Patrice Dominguez, ex tennista francese, si scaglia contro l’International Premier Tennis League: ” Non c’è alcun interesse sportivo, per milioni di dollari i tennisti sono disposti a rischiare la loro salute”
L’International Tennis Premier League, competizione a squadre basata su delle aste e ideata dal doppista indiano Mahesh Bhupathi, sta creando il panico nel mondo del tennis.
Già molti critici si sono espressi contrari alla sua introduzione per la mancanza di interessa della stessa, e ora Patrice Dominguez protesta anche contro la volontà di organizzare una serie di partite per promuovere la competizione: “Non c’è alcun interesse sportivo, alcuna credibilità. Per milioni di dollari i tennisti sono disposti a rischiare la loro salute e questo non è una cosa positiva per tutto il movimento.”
Alessio Baldi
TAG: Notizie dal mondo, Patrice Dominguez, Premier Tennis League
Pessima idea, non guarderò’ nessuna partita perché’ c ‘ e’ già’ troppo tennis , non esiste questa cosa, non regge e sarà’ un fiasco clamoroso.
caro Patrice Dominguez, dato che sono PROFESSIONISTI, ergo lo fanno PER PROFESSIONE, quindi guadagnare, camparci bene il resto della vita etc …. saranno liberi di fare il cavolo che vogliono?
Poi essendo esibizioni con quella formula saranno giocate in versione sagra della salsiccia fra risate e giochetti costruiti ad hoc per il pubblico, quindi cosa vuoi che vadano a rischiare …
@ groucho (#1015435)
quoto al 1000%
@ pinkfloyd (#1015646)
Di questo ne dubito anch’io… poi io non amo le esibizioni, probabilmente non la vedrò neanche se la trasmetteranno in tv.
E tuttavia, come ho già detto, visto che ci guadagneranno tutti mi sta bene che la facciano.
@ gbuttit (#1015634)
Si certo, di fare la faranno, ormai è sicuro.
Che la facciano pure, per carità, ho espresso solo un mio parere 😉
Se fosse una cosa davvero straordinaria ed epocale, non vedrei l’ora di essere già a novembre.
Ma dubito che il ‘mondo tennistico globale’ sia già in fibrillazione, per tutto ciò.
@ pinkfloyd (#1015610)
Il fascino di questa manifestazione ovviamente é zero… però penso che avrà successo, ed allora se il pubblico sarà contento vedendo dal vivo campioni di oggi e di ieri, gli sponsor saranno contenti perchè avranno ottenuto la pubblicità che cercavano, gli organizzatori saranno contenti perchè andranno in utile, i giocatori saranno contenti per i lauti guadagni con poco sforzo… perchè non dovrebbero farla?
Fermo restando che si tratta di una esibizione, magari più articolata di quelle che si fanno solitammente, e niente di più…
Quindi, tutta questa gente qui, andrà a fare la ‘preparazione’ in Asia, pagata (e anche profumatamente) e contemporaneamente delizierà quel fortunato pubblico.
D’accordo, ma fascino di questa manifestazione, a livello globale, a livello tennistico? Progresso, innovazione, passo coi tempi, dove sono?
Uno Slam qualunque è molto più innovativo e globale di tutto ciò.
E viene giocato da ‘secoli’.
E nessuno dei partecipanti, poi, a fine dicembre, quando ricomincerà la nuova stagione, dirà: “si, ma sai, sono indietro con la preparazione, perchè ho passato tutto il tempo a giocare (non ho mai smesso, sono anni che gioco di continuo) e poi ho passato qualche giorno a contare i soldi e non mi sono allenato…”
Se questo è il prodromo per il nuovo quinto Slam asiatico di cui si parla, no problem, ci può stare (anche se non condivido), ma se facciamo questa roba qui, poi il quinto Slam asiatico, poi i Giochi senza frontiere asiatici, alla fine diventa tutto ‘asiatico’ e sconfiniamo nella dimensione opposta.
Con tutto il rispetto per l’Asia o di chicchessia, perchè non c’è mai nulla di razzista in quello che scrivo. E ci mancherebbe pure.
E con la moneta che diverrebbe l’unico valore importante di questo sport, che sta già molto scadendo tecnicamente e che finirebbe davvero per diventare misero (tecnicamente e livello agonistico) e solo, meramente venale.
