Intervista a Pietro Licciardi: “I montepremi di future e challenger è basso per le spese che un giocatore deve sostenere nella sua attività, inoltre lo scandalo scommesse ne è la prova che i montepremi non sono alti”
Abbiamo intervistato Pietro Licciardi, classe 1994, n.904 ATP.
Prima di tutto presentati, cosa ti piace fare nel tempo libero? Hobby,interessi,ecc?
“Sono Pietro, sono nato a Ravenna. Nel tempo libero adoro giocare a calcetto con i miei amici, andare a cena fuori e al cinema.;inoltre adoro portare a spasso il cane, lo trovo molto rilassante. Buona parte del tempo libero lo passo a studiare per l’università”.
Quando hai iniziato a giocare a tennis? Come mai hai scelto questo sport?
“Ho iniziato a 7 anni, un mio amico finita la scuola sarebbe andato al campo estivo in un circolo tennis e ho deciso di seguirlo, da li non ho più smesso”.
Cosa studi? Come sei riuscito a conciliare la tua attività scolastica all’inizio della tua carriera tennistica?
“Studio giurisprudenza, la mia attenzione è focalizzata al 100% sul tennis, l’università è una cosa secondaria, un hobby. Il primo anno di superiori l’ho fatto alla statale e mi allenavo solo di pomeriggio. Poi sono arrivati i risultati nei tornei estivi e quindi l’anno dopo io e mio padre abbiamo deciso di provare ad iscrivermi in una scuola parificata a cesena,ed è stato un massacro! Andando a scuola solo 2 volte a settimana dovevo essere a passo con i compagni quindi quelle poche volte che andavo, ero tempestato di verifiche ed interrogazioni. Tutte le sere finivo di studiare alle 9 di sera con la mia “tutor” che per me è come una seconda mamma. È stata dura ma cosi avevo molto più tempo per allenarmi e giocare tornei. Anche quell’anno è stato positivo ed a settembre è arrivata la chiamata di Tirrenia”.
Ti alleni a Tirrenia, come ti trovi? Chi ti segue? Cosa pensi ti manchi ancora per salire nel ranking?
“Mi trovo benissimo, non cambierei Tirrenia con nessun posto. La FIT è molto buona con me perché mi da la possibilità di allenarmi nel miglior centro italiano. Questo è il secondo anno che mi segue a tempo pieno Renzo Furlan. Devo essere ancora più incisivo con il dritto e servire per fare più male, l’atteggiamento è migliorato ma posso migliorare ancora”.
Oltre a questo, la Fit ti supporta economicamente?
“Si,mi supporta economicamente”.
Ora descrivi il tuo modo di giocare. Che tipo di giocatore ti definiresti? Qual è il tuo colpo migliore?
“Il colpo migliore è il rovescio, ma è il dritto, anche se non ancora a posto, a fare piu punti. Sono un giocatore che parte da dietro, che sbaglia poco e appena può manovra con il dritto e alla prima palla buona va sotto rete”.
Bene, raccontami di questa settimana ad Antalya. Qual è stato il match più duro? Hai giocato anche con Boluda che qualche tempo fa era considerato uno dei giovani più promettenti del circuito junior.
“Il match più duro è stato proprio quello con Boluda, 61 46 76, ho annullato un match point, lui non ha la palla che viaggia molto ma non sbaglia mai ed ha un ottima visione di gioco, batterlo è stata davvero dura”.
Quanto reputi sia importante la creazione di questi tornei nello stesso posto, come Antalya e Sharm, (probabilmente quest’anno anche Santa margherita di Pula opererà lo stesso procedimento) per un tennista in crescita che deve scalare il ranking e risparmiare il più possibile?
“Beh, sono delle opportunità non indifferenti perché permettono di non spendere soldi in aerei tutte le settimane e avere l’opportunità di allenarsi con giocatori di livello sempre diversi.
Hai sentito qualcosa a riguardo dell’idea di Crowley, per far firmare una petizione dalla maggior parte dei tennisti professionisti per operare un cambiamento a riguardo dei montepremi dei futures e dei challenger? Cosa ne pensi a riguardo?
