli altri allenamenti mirati in campo?
“Certo, e anche dalla boxe. Poco dopo il tennis ha iniziato anche con la boxe ed ha proseguito in parallelo per anni, durante i quali si è lavorato su reattività, velocità, ecc. In tante cose boxe e tennis sono molto simili, specialmente se vuoi giocare un tennis aggressivo. La portai anche in Francia alla federazione della boxe per vedere se poteva combattere, perché era fortissima; ma allora a 16 anni non si poteva, e non ha mai combattuto”.
Il tennis così estremo di Camila, totalmente aggressivo a comandare il gioco, è quindi una tua visione su cui ha lavorato fin dall’inizio?
“Non ho copiato nessuno. Oltre all’aspetto fisico, abbiamo lavorato da subito sulla tecnica. Per ore ed ore, per anni interi, affinando tutti i colpi per sviluppare ogni aspetto di un tennis così aggressivo. Via via che cresceva ci siamo concentrati su ogni particolare, nel cercare di colpire il dritto sempre più avanti, il rovescio con le palle veloci, ecc. Un lavoro focalizzato totalmente sulla tecnica, nel perfezionare ogni movimento e svilupparlo a velocità sempre maggiori e grande intensità”.
Avete attraversato molti momenti difficili nel percorso di crescita di Camila, anche sul piano personale (la morte della sorella Antonella, i tanti mesi passati con i problemi alla spalla che non si risolvevano, ndr), ce n’è stato qualcuno in cui hai davvero temuto di non farcela?
“Mai! Abbiamo passato dei periodi molto difficili, inclusa la tragedia familiare; e poi 14 mesi con una lesione severa alla spalla da cui non riuscivamo a venir fuori, ma lei non ha mollato. Si potrebbe pensare che sia stato un miracolo che sia rimasta top100, ma non è affatto un miracolo. E’ la dimostrazione della sua forza mentale, della sua personalità enorme e della sua ferrea determinazione. Negli ultimi cinque mesi ha scalato 55 posizioni, con 8-9 tornei giocati, con un po’ di continuità e salute, ecco la sua crescita”.
Se dovessi scegliere una cosa di cui sei davvero orgoglioso di lei? Anche come padre, non solo relativa al tennis?
“Tutto, non riesco a dirti una sola cosa! E’ una ragazza ed un’atleta formidabile, ma soprattutto una figlia stupenda. Per dirne una, tante volte esprimeva il desiderio di impegnarsi per aiutare le persone che stanno davvero male, e lo faremo. Sono un padre fortunato, non solo con Camila ma anche con gli altri figli. Abbiamo cercato di costruire una famiglia sana, con dei valori e con una prospettiva importante anche dopo il tennis, perché la vita dopo il tennis continua ed è diversa”.
Passiamo al suo tennis di oggi. Intanto la nuova collaborazione con il tecnico federale Daniele Silvestre, che ti affianca
“Si, Daniele lavora da tempo a Tirrenia, e ci sono state diverse occasioni di lavorare assieme al centro tecnico. Poi da Madrid sta girando con noi in torneo, a Roma e qua a Parigi. Parliamo molto sul tennis di Camila, stiamo lavorando con ottima sintonia su tutti gli aspetti del suo gioco, e ci stiamo trovando bene insieme”.
Negli ultimi match si sono visti tanti piccoli miglioramenti tecnico tattici nel gioco di Camila, a partire dal servizio, che grazie alla spalla finalmente a posto è diventato più costante; così come il dritto, più incisivo e più sicuro in difesa, con cui riesce a ribaltare lo scambio senza tirare una “pallata”
“Nel recente passato non era possibile avere continuità per colpa del grave problema alla spalla, non si poteva lavorare sul servizio e sul diritto. Risolto quel problema, sta trovando continuità e stiamo lavorando bene su questi aspetti. Ora è necessario giocare, provare in partita le novità e migliorare. E’ la prima volta in carriera che dopo i tantissimi problemi Camila sta trovando continuità, diciamo dal fine settimana di Fed Cup”.