@ groucho (#1015584)
E’ vero ciò che affermi, ma quello che intendevo dire é che non farei tanta dietrologia, non credo sia stata una mossa preordinata, che abbia indetto una conferenza stampa per dire cosa pensa di questa nuova manifestazione, semplicemente in qualche intervista gli sarà stata posta una domanda in proposito ed avrà risposto in quella maniera…
Ah, su una cosa hai torto: Dominguez non è solo un emissario dei poteri forti ma un rappresentante vero e proprio! Ti ricordo che è stato presidente della Federazione di tennis francese (la FIT d’oltralpe) per molti anni e, se non sbaglio, fino a poco tempo fa. Se non sono poteri forti questi…
Stiamo vivendo un periodo di cambiamenti epocali in tutte le sfere, lo sappiamo benissimo. I soldi e gli sponsor non sono più in europa, sono in Russia, nei paesi arabi, in Cina , nel sudest asiatico, nel centro e sudamerica. Se sei di Kuala Lumpur e non hai giocatori locali da seguire nello sport che conta, allora vuoi veder giocare i top20 di oggi e di ieri, fare foto da mettere su Instagram, chi se ne frega se i giocatori sono stanchi o svogliati (escludendo una ristretta cerchia di appassionati). Gli sponsor locali vogliono eventi che attraggano questo tipo di pubblico. Challenger e futures difficilmente possono attrarre sponsor in questi paesi. Della Russia ho conoscenza diretta: i futures di Mosca sono sovvenzionati dalla Federazione, quelli di Kazan (future e Challenger) direttamente dal ministero dello sport della Repubblica del Tatarstan. Non c’è l’azienda locale a finanziare, e il pubblico è solo quello degli addetti ai lavori. Io ritengo che questo tipo di evento sia in linea con i tempi. E’ rapportabile alle tournée in Asia e paesi arabi delle squadre di calcio nelle pause della stagione.
Hai ragione, ha detto che non ha nessuna validità tecnica.
Secondo me però la validità tecnica può arrivare (non è detto, ma può arrivare) quando ci sono tanti soldi in gioco. Per me, ripeto, siamodi fronte a una possibile rivoluzione.
Aggiungo un’altra considerazione. Il tennis è uno dei pochi sport (insieme all’automobilismo forse) esclusivamente globale, ovvero con un interesse locale molto poco sviluppato, almeno da chi non è addentro alle cose. Invece per me la forza di uno sport moderno è essere “glocal”, ovvero un po’ global e un po’ local. Il calcio, per esempio, è il perfetto esempio di modello “glocal”: la Coppa del Mondo che si gioca solo ogni 4 anni, la Champions League che è riservata a pochissime squadre con visibilità internazionale ma che impegna poco i calendari, i Campionati Nazionali che sono sviluppati su diversissime categorie e infiammano la gente sul territorio (più deòòa Coppa del Mondo epiù della Champions League). Nel tennis il modello potrebbe evolvere verso questo scenario, perché oggi a chi veramente interessano gli ATP500, i 250, i challenger e i future? Il pubblico li ignora, tanto più si scende di livello: che gliene frega ai brasiliani di vedere una finale Lorenzi-Delbonis? Poi per i giocatori i costi sono troppo alti, rapportati ai ricavi.
Ridimensionando quindi la componente globale, lasciando quindi la Coppa Davis, i 4 Slam (magari con la Cina al posto dell’Australia, oppure aggiungendola) e limitando gli ATP-1000 a 4 eventi soltanto, si troverebbe spazio in calendario per far giocare i campioni internazionali anche obbligatoriamente nei vari campionati nazionali (magari Djokovic tesserato per un club tedesco!). Pensate ai circoli che potrebbero ospitare i campioni internazionali, oltre ai migliori nazionali, che successo di partecipazione avrebbero. Allora sì che il tennis potrebbe esplodere come sport di base, perché sarebbe animato da una visibilità locale e molti giocatori che oggi stentano potrebbero essere incoraggiati a fare bene in patria a costi minori. Naturalmente le vittorie in terra natia nei vari campionati potrebbero servire ad accumulare punti ATP per far sì che i più bravi possano entarre anche nel circuito globale, ma con costi a questo punto sostenibili.
Se l’ATP si sveglia forse riesce ad arginare questo fenomeno. Ma se invece continua a far proliferare i challenger, allora qualcuno tipo Tennis League gli farà le scarpe. Da tennis!
Ma questa cosa dovrebbe svolgersi a novembre e dicembre, a bocce ferme, dopo la stagione ATP e WTA. Non vedo niente di rivoluzionario, in tutto ciò.