“Penso che sia giustissimo, il montepremi di future e challenger è basso per le spese che un giocatore deve sostenere nella sua attività, inoltre lo scandalo scommesse ne è la prova che i montepremi non sono alti. Nel momento in cui un tennista riuscirà a guadagnare benino anche con future e challenger ecco che le persone che si trovano costrette a vendere le partite smetteranno”.
In un’intervista rilasciata a Spazio tennis lo scorso Novembre, hai dichiarato come obiettivo quello dei top 550-600, dopo questa finale pensi sia cambiato?
“Per il momento resto su quell’obiettivo li, mi dispiace molto aver perso oggi perché sarei andato poco sopra i 600 e avrei già raggiunto il mio obbiettivo dopo un solo torneo. Settimana prossima ho un altra occasione per migliorare. È però ovvio questa finale da tanta fiducia e spero di raggiungere l’obbiettivo di fine stagione tra un paio di mesi, dopodiché penserò ad un altro obiettivo.
Programmazione per i prossimi mesi?
“Ora ho altri 2 tornei qui dopodiché mi alleno e credo che giocherò Palermo e due tornei a sharm el sheik e poi giocherò 2 o 3 in Sardegna dopo un altro paio di settimane di allenamento”.
Daniele Sforza
TAG: Italiani, Licciardi, Pietro Licciardi
Amo la biodiversità ed è bello sapere che quando c’è qualcuno che con il dito indica la luna, c’è sempre qualcun altro che guarda il dito; vale anche il viceversa, ovviamente. Ed è un bene perché l’ evoluzione di ogni specie avviene proprio quando c’è possibilità di scelta. L’importante è esserne consapevoli. 😉
Il tuo commento è di un politically correct incredibile.
La frase “Non glie ne frega niente di ricevere personalmente più e meno soldi” mi sembra azzardata.
@ PS (#1004402)
Non ho offeso nessuno. Sarebbe bello per tutti che si potesse vivere di solo sport, ma anche sulla mia pelle ho verificato che questo non è possibile per chi non è un Fognini o nel calcio anche un semplice giocatore di seria A. E’ dura, durissima. Semplice e lapalissiano. A più di 30 anni poi ci si ritira. E dopo? Che fai? Quanto hai messo da parte? Ho solo voluto dire questo. E’ sbagliato? Non credo. Tutti i ventenni tra la 800esima e 900esima posizione nel tennis ce la fanno sempre? O ce la faranno? Non credo.
E’ reato affermare questo? E’ reato fare valutazioni ed ipotesi?
Non si può esprimere la propria posizione?
E’ dire cagate, come dici tu, affermare che i challenger e i future non sono e non saranno un paese dei balocchi e che i soldi sono quelli? I soldi ce li metti tu? Gli investimenti nello sport sai che cosa sono? Sai di che parli? Sai cos’è uno sponsor? Sai quando questi si muovono? Vanno dai ventenni n 900?
Auguro a Pietro di entrare nei 100 presto e campare di solo tennis, lo spero tanto per lui, ma spero ancor di più che si laurei e che si crei una vita e una professione alternativa, come ho fatto io, con sacrifici ma anche con tanto realismo. Non si può sempre sognare ad occhi aperti. Se a 23-24 anni sarà ancora a bagno gli auguro di avere la forza di lasciar stare col tennis. Non possiamo e non potremo far finta di niente. Con gente che ti dice “ma no, ma ma sì, ce la fari, se forte…” Ci vuole gente anche ti parli della dura realtà.
Dario Sciortino batteva Safin da giovane, ha lasciato stare. Pietro Ansaldo, campione europeo under 16 batteva gente che ha vinto degli slam, faceva per fortuna anche ingegneria.
Non dico cagate, le cose le so, perchè sono abituato a leggere, ad informarmi e a lavorare. Lavorare appunto.