Come è stato risolto il problema alla spalla? Non era stato curato bene?
“Solo Alfio Caronti ha capito cos’era e quindi sono intervenuti nel modo giusto. Alfio ci ha “salvato la vita…”. Avevamo interpellato ottimi dottori, ma dicevano che era solo borsite, tendinite, e non ne venivamo fuori. Invece Caronti ha trovato uno squilibrio che non le permetteva di stare bene, e con un intervento mirato l’ha sistemato, con un lavoro di 3-4 mesi. Il tutto si è risolto la settimana precedente alla Fed Cup”.
Oltre che a posto fisicamente, sembra che Camila stia maturando come persona, e gioca più serena. Affronta meglio la partita e la capisce di più?
“Sì è vero, è molto maturata negli ultimi tempi. E’ una ragazza molto ambiziosa, gioca esclusivamente per vincere, tanto che in campo quasi tutti i match dipendono da lei. E’ il suo gioco che determina se vince o perde. Ed essendo ora più matura, vince più di prima. Nelle situazioni più complicate ora riesce a mettere una palla in più invece di sbagliare, ma attenzione! Mai una palla interlocutoria tirata senza essere aggressiva. E’ sempre importante giocare palle che siano funzionali al suo tennis aggressivo, che servano a riprendere il comando dello scambio”.
Un tennis che per esser applicato ha bisogno di enorme personalità, eppure in tanti pensano che sia tu a comandarla e che lei non ne abbia…
“Lei ha una personalità fuori dal comune! E’ durissima e resiste a tutto, anche alle tante voci che sono circolate recentemente, ed al dolore. Nei mesi che stava male alla spalla ha continuato a giocare soffrendo, senza mai ritirarsi in una partita, e senza mai cercare scuse dopo una sconfitta. Pensate che contro la Diyas ha insistito per giocare nonostante avesse una febbre altissima. Alla fine decide sempre lei cosa vuole fare, per quanto io mi possa arrabbiare. Camila prima che una tennista è un’atleta, ha una personalità enorme e lotta sempre fino alla fine, e mi chiede di non raccontare mai dei suoi problemi. Timida? Non direi, è molto riservata. Non vuole che la gente sappia che cosa fa fuori dal campo. Quando non gioca è una ragazza normale, fa tutto quello che fanno le altre ragazze …per quanto si possa considerare “normale” la vita di una tennista. Le piace stare con la famiglia, fare cose semplici. E poi cerchiamo di pensare alla sua vita, non solo alla sua carriera. Tanto che quando finisce un torneo e ha giocato bene, provo a farle saltare il torneo successivo perché voglio che cresca come sportiva e come persona. Dobbiamo pensare alla sua crescita mentale e tecnica, programmare già adesso l’anno prossimo. Non vogliamo aver fretta oggi e giocare di continuo. E’ meglio crescere con i passi giusti ed arrivare pronti l’anno prossimo con tanto lavoro alle spalle, finalmente un lavoro continuo. L’obiettivo è che l’anno prossimo sia una giocatrice di livello in tutti i tornei, entrando già in tabellone a Sydney”.
Oltre ad essere una tennista di alto livello, propone un tennis che non lascia indifferenti
“I suoi colpi sono spettacolo, può farti il punto da ogni posizione. Sento che si parla tanto del concetto di attacco e difesa nel suo tennis. La gente deve capire il concetto di attacco e difesa. Quando è in campo, è lei che attacca e conduce. Ci si può difendere attaccando, un po’ come faceva il grande pugile Oscar De la Hoya: lui difendeva attaccando e dava spettacolo ogni volta che era sul ring. Un po’ come le squadre di calcio di Guardiola, che conducono sempre il gioco dalla difesa all’attacco. Logicamente devi esser speciale per poterti permettere questo: devi esser reattivo, veloce con le gambe, ci vogliono grandi qualità. E solo con fisico ed un carattere incredibile puoi sostenere un tennis così aggressivo. Lei si allena in modo pazzesco, è la prima ad arrivare e l’ultima ad andarsene, anzi… dobbiamo dirle “basta” perché non smetterebbe mai”.
