Tempi difficili
Sono tempi difficili, come recita il titolo di uno dei più bei romanzi di Charles Dickens, per molti tennisti,soprattutto per alcuni grandi giocatori,alle prese con crisi di risultati,di gioco,ma non solo.
Il giocatore,ma soprattutto l’uomo,che sta soffrendo di più in questo periodo è senz’altro Juan Martin Del Potro; circa due settimane fa è stato operato al polso sinistro dal Dottor Richard Berger presso la clinica “Mayo” del Minessota e che lo costringerà a restare lontano dai campi di gioco fino all’inizio del prossimo anno.
Dopo il lungo stop di quattro anni fa, quando venne operato l’altro polso,si prospetta un’altra lunga assenza per Delpo,che ha chiesto l’aiuto di tutti per tornare più forte di prima. Il sudamericano più di una volta ha dimostrato di avere un carattere ed una personalità da numero uno al mondo,che tante volte gli ha consentito di battere avversari più forti di lui e di andare oltre i mille problemi che hanno sempre costellato la sua carriera. Stavolta però sarà dura,forse anche più di prima,ma lui,come sempre,ce la metterà tutta per ridare al grande tennis i suoi colpi potentissimi e la sua determinazione. Eppure l’argentino non è l’unico a passare un periodo complicato: infatti il tennis francese sta vivendo dei mesi di insuccessi, con i suoi alfieri che non riescono a giocare il loro miglior tennis, uscendo prematuramente quasi in ogni torneo.
E’ il caso di Richard Gasquet che,dopo aver ingaggiato come nuovo coach Sergi Bruguera,sembra aver arretrato ulteriormente il proprio baricentro sul campo,risultando così il più delle volte inoffensivo per i propri avversari,che con regolarità prendono il sopravvento nello scambio. Questa crisi tattica,unita a qualche problema alla schiena, ha portato inevitabilmente ad una mancanza di fiducia nei propri mezzi sempre maggiore,che permette che il transalpino riesca a comandare il gioco solamente dalla parte sinistra con il suo magnifico rovescio, con il quale però riesce ad aggiudicarsi il punto solamente con delle giocate estremamente difficili e piuttosto estemporanee,su cui non si possono costruire dei buoni risultati.
E’ chiamato a riprendersi e a riscattarsi,cercando di mettere in evidenza degli eventuali miglioramenti che un coach come Bruguera può portare,soprattutto sui campi in rosso. Eppure il rischio che il divorzio con Piatti abbia portato tanta confusione in Richard sembra essere molto concreto,come dimostrano questi primi tre mesi della stagione. Il tempo senz’altro ci dirà di più.
Anche il suo connazionale Jo-Wilfried Tsonga sta passando un periodo piuttosto arduo. Il franco-congolese,che a inizio anno aveva dichiarato di voler vincere uno Slam, sembra aver smarrito quella cattiveria e quell’incisività che lo hanno portato ad essere un top ten stabile ed uno dei giocatori più difficili da affrontare per i Fab Four.
Le conseguenze sono state inevitabilmente disastrose per il suo gioco,con un calo incredibile anche nei suoi colpi migliori,il servizio e il dritto,con i quali non riesce a trovare nè continuità nè,il più delle volte,il campo,commettendo una valanga di errori gratuiti. Se a ciò si aggiungono le grandi difficoltà nel gioco difensivo e nel saper interpretare nel modo giusto i momenti chiave dei match,si capisce come la mancanza di fiducia da parte del francese sia una conseguenza più che naturale. Inoltre quello che spaventa di più è che il ventinovenne di Le Mans non sembra capire quale sia il vero problema e dunque come porvi rimedio,a dimostrazione di una confusione che ormai è davvero totale,sotto ogni aspetto:tecnico,tattico e mentale.
I suoi due nuovi coach Nicolas Escude e Thierry Ascione sono stati difesi “a spada tratta” da Tsonga,che ha affermato che non sono loro sono la causa della sua crisi, ribadendo invece che entrambi lo continueranno a guidare in giro per il mondo ancora per molto tempo. Eppure lo stesso numero dodici del mondo ha ottenuto i migliori risultati quando nel suo angolo non c’era nessun allenatore,e di conseguenza quando riusciva ad esprimere tutto il suo talento e il proprio gioco d’istinto senza nessuna restrizione,senza dover pensare troppo,riuscendo in questo modo a dare il meglio di sé. Forse non è questo il suo vero problema,ma quel che è certo è che debba cambiare qualcosa di importante,per potersi dare una scossa e per poter disputare una grande stagione come lui si augura.