Qua secondo me nessuno ha capito niente, quinzi, il calcio, e le esperienze personali non c’entrano un bel niente. Pietro voleva semplicemente dire che sarebbe bello se più ragazzi potessero accedere a questo sport senza far fare enormi sacrifici economici alle loro famiglie.. Non glie ne frega niente di ricevere personalmente più e meno soldi, e lo si può capire facilmente dal fatto che lui fa tennis e università senza problemi ..
Poi mi rivolgo al “pallettaro” … potresti evitare di offendere a gratis, soprattutto quando ti rivolgi a persone che non conosci
Lascia lavorare la gente che ne ha voglia e informati prima di dire certe …ate..
@ PaoloZ (#1002609)
A proposito di capitale ($) e carriere professionistiche, il caso Quinzi credo possa essere socialmente interessante da analizzare perché oltre a essere indicativo del rapporto che intercorre tra Tennis & Denaro, può dare sin da ora delle indicazioni sul futuro di Gianluigi, che –ahimè- credo non sarà per niente roseo come tutti si aspettano. La mia ipotesi è questa: chiunque dotato di un’ottima testa da tennis – quale è quella di Quinzi –, di discreta/buona struttura fisica – quale è quella di Quinzi – e di una famiglia in grado di supportare economicamente una vita da tennista-bimbino-professionista, chiunque – dicevo – a queste condizioni sarebbe stato in grado di ottenere risultati analoghi ai suoi a livello juniores. Chiunque. Pertanto, quei risultati così ottenuti, sono soltanto illusori e per nulla indicativi di un futuro di prim’ordine. Il supporto economico della famiglia, gli ha permesso di allenarsi quotidianamente per anni e di colmare, con la quantità degli esercizi, il gap qualitativo di tecnica & talento rispetto agli altri giocatori. E’ questo – il denaro- il segreto del suo successo da juniores, ed è questo il motivo per cui difficilmente il ragazzo sfonderà ad alto livello (Top-100? 50?): tecnica & talento non si possono comprare e alla fine sono proprio questi due ingredienti a fare il grande tennista. Gianluigi – che in quanto a tecnica e talento certamente non eccelle – con il tempo verrà superato da tutti coloro i quali sono dotati di tecnica e talento superiori ai suoi ma che magari da bimbi e/o da juniores non hanno avuto le opportunità economiche per allenarsi quanto e come lui.
Il tuo commento non ha nè capo nè coda perdonami oltre a mancare la punteggiatura
purtroppo l’ignoranza in materia fa dire delle cose che non hanno senso. per cercare di comprendere meglio tutta la materia sarebbe opportuno andare a guardare la composizione della classifica mondiale. nei primi 100 al mondo ci sono solamente 2 or 3 se non erro ragazzi al di sotto dei 22 anni e nei top 200 sono al massimo 10 e quindi questi devono essere considerati dei fuoriclasse come i vari maradona or messi. la maturità nel tennis arriva tra i 22 ed i 25 anni in quanto l’evoluzione dello sport in generale ha fatto divenire il tutto molto piu fisico e non solo talento. messo da parte i fenomeni quali Nadal chi ha vinto in campo maschile un master 1000 or uno slam sotto i 18 anni? cosa che invece fino a 10 anni fa avveniva ed anche spesso? il paragone con il calcio non puo essere fatto e forse prima di parlare bisognerebbe condividere le giornate di lavoro ( in quanto di lavoro si tratta ) e le esperienze in giro per il mondo prima di dare giudizi. nel tennis la giornata di lavoro copre dalle 6 alle 8 ore di allenamento ( i calciatori sono molto piu signori sotto questo aspetto ); la carriera tennistica viene costruita in giro per il mondo mentre nella maggior parte degli altri sport avviene a livello nazionale ed una volta che sei arrivato incominci a dover viaggiare e fare determinati sacrifici; il tennis in realtà è uno sport di elite ed il fatto che si debbano aumentare i montepremi per ragazzi sotto i 24 anni è fondamentale altrimenti resterà sempre uno sport per poch.