Durante i match di tua figlia sono evidenti alcuni tuoi momenti di tensione. E’ una cosa che credi possa creare qualche problema a Camila, oppure ti conosce così bene che non ci fa più caso?
“Beh, ero nervoso anche quando lei ha cominciato, nel suo primo allenamento. Sono sempre stato così, e lei non ci fa caso, sa quello che deve fare in campo e non è condizionata. Non nego che dovrei controllarmi di più… è parte di me, e so che devo migliorare. Tutti si ricordano quel match con la Sharapova in cui ero inquadrato con le mani nei capelli, ma in realtà non capivano che ero disperato per il lancio di palla errato di Camila. Tirava la palla un metro a destra quel giorno, avevamo lavorato tanto e lo sbagliava, ecco la mia reazione in tribuna”.
Proprio il nuovo lancio di palla è la primissima cosa che ho notato nel primo match contro la Jovanovski a Parigi, molto migliorato rispetto all’anno scorso, più preciso e continuo
“E’ migliorata tanto col lavoro, ma siamo un vero work in progress, c’è crescere in tutto, dal servizio alla risposta… E con questo lavoro che stiamo portando avanti con continuità l’anno prossimo sarà tutt’altra giocatrice, molto più completa. Si lavora tanto in allenamento, ma poi le cose vanno provate ed affinate in torneo, ed è quello che stiamo facendo oggi, con la partita che la aiuta a crescere, e con la continuità si cresce sempre di più”.
Queste le parti salienti della lunga chiacchierata col papà della Giorgi. Il Roland Garros di Camila è finito ieri contro la Kuznetsova, ma altri importanti tasselli della sua crescita si sono visti eccome, in tanti aspetti della sua prestazione. Tasselli che se ben organizzati possono fare enorme differenza. L’abbiamo vista crescere sulla terra, la superficie che resterà sempre la più ostica per un tennis così offensivo come il suo. A giorni si sbarca sull’erba, e poi il cemento. Sarà un’estate caldissima in casa Giorgi…
Da Roland Garros, Marco Mazzoni
TAG: Camila Giorgi, Giorgi, Intervista, Interviste, Marco Mazzoni, Roland Garros, Sergio Giorgi, storia, tecnica di gioco, WTA
Massima stima per Sergio Giorgi. E’ dura riprendersi da una tragedia come la loro, è chiaro che sono tutti molto “tosti” nella sua famiglia. Per quanto riguarda il tennis, ancora si intravedono pochi progressi nella gestione “mentale” dello scambio: la potenza è nulla senza il controllo.
..a farci scoprire cose interessanti extra-tennistiche, tipo che viene dalla ginnastica e ha praticato la boxe..
questa è la strada giusta o per fare una grande campionessa, o almeno fallire avendoci provato davvero.
complimenti al coraggio.
non ci sono campioni che diventano campioni copiando gli altri. soprattutto se si tratta di una piccolina come Camila…
Io credo che la strada intrapresa sia quella giusta, penso che il tennis della Giorgi sia paragonabile al primo Agassi, che come tanti si ricorderanno, era si alla ricerca dell’anticipo e dell’attacco continuo, ma con delle lacune evidenti (back di rovescio inesistente, e prima e seconda di servizio poco consistenti), ma che con il passare del tempo ha migliorato tantissimo, Camila ha gia’ un ottima prima, e credo che il problema della seconda palla sia ancora soprattutto psicologico e non tecnico, quindi rimarrei tranquillo ad aspettare le sue evoluzioni, ricordiamoci sempre che attualmente e’ nelle prime 50 al mondo e ha solo 22 anni.
Per finire direi che non vedo l’ora di rivederla giocare un altro match, perche’ trovo che sia l’unica giocatrice che riesca a farmi veramente divertire.
Camila Giorgi numero uno.