Si sovrapponesse ai circuiti, allora si che sarebbe ‘rivoluzionario’.
Facciamo solo gli Slam e questa cosa qui, tutto l’anno, allora.
Rivoltiamo tutto il ‘sistema’ come un calzino , e allora sarebbe sensato.
Ma questo, invece, è solo un ‘circo’ (ricco, molto ricco, dove ballano milioni di dollari) messo su dalle nuove potenze asiatiche che comprano giocatori sparsi nel mondo e li fanno esibire.
Cosa ci sia di utile in tutto ciò, non lo so.
Partite di tennis di giocatori e giocatrici eterogenei che giocano, dilettano una parte del mondo e fanno ‘spettacolo’.
Che poi anche lo ‘spettacolo’ fine a se stesso di questa manifestazione non lo vedo, anche perchè, come sempre: tutto è relativo.
@ groucho (#1015435)
Sull’analisi storica sono d’accordo, ma non vedo proprio la trasposizione sul tennis.
Fra l’altro escluderei che Dominguez sia un emissario scelto dai poteri forti del tennis per mandare un messaggio… secondo me semplicemente qualche giornalista gli ha chiesto cosa pensa di questa nuova iniziativa e lui ha risposto dicendo una cosa che condivido (cioè che non ha nessuna validità tecnica) ed una che non condivido, cioè che i giocatori rischino la salute (non credo proprio per un set di esibizione, e comunue saranno affari loro…)
bravo graoucho ,anche il Capri di seria A destava preocupazioni alla Fit e sappiamo tutti come è andata a finire……
La storia insegna che il potere costituito, per difendere il proprio status quo e i propri interessi, si oppone ai cambiamenti. In genere quelli più cruenti sono spinti dalle rivoluzioni, quindi il potere costituito cerca di eliminare le condizioni affinchè ci posssano essere rivoluzioni.
Di solito, il potere costituito si muove con prudenza di fronte ai segnali di cambiamento, all’inizio espone pesci piccoli, se poi serve manda avanti quelli grossi.
Il caso di Dominguez contro la Tennis League è un esempio tipico di queste dinamiche. Evidentemente questa iniziativa, visti i soldi in gioco che promette, fa un po’ paura. Se sisvegliano i grandi colossi dormienti (indiani, cinesi, russi, brasiliani…) il rischio è grosso. Finché si parla di Hopman Cup nessuno si preoccupa, ma la Tennis League fa tremare le gambe a molti.
Non discuto della formula proposta, che può essere anche sbagliata o semplicistica, ma dell’attacco al potere, che invece mi sembra molto interessante.
Le argomentazioni di Dominguez in difesa del “vecchio sistema” sono ridicole, al limite del patetico:
1. Non c’é interesse commerciale… Mah, secondo me quando si mettono sul tacolo tanti soldi l’interesse commerciale arriva. Magari dietro l’operazione c’è qualche grande sponsor stufo del potere dell’ATP e dei costi inutili che introduce. Lo deciderà il pubblico se c’è interesse.
2. I tennisti possono farsi male… Mah, non è che l’attuale potere si preoccupi molto della salute dei tennisti se permette un calendario di 10 mesi pieni, dove si gioca tutti i giorni (nessuno sport fa altrettanto, nemmeno il calcio, e questo genera il problema delle scimmesse: chi è patologico ha bisogno di eventi continui). Davanti a tanti soldi anche le mamme direbbero ai loro figli campioni “Mettiti la maglietta della salute ma vai a giocare la Tennis League”.
Il tennis è lo sport delle tradizioni, ma salvati tre SLAM e la Coppa Davis il resto si può anche rivedere: non mi pare che Indian Wells e Miami siano tutta questa cosa da preservare, anzi…
Il fatto che siamo di fronte a una possibile “rivoluzione’ lo si conferma dal fatto che viene dall’alto (i top player e qualche grande sponsor ancora non dichiarao). E si sa che le rivoluzioni sono sempre venute dall’alto, mascherandole dal basso. Per questo la serie C, D, ecc. possono davvero far paura ai potenti attuali, perché potrebbero incrinare la base del movimento e invogliare i giocatori dai top100 in giù di abbracciare un sistema finalemente più remunerativo. Che quest’anno partirebbe con una trentina di giocatori ma dal prossimo anno magari con cento e più.
Naturalmente per i giocatori di fascia bassa saranno picconi bocconi di pane, ma rispetto alle briciole di oggi…
Chissà?