vorrei inoltre commentare il numero 900 rispetto al calcio, in eccellenza e quindi stimo parlando di calciatori che sono probabilmente in termini di ranking 20.000 solo nell’ambito nazionale sei pagato per andare a giocare ed una persona che è all’inizio della carriera e si trova 900 costa circa 60 mila euro all’anno per fare un attività che ti consenta di poter aspirare ad entrare in futuro nei primi 100. consiglierei che prima di scrivere su siti specializzati da ignoranti in materia sarebbe opportuno informarsi. io non mi sono mai sognato di andare a scrivere….su un sito specializzato di calcio in quanto sono un ignorante in materia e quindi lascio scrivere persone che sicuramente possono dare un contributo costruttivo a tutto il movimento
@ marco 2 (#1003544)
E quindi? Perché in NBA ci sono star che guadagnano 20 milioni di dollari l’anno dobbiamo toglierli per darli ai Licciardi? Dobbiamo perequare sport diversi che hanno attrattive diverse e contesti diversi? Per cosa? Qui stiamo parlando di un ragazzo che a 20 anni è 900 al mondo, iscritto a giurisprudenza che testualmente dice che porta a spasso il cane e che nel tempo libero gioca anche a calcetto. E si lamenta? Inoltre questo ragazzo dice che è pure supportato economicamente dalla FIT. Lo dice lui in questo articolo! Che dobbiamo fare? Fare una colletta? E’ evidente che è un benestante che giochicchia bene a tennis e che vuole campare di solo tennis. Bella la vita caro mio. Classica mentalità italiana da timbro del cartellino ed ufficio pubblico. Mettiamo più soldi nei future e nei challenger così ce ne stiamo per la maggior parte del tempo in Italia vicino a mammà. Anche se ci mettessimo più soldi non li vincerebbe certo lui. Il tennis professionistico, non per colpa mia, è altra cosa. Ma il succo del discorso qual’è? Se sei adulto e vaccinato sai che il tennis non ti darà soldi, a meno che non entri nei 100, ma se a 20 anni sei ancora 900 al mondo lascia perdere, ma se vuoi continuare non ti lamentare. A 20 anni giocavo a calcio, ad agosto tutti i giorni preparazione mentre i miei amici se la godevano, durante l’anno 3 allenamenti la settimana più la partita, studiavo all’Università e 4 sere a settimana facevo il barista. Non portavo a spasso al cane, preferivo pagarmi l’Università. Era dura? Sì, ma a 20 anni ce la fai, ma soprattutto era una “mia” scelta di sognare col calcio. Il ritorno economico che ho ricevuto negli anni (forse 65-70 mila euro in 15 anni di carriera da dilettante) fa ridere perchè auto e benzina ce le mettevo io, senza parlare di un naso rifatto, un crociato rotto e menischi andati . Ma nessuno mi ha obbligato a farlo e, soprattutto, non pretendevo di avere lo stesso trattamento economico di attaccanti esperti che venivano dalla serie B o serie C e che, a fine carriera, segnavano il doppio di me. Lo sport non è una politica di redistribuzione della ricchezza. Non c’è equità o logica. Lo sport è solo competizione, dove solo i migliori guadagnano. Gli altri, se non vogliono campare alle spalle di mamma e papà devono andare a lavorare. Se non ti sta bene non c’è problema ma il mondo gira così.
@ marco 2 (#1003544)
Comunque sono il primo a voler vedere un tennis che coinvolga la gente e che renda possibile l’assegnazione di montepremi maggiori. Il problema è che andrebbero riviste tante cose….
@ marco 2 (#1003544)
Ti voglio spiegare un cosa.
Nel tennis di oggi, che rispetto a quello di 30 anni fa è estremamente favorito dall’avvento delle compagnie aeree low cost, tantissimi giocatori si possono permettere di girare per il mondo alla ricerca di punti (non si cerca di vincere i tornei ormai , ma i punti). Quindi un giocatore che 30 anni fa era un B1 o B2 adesso per il semplice fatto che gira il mondo con una racchetta in mano viene considerato un giocatore di tennis a tutti gli effetti. Prima a 22 anni se non avevi sfondato non continuavi a girare eri già considerato vecchio e lavoravi, magari facendo il maestro nel tuo circolo e continuando l’attività nazionale.