@ stealth (#1083074)
e pensa che non giocando a tennis, spesso vince contro professioniste di tennis, interessante questa cosa
no
Io non capisco una cosa…Sergio dice chiaramente che stanno lavorando per arrivare ad una palla interlocutoria ma che sia cmq aggressiva.
E si leggono mille commenti che dicono che non può spingere sempre, ma deve imparare a giocare colpi interlocutori.
Ma non è quello che ha detto Sergio?!
Ti svelo per la seconda volta il terzo mistero di Camila……
«Mi chiamo Camila con una L e l’accento sulla prima A». La Giorgi si presenta così a Ostrava
http://sport.ilmessaggero.it/tennis/intervista-camila-giorgi-fed-cup/637972.shtml
Questo è quello che dice lei…..
Se non ti sta bene “adottala” e cambiagli nome…..
Ma in fondo Cla mi sta simpatico…e visto che parla solo dell’accento sulla a o sulla i (mai ho letto da Cla un commento su un colpo) mi sono convinto che in fondo è il suo modo (di Cla….e anche divertente….) di ritagliarsi un ruolo in commedia…..
Molto peggio quelli che per lo stesso motivo….ritagliarsi un ruolo in commedia, … insistono su cose un po più “delicate” di un accento su una vocale…..
“Camila è ossessionata dal padre…..”
” Camila non è felice ed odia il tennis come il suo idolo Agassi”
“Se non cambia il padre non cambia neanche la Giorgi, che ne e´succube.”
Come per Cla….che non si arrende neanche all’evidenza… alcuni utenti….hanno deciso di chiamare il “Telefono Azzurro”….
Sergio ne ride, Camila anche, e chi la conosce solo un po’ (ed io la conosco un po’….) pensa…”ma perchè questi non parlano di tennis?….invece di evocare Jung e Freud ….
( se c’è qualcuno succube di qualcun’ altro…..provate ad invertire i ruoli….e vi garantisco che sarete molto più vicini alla verità…..)
Che bello commenti come quello di Andre_A
” Detto questo rimango della mia idea che il gioco della Giorgi è sicuramente divertente, ma essendo io legato ad una vecchia concezione tennistica continuerò a preferire le raffinatezze alla pura potenza.”
Non lo condivido…ma non mi sogno certo di dire….”si vede che sei vecchio…non capisci nulla….ecc. ecc.”
Ad Andre_A piace un gioco più “antico” (con cui ad un certo livello ancora si vince molto) a me piace il gioco di Camila (con una l e l’accento sulla prima a)……
Se mai un giorno conoscerò Andre_A sono sicuro che ben volentieri berrò con lui un bicchiere al bar….perchè sono sicuro che dopo aver preso il suo “Rosso” non mi “scoccerà le P***e” quando mi vedrà mettere dell’acqua minerale gassata nel mio bicchiere di bianco dicendo “Ma non si mette l’acqua nel vino…..gli intenditori dicono….in Spagna il vino si beve così…ecc ecc. ”
Di tennis parliamo un’altra volta…..
Vabbé ho capito, non esiste nessuna ragione al mondo per pronunciare Cámila con accento sulla prima a.
Si è in campo in 4 invece che in 2 e si può mettere la pallina in corridoio. CERTO CHE E’ UN ALTRO SPORT!!! Infatti i Bryans sono stati numeri 1 per anni senza esserlo in singolare! Dai, capisco voler fare la polemichina ad ogni costo, ma almeno che abbia un minimo di senso!
Bravissima Camila ma è ancora presto per accostar la a Flavia o Francesca o Sara o Roberta.
In realtà Sergio a Roma su precisa domanda riguardo dove cadesse l’accento ( visto che io lo mettevo sulla i, mentre un altro ragazzo mi “rimproverava” che andasse sulla prima a ) ha detto che non lo sa neanche lui dove va l’accanto e che potevamo metterlo dove volevamo, detto ciò quando Sergio parlava di sua figlia l’accento lo metteva sempre sulla stessa vocale, non è che la chiamava una volta in un modo ed un’altra diversamente 😛
Rileggendo, mi convinco sempre più che il gioco della Giorgi sia box e ginnastica (ma + la prima della seconda) applicate al tennis.
