Spacca Palle: quale “terra” contro Murray?
Si dice che sognare non costa nulla, ancor più in questi cupi tempi di crisi.
Per noi amanti del tennis è davvero difficile restare con i piedi per terra, con l’adrenalina che scorre ancora a mille nelle vene dopo la bella vittoria in Argentina dei nostri azzurri.
Era una trasferta insidiosa, ma possibile. Un Fognini ottimo, tosto e “maturo” ha trascinato il tricolore ai quarti di Davis per il secondo anno di fila. Fatto per niente scontato, ancor più per l’aver vinto in trasferta contro una nazione sì indebolita ma storicamente tra le più forti. Ad incrementare la voglia di sognare ci si è messa anche la Gran Bretagna, che da nazione di terza fascia è tornata con forza nel tennis che conta grazie alla vittoria in quel di San Diego.
Murray e la sorpresa Ward hanno strapazzato quel che resta dello squadrone USA, vera nobile decaduta nel grande tennis, aggrappata con le unghie alla sua fantastica storia ma non più sufficiente nemmeno a passare il primo turno in Davis.
Oggi gli americani sono una compagine più che battibile. Così il pronostico è saltato, e niente sfida con gli USA: il primo weekend di aprile ospiteremo i britannici nel secondo turno. Vista la loro idiosincrasia con la terra battuta, ce la possiamo ampiamente giocare. E sognare, visto che in palio c’è quasi sicuramente un biglietto a settembre per la vicina Svizzera, a sfidare il “dream team” composto dal neo campione Slam Wawrinka e, nientepopodimeno, sua maestà Roger Federer. Già… il divino finalmente ha dato la sua disponibilità a giocarla questa Davis, prima accettando di volare last minute nella sperduta Novi Sad e quindi, battuta facilmente una Serbia orfana di Djokovic, s’è affrettato a dichiarare “Ci sarò anche col Kazakistan” (che grazie ad una “campagna acquisti” niente male è diventata una squadra discreta). Piccola doverosa parentesi su Federer. Se da un lato il valore della Davis non può che migliorare grazie alla presenza dei campioni, e applaudendo alla scelta di Roger di giocare l’unica competizione davvero importante che manca al suo palmares, non si può non sottolineare come questa decisione sia tardiva (molte stagioni potenzialmente vincenti perse) e un tantino opportunistica. Ora che il compagno Wawrinka si è dimostrato sempre più forte e solido, Federer accetta di giocare. Fior di campioni in passato (Borg, Becker, altri) hanno vinto la Davis quasi da soli, sobbarcandosi il peso dell’intera nazione e favorendo la crescita dei compagni. A Roger va dato atto di aver spesso partecipato al salvataggio della Svizzera nello spareggio di settembre, come accadde a Genova 2009 contro i nostri; ma da un campione così grande e stimato mi sarei aspettato questa svolta Pro-Davis non sulla scia delle vittorie di Wawrinka ma ben prima… Pur non avendo alcuna certezza, mi piace pensare che il buon Stefan Edberg, oggi a suo fianco e storicamente molto fedele alla Davis (il suo ultimo match Pro fu proprio una finale con la Svezia), l’abbia convinto della bontà del tornare, e di quanto tenere in casa un pezzettino di quell’enorme insalatiera sia affare notevole, anche per il tennista numericamente più vincente di sempre. Chiusa la piccata parentesi su Federer, torniamo alle faccende di casa nostra, ed ai sogni di cui parlavamo.
