Hawk eye: il tennis a 360 gradi. Spotlight su Peter Gojowczyk rivelazione a Doha
Spotlight:
Peter Gojowczyk (Monaco di Baviera, 15 luglio 1989)
Il primo nome “nuovo” del nuovo anno è quello di Peter Gojowczyk, nato a Monaco di Baviera nel 1989. Il tedesco, anche se il cognome potrebbe farlo sembrare polacco, è uno dei pochi giocatori a non aver partecipato al circuito junior se non per pochi tornei di basso livello. Peter ,infatti, ha iniziato a giocare a tennis all’età di 6 anni e nel frattempo giocava a calcio (suo padre era un calciatore), poi a 16 anni la decisione di scegliere tra calcio e tennis. Peter ha scelto il tennis e ha iniziato la sua carriera da professionista nel 2006 ottenendo buoni risultati(si ricorda una vittoria in due set contro Huta Galung, allora numero 300) che lo hanno portato a chiudere l’anno al numero 800 del ranking Atp.
Il 2007 è ancora un anno positivo in cui arrivano due vittorie di tornei futures in Messico su cemento, la sua superficie preferita che lo portano tranquillamente nei top 500. Andando avanti è sempre più una costante a livello futures con i trofei che arrivano al numero di 7 (5 nel 2008) mentre sembra ancora mancare qualcosa per il livello challenger, dove non arrivano ancora i risultati sperati. Quando poi cominciamo a mancare le vittorie a livello futures, come accade nel 2009 e nel 2010, per Gojo (così soprannominato) diventa dura scalare il ranking e si ritrova per un periodo fuori dai 500 e tra i top 400 e 500.
L’anno della svolta è sicuramente il 2011 in cui, nonostante spesso ci siano risultati deludenti, arriva la prima finale challenger, sulla superficie più inaspettata: la terra rossa. È agosto, a Manerbio Gojo mette in fila, partendo dalle qualificazioni, Statham, Ghem, Oswald, De Bakker, Munoz de la Nava, Pashanski, un quasi top 100 (Klizan) prima di arrendersi in finale, dopo aver vinto il primo set, ad Adrian Ungur. Grazie a questo risultato e a un altro quarto di finale a fine stagione (Salisburgo), il tedesco riesce a chiudere l’anno per la prima volta nei top 300. Nel 2012 finalmente la consacrazione in un challenger, Ningbo, dopo che la settimana prima aveva ottenuto una finale nel challenger di Shangai, sconfitto da Lu. Con questi risultati finalmente arriva la top 200 e si mantiene in questo ranking per tutto il 2013 in cui segnaliamo un secondo turno agli Us Open, partendo dalle qualificazioni.
Dal punto di vista tecnico, Gojowczyk è sicuramente stato influenzato dalle scuole tedesche e di conseguenza è un giocatore che predilige le superfici veloci utilizzando un gioco d’attacco che viene concretizzato soprattutto grazie al rovescio, a due mani, con cui spesso riesce a chiudere il punto. Il servizio è un’ottima arma anche difficilmente Gojo ottiene un ace mentre c’è da lavorare sul dritto che sembra il fondamentale che ogni tanto “scappa via” quando si prova a spingere di più per aprirsi il campo.
Quella a Doha è stata sicuramente una settimana fantastica per il tedesco, qui ha potuto competere con Nadal, a cui l’anno prima aveva chiesto un autografo, giocando un tennis pazzesco per i primi 3 game (parziale di 12 punti a 1) e poi andando un po’ in calando, un po’ per l’emozione un po’ per la stanchezza, ma giocando sempre a buoni livelli. Sembrerebbe un fuoco di paglia ma per quello che si è visto Gojo vale ampiamente la top 100 e probabilmente anche qualcosa in più, chissà quindi se non ci scapperà di vederlo costantemente nel circuito Atp…
Come ogni anno da varie edizioni, il circuito challenger prende avvio da uno dei posti più incantevoli al mondo. La Nuova Caledonia e Noumea ospitano infatti il torneo di partenza della stagione. Non un torneo da snobbare, visti i 75.000 dollari di montepremi e la location tra le più invidiate dell’intero circus.
Essendo ancora saldo il legame con la Francia, la federazione di tennis transalpina promuove il torneo, inviando un’alta presenza di bleus (ben 7), seppure nessuno fosse accreditato della testa di serie.
L’evoluzione del torneo ha rispettato in minima parte i valori del ranking. Alejandro Falla (tds.1) conclude brillantemente la settimana, intascando titolo e assegno del vincitore. Il resto del tabellone è una variabile impazzita. Fuori al primo turno Klizan, su cui si allungano preoccupanti ombre su una agevole risalita del ranking, Resta inspiegabile la crisi di gioco e psicologica, che lo affligge da oltre 6 mesi. Nel secondo turno sorprendenti le uscite di scena di altre 5 tds: Goffin per ritiro; Bemelmans eliminato da McGee; Polansky estromesso da Menendez; lo spagnolo Riba, fatto fuori da Steven Diez; Huta Galung battuto dal francese Burqieur.
Quarti di finale di allegra anarchia, con un unico incrocio rispettato e che agli occhi attenti degli esperti, avrebbe potuto aprire le porte verso il titolo. Falla si aggiudica con esperienza il quarto contro Kudla e, sfruttando l’autostrada nel tabellone, giungerà al successo.
Dall’altra parte del tabellone la finale di Steven Diez è impronosticabile, per quanto non inattesa, considerati i progressi manifestati nel corso della passata stagione, specie sulle superfici dure, open.
La semifinale di McGee testimonia la crescita dell’irlandese, spesso all’altezza di tante situazioni ma con ancora poca freddezza quando si tratta di capitalizzare i momenti favorevoli. Così come il buon adattamento di Menendez al cemento viene confermato dalla semifinale raggiunta.
Per gli illustri eliminati forse è presto per interrogarsi sulle ragioni delle sconfitte, specie se il rendimento deficitario è dipeso dalla preparazione atletica non ancora al meglio.
Challenger Noumea- 75.000$- cemento- Semifinali e Finale
Falla b. Menendez Maceiras 61 46 62
Diez b. Mcgee 67 75 64
Falla b. Diez 62 62
Difficilmente un tennista della propria nazione riesce a vincere in un torneo disputato nel proprio stato d’origine. Questo è stato il caso di Joao Souza, vincitore questa settimana nel torneo challenger di Sao Paolo su cemento. Il brasiliano si è imposto nella “bolgia” di Sao Paolo, un pubblico davvero d’altri tempi per un finale che si è decisa nel primo set, quando Alejandro Gonzalez (finalista) si è visto chiamare fuori sulla palla break una palla out che aveva preso in pieno la riga. Primo set conquistato e poi con break sul 1-1, Souza non senza fatica si è aggiudicato il match e il titolo. Dicevamo nel nostro articolo introduttivo come la generazione argentina sia una delle più competitive a livello challenger e ne abbiamo avuto conferma anche nel primo torneo dell’anno, dove Pella è arrivato in semifinale Arguello, Andreozzi e Velotti si sono fermati ai quarti mentre l’unica delusione è arrivata dall’incostante Bagnis, uscito contro il qualificato Buerchner. Buon torneo per il portoghese Gastao Elias, ritiratosi contro Gonzalez nelle semifinali. Infine segnaliamo la delusione per la sconfitta di Horacio Zeballos, testa di serie numero 1, uscito contro l’argentino Velotti.
Challenger Sao Paolo- 125.000$- cemento- Semifinali e finale:
Souza b. Pella 76 64
Gonzalez b. Elias 63 40 rit.
Souza b. Gonzalez 64 64
Alessandro C.
Daniele Sforza
TAG: Challenger Noumea, Challenger Noumea 2014, Challenger Sao Paulo, Challenger Sao Paulo 2014, Hawk Eye, Peter Gojowczyk
3 commenti
Vi sembrerà strano ma proprio stamattina mi chiedevo: “Possibile che nessuno si sia ancora accorto di quello che sarà il fenomeno 2014 del tennis mondiale, Peter Gojowczyk?”.
Ebbene, oggi pomeriggio scopro che quelli di Hawk Eye gli hanno dedicato un articolo… Bravi!
P.S. Gojowczyk finora è il primo giocatore di tennis al mondo ad aver provato a usare nel suo gioco tutte le lettere dell’alfabeto. Purtroppo gli è mancata la x, altrimenti sarebbe stato perfetto. Sono sicuro che nel 2014 colmerà questa lacuna.
Ottimo articolo
Ha perso da Trevisan gojo a Ortisei…