Se pensiamo ad un boxeur, ci sta benissimo con il suo modo di rispondere al servizio dell’avversaria (contrattacco) e il fatto di far seguire il primo colpo ad altri consecutivi (nella boxe esistono pochi colpi interlocutori). Nella boxe inoltre la mobilità di gambe è basilare, e se ci fate caso la Giorgi non sta mai immobile quando è a ricevere.
ahahah, mi spiace ma non ce l’ho fatta.
come si fa a dire di leggere senza pregiudizi e poi pubblicare le prime 3 righe.
le prime tre righe sono di una presunzione sconfinata e pure il suo parere personale è parecchio opinabile.
Ma un articoletto su cosa ne pensano le colleghe della nostra C.G. sul suo tennis ???
Beh ieri la Kuz.lo ha fatto capire chiaramente in sala stampa…
Ha detto io gioco a tennis lei gioca un’altro sport!!!
Ottimo contenuto. grazie per averlo condiviso, da oggi seguo questo blogperchè mi piace 🙂
@ Koko (#1082870)
Non ho capito il senso della tua replica. Quindi la NIKE che sponsorizza la maglia della Errani è uno sponsor di emme?? Sei in delirio per caso??
Stasera si vede che non stai bene perchè veramente non ho capito proprio quello che hai scritto e che ci azzecchi con quello che ho scritto io. Ma anche altri tuoi interventi di stasera mi sembrano “strani”. In genere ti leggo volentieri. Spiegati meglio. Grazie
@ Andre_A (#1082880)
Hai perfettamente ragione non può continuare a tirare forte e sempre ma deve imparare a giocare delle palle interloquitorie e poi colpire al momento più opportuno.Comunque direi a Camila di guardare il gioco delle altre tenniste brave e vedrà che per vincere bisogna fare meno errori dell’avversaria altrimenti è solo tennis spettacolo.E allora direi è meglio vincere il più possibile o è più appagante fare solo colpi vincenti?
Ho letto l’articolo e non i commenti (davvero tanti), quindi mi scuso se ripeto qualcosa.
La bravura di papà Sergio è evidente da come ha costruito questo portento di ragazza, con una struttura tutto sommato “normale” dal busto in su. I piedi e le gambe sono straordinari, ma la parte superiore è un po’ il suo limite. Che abbia avuto problemi alla spalla non mi stupisce.
La cosa che mi piace di Camila è l’estetica dello sport che emana, il suo essere algida, una sfinge imperscrutabile, il suo tennis quasi-autistico (spero che non mi si censuri questo termine, lo uso in senso positivo, molti dei grandi geni lo erano).
Credo che si possa amare sportivamente questa ragazza al di là del suo essere italica. Se fosse diventata argentina o statunitense l’avrei seguita con lo stesso identico interesse.
una cosa è certa:ognuno abbiamo il nostro carattere,i nostri punti di vista,le nostre idee,i nostri metodi eccecc…nellka vita come nello sport…ma i sig.Giorgi e i loro tifosi, non mi vegano a dire che sono contenti di veder sparate fuori palle CHE BASTEREBBE APPOGGIARLE oltre la rete E OTTENERE IL PUNTO!!!…per il solo motivo che Camila deve essere SEMPRE agressiva…NON CI CREDO CAMPASSI CENT’ANNI!!!!E DI ERRORI COSI’ NE FA TANTI E IN TUTTE LE PARTITE!!!…per sapere come ci si muove dentro al campo fare anche qualche doppio???….sorry quello è un altro sport LO DICONO I GIORGI!!!
Mi viene in mente la gag di Troisi su UGO: in America la chiamano in maniera contratta C-mla per beccarla subito perchè se la chiamassero Camiiiila sarebbe già sparita prima di finire la pronuncia!
Va beh, ma allora Mazzoni cosa perde tempo a fare?
Ecco questa è una spiegazione plausibile, ci avevo pensato anch’io, anche se non mi convince del tutto.