Ogni match racchiude insidie e incertezze, se non altro per il fatto che la sfida alla Gran Bretagna sarà il weekend 4-6 aprile. Molta acqua scorrerà sotto i ponti, gli infortuni sono sempre dietro l’angolo (chiedere a Nadal o altri), così come gli scadimenti di forma. Quindi è giusto andare sempre con i piedi di piombo prima di prenotare il volo low cost a settembre per la Svizzera. Tuttavia è inutile prendersi in giro: se Fognini riuscirà a mantenere la salute fisica e tranquillità attuale saremo sulla carta favoriti contro i sudditi di sua Maestà, perché è scontato che giocheremo sulla amata terra battuta, magari bella lenta al livello del mare e pure all’aperto, a rendere ancor più insidiose le condizioni per i rivali. Seppi non potrà certo giocar peggio dello scorso weekend in Argentina, e non osiamo nemmeno immaginare che i nostri sul rosso possano perdere dal n.2 britannico. Murray è uno dei migliori al mondo, ma è da poco rientrato da un’operazione alla schiena, che ha compromesso la sua preparazione invernale. Di sicuro Andy giocherà i due grandi tornei USA sul cemento, Indian Wells e Miami, dove spesso ha giocato molto bene e dove conta di recuperare condizione e magari punti in classifica. Appena terminato il torneo delle Keys ci sarà da volare in Italia sul rosso, nelle condizioni a lui più sfavorevoli e senza alcuna preparazione specifica. Utopia che possa sacrificare il 1000 della Florida in ottica Davis. Meno utopia che non venga per niente in Italia, soprattutto in caso di grandi risultati sul duro americano. Magari per giustificare l’eventuale forfait si attaccherà alla schiena, al doverla preservare per il resto della stagione con uno Wimbledon da difendere, chissà. Di sicuro la prospettiva di impantanarsi sul rosso italico non sarà in cima ai suoi sogni… E pensare che l’unico scontro diretto con Fognini sulla terra lo vinse nel 2009 proprio lo scozzese. Ma era un altro Fabio rispetto a quello attuale.
Oggi Fognini sulla terra vale ampiamente la top10, cosa che non si può dire per Murray. Eppure Andy sul rosso c’è anche cresciuto in quel di Valencia anni fa; vanta una semifinale a Parigi, e con quella ragnatela tattica fatta di cambi di ritmo sarebbe teoricamente più che buono per il rosso. Nel 2011 Murray fece semifinale a Roland Garros, Roma (incredibile match contro Djokovic!) e pure a Monte Carlo, dove per un set dominò il padrone di casa Nadal. Queste belle prestazioni sono però ingrigite da troppe altre uscite altalenanti, e la terra sembra essergli gradita sempre di meno, e diventata marginale nella sua programmazione stagionale. Ipotizzando che Murray venga in Italia, magari in grandissima forma pronto a vincere i suoi due singolari (come twittavano allegramente in questi giorni alcuni spavaldi colleghi britannici), il problema resta la sua spalla. Oltre ad Andy ci sono solo Ward, giocatore che pare inadatto al rosso, così come il più giovane Evans, attaccante che magari potrebbe tornar buono in doppio. Si sta affacciando il talento Edmund, che ha un tennis che potrebbe anche funzionare sulla terra, ma è troppo giovane per esser buttato nella mischia dal nulla. Unica speranza per gli ospiti sarà un Andy super ed il doppio, sempre con Murray in campo, a sfidare i nostri Fognini e Bolelli, che anche in Argentina si sono confermati coppia di assoluto valore. Tirando le somme, se la Gran Bretagna spera di sfidare a settembre Federer e Wawrinka, gli servirà non solo la presenza di Murray ma che sia disposto a fare gli straordinari. Chissà che non sia più probabile un Murray presente ma che arrivi con assoluta tranquillità, a prendere quel che viene, con l’atteggiamento che ha avuto nel recente Australian Open per intenderci, aspettando la crescita di Evans e soprattutto di Edmund per dare un attacco alla Davis nel 2015 o 2016.
Andando in Casa Italia, che accadrà? Credo che la sfida verrà preparata con estrema calma. Sarebbe interessante provare a buttar dentro un giovane, per fargli assaggiare l’aria della Davis, soprattutto se Murray decidesse di non venire affatto in Italia. In caso di Murray presente, difficile che Capitan Barazzutti non scelga oltre a Fognini, Seppi e Bolelli un quarto della vecchia guardia, affidabile e pronto alla pugna come Lorenzi o Volandri. Forse dipenderà anche dai risultati dei nostri nei tornei sulla terra in America Latina, e magari nei primi grandi Challenger. L’occasione di arrivare ad un’affascinante semifinale Davis è enorme; ma personalmente mi auguro che Fognini non penalizzi i due Master 1000 USA, dove potrebbe fare punti pesantissimi alla sua corsa verso la top10 – magari da raggiungere dopo un Roland Garros importante – sacrificando tutto in ottica Davis.