Forse, come lui stesso sa,non ne avrà a disposizione ancora moltissime. Chi invece sembra avere più una crisi di identità che di gioco è Gael Monfils,che dopo aver disputato alcuni ottimi tornei fra Gennaio e Febbraio,ha dichiarato di volersi prendere una pausa dal tennis per risolvere dei problemi personali. In seguito però a cancellare le affermazioni del francese c’è stata la smentita del padre,oltre all’ottimo match disputato in Coppa Davis contro Gojowczyk nel singolare decisivo. Anche per il ventisettenne parigino la stagione sulla terra potrà rappresentare un’ottima occasione di riscatto dopo un mese di Marzo da dimenticare,confermando così i miglioramenti che si erano intravisti nei tornei di Doha,Melbourne e Montpellier.
Infatti, se riuscirà a mettere un po’ di ordine nella sua vita, il suo gioco non potrà che migliorare e ritrovare quelle certezze fondamentali per ogni giocatore che vuole ritornare a fare grandi cose. Il rischio per lui,così come per molti altri tennisti è che, dopo aver attraversato una fase negativa,riemergano tutti quei difetti che aveva eliminato o che avevano limita in larga parte,con una conseguente frustrazione durante ogni partita e quindi anche una scarsa fiducia e,infine, dei risultati deludenti.
Purtroppo questo è un vortice che imprigiona molti giocatori,che entrano in lunghi periodi di crisi in cui non riescono a fare bene nulla o quasi,mandando così in fumo tutto il lavoro compiuto in precedenza. E’ proprio in questi momenti che si vede chi può diventare un campione e chi no: nella capacità di saper soffrire nei momenti più duri sia di una partita,che di una stagione intera.
Infatti quello che consente di fare il definitivo salto di qualità nello sport è l’abilità di mettersi in discussione in modo costante ma positivo,accettare i periodi critici e gli insuccessi,analizzare con lucidità la situazione e trovarvi subito un rimedio efficace. Questi, non a caso, sono stati i punti cardine delle grandi vittorie di giocatori come Federer,Nadal o Djokovic, atleti irripetibili ma da cui tutti quanti possiamo imparare tantissime piccole cose.
Gabriele Ferrara
TAG: Break Point, Del Potro, Gasquet, Tsonga
7 commenti
@ Koko (#1046501)
D’accordissimo con te..non gli ricapita più un occasione del genere
assurdo.
praticamente dei top-10 l’unico che tra 2013 e inizio 2014
non ha avuto problemi fisici é stato Wawrinka – che forse anche per questo
motivo si sta dimostrando il più continuo del lotto
persino i 2 highlander del circuito- David Ferrer e Djokovic – stanno
accusano qualche segno di cedimento.
se fossi nell’ATP inizierei a farmi seriamente delle domande
In tal senso non entrare nei top ten da parte di Fogna in questo periodo per uscite di testa eccessive sarebbe disdicevole e da polli! Gli basta il compitino ottavi in tutti i prossimi tornei togliendosi dalla testa di battere i troppo forti ma regolando senza strafare ma con precisone Svizzera e concentrazione i più deboli di lui.
@ Andj (#1046382)
piu’ c’è federer che perde finali a gogò, solo waw e dimitrov possono salvare la stagione ma masha gli sta prosciugando le energie
Gasquet, tsonga, Monfis oramai sono ex tennisti.
Per quanto riguarda gli altri
Delpo fuori tutto l’anno
Murray si sta perdendo con i problemi fisici
Nole e i suoi problemi al braccio non si sa quanto lo terranno fuori
Rafa ha problemi alla schiena.
Una carneficina
E poi…quelle che sono le nostre promesse giovanili a chi vengono affidate per farle crescere? Grazie.
Mi piacerebbe sapere chi è il coach di Fabio Fognini, grazie