Ma non c’é dubbio che la pronuncia in spagnolo sia con accento sulla i. Vivo in Argentina da 7 anni, mie figlie sono italo-argentine, conosco varie Camilas. Ci sono varie interviste della Giorgi con giornalisti di lingua spagnola che la chiamano normalmente Camíla.
L’assurdo dubbio nasce dal telecronista italiano, da un’altra giornalista italiana che la chiamano Càmila, nonchè da conferme, non so quanto affidabili, di qualcuno su questo forum che sosteneva di aver sentito pronunciare Cámila dal padre.
Qualcuno mi disse anche “ma ne vuoi sapere piú tu del padre?”.
Siccome sono testardo, cerco prove concrete 🙂
@ Koko (#1082957)
Svelato l’arcano: a dire C-mla sono le donne USA e le Indiane e solo loro. Avendo vissuto a lungo a Miami è probabile che la pronuncia C-mla si sia affermata.
http://www.oddcast.com/home/demos/tts/tts_example.php?sitepal
Senza accento lo speaker virtuale Spagnolo dice Camiiila!
Io ormai mi sono segnato questa cosa da quando, poco tempo fa, il telecronista di Supertennis (se non ricordo male), la chiamava Càmila ed era fastidiosissimo. E’ come se chiamassimo Àntonio con accento sulla a un italiano.
Poi entro qui e chiedo se c’era una spiegazione e mi si dice:
1. In spagnolo di pronuncia così
2. In argentino si pronuncia così
3. Il padre lo pronuncia così.
Escludendo senza nessun dubbio le spiegazioni 1 e 2, rimane la terza, poco probabile, ma per lo meno possibile.
Certo che ci dovrebbe essere una ragione molto particolare per chiamare la propria figlia in modo così strano.
C’é qualche video di allenamenti ma colloquialmente il padre la chiama sempre ‘flaca’, quindi il mistero rimane.
Io la chiamerei semplicemente Camìla ma senza accento sulla a da perfetto ignorante! :razz:Proviamo con i siti di pronuncia vocale automatica!!
Io non ho visto alcun miglioramento ,e in campo mi sembra sempre robotizzata
@ Cla (#1082892)
Comunque io italianizzo in Camilla. E’ una scelta ‘politica’. E Camilla non fa mai una piega, a prescindere.
Ci sarà sempre qualcuno che la odierà, io la amerò sempre. Una cosa che non capisco in queste settimane, tanti tendono a fare il tifo per Sara o per Camila e questo ci può stare (anche se io lo faccio per entrambe sempre), ma non capisco perchè troppi si ostinino a dire che quello di Camila o Sara non sia tennis. La bellezza di ogni sport è che il diverso modo di interpretarlo e io penso che entrambe siano grandi professioniste. Grande Camìla e ora sotto con i tornei sull’erba 😆
noi scriviamo, mentre la loro calcolatrice macina numeri.
superati i 1000 nei punti del ranking
vicini al primo milione di dollari
all’età di 22 anni e 5 mesi noi malatidicamila ci accontentiamo, altri fanno paragoni ancora troppo ingombranti….
Sì ma ci sono anche altre interviste in cui la chiamano Càmila e non fa una piega.
Il punto è che qualcuno ha affermato che il padre la chiama Càmila, altrimenti non esiste alcun dubbio su come pronunciare quel nome.
Comunque ammetto che non è esattamente IL DIBATTITO più importante del giorno, forse peggio solo quello sull’utilizzo degli accenti 😆
@ Cla (#1082886)
😳
Ah non avevo capito che era una lezione di grammatica, ho scritto nè con accento grave e non acuto e Cámila invece di Càmila, ti ringrazio per la precisazione.
Anche ‘E comunque’ a inizio frase non è correttissimo, ma mi sentirei un po’ ridicolo a farlo notare in un forum di tennis.
C’è un video su you tube dove a Tirrenia l’intervistatrice più volte le si rivolge chiamandola Camìla e lei non fa una piega, quindi direi che dovrebbe essere questa la pronuncia giusta.