Visto che mancano ancora due mesi esatti alla sfida, l’aspetto oggi forse più intrigante è quello relativo alla sede. Dove andremo giocare? Dando per scontato la terra battuta, al 99% all’aperto, diventa difficile candidare città come Milano, dove l’ultima coda dell’inverno potrebbe ancora dire la sua guastando la festa. Ricordiamo che la decisione di dove giocare la Davis dipende dalla Federazione, ma non proprio al 100%. Infatti la FIT in nome della trasparenza non la organizza più direttamente, ma fa in pratica un bando, a cui qualche ente territoriale (circolo) partecipa, presentando un progetto che illustra l’impianto, la copertura finanziaria, e molte altre cose.
Quindi viene scelto il miglior progetto, tenendo conto dei canoni che la ITF impone relativamente a molti fattori, non ultime le regole sull’importanza del luogo, logistica, ecc. E’ una procedura che “toglie” qualche cosa alla FIT sul piano meramente decisionale (nel senso che non organizza direttamente) ma che invece garantisce sul piano della trasparenza, e tende anche a produrre utili sul piano economico, quando è ben organizzata, invece che puri costi di denaro pubblico.
Il tutto però presuppone un fattore imprescindibile: l’imprenditorialità. Serve un gruppo che studi la cosa (anche in tempi rapidi) e coordini tutte le variabili in gioco a preparare prima e mettere in azione poi l’intera e complessa macchina organizzativa. Il tutto in meno di due mesi.
Vedremo chi parteciperà al bando e chi si aggiudicherà il diritto ad organizzare il match. Egoisticamente sarebbe splendido se si ripetesse la scelta del 2013, ossia quella di riportare la più antica competizione sportiva a squadre ancora esistente in una grande città in cui l’evento manca da molti anni. Sfido chiunque a dire che non sia andata benissimo al Palavela di Torino. Ero presente, e tra il palazzetto quasi pieno, un’atmosfera ideale ed un’organizzazione precisa andò tutto molto bene, compreso il riscontro del campo con vittoria di “Fogna” al quinto match. Troppi i 40 anni che attese Torino per vivere di nuovo le emozioni forti della Davis, era scontato che la città ripagasse con entusiasmo la scelta. Perché allora non ripetere quell’esperienza vincente…
Stavolta dove andare? Scegliendo di giocare all’aperto in aprile, facile pensare al profondo sud o alle isole. Palermo potrebbe essere una buona opzione, insieme a Napoli, dove però la Davis si è giocata di recente, come in Sardegna dove si è appena vinta l’ennesima Fed Cup. Allora magari Bari, ideale per giocare all’aperto restando in una grande città. Personalmente non mi dispiacerebbe Genova o comunque una struttura in Liguria. Intanto perché il clima sarebbe abbastanza favorevole, e poi saremmo a casa di Fognini, che si meriterebbe questo premio; ancor più perché quando la Davis sbarcò con Re Federer a Valletta Cambiaso nel 2009, il nostro attuale n.1, seppur convocato, non giocò; e ricordiamo che ci restò abbastanza male.
Il problema resta il fattore imprenditorialità, che tra crisi e “indole ligure risparmiosa” non è proprio al top… Se Italia vs. Gran Bretagna sarà vista come una sfida appetibile da qualche grosso gruppo imprenditoriale – organizzativo, questo indirizzerà la scelta verso una piazza importante, col mercato maggiore possibile. Quindi potrebbe rientrare in pista insieme a Napoli e Palermo anche Roma, dove la Davis manca dal 2005 (Italia vs Marocco) e sarebbe anche un piccolo lancio ai grandi Internazionali di maggio.
Dove si è giocato negli ultimi 30 anni? Ecco la lista di tutte le città scelte per ospitare la grande insalatiera, dalla sfida più recente alla più vecchia: Torino, Napoli, Arzachena, Genova, Montecatini, Alghero, Torre del Greco, Roma, ancora Torre del Greco, Cagliari, Teramo, Livorno, Reggio Calabria, Follonica, Roma, Venezia, Sassari, Milano, Prato, Genova, Pesaro, Roma, ben volte due Roma nel 1996, Palermo, Napoli, Firenze, Modena, Bolzano, Bari, Cagliari, Palermo, Prato, Palermo, Cagliari, Reggio Calabria, Roma, Cervia, Roma e Sanremo. Roma la fa da padrone.
In questa lunga lista di 30 anni di Davis in Italia mille sarebbero le curiosità da raccontare. Come non ricordare la splendida cavalcata del 1998, con la finale sfortunata di Assago che vide un gladiatorio Gaudenzi rompersi in campo un tendine della spalla tentando di superare l’allora top10 Norman; e la prestazione clamorosa di Camporese sul tappeto di Pesaro? Oppure gli incubi di Venezia 2000, quando per la prima volta nella nostra storia perdemmo il gruppo mondiale. Come dimenticare l’incredibile match del 9-11 febbraio 1996, quando paradossalmente sfidammo i russi “al freddo” del Foro Italico all’aperto, con i nostri più bravi di loro a reggere i rigori del inverno capitolino (…quasi una primavera rispetto a quello degli avversarsi!) ma con il top10 Kafelnikov imbufalito per le condizioni, tanto da giocare in tuta con non più di 6 gradi! E per finire il secondo turno del 1995, quando in un’incredula Palermo sbarcò una mega delegazione USA capeggiata dai numeri 1 Agassi e Sampras.
Non potendo pescare troppo a nord per via del clima d’inizio primavera, dobbiamo scartare ipotesi come Verona, Trento, Trieste, Brescia, Bergamo, Vicenza, Padova e via dicendo, che invece meriterebbero una Davis dopo molti anni di assenza o perché mai l’hanno organizzata. Ma nella lista degli ultimi 30 anni l’assenza più “grave” ritengo che sia quella di Bologna, che da troppo tempo non vede la Davis e che per questo sarebbe la mia personalissima prima scelta per il match Italia vs. Gran Bretagna. Se ci pensiamo bene il tennis azzurro degli ultimi 30 anni è passato eccome per i talenti della via Emilia e dintorni (Canè, Camporese, Gaudenzi, Bolelli, Reggi, Errani… mica poco!). Chissà che Bologna, detta “la grassa” (per la cucina succulenta), “la dotta” (per l’antichissima e prestigiosa università) e “la rossa” (per il colore prevalente degli edifici del centro storico oltre che per l’orientamento politico) nel primo weekend di aprile non torni anche ad essere “la città del tennis”.
Marco Mazzoni
TAG: Andreas Seppi, Andy Murray, Coppa Davis, Coppa Davis 2014, Fabio Fognini, Fognini, Italia vs Gran Bretagna 2014, Marco Mazzoni, Murray, Spacca Palle
La Valle Aurina all’aperto e’ottima. Sarebbe anche un omaggio a Karin Knapp.
Ovviamente sulla proposta di Forlì è un buco di 110000 abitanti…
Però se la Fed si è giocata a Rimini…
Cm bologna non è male come possibile scelta
Dunque… se Fognini vale la top ten sulla terra e Murray no, deduco che Fognini parta favorito sulla terra con Andy… beh voglio un gran bene a Fabio, ma DISSENTO categoricamente da tale postulato, colgo l’occasione per dire: bell’articolo.
Scartiamo il Nord per ovvie ragioni climatiche.
perché tutti parlate della vostra citta?non convincerete di certo chi di competenza a farla dove dite voi se ne parlate bene,ho letto di candidature assurde da città del nord a paesi piccoli e poco strutturati per l evento,inutile parlarne per un quarto di finale nel world group se la citta non ha mai organizzato grossi tornei nel piu prossimo passato o la davis negli ultimi anni.non saranno di certo le vostre parole a far cambiare il luogo per l incontro
Perché non Forlì su terra indoor al Palafiera, uno dei più grandi palazzetti d’italia..
Parlando da forlivese…
Possiamo fare tutte le candidature che vogliamo ma in pratica bisogna anche vedere chi è realmente interessato all’organizzazione! Di sedi ideali ce ne sarebbero a bizzeffe ma poi in pratica occorrono personaggi appassionati che vincano la gara e il consenso della FIT! In ogni caso ovunque in Italia potrebbe piovere in quel periodo perchè non abbiamo isole tropicali a disposizione!
Dopo che il Cagliari calcio e’ stato quasi comprato dall’emiro del Qatar AL THANI dove pensate che si giochera’ la partita?
si giocherà a Bolzano o Merano
insomma, Marco, Becker nell’88 la Davis non la vinse proprio da solo… A Goteborg in finale Steeb batté Wilander nel match inaugurale!
@ FabioLaFogna (#1000391)
ciao 🙂
eccome se lo è, ma se vai a vedere i suoi risultati sul rosso recenti, beh, non un granché buoni.
ma è possibile che BOLOGNA non venga mai considerata. E’ una citta meravigliosa ed ha bellissimi circoli di tennis, ci sono nati campioni come CAMPORESE CANE’ e lo stesso Bolelli…ma non viene organizzato neanche un FUTURE… che OOOOOOO
non terra…fango fango fangooooooo..magari in quel di valetta cambiaso a genova
Secondo me murray cmq vada a Miami la gioca la Davis, al Max non gioca qualche master sulla terra ma con l’Italia gioca…il fuso orario non da fastidio, sono 5 o 6 ore di differenza…e la solita scusa che prendono gli allenatori quando non vogliono far giocare i sudamericani xke hanno fatto il viaggio …sono tutte boiate, dormi una sera e il giorno dopo sei a posto, anche murray farà così, finale domenica, partita lunedì il martedì e qui, arriva tre giorni prima, anche se arrivasse di mercodi 48 ore sarebbero più che sufficienti x recuperare…dovremo stare molto attenti, il doppio ovviamente sarà il punto decisivo, speriamo bene!
@ Lorenzo (#1000293)
magari Pescara…per un maceratese come me…sarebbe finalmente l’occasione di vedere del tennis di grande livello senza dover far viaggi transoceanici 😀
Puoi anche non leggere l’articolo se ti da fastidio sai?
Ma infatti è uno scherzo?! 😯
se murray è in condizione accettabile ci vuole la Terra Santa!, temo.
@ volander (#1000369)
Potenzialmente li varrebbe anche.. non a caso viene menzionato di partite giocate contro Djokovic o Nadal perse sul filo di lana ma se vai a vedere i punti vinti sulla terra lo scorso anno credo siamo fuori addirittura dalla top 40/50
come si fa a dire che murray sulla terra non vale i top10????
l’a1 di tennis è il male comunque…vi ricordate l’anno scorso seppi che giocò una semi 250 in maniera indecente il sabato perchè doveva essere in campo per l’a1 la domenica?
mcenroe di sicuro uno dei più forti in assoluto…frenato un po dalla sua pazzia e dall’epoca probabilmente più florida di campioni.
@ marco.mazzoni (#1000351)
Credo che la prima e unica volta che la Davis sia stata a Pescara risale al 1965 per Italia-Portogallo.
Beh, Pescara sarebbe perfetta. Bellissima città, ottimo clima… Quoto!
@ Lorenzo (#1000293)
Buona idea anche Pescara, certamente. A mente non ricordo la Davis in città, sai se c’è mai arrivata?
sono pugliese e caldeggio l’ipotesi bari ma, visto che poi giocheremmo fuori casa contro la svizzera, l’occasione di riempire il centrale del foro italico sarebbe troppo troppo ghiotta…e murray soffre su quel campo!!!
insomma palco scenico importante per sfida importante!!
Genova senza ombra di dubbio!!!
in puglia for ever!!! pubblico caldissimo vedi challenger ad andria 😉 …
speriamo che qualcuno da Genova ti senta, sarebbe bello giocassero qui, tra l’altro Fognini e Seppi il prossimo anno giocheranno la A1 proprio qui a Genova col Park, più in casa di così!! 🙂 🙂
Candidiamo Pescara alla Davis.Città bellissima sul mare è con un clima favorevole in quel periodo.
Il circolo tennis pescara ha tutte le carte in regola per organizzare un evento simile,avendo già organizzato tornei internazionali in passato e i giochi del mediterraneo
Complimenti articolo molto approfondito e ricco di spunti.
Personalmente non avevo ipotizzato che Murray potrebbe anche disertare l’incontro, ma è una ipotesi non peregrina, soprattutto se andasse fino in fondo a Miami, dove vinse tra l’altro l’anno scorso mi pare.
Domenica sera (ora italiana) potrebbe essere sul cemento in Florida, ammesso che ci sia un volo il giorno successivo, sarebbe in Italia martedì o forse mercoldì, con un fuso da smaltire e messo in campo magari venerdì mattina o primo pomeriggio.
Certamente per Murray la prospettiva di sudare sette camicie sulla terra per vincere due incontri ed essere lo stesso eliminato per la mediocrità dei suo compagni, non credo sia molto lieta.
@ Car68 (#1000258)
Il doppio non vale un piffero .. altrimenti McEnroe e Fleming sarebbero i due goat 🙂
complimenti per l’articolo,un paio di precisazioni: 1) a Federer non manca l’oro olimpico, l’ha vinto, anche se in doppio con Wawrinka a Pechino 2008; 2) da bolognese appoggio in pieno la considerazione su Bologna come possibile sede per la sfida con la Gran Bretagna (ultima sfida nel 1975 contro la Jugoslavia di Pilic e Franulovic al circolo Giardini Margehrita),io la vedrei meglio al chiuso ( Paladozza o Unipol Arena), all’aperto non sarà facile trovare uno spazio affidabile ( forse il circolo Cierrebi che un tempo organizzava il Torneo Atp….), ci vorrebbe comunque un’ operazione congiunta tra comune e imprenditori locali per fare sistema, speriamo….
Speriamo in Castellaneta!
@ mariano (#1000245)
In realtà federer la medaglia olimpica l’ha vinta, in doppio! Vorrai mica togliergliela…
Sarebbe come togliere a Carlo Lewis o ad altri quelle in staffetta!
@ mariano (#1000245)
ciao Mariano, grazie del commento 🙂
guarda, non la considero una imprecisione, è una scelta voluta. Al momento continuo a pensare che per il tennis ci sono ben altri titoli rispetto alle Olimpiadi, tanto che se fosse per me non lo avrei nemmeno riportato, per dare spazio ad altri sport che hanno nelle Olimpiadi il loro momento Top. Noi già ce l’abbiamo: si chiama Wimbledon 🙂
Nessun tennista cambierebbe mai uno Slam, un Master e per moltissimi anche una Davis con l’Oro olimpico. Tuttavia, come ho scritto proprio qua, il valore di una competizione cresce nel tempo quando i migliori la giocano tutti e con massimo impegno. Quindi mi auguro che il torneo olimpico continui a crescere negli anni e prenda sempre più valore nel tempo.
buon tennis 🙂
Complimenti per l’articolo! L’unica imprecisione è che a Federer oltre alla coppa Davis manca anche l’Olimpiade tra i grandi trofei che gli mancano. Una medaglia d’oro olimpica è sempre di grande valore. A Nadal invece manca solo il Master, ha perso due volte in finale.
Mamma mia quanto sei pesante.
Ma scrivi come mangi. 🙁 😥