Detto questo il paragone con il calcio non ha senso. Continuate ad insistere su questa cosa. Il giro di soldi che c’è dietro una determinata attività dipende esclusivamente dall’indotto e dall’interesse che crea…nel mondo ci sono milioni e milioni di persone che giocano a calcio, che comprano paytv, che riempiono gli stadi ecc. (probabilmente ci sono più spettatori in una partita di terza categoria di calcio che ad un future o ad un challenger)…..e allora di che parliamo ?
Il giorno in cui il tennis muoverà tutte queste persone allora se ne riparlerà….
Parlo da innamorato del tennis
@ pallettaro (#1003084)
A parte che non capisco come tu possa dirmi che non conosco il calcio. Sei un veggente o altro visto che anch’ io ho masticato calcio, magari non nella tua eccelsa categoria ma qualcosa vedevo anch’io. Il discorso è partito da scarsi montepremi ai bassi livelli dei tornei internazionali di tennis e tu sei finito per dare dello scarso ad un giocatore che è 900 circa ” al mondo ” e che considera a livello generale questi montepremi bassi. Che poi lui abbia necessità oppure no di soldi non lo so e non mi interessa. Rimane il fatto che allora tutti i nostri ventenni a tuo sommo giudizio sono scarsi ma però non prendono 600/900 euro come li prendevi tu nella categoria degli scarsoni ( facendo le proporzioni che ti ho già illustrato).
e chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai
di giocatori tristi che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro a un bar…
@ marco 2 (#1002977)
chi se ne frega dei costi. A parte che non conosci il mondo del calcio, ci sono padri benestanti che fanno fare i provini ai propri figli pagando le società (che fanno cassa). Tutti credono che il calcio sia uno mondo di favole dove si guadagna senza fatica. Inoltre il calcio è uno sport di gruppo, in tutti gli sport di gruppo c’è la società che sostiene la maggior parte dei costi.
Ci sono tanti sport dove è necessario avere soldi di famiglia. Ingiusto? sì. Ci possiamo fare qualcosa? no
Vuoi fare automobilismo? Oppure gare di off shore? Affari tuoi.
Vuoi fare tennis? fallo, ma è uno sport punto. Se poi tu sei convinto, magari senza averne le reali qualità, di esser un fenomeno sono fatti tuoi. Nessuno sport di garantisce di vivere solo di quello.
Ho conosciuto tantissimi ragazzi che per il calcio hanno tralasciato la scuola, fatto magari 1 o 2 anni nelle giovanili di squadre di serie A fare panchina in eccellenza. A 30 anni sono dei falliti, senza uno straccio di lavoro, tantomeno professionalità in qualcosa. Nella errata convinzione che fare sport porti necessariamente guadagni. Pochi ce la fanno, in tutti gli sport.
ps l ho visto spaccare varie racchette durante un future…uno che è numero 1000 e si lamenta di spese e montepremi non spacca racchette così x hobby dai…
mha se stava a corto di soldi non si iscriveva all’università senza studiare…
@ pallettaro (#1002770)
Evidentemente ti è difficile cogliere la differenza a livello di costi tra il calcio e il tennis. Forse sbaglio ma mi pare che nel calcio di un certo livello ( rientra anche l’Eccellenza ) oltre a non pagare nulla perché è tutto a carico della società, si prendono anche dei soldi. Ora facendo un conto esclusivamente numerico di quanti giocatori ci sono nel mondo prima dell’eccellenza Italiana e paragonandolo al n° 900 a cui fai riferimento, mi sembra che già giocare in serie B siamo dalla parte degli ” scarsi ” e ripeto, in più prendono soldi. Porta rispetto a chi si dedica con molto più impegno e meno risultati economi in uno sport molto più difficile del calcio dove si gioca in 11 e non da soli e magari per 2/3 ore con la prospettiva di giocarne altrettante il giorno dopo se si ha vinto.