Intervista interessante, che fa capire molte cose sia sul perché la figlia gioca in una certa maniera, sia sul modo di essere del padre che a tutti gli effetti è un personaggio.
Leggendo i commenti mi sembra di capire che i temi di discussione siano sostanzialmente due: 1- Camila otterrà quei risultati straordinari per cui lavora duramente? 2- Camila per ottenere questi risultati deve continuare così o cambiare il suo gioco?
Provo a dire la mia:
1- Potenzialmente può ottenere dei grandissimi risultati senza snaturare il suo gioco, tutto dipenderà da una somma di fattori e circostanze favorevoli, con ampie probabilità che siano cmq qualcosa di estemporaneo e non di continuativo.
2- Anche senza stravolgere il suo modo di giocare, leggendo l’intervista viene da pensare che lei stessa non ne ha la minima intenzione, sarà giocoforza costretta ad aumentare il suo repertorio di colpi, magari limitandosi solo a quelli più funzionali al suo gioco. Anche perchè tra non molto le avversarie impareranno a conoscerla e di conseguenza le migliori sapranno usare quegli accorgimenti per limitarne l’efficacia. E ci riusciranno, non tutte ma in tante si, perchè nonostante quello che si dice non mi sembra che Camila abbia un talento tanto superiore alle sue avversarie, anzi vedo che al suo livello (cmq alto) ce ne sono molte, e tutte se la giocano.
Detto questo rimango della mia idea che il gioco della Giorgi è sicuramente divertente, ma essendo io legato ad una vecchia concezione tennistica continuerò a preferire le raffinatezze alla pura potenza.
@ Angie (#1082846)
La personalità di colui che entra nel piatto ricco se si affrontano Sharapove et similia ma che è meno motivato se il piatto presenta una 70 WTA sconosciuta e pallosa tatticamente. In quel caso la motivazione anche della Giorgi va a diminuire abbastanza. Chiaramente questa filosofia non è che sia tipicamente da scuola di umiltà e corsa Spagnoleggiante-ferreriana-erraniana. E’ l’opposto direi. Infatti Sara becca il golden set a Wimbledon mentre il suo opposto Giorgi va a gonfie vele sull’erba adatta agli spregiudicati attaccanti rischiatutto.
@ Koko (#1082759)
@ Cla (#1082782)
In italiano né negazione si accenta né, se vuoi dire Camila come intendi tu, eventuamente l’accento è Càmila, se lo vuoi evidenziare.
E comunque scrivi come ti pare ché si capisce lo stesso (ché, accento acuto come né negazione 😉 ).
@ Angie (#1082846)
Io voglio credere al romanticismo, invece. Nel senso che tratteranno sono con le aziende che si faranno avanti in prima persona, e non con procacciatori di sponsor. Secondo me i Giorgi sono allergici ai parassiti ai pidocchi e alle zecche.
@ biglebowski (#1082587)
Gambler professionista…Hai usato una bella espressione per tratteggiare un aspetto della personalità di Giorgi padre…
Anche io come te sono perplesso dalla mancanza di sponsor eclatanti per la ragazza.
Credo poco al romanticismo e ho cercato di darmi qualche spiegazione.
La prima è che, forse, i dubbi che attanagliano tanti appassionati ce li hanno anche le aziende. Quindi non investono su una ragazza che è ancora una incognita.
Oppure sarebbero disposte ad investire ma non oltre certe cifre….che non sono quelle attese dal clan Giorgi.
Oppure Giorgi padre è personalità ingombrante e non vogliono discuterci.
E’ comunque strano, perchè al di là dell’immagine eroico/virtuosa della ragazza (comunque gran bella immagine), lei è una lavoratrice; una che col tennis può e deve guadagnare. Ma non è che ha davanti a sé 20 anni di gioco ulteriori.
Ciao Occhio di…………………………
Vedo che hai risposto a parecchi commenti alcuni con modi costruttivi ma alcuni con modi fuori luogo compreso il mio, ma non è che tu sei lo ZORRO del tennis al contrario però.
aggiungo …
Tante che la battevano da giovane, tante che sono state seguite, finanziate, aiutate, e non scandalosamente boicottate come Camila, tante, troppe, che hanno seguito la ricettina … dove sono ora, mi chiedo.
come no…fammi il nome di uno più esonerato di lui, poi ti faccio io l’elenco di tutti i suoi esoneri 🙂
ha collezionato esoneri persino in Serbia e in Turchia…non so se rendo l’idea 🙂
@ Vince (#1082791)
Non direi ha vinto abbastanza ma in B! Poi si è piazzato bene ai tempi di Lazio e Roma ma solo Capello ha trasformato il gran gioco in scudetto a base di 1-0!
Con telecamera nascosta dal basso! 😎
glielo dici da amico (cit.)
Sì anch’io, qualche giornalista italiano la chiama Cámila, altri Camíla. Nessuno in Argentina la chiama Cámila. Il dubbio è l’origine del primo, mentre il secondo sarebbe normale.
e allora siamo a posto
l’unica classifica che ha vinto Zeman è quella degli esoneri….in quello non lo batte nessuno 😆
io infatti l’ho sentito chiamarla così, nelle interviste a Roma, su Supertennis.
Ma anche no
Non vorrei dire ma in quella canzone di Guccini la locomotiva finisce fuori dai binari lanciata a BOMBA 😛
@ Koko (#1082741)
Concordo con il concetto di Giorgi Zemaniana. Rende proprio bene l’idea del tutto.
@ l Occhio di Sauron (#1082462)
Ancora non capisci tu, sai tu cosa sto dicendo? Io parlo italiano tu evidentemente fai un po di fatica e beh..Discuto infatti non di copiare nessuno ma di prendere spunto. Asserisco infatti che lei non ha un suo credo. Tira forte e basta. Poi per dirla tutta, non è una marziana o non ancora quanto meno per cui anche se prendesse spunto, dico eventualmente, da una delle due che ho citato, beh….Poi,sul tempo da perdere nel risponderti colgo al volo il tuo suggerimento ed evito di dilungarmi anche io nel darti corda, o mio grande conoscitore..
@ Cla (#1082736)
Hai messo tutti gli accenti al contrario
Il giorno in cui si capirà che allenare un’atleta di vertice non è fatto solo di schemi belli preparati a puntino dall’allenatore e che il bravo robottino deve eseguire virgola per virgola allora si capirà qualcosa dello sport di vertice.
Hasta la victoria (dell’allenatore) siempreeeeeeeee.
Ragionamenti meno semplicistici no?
Ripeto: provate a chiedere alla Errani se crede e si riconosce nel suo gioco. Vi risponderà: “Ma che domanda stupida è? Ma certo?”
Non vi passa mai per la mente che uno dei segreti del successo di un’atleta consiste proprio nella condivisione degli obiettivi tra allenatore ed atleta?
Macché basta mettere un po’ di rotazione ai colpi e passa la paura.
Basta vincere una partita in più e tutto è risolto.
Vi auguro di non allenare mai un vero talento, avreste delle sorprese sconvolgenti….
Io lo dico con stima a Segio Giorgi avendolo letto in questo articolo e comprendendo la sua filosofia originale ma estrema. Le sue idee sono rispettabili ma vanno un attimo integrate con una visione più globale chi il tennis lo mastica da anni come maestri ispanici esperti (non è un caso che le accademie siano rimaste perplesse dal tennis di Camila e la Spagnola che ha battuto davvero la Williams è un monito anche per Giorgi)! Ad esempio a me fanno orrore i regali di Camila in risposta a lui vanno benissimo per non snaturarla! Questione di punti di vista. Direi che nella WTA attuale piuttosto deficitaria anche questa Camila “zemaniana” può far bene (come il Boemo solo in una B mediocre con i Lanciano Crotone etc. trionfanti!) ma con maggiore arguzia farebbe benissimo e sarebbe da serie A.
benissimo, anche il fenomeno Andreas gioca così´.