forza liccio
@ pallettaro (#1002770)
giustissimo!!!!
partiamo dal fatto che il tennis è uno sport globale, che consente il raggiungimento di determinati risultati solo ricorrendo a frequenti spostamenti, che presuppongono spese di sostentamento elevate. E’ anche uno sport in cui la costante presenza di uno staff di allenamento implica alti costi, specie nella fase di costruzione del giocatore (junior e primi anni senior). I future hanno una risonanza locale, difficile che possano permettersi montepremi più elevati; la panetteria del paese avrà più interesse a sostenere la locale squadra di Legapro, che attrae 500 persone di pubblico ogni settimana e le televisioni della zona, piuttosto che un future che dura una settimana, e lo vanno a vedere in 30. probabilmente, le federazioni di appartenenza, o l’ITF stessa, potrebbero prevedere un incremento di montepremi per i tennisti sotto i 23 anni. In ogni caso, è sempre pericoloso turbare le regole di mercato con delle sovvenzioni dall’alto, che portano al rischio di pericolose sperequazioni
E’ molto pericoloso il messaggio secondo cui lo scandalo scommesse sarebbe un’inevitabile conseguenza dell’ingiusta ripartizione dei montepremi. A questo modo si giustifica un’illegalità consumata alle spalle degli scommettitori onesti. A questo punto, i calciatori delle serie minori avrebbero il diritto di vendersi le partite, i precari che guadagnano 500 euro al mese avrebbero il diritto a fare furterelli, ecc. ecc. Consiglio al giovane Licciardi di non considerare l’illegalità come lo sfogo normale ed inevitabile di un problema pur esistente.
@ pallettaro (#1002770)
non fa una piega.
è vero, entrare in fabbrica da apprendista e non arrivare a 1000 euro al mese potrebbe anche indurre a fare qualche furto per necessità alimentari. In fabbrica, altro che vendersi partite di tennis.
Girare il mondo e giocare tutto il giorno a tennis non è una necessità lavorativa, ma è la pratica di uno sport. Lo sport non porta e ne deve portare necessariamente ad una carriera professionistica.
Se succede bene, se non succede amen.
In tutti gli sport accade.
Personalmente ho giocato a calcio una vita, ma non sono mai diventato professionista. Pur guadagnando qualcosina (dai 600 ai 900 euro al mese) nelle serie minori non ho mai potuto permettermi di vivere di solo calcio e, a 33 anni ho smesso. Non ho mai pianto soldi a nessuno, ma mi sono sempre solo impegnato per il lavoro e per lo sport. Lo sport mi ha fatto fare tanti sacrifici con poco o nulla in cambio, ma era una passione e come tale deve e doveva rimanere.
Se nel campionato di eccellenza facevo solo 5 o 6 gol all’anno non potevo sognarmi ls nazionale, quindi studiavo per andarmene un giorno a lavorare.
Allo stesso modo se a 20 anni sei n. 904 al mondo vuol dire che sei scarso, non è colpa dei montepremi. Prima o poi se non hai i soldi di mamma e papà dovrai andartene a lavorare. Come è giusto che sia.
@ cataflic (#1002667)
11 anni fa sono sicuro che c’erano i satelliti… se 10 anni fa non c’erano più scusami dell’imprecisione.
In ogni caso il punto era un altro: i future sono un passo intermedio verso il tennis professionistico: se uno vuole farsi 10 anni di future è una scelta sua ma non può pretendere di guadagnarci (ne di rimanerci in pari).
scusa, ma dici una cosa non vera…10 anni fa i tornei entry level erano ormai i futures ed il montepremi era identico ad oggi….quindi l’inflazione ha giocato contro per un buon 26%….
Spero faccia bene Licciardi…
@ bao.bab (#1002558)
Evidentemente, pur essendo Dottore, non sei riuscito a capire che non era un problema suo ( ragazzotto )ma di tutti i giocatori che vanno a giocare a 500 Km spendendo i propri soldi per auto/ treno/ aereo, vitto , alloggio e magari anche il maestro. Se poi in un 10000 $ perdono al primo turno incassano in realtà 50 miseri euro. Non serve leggere Marx per capire come siamo messi. Basta vivere la vita quotidiana.
Separerei nettamente le due cose, montepremi bassi e scommesse non devono essere collegati atrimenti il tennis di base sarà tutto corrotto e finto. Sul primo “problema” non troverei una soluzione specifica ma basterebbe l’ITF usasse gli SLAM per finanziare gli under 24 (quindi no all’innalzamento dei montepremi, che sarebbe un onere per gli organizzatori, ma per esempio con una sovvenzione in base alla posizione di classifica). Sul secondo “problema” le scommesse sugli ITF vanno vietate assolutamente! La ITF non deve più vendere i diritti ai bookmakers.
è uno sport per ricchi, puo’ provarci solo chi ha una famiglia molto benestante.
queste interviste lo evidenziano.
deleterio per il futuro del tennis, il nr. 250 al mondo guadagna meno di un giocatore di serie c italiana.
in sostanza nel tennis chi ci prova davvero, potendo investire sugli allenatori in modo sostanziale per migliorarsi, sono pochi, letteralmente alcune decine di persone
è devastante per la qualità del tennis avere una base così scarsa.
@ Charlie (#1002542)
10 anni fa i tornei “entry level” erano i satelliti (6250 Dollari di montepremi), ora lo sono i futures: mi sembra che il montepremi si sia adeguato all’inflazione.
Parliamoci chiaro, nel mondo i soldi equivalgono a interessi economici: il mondo dei future non traina nessun movimento economico.
Se un giocatore passa la sua vita intera a fare future è una sua scelta personale, ma quelli forti ci stanno 1-2 anni e poi vanno a finire nei tornei più importanti.
Mi consento di dissentire.
Il tennis è uno sport d’elite.
Quale padre può spendere 20/30 mila euro all’anno per un figlio?
Solo un padre che guadagna dai 100.000 in su, quindi il tennis è sempre stato uno sport d’elite.
Avere un maestro fisso, prenotare centinaia di ore sui campi, girare per i tornei, costa un sacco di soldi già da junior. Da senior ancora peggio…
Vi prego basta con questi articoli ed interviste sulla dura vita dei tennisti!!!
A 26 anni ho avuto l’opportunita’ di svolgere un dottorato di ricerca (retribuito) a 500 KM da casa mia… Purtroppo non ho potuto accettarlo poiche’ l’assegno avrebbe coperto a malapena le spese per l’affitto di una camera!
E’ evideante che questo ragazzotto di 20 anni finanziato dalla FIT faccia l’universita’ per hobby… se avesse mai letto (ma anche studiato…) qualcosa di Marx avrebbe forse scoperto che il mondo non e’ giusto!
Ed in un mondo migliore di questo non sarebbe il 500 del mondo a dover guadagnare di piu’….
Il problema dei Montepremi è un problema reale e credo che l’ATP se ne debba occupare però vorrei fare delle considerazioni
L’innalzamento dei montepremi senza un coinvolgimento delle Federazioni locali or dell’ATP diventerebbe un arma a doppio taglio
se l’innalzamento dei montepremi è richiesto ai soli organizzatori questo potrebbe ridurre il numero di tornei organizzati in giro per il mondo e questo creerebbe ancora piu problemi ai giovani talenti che per venir fuori sarebbero costretti a competere sin dalla giovane età in un circuito dove i vecchi volponi vanno in giro per guadagnarsi lo stipendio
non è un argomento di facile soluzione ma credo che bisogna affrontarlo in modo serio e risolverlo altrimenti il tennis corre il rischio di diventare uno sport di elite a discapito dei grandi numeri e quando cisono grandi numeri ci sono anche interessi da parte di sponsor e diritti televisivi
A’ Liccia’ te devi dà na’ mossa…a 20 anni essere 500 vuol dire che quando arriverà al 100% forse riuscirà a fare una capatina tra i primi 200….
Speriamo bene! In bocca